Recensioni per
Feel me, Touch me, Heal me
di Wolstenholme

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/03/21, ore 05:48

Io sto stranamente morendo di sonno (per essere un animale notturno, it's a little bit strange), ma avevo iniziato a leggere, fuori pioveva... So, perché fermarsi, no?
Poi ero curiosa.
Avevo letto il prologo un mese fa, forse due, dunque è un po' uno shame tornare adesso. But who cares, i will go ahead.

Non mi aspettavo il marmocchio di Otabek, lo ammetto. (Sì, not a fan, sorry not sorry).
Cioè, da un lato è quasi carino il modo in cui Otabek se ne prende cura (e ammetto che arricchisce anche un po' la sua storyline, il suo personaggio), anche se alcune cose mi hanno fatto roteare le palle degli occhi. Not your fault, e nemmeno di Otabek. Solo del marmocchio, sorry.
Però... È stato dolce. Otabek lo ama, incondizionatamente, e lo ha avuto ad un'età piuttosto acerba... E potrebbe non sembrare - magari manco a Marie -, ma quel nanetto è davvero tutta la sua vita. E forse tutto quell'affetto, quell'attaccamento, quel sembrare il padre perfetto (oh, uno che ti legge quello che cavolo vuoi, pure se fa cascare tutto a terra, come fate, principesse e cavalieri, deve essere decisamente il papà dell'anno), è dovuto anche al fatto che non ha la possibilità di viverselo veramente, suo figlio. Deve separarsene, sempre per un bene maggiore. Un bene imposto dalla sua morale.

Marie.
Adesso. Io non so se si tratta di un OC o meno - almeno, se l'ho vista nell'anime, devo averla resettata dal mio cervello -, ma a me è piaciuta. Decisamente.
Forse a primo impatto può sembrare un personaggio scomodo, però a me piace.
È sola. Deve affrontare la vita con un figlio al suo carico. Nessuno sa niente. Nessuno può veramente aiutarla - se non Otabek, quando poi c'è -, e sicuramente dev'essere difficile.
Non sono una persona molto incline al perdono e alla comprensione, quando si tratta di tradimenti. "Cosa avrei dovuto fare?" "Aspettarmi".
Eh... Appunto.
Però... Possiamo davvero accusarla in toto? Non lo so, cit Otabek.

(Mi ha fatto ridere che il figlio di Otabek fosse biondo come Yuri il Russo, tra l'altro. What a coincidence.)

Anyway, Marie ha attratto la mia attenzione, ma so che se dovesse comparire ancora sarebbe più che altro un personaggio scomodo. Un po' come Nonno Nik, in questa storia.

Tutto questo mi ha anche ricordato un po' Dear John. E poi... Otabek così dolce non lo aveva mai visto nessuno. Ma continuo a pensarlo IC.

Then... Yuri.
Questo Yuri che Otabek ha rivisto in ospedale. Questo Yuri che è rimasto nella mente di Otabek, questo Yuri che forse... Forse è un po' amato dal bel soldato.

Yuri che odia uccidere la gente. Yuri che spera che quella gamba non guarisca mai. Yuri che si lascia coccolare da una domestica. Yuri che qui sembra veramente perso. Yuri che qui ha un rapporto molto ostico col nonno.
E... Il nonno che sembra non capirlo sul serio.
Non sembra capire le sue debolezze. Il suo scivolare in ginocchio e piangere. Ma ci sta... Siamo in Guerra.
Nikolai sa perfettamente come funziona. Sa perfettamente come si sopravvive. Yuri lo sta capendo, ma continua a non andargli giù.

Adesso sto collegando un po' i puntini. E devo dire che l'immagine di ciò che potresti raccontare, la storia che potrebbe veramente venirne fuori... Mi intriga.
Un amore... In tempo di guerra. Un amore quasi atipico, ma anche elementare. Perché l'amore è un po' così, no?
Stupido, inaspettato, coerente, incoerente ed elementare.
Molto elementare.
Ti travolge. Ti gela. Ti illumina e ti rabbuia. Guerra e pace.

È una storia decisamente interessante. E qui mi è sembrato davvero di respirare aria di... Guerra. La guerra vista dalla gente non sul campo di battaglia. Quella che subisci senza combatterla. Quella a cui devi semplicemente sopravvivere, dopo lunghi sospiri. (Vedi la situazione degradata di Marie, vedi il posto in cui vivono...).

Il tè non lo commento.
Ma ci sta, vabbè. Ci sta. Carino che Yuri ne voglia un po', dai, concediamogli 'sta mezza gioia, se riesce a rallegrarsi col tè...

No, vabbè, tralasciando tutto... Ho trovato anche l'impostazione del testo molto pulita. Buona.
Anche il testo, in sé e per sé, scorre molto bene. Non ho trovato refusi o errori.
Solo un marmocchio.

Si prospetta qualcosa di decisamente interessante. La Guerra ci mette il suo fascino, ammettiamolo.

Interessante.

Recensore Master
27/01/21, ore 05:46
Cap. 1:

Interessante.
Credo sia la prima cosa da dire, no?
Yuri on Ice offre diversi spunti - per ragioni diverse - e ammetto che a volte il cervello è volato sulla Storia, ma confesso anche che mi sembra difficile vedere questi personaggi in un contesto crudo, disumano - e ai limiti dell'umano, paradossalmente - come la guerra.

E qui Yuri mi è parso diverso e uguale.
Diverso, perché non sembra il ragazzo che lotta con le unghia e con i denti che abbiamo conosciuto nell'anime. Uno che non mollerebbe mai, pur di arrivare al suo obiettivo. Ma allo stesso tempo è lui, perché, appunto, Yuri ha fatto una scelta.
Come quando è andato via da Victor, nell'anime, dopo aver capito che non lo avrebbe MAI scelto, per farsi una vita solo sua, per costruirsela da solo... Beh, qui fa lo stesso.
Qui decide di non vivere più una vita che si sente stretta. Una vita che non ha mai scelto. E sappiamo bene che Yuri non si accontenta. Yuri punta al meglio. Yuri punta ai suoi obiettivi, non a quelli prefissati dagli altri.
Fa anche un po' strano leggere di lui e di suo nonno in questi termini ma, diciamocelo, se l'ambientazione fosse sempre stata quella della Seconda Guerra Mondiale... Probabilmente sarebbe andata così. E poi questo è solo il prologo. È solo l'assaggio di come la guerra viene vissuta da Yuri e Otabek e di come, il loro incontro, li farà - credo - sopravvivere a... Tutto quello.

Nutro un grosso fascino per le guerre mondiali. Perché ho sempre pensato che annullino completamente l'essere umano e allo stesso tempo... Esaltino l'umanità.
Quando devi ammazzare un tuo simile, solo per vincere una guerra... Quando non sai se tornerai mai più a casa, quando pensi che sarai seppellito in una fossa comune... Quando non importa chi cade sotto il tuo fuoco, basta che cade... Dove finisce l'umanità?
Dove finiscono le piccole cose?
Dove finiscono le sensazioni che due semplici occhi verdi possono lasciarti?
Sembrano frivoli. Sembra non esserci mai tempo, per quelle cose... Ma sono quelle piccole cose, quella parvenza di normalità, quella parvenza di umanità perduta, alla quale ci si aggrappa. Come una vecchia polaroid stretta prima dell'alba. Prima del fuoco.


Ricapitolando.
Hai giocato molto col fandom.
Hai mantenuto l'incontro di Yuri e Otabek e il loro rincontrarsi. Hai mantenuto l'effetto che questo incontro, fatto di soli sguardi, ha avuto su Otabek - e in questo caso anche su Yuri.

Yuri che tre anni dopo se lo ritrova accanto al proprio letto. Yuri che deve innalzare i suoi muri. Yuri che quasi non ci crede di averlo ritrovato una seconda volta.
Yuri, che quegli occhi, non li ha mai dimenticati. Yuri che non crede alla guerra come, forse, fa Otabek. Yuri che non si sente un soldato, perché non lo ha mai scelto.
Otabek forse si sente un soldato. Vuole servire la sua patria, ma non capisce la guerra. Sa solo che va combattuta e che deve essere conclusa, in un modo o nell'altro.
Otabek che, nel profondo, è più vicino a Yuri di quanto questi due possano immaginare. Ed è bello che, anche qui, sia sempre lui a tentare la prima mossa. A farsi avanti. A fare conversazione. LUI. OTABEK.

Per il momento, il prologo si divide tra il 1943 e il 1940. ( Ho apprezzato il modo in cui hai deciso di suddividere queste due fasce temporali, e intendo visivamente, oltre che nella stesura).
Mi piace molto questo avanti-indietro. Dà... Un sapore diverso al presente e al passato. Dà un sapore diverso a quello che si è letto prima e quello che si legge dopo.

Yuri e Otabek... Sono particolari.
E voglio proprio vedere cosa vuoi farne, di loro, in questo contesto.
Il titolo è già un programma, no?
In più, nelle note, accenni al nuovo anno. Ad una sfida.

E io non posso sapere quale sia. Ma credo di aver compreso le sensazioni e il tipo di storia che intendi raccontare.
E credo che ce ne sia bisogno. Nel bene e nel male. Credo... Sia una bella sfida.
E io voglio respirare ancora di più, questa ambientazione.
Voglio respirare di più.
Hai parlato dell'ospedale. Della situazione precaria. Hai parlato dello schiaffo che Yuri ha ricevuto, del cibo che mangiava senza apprezzarlo.
Hai parlato della passione per i fiori che aveva la mamma di Otabek. Hai accennato a fratelli e a una sorella neonata. Hai accennato l'idea di una fossa comune.
Hai accennato il brivido della notte. L'insicurezza scaturita dalla convinzione di non essere mai al sicuro. I nervi tesi. Dormire sull'attenti.
Perché in guerra non c'è tempo per distrarsi. Riposi davvero solo con una pallottola nella carne. Riposi solo una volta che riesci a spirare.

Dunque, alla luce di tutto questo, io mi chiedo una cosa importantissima: MA OTABEK AVRÀ MODO DI CHIAMARE YURI GATTO OPPURE NO?

Le priorità. Quelle giuste.
Credo tu l'abbia scritta vinta o soggiogata da alcune sensazioni. Non lo so, a farmelo dire sono le parole che hai scelto volutamente di evidenziare.
Non conosco ancora il primo capitolo, che è lì, ma sono curiosa.
E... Te l'ho detto. Voglio respirare di più.
Voglio tutti i dettagli che riesci a inserire. E voglio capire come, 'sti due, sopravviveranno a tutto questo.
E voglio capire quanto ancora giocherai con questo fandom. Quanto rimodellerai le situazioni, i rapporti.
Tanto, sappiamo che non ne sei ossessionata, no?

Quindi. Adesso voglio proprio vedere cosa farai.
Voglio proprio vedere.

Recensore Veterano
16/01/21, ore 22:45
Cap. 1:

Heyla, eccomi per lo scambio a catena!
Premetto che non conosco il fandom ma avevo adocchiato da un paio di giri questa storia perché è ambientata in un periodo storico che adoro, la Russia durante la seconda guerra mondiale, io ci vado a nozze, e quando hai confermato che era leggibile come originale ho aspettato la prima occasione utile, così eccomi qui :D
Il prologo mi è piaciuto molto, già per come è costruito per farci conoscere la vicenda: si apre nel 43 per poi riportarci indietro verso la fine del capitolo e spero che ora vorrai proseguire approfondendo il periodo che sta in mezzo, o andiamo avanti e scopriamo cos'è accaduto con altri flashback? Anche un alternativa, sono curiosa.
Yuri è un personaggio che mi è piaciuto, è un vigliacco (ma poi lo è veramente? Ciò che ha fatto è del tutto comprensibile e non mi sentirei di biasimare questa scelta) e ammette questa sua mancanza di coraggio senza problemi. La guerra non è fatta per lui, in realtà mi sembra che pensi che la sua intera vita sia sbagliata, e ha trovato il modo (poco dignitoso ok) di salvarsi, almeno per ora, le penne. Credo che questi gesti fossero molto comuni, non solo in Russia, spesso si vedono scene di soldati al fronte che arrivano a mutilarsi pur di tornare a casa.
Otabek invece sembra un rappresentante del popolo, è andato in guerra senza avere scelta, lasciando una famiglia a cui era molto affezionato e che, con molta disillusione, è sicuro di non rivedere, e con tutte le vittime che hanno fatto il freddo e la fame questa evenienza non è così remota, ma voglio rimane ottimista sulla loro sorte.
Mi è piaciuta molto la considerazione che hai fatto sulle piccole cose in guerra, e mi è piaciuto anche che Otabek si ritrovasse ad apprezzare la bellezza semplice dei fiori e dei bei ricordi che gli evocano, mi è sembrato un personaggio con una grande sensibilità, in bella contrapposizione con Yuri, se li ho inquadrati bene.
Il modo in cui scrivi mi è piaciuto molto, è delicato, la punteggiatura è precisa e non hai mai perso la mia attenzione. Devo solo segnalarti un verbo che mi è sembrato stonato: "prima che sua madre svanì nel nulla" io avrei messo "svanisse".
Se ci sarà occasione andrò molto volentieri avanti con la lettura di questa storia, questo inizio mi ha interessata parecchio, bravissima. Alla prossima ^^

Cedro

Recensore Master
16/01/21, ore 21:25

Cara buonasera, che piacere essere tornata qui! Oh no, non così… non i questo modo, farmi cominciare con un’atmosfera familiare calda di una dolcezza immensa, anche se in un luogo anonimo dedicato alle famiglie dei soldati in guerra, per poi piano piano scendere in particolari sempre più negativi e tristi. Ecco, triste è proprio la parola che mi è nata in testa quando ho compreso il tipo di situazione in cui vive il bambino: sono madre, e quindi tutto il mio affetto e la mia empatia sono andati nella figura del piccolo, gioendo con lui nella presenza del padre tanto atteso. E niente, la madre che non sta più con Otabek, alcolizzata e depressa, mi da molto da pensare; d’altronde, che scelta ha il ragazzo? Servire la patria e restare vivo solo e soltanto per suo figlio, che ama più di ogni altra cosa al mondo.
Avevo inteso andasse male con Marie, ma la schiettezza concui parlano di un rapporto che non esiste nemmeno più mi ha spiazzata. Lei gli sbraita odio e frustrazione e lui cerca di proteggere il piccolo dai dispiaceri del mondo e di una famiglia disunita. La sua partenza è stata dolceamara, e non c’è certo bisogno di mostrarmi come reagiranno in casa, che purtroppo già lo intuisco da sola e mi si stringe il cuore in petto. Mi hai fatta diventare particolarmente emotiva, sappilo, mi piace!
Cambio di scena, POV e sensazioni: ho rivisto nelle scene di Yuri con il nonno lo stesso tipo di cose che avevo colto già nel prologo, ora capisco il motivo per cui il ragazzo è stato coinvolto, e anche perché abbia deciso di infliggersi quell’incidente e stare a casa. Accantonare il dolore per riuscire a non guarire in fretta è tutto ciò che sta facendo per poter evitare di tornare in guerra, e adesso so finalmente il perché… la rivelazione arriva come uno schiaffo in pieno volto, ha ucciso qualcuno per sbaglio ed ha reagito come ogni essere umano. Questo contrasta completamente con la glaciale reazione del nonno, che di fatto non fa altro che immischiarsi, spingere, spingere e ancora spingere, avere contatti con l’esercito e così via, continuamente. Una madre che non c’è, un nonno stressante, autoritario e freddo, e l’unica figura di riferimento dolce e calorosa: la domestica, una riscoperta familiare in una famiglia solo di nome e non certo di fatto.
I due protagonisti contrastano completamente uno con l’altro ed è per questo che li trovo così perfetti insieme, nell’alternare situazioni difficili i due contesti differenti fino nel profondo. Hai delineato molto di loro, del loro carattere, del loro passato attraverso uno spiraglio nel quotidiano e nelle persone che hanno accanto. Sembra non abbiano nulla i comune, se non quell’unico incontro di qualche anno prima, e il giorno precedente nell’ospedale; eppure sono convinta si incontreranno ancora, e presto.
Ho trovato un paio di refusi nel testo, minimissimi proprio, ma mi sono lasciata trasportare nella vicenda tanto da non farci manco caso! Il modo in cui li fai interagire col mondo è senza veli, senza indorature, insomma, nudo e crudo, così come è e con quanto dolore porta nella consapevolezza della propria esistenza. Cara, non vedo l’ora di continuare, devo sapere di più; alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
14/01/21, ore 14:12

Ciaooo cara,
sull’orlo del tempo limite ma eccomi qui per lo scambio ABC, dove ho modo di proseguire la tua storia che avevo già iniziato alla Catena.
Apprezzo come tu metta sempre un riferimento temporale e geografico, per far capire bene al lettore l’intreccio e a che punto della storia ci troviamo.

OOh partiamo alla grandissima, Otabek ha un figlio, un vspo frugoletto che è un amore.. e a quanto pare ha anche una moglie o comunque una compagna…
ed ecco che traspare che le cose fra i due non vadano bene, per la guerra che c’è di mezzo. Marie vorrebbe che lui scegliesse la famiglia a costo di compromettere l’onore patriottico, ma lui le dice che non ha scelta e a lei non sta bene. Un po’ la capisco, soprattutto capisco il suo disagio e forse anche delusione nello scoprire che il figlio sia molto più legato al padre che a lei.
Ha ragione Marie, sarà dura davvero.

a quanto pare i dissapori non sono finiti.
Appena conclude la favoletta con tanto di Aybek addormentato in braccio al padre (wwww mi sciolgo i tenerezza) ecco che ricompare Marie, si accendono ancora di più i toni della loro discussione e si scoprono gli altarini, ahimè, lei si è data all’alcol.

No di sicuro Otabek non è felice di sapere suo figlio con una donna non così stabile…

Ed ecco che Otabek le racconta tutto.
In effetti me lo aspettavo già che loro due non stessero più insieme e l’unico legame fosse il figlio.
Le avance che gli muove la donna sono n chiaro indizio di quanto sia ubriaca… probabilmente un tempoo deve essere stata una ragazza adorabile, ma ora ha l’animo deturpato dalla sofferenza e soprattuto dall’alool.

I disagio di Otabek nell’interagire con lei si percepiva tutto.
E poi ora ha in testa questo ragazzo con la gamba rotta di proposito, con l’ex compagna che ha già capito che lui ormai ha cambiato orientamento sessuale.

Ed ecco che affrontiamo anche il tema tradimento. Mi piace come tutto appaia naturale e per nulla forzato, sembra di assistere a una vicenda familiare nascosti dietro la tenda, per dire.

Ed ecco che passiamo a Yuri e la sua gamba malconcia in fase di guarigione, sotto le cure di un nonno molto apprensivo.
Oh povero Yuri, traumatizzato dai ricordi di guerra e dalla debolezza che gli è stata rimproverata di aver mostrato, come se non fosse nemmeno più concesso piangere, mi s è stretto il cuore, poverino.

Alena sì, è molto materna, mi piace, chissà se prossimamente ci dirai di più su di lei.
Nel complesso mi piace la trama che si sta sviluppando e i personaggi che ne faranno parte, hanno tutti il giusto spessore.
L’atmosfera della guerra si respira tutta.

Curiosa dei nuovi sviluppi. A presto, se ci sarà ancora occasione e complimenti!

Recensore Master
11/01/21, ore 14:56
Cap. 1:

Buongiorno cara, mi presento: sono Stefy, ed è un piacere averti trovata nell’attività del gruppo di scambi del Giardino.
Ho scelto di cominciare il mio viaggio nel tuo profilo con questa long, perché amo leggere nel fandom di Yuri on Ice e perché i pairing yaoi sono i miei preferiti. Una fanfiction storica nel periodo bellico in territorio russo è la prima volta che la leggo e ti faccio i complimenti per la complessità dell’idea e per la profondità di ciò che andrai a trattare a livello di tematiche, emozioni ed avvenimenti. Già capire come il protagonista sia finito in un ospedale militare mi dice molto di come sia coinvolto nella sua famiglia, di cosa sia capace di fare per poter stare fuori da tutto e di quello che il suo orgoglio, il suo odio e la sua voglia di sopravvivenza siano stati in grado di creare; inizialmente credevo di aver capito male, ma continuando ho compreso come effettivamente lui abbia fatto tutto questo per una situazione davvero del cavolo. Il posto dove finisce non è affatto bello ma è perfettamente in linea con ciò che mi aspettavo da un luogo simile in tale contesto: hai coinvolto odori, colore, sensazioni, tutto sulla pelle di cji è costretto a stare lì, così da rendermi chiara ogni sfumatura odiata ma che ha sapore di “libertà”.
Otabek quindi ha rivisto Yuri per la seconda volta precisamente e a parte quelle poche parole scambiate mi sembra di notare davvero molta tensione tra loro. Sicuramente legata al loro primo incontro ma immagino lo scoprirò tra poco.
Cambio di POV e si passa con un flashback a Otabek e alla sua presenza nell’esercito, un ragazzo troppo sensibile epr essere buttato in pasto al sangue e a tutto il testo. Il bello è che sembra solo lui avere notato la presenza dell’altro, che spiccava ai suoi occhi come quei benedetti meravigliosi fiori che aveva notato e di cui aveva bisogno nell’essere rincuorato.
Sento il fantasma della morte e della guerra viaggiare in ogni frase, mostrando una realtà cruda quanto realistica in questo racconto ambientato in uno dei periodi più dolorosi del secolo scorso. Non hai cercato di addolcire la faccenda, ma hai dato qualche sprazzo di colore con piccoli particolari amabili che spezzano il nero che si vede all’orizzonte. Anche se un breve prologo hai delineato bene i personaggi così da rendere chiari e riconoscibilil certi aspetti del loro carattere e della loro vita, così come di ciò che gli sta attorno. Sono molto incuriosita e affascinata dalle tue scelte, non vedo l’ora di procedere con la lettura.
Il testo è corretto e scorrevole, non impegnativo a livello di lessico – non troppo ricercato, pesante, lezioso – e mostra un lato introspettivo notevole. A breve passerò per la seconda recensione cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
10/01/21, ore 17:34
Cap. 1:

Ciao ^^
Ho voluto leggere questo prologo perché sono stata incuriosita dalla trama e dall'ambientazione, una delle mie preferite. Ho letto che l'hai scritto in un momento molto delicato... se la scrittura per te può essere una sorta di riscatto ben venga, in queste cose spesso bisogna seguire la scia di ciò che sentiamo al momento. Ma passando al capitolo, a me è piaciuto molto. E' stato molto introspettivo, cosa ottima per me che amo le introspezioni. Si percepisce sin da subito il dolore e il dramma, sia di Otabek che di Yuri. Di solito è sempre Yuri il mio personaggio preferito, qui però non saprei scegliere, mi sono piaciuti entrambi. Yuri ha paura, Yuri è terribilmente umano. Perché onestamente, chi di fronte alla prospettiva di andare in guerra non farebbe di tutto per evitarlo? Anche nella realtà in molti arrivavano a mutilarsi pur di non farsi ammazzare sul fronte, quindi è del tutto comprensibile. Non solo, su Yuri ci sono delle "aspettative", se teniamo conto che fa parte di una famiglia prestigiosa. In molte cose non ha avuto scelta. E non lo so, i suoi dialoghi con Otabek mi hanno trasmesso una dolcezza incredibile e Otabek in particolare avrei voluto abbracciarlo, istinti random che mi partono nei confronti dei personaggi. Sarà che poi si separano e la parte dedicata a lui mi ha spezzato il cuore, perché è vero, quando c'è la guerra si pensa non ci sia posto per altro (almeno, immagino sia così) e invece è tutto il resto che riesce a farci andare avanti.
MA ORA SONO CURIOSA.
Quindi questo primo capitolo fa più del suo lavoro.
Complimenti, a presto :*

Nao

Recensore Master
10/01/21, ore 16:07
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio del giardino.
Non conoscendoti come autrice avevo pensato di orientarmi più su una One shot che una long, ma essendo questa una storia che vede come protagonisti due dei personaggi che più amo dell'anime di Yuri on Ice, ho scelto di buttarmi e leggere. In realtà, questa coppia è la mia preferita, trovo Otabek e Yuri perfetti l'uno per l'altro, e riscoprirli insieme, seppur in una ambientazione come questa, mi ha intrippato parecchio. Diciamo che la guerra è uno scenario che apprezzo, penso che avvenimenti tragici come questo permettano un approfondimento maggiore dell'interiorità dei personaggi, e ne aumentino lo spessore e la drammaticità. Scoprire poi che Yuri decide di spezzarsi una gamba piuttosto che combattere e fare il soldato, è decisamente un pugno nello stomaco, perché trasmette tutta la sua disperazione, la sua paura e il suo sdegno per la violenza. Anche se non penso che la necessita di carne da macello, all'epoca lo avrebbe risparmiato dal partire per il fronte una volta guarito. Ad ogni modo, qui il vero protagonista è Otabek, coi suoi pensieri e le sue emozioni rivolte a Yuri, che già conosce. Il fatto che al risveglio il giovane non lo trovi più nella stanza d'ospedale devo dire mi ha spaziata, ma capirò meglio quando svelerai i retroscena del loro primo incontro, avvenuto tre anni prima. Perciò tanti punti, soprattutto per quanto riguarda la trama l'ambientazione e i personaggi. Il testo l'ho trovato ben realizzato, ma ti segnalo un refuso - Kazakhstan invece di Kazakistan, e l'uso forse troppo pressante delle virgole che dovresti alleggerire. Per il resto ti faccio tanti complimenti per il tuo racconto, che spero di avere la possibilità di proseguire.

Tea.

Recensore Master
06/01/21, ore 17:50
Cap. 1:

ciaaooo eccomi qui per lo scambio a catena. è il mio scambio preferito perché mi dà modo di esplorare cose nuove senza vincolare nessuno a seguire le mie <3 e il più delle volte faccio scoperte davvero belle, tu non fai eccezione.
Parto dalle note finali, come ti capisco, anch'io sono una multi-fic writer e capisco cosa vuol dire sentire l'esigenza di cominciare qualcosa anche a discapito di altre e ti faccio un mega in bocca al lupo per portarla a termine :)
poi invece parto dall'inizio, io AMO i titoli in inglese e poi il tuo è pure un climax (io AMO le figure retoriche) c'è proprio una crescita di emozioni già nel titolo, il riassunto con quell'estratto attira subito l'attenzione.
Pensavo fosse preso da chissà dove e invece no, è proprio qui nel capitolo di apertura, con questo Yury, ricco esponenete di famiglia nota che si fa manomettere la gamba pur di non partire per la guerra (sai che mi ricorda un po' Tremotino , se conosci Once Upon a Time? )
mi piace l'incontro con Obetek all'ospedale, che invece in guerra ci è andato eccome , mi piace l'uso del flashback nel 1940, molto ben stutturato, con i loro primo incontro, mi piace il particolare di Obetek che ama così tanto i fiori... è una cosa canon? chiedo ^^'
Del tuo stile, adoro come enfatizzi certi punti col corsivo, crei il giusto ritmo .
La storia mi sembra molto ben avviata, se ci sarà occasione e ti farà piacere ti cercherò in altre catene :)

Lu

Recensore Junior
02/01/21, ore 20:03
Cap. 1:

Mia cara amica,
tu sai quanto sono felice che tu abbia pubblicato. Per me, che conosco i retroscena, so quanto è inaspettato, ma gradito, graditissimo.
Tu sai (anche) quanto io ami le storie ambientate al tempo di guerra, qualsiasi guerra, non importa quale, e qui abbiamo il 1943. Questa è la prima cosa che mi piace: l'ambientazione. In realtà sai che amo le storie ambientate nel passato in generale perchè, non so, hanno quel qualcosa in più, quel tocco malinconico. E qui, la malinconia io l'ho sentita. Hai ripreso dal canon (altra cosa cha mi piace) il fatto che Yuri e Otabek si sono già incontrati e Yuri non ricorda ma Beka sì.
Otabek, mandato a combattere per una terra che in fin dei conti non è neanche la sua, lo troviamo in Lituania nel '40, e lì avviene l'incontro. Che ci faceva lì Yuri a quel tempo? Se Otabek aveva 18 anni, Yuri ne aveva 15, quindi forse aveva seguito il nonno? Ma tornando il nostro Beka, mi ha molto incuriosita il suo amore per i fiori: una cosa molto particolare, da cui abbiamo un piccolo assaggio di lui: nota i fiori in un momento in cui probabilmente dovrebbe pensare a tutt'altro, ma fanno parte della sua vita e lo fanno pensare alla sua infanzia. E da lì i pensieri che chissà quanti ragazzi avranno fatto, indossando una divisa, lontani da casa: forse non potrà mai più rivedere la sua famiglia, mai riabbracciare i suoi cari. Ma... Lui sopravvive. Ed eccoci dopo tre anni, in un ospedale , dove riappare qual ragazzo dagli occhi verdi che spesso gli sono tronati alla memoria, in quei tre anni. E poi, nenanche a farlo apposta, Yuri com'è apparso, sparisce e chissà se e quando si rincontrerrano. (ma noi sappiamo di sì, ehehhe)
E poi c'è Yuri. Yuri che paga qualcuno per farsi ridurre talmente male da essere esonerato. Perchè Yuri non vuole morire per la patria, non vuole morire e basta, vuole vivere. E chi se ne frega di ciò che dice suo nonno. Lui quella guerra non la vuole fare. Mi piace molto che hai ripreso anche il tema dei suoi gnitori, di sua madre che sparisce... amo le AU ma quando ci trovo riferimenti al canon... mi piacciono di più XD
Per il momento, da questo prologo che si mantiene molto misterioso, non sappiamo nulla di questa storia e abbiamo, come ho detto, solo un assaggio dei due (che mi sembrano molto IC comunque) e dobbiamo aspettare tutto lo sviluppo nei capitoli successivi.
Comunque vada io ti dico: non scoraggiarti e continuala a scrivere. Questa storia, per quanto diversa, ha la stessa atmosfera di Shield me from sorrow, e io voglio leggerla perchè promette davvero bene. Manda tutti a fanculo. Questo tuo scritto testimonia QUANTO tu ami scrivere, e questo amore, per la scrittura e per questi personaggi che amiamo alla follia, è più forte di TUTTO. E tu lo sai. Cerca di ricordarlo sempre. Chi cazzo se ne frega del resto? Senza questo, noi non possiamo stare.
Sei stata bravissima. Ti voglio bene.