Cara Arlie,
speravo proprio di riuscire a passare un po’ prima, e invece! Ero attirata da un po’ da questo prologo e, leggendolo (spero ti abbia fatto piacere) in attesa della prossima uscita del capitolo dell’altra long, devo dire che ne sono rimasta decisamente conquistata. Il modo in cui introduci la vicenda, presentandoci un personaggio che mal sopporta la condizione di ipersensibilità a cui il vampirismo l’ha costretta, è interessante non solo in sé, ma anche per il modo in cui il lettore viene immerso nelle sensazioni della protagonista, nel suo sentire troppo, nel suo perdersi, però, perché ascoltando anche il più insignificante rumore, non riesce a concentrarsi abbastanza da sentire l’adorabile, ma inquietante Jane che l’è venuta a cercare senza nascondere la stizza e il fastidio.
Jane in effetti è pungente, bella e molto inquietante come dovrebbe essere e, nel corso del dialogo che le due hanno emerge come Diana non le piaccia eccessivamente – o non le piace molto il fatto di doverla andare a chiamare. Mi intrigano moltissimo anche l’intro della storia e questa nuova missione che si prospetta per la protagonista, soprattutto in riferimento al fatto che lei ha già smarrito questa famiglia/clan (volutamente o perché troppo abili? Lo scopriremo ^^) e per l’eco affascinante che un percorso storico come la transiberiana porta, inevitabilmente, con sé. A questo proposito, come mai le è stato concesso/ordinato di agire (non sappiamo ancora come e perché, in verità, mannaggia, non sai quanta curiosità mi hai messo addosso) in riferimento a un’azione che è andata non proprio come si sperava?
Sarà che mi piacciono sempre tanto le storie che cominciano in medias res, sarà che ho adorato i momenti in cui viene descritto persino lo strusciare di un gatto o un brindisi lontano, ma mi è venuta una grande curiosità riguardo questa storia. Il tuo stile di scrittura, poi, è limpido e avvolgente in ogni contesto e qui non fa eccezione. Un caro saluto e buon weekend, mia cara!
Shilyss |