Recensioni per
Poi senza smettere altri mille, poi cento
di padme83

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ed eccoci qui, al capitolo con LA canzone.
(È inutile, questa è la colonna sonora dei disgraziati di ogni fandom.)
È il prosieguo perfetto della prima parte. Quella, malgrado l’aspetto temporale, presenta ancora quell’aura di magia degna di un amore che, in qualche modo, nutre ancora una sorta di speranza – illusoria, effimera, ma comunque presente; questa, invece, è la conclusione, che non poteva essere diversa, ma non per questo fa meno male.
È questa la vera essenza del loro amore, nel momento in cui emergono le differenze che non sono arricchimento, ma spaccatura completa e irrimediabile. Le diversità tra i due sono troppo radicate e vanno al di là dei meri contrasti: è un diverso modo di vivere la vita, di intendere il potere e i suoi limiti, è l’idea stessa di superarli con mezzi che vanno oltre ciò che la coscienza può tollerare. In un caso analogo, per quanto sia brutto ammetterlo, si può – si deve dire basta.
Ma quel basta, loro, non saranno mai in grado di pronunciarlo, a costo di giungere all’epilogo tragico e canon.
Ne è testimonianza la tua stupenda oneshot. Per una manciata di ore i protagonisti si illudono di dilatare i tempi, di rubare al destino gocce di eternità in un luogo in cui possono essere solo loro, e al diamine apparenze e ruoli; ma la realtà si insinua anche in questo idillio, e non lo fa perché irrompe dall’esterno con il suo caos, bensì perché ne sono essi stessi i portatori.
Eros e Thanatos, indissolubilmente legati tanto negli incubi di Silente quanto nella realtà di una casa affacciata sull’oceano – per citare un altro titolo degli Zen “l’ultima casa accogliente” per questo amore disperato.
Sono anni che lo ripeto, ma il tuo stile è pura magia. Come trasmetti le emozioni tu, penso nessun in questo sito. Il dolore è tangibile, si sente, si tocca, si trasmette a chi legge: si è Albus, si è Gellert, si sentono le mani, si sentono le carezze – il dolore, la passione, le catene che solo un sentimento così profondo e dolceamaro porta con sé. Sei poesia prestata alla prosa.
Brava, bravissima come sempre, Padme. Ti mando un abbraccio strizza cuore. <3 <3 <3
A presto, spero!
C.

Recensore Master
08/08/21, ore 11:59

La questione è una: descrivere è un’arte. O la si possiede, o niente.
Lo ammetto: io non ne sono più una grande fan. Negli ultimi anni raramente ho trovato, anche nella letteratura “ufficiale“, descrizioni in grado di catturarmi. Questo perché in molti sanno sì ripercorrere ogni passo del reale, soffermarsi su dettagli apparentemente comuni…, ma non arrivano al dunque. In moli casi è solo uno sfoggio di dote che non porta a nulla e che alla lunga finisce per annoiare il lettore.
Dopo quest’introduzione, ti dico che no – tu sei l’eccezione. Sin dalle prime righe hai descritto in un modo che non stento a definire cinematografico. Mi è parso di vedere un film i cui fotogrammi si seguivano al ritmo perfetto. Il lettore è tra gli ospiti, si muove col pubblico avanza ipotesi sulla bella sconosciuta che smuove le acque paludose di una festa simile a mille altre; col pubblico mormora, spettegola su colei che sta rapendo il cuore del Professore.
Eppure, se da un lato chi legge partecipa al mistero, dall’altro sa, sa benissimo chi si cela dietro quella maschera e non può non sussultare, stavolta assieme ad Albus. Gellert arriva inatteso, sfida ogni pericolo pur di presentarsi e palesarsi agli occhi dell’amato; e in fondo non è forse questa stessa una metafora dell’amore? Il sentimento che ha travolto i due non era previsto, forse terzi non se ne sono neppure davvero accorti, e però li ha avvinti eternamente, portandoli a scontrarsi anche con se stessi, con le loro convinzioni, con le loro credenze e ideali più radicati.
Non è un semplice ballo, è passione allo stato puro, fuoco liquido che si insinua tra le figure di danza e le domina. Sarai anche fuori dalla tua zona sicura, ma credimi, hai retto il colpo alla perfezione e hai regalato una delle scene rosse più intense che abbia letto su EFP. Per un buon rating alto non è necessario scendere nei dettagli, se si sa lavorare con le parole, modellando i pensieri, le mosse dei personaggi perché comunichino tutti quei non detti brucianti. La tua è poesia prestata alla prosa, segue il ritmo, giunge al climax e si acquieta, lasciando spazio alla malinconia della musica e dei pensieri. Notevole, in una parola notevole.
Il riferimento a Oscar e Fersen ha centrato il bersaglio, e non solo: il ballo mi ha rievocato anche l’omonima scena di Anna Karenina, sia nel libro sia nel film di qualche anno fa con Keira Knightley. Il turbinio del ballo di Anna e Vronskji fa il paio col vortice dei pensieri di Albus nella tua oneshot. <3
In conclusione, cos’altro dirti se non che sei una garanzia?
A presto, spero, carissima! Mille baci <3 :*
C.

Recensore Master

Cara Padme,

questo capitolo trasmette passione, dolore, disperazione, unione. È un po’ una summa di quanto di oscuro c’è nel rapporto tra Albus e Gellert e a parere mio concettualmente è perfetta. Gellert – un Gellert adulto e già inviso alla comunità magica – sorprende Albus con un travestimento che consente a entrambi di giocare un gioco di seduzioni e mascherate, di vestirsi con altri abiti per essere liberi di corteggiarsi. E il modo in cui descrivi la passione e la follia che, sempre, alimenta questi personaggi (i tuoi personaggi) è travolgente, come il legame fortissimo che li lega e li devasta. Il senso di quelle dita attorno al collo è quello, a mio parere. Gellert può chiedere mille volte ad Albus di vivere insieme sul ciglio di una scogliera, in un palazzo magnifico tutto per loro, isolati dal resto del mondo, ma Albus, pur amandolo, non può accettarlo, perché Gellert ha scelto di abbracciare quell’oscurità che lui ha rinnegato, ma che un po’ lo ha ghermito.

Il caro vecchio Freud dice che il sogno è appagamento di desiderio. Sempre, anche quando facciamo gli incubi o sogniamo che capiti qualcosa di orribile a qualcuno attorno a noi. Ecco allora che il sogno di Albus che sembra quasi traslarsi e diventare realtà può indicare la volontà di fermare l’oscurità di Gellert, che è anche la sua, di strapparsi una passione che va vissuta nell’ombra non solo perché siamo nel 1913 e in una società estremamente conservatrice, ma anche perché le scelte di Gellert porranno lui e Albus l’uno di fronte all’altro come avversari. Eppure sono amanti e questo è tragico, soprattutto perché in un certo senso non sono solo l’uno l’anima gemella dell’altro, ma anche il doppio, il contrasto, la metà uguale eppure diversa.

Toccante e bellissimo è vederli alle prese con queste pulsioni. Scoprire che Gellert assolve e comprende Albus, che lo consola, ma anche cogliere lo straniamento che lo accoglie dopo essersi risvegliato al seguito di una notte d’eccessi, magica e passionale, struggente e intensissima, è come salire sulle montagne russe e lasciarsi travolgere dalla velocità, dall’ineluttabilità, dalle conseguenze estreme di un legame che non è fatto per essere spezzato, ma che spezza e consuma come il fuoco fa con l’araba fenice. E con questo rimando, ti abbraccio forte forte <3
Shilyss <3

Recensore Veterano

Ciao, cara!
Ti confesso che prima di immergermi in questa storia ho voluto riascoltarmi la canzone degli Zen che ho amato dal primo momento. Vedere, da parte tua, lo stesso tuo amore, lo stesso struggimento e la capacità così vivida di inserirla in una storia, è stato bellissimo, un grandissimo omaggio alla canzone che sento anche un po’ un regalo per me – inconsapevole ma comunque bellissimo. Quindi, per questo, ti ringrazio davvero tanto.
Venendo a noi, potrei tergiversare per ore per non arrivare al succo e dirti quanto sia questa storia; volevo dirti, innanzitutto, che in tutte le tue righe si percepisce il tuo scavare, il tuo sviscerare tutto quello che dentro questi due dorme sopito e che tu, solo tu, riesci davvero a fare risalire in superficie e mostrarcelo, a costo probabilmente di procurarti a tua volta una di quelle ferite sanguinanti che fanno male perché derivano dallo sforzo, dalla violenza, da quella sana che serve a tirare fuori ciò che è sepolto ma che deve uscire, deve essere detto. C’è una straordinaria bellezza in questa storia; non solo quella della tua prosa – le tue parole sono immagini nitide, sono una musica scivolosa e perfetta, sono quelle giuste a dire quello che deve essere detto, sono quelle giuste al momento giusto. Ma non solo: c’è una storia straziante e trascinante, c’è un amore e una passione che superano l’umano, sfociano quasi nel divino, nell’onirico, restando ancorate ai timori, alle pulsioni e alle velleità degli umani. C’è così tanto amore e così tanta paura, in questi due; paura uno dell’altro, paura di un sentimento talmente profondo da essere annichilente, da spogliare l’anima da ogni brandello di protezione, da lasciarli scoperti, sotto la luce accecante del tramonto o dell’alba, spalancati, uno per l’altro, uno dentro l’altro, fino a perdersi dentro, a mescolarsi, a volersi così tanto da odiarsi, da volersi fare del male. Mai davvero - perché perdere il controllo è inebriante ed è naturale. Però il dolore che ne consegue è troppo: non solo il dolore fisico dei graffi e dei lividi, non quello della violenza, ma molto più dentro, molto più in basso, Gellert lo sa: ciò che è successo, tutto quello che è successo fino a quel momento, tutto quello che ci sarà poi che riguarda Albus, brucerà per sempre, sulla pelle, nelle vene, tra le cellule, dentro il cuore ammalato e maledetto e palpitante.
Che meraviglia, davvero. Vorrei dire che sono stupita ma ormai, te l’ho detto, non lo sono più. Complimenti, davvero. Non posso non dire che questa storia non mi abbia fatto pensare a Brucerò per te dei Negrita, nel caso questa meravigliosa raccolta avesse la possibilità di avere un nuovo capitolo. Io, in ogni caso, aspetterò ogni tua futura meraviglia su questi due – che sono irrimediabilmente tuoi, in ogni loro chiaroscuro, in ogni sfumatura, anche le più spaventose e indicibili.

A presto, ti mando un abbraccio grande

Recensore Veterano
19/05/21, ore 19:13

Cara padme, non mi sono dimenticata di te anche se ormai mi avrai dato per dispersa! <3
Scusami tantissimo per il ritardo, purtroppo sono dei giorni un po' movimentati per me e gli esami incombono sottraendomi tantissimo tempo.
Ormai dovrei aver imparato a non essere troppo ottimista, ma che vuoi farci?
Perdonami anche se a tratti la recensione potrà sembrarsi non lineare, ma sono dovuta per ragioni di tempo, passare a più riprese. 

La raccolta da cui parte questa mi era piaciuta talmente tanto che rammento di essermi letta qualcosa come sedici capitoli a velocità sonica; questa seconda raccolta era già stata adocchiata a suo tempo e sono molto contenta che lo scambio a catena mi abbia dato l'occasione di passare.
Questo perché ultimamente sono talmente agitata dai miei esami e da altri mille mila impegni che se avessi aspettato di avere tempo, sarebbero passata come minimo un'era geologica (purtroppo).

Detto questo, bando alle ciance con cui riempio sempre le recensioni e passiamo a questa, di recensione.
Sarò breve (ma quando mai!): letto il disclaimer, la frase iniziale e la data in cui si svolge, mi avevi praticamente già conquistata. Questo perché io amo follemente i missing moments, di qualsiasi genere siano, in ogni forma e salsa immaginabile. Se poi ci aggiungi questi due… siamo a cavallo!

Il tuo stile, poi, è così poetico, così fluido ed evocativo con le sue metafore che mi sono ritrovata subito immersa nella lettura.
La confusione del lettore è quella degli spettatori che assistono all’ingresso di Grindelwald, che seppur in abiti femminili e mascherato s’impone per tutta la narrazione con forza disarmante. È lui che reclama l’attenzione generale, che vuole essere e pretende di essere ammirato. Non importa che non si manifesti apertamente, che sia lì solo per mostrare di poter arrivare ovunque, di poter passare sotto il naso del Ministero indisturbato e, nel mentre di concedersi addirittura un ballo con Albus: reclama tutta l'attenzione e la ottiene senza mezze misure. 

Ed in tutto questo ho adorato come questi due si perdano nella bolla creata dalle note di Clair de Lune, e allo stesso tempo si prendano sfacciatamente gioco di tutti i presenti, fingendosi sconosciuti quando in realtà li agitano sentimenti travolgenti come quelli che hai così abilmente descritto.
Durante il ballo prendono insieme tutta la scena: la plasmano, cancellano il contorno, e come sempre adoro il modo in cui si parta dal contesto generale e poi, proprio come accade nella realtà, tu riesca a veicolare in questo modo l’attenzione sui loro pensieri.
Mi sono dimenticata totalmente del Primo Ministro anche io, del ballo, per tornarci solo insieme ad Albus e sorridere nel pensare ai titoloni della Gazzetta del Profeta.

Un’altra cosa che personalmente adoro leggere — forse perché ne scrivo sempre di lunghissime? Difficile dirlo, — sono le note a fondo pagina perché danno un’altra visione ancora della storia o aggiungono spesso dettagli molto importanti; ed io sono un’amante sfegatata dei dettagli, anche di quelli minuscoli.
Per queste ragioni non posso che apprezzare il fatto che tu abbia rappresentato Grindelwald non ancora come terrorista, ma come rivoluzionario: anche io penso che ci abbia messo un po’ prima di diventare a tutti gli effetti il Mago Oscuro sconfitto, almeno nel canon, da Silente nel 1945. Anche perché non sono cose che si fanno dall’oggi al domani, no? Non ti alzi una mattina, ti stiracchi e te ne esci dicendo che conquisterai il mondo magico.

Per il terzo punto io non l’ho trovato affatto un controsenso: dopotutto Grindelwald è uno dei maghi più talentuosi della sua generazioni, se pensiamo che solo Silente riesce a tenergli testa. E parliamo di un mostro sacro da cui persino un altro pezzo da novanta come Voldemort si tiene saggiamente quanto più lontano possibile. Insomma, secondo me, con la sua voglia di protagonismo, di rivoluzione, sbattere in faccia a tutti — e in particolare a Silente — che può arrivare ovunque ci sta assolutamente.
Non ho mai pensato a Grindelwald come al tipo che si fa problemi come confondere fischiettando qualche Auror (Silente ne asfalta cinque più o meno schioccando le dita e sbadigliando, quando viene scoperto l’ES nel quinto libro) con le sembianze di una graziosa fanciulla per prendersi la scena.
(Quest’immagine, tra l’altro, mi fa ridere e non poco ^^’)
Detto questo ti ringrazio come sempre per questa bellissima lettura e mi scuso ancora per il ritardo catastrofico con cui passo da te.
A prestissimo (spero, se il tempo mi assiste anche se queste mi speranze si rivelano spesso vane),
un abbraccio,
Arlie
 

Recensore Master

Ciao cara, scusami per il ritardo, eccomi qui. Non immaginavo che la storia precedente avrebbe avuto un seguito, poi non mi aspettavo sicuramente un seguito del genere, mi ha molto stupita. Mi piace tantissimo che vuoi sperimentare ogni aspetto del loro rapporto, stai scavando in maniera splendida. Sei precisa, direi praticamente completa: li segui, non ti fermi dinanzi a nessun tema, li accogli. Sei entrata sicuramente in una tematica più "oscura" e delicata, ma io trovo che tu lo abbia fatto con intelligenza. Ci descrivi un loro amore totalizzante, un amore che è talmente tanto grande che nessuna forma di espressione li soddisfa e quando sono forme intense li priva di energie e li porta a dolore fisico, qualcosa che ogni volta che descrivi si sente nella pancia e nelle ossa. Albus è impazzito alla "provocazione" di Gellert, il sesso tra loro è sempre stato intenso, ma i morsi e i graffi erano poco rispetto ai gesti di questo episodio. Sembra che neanche Gellert all'inizio ricordi del "soffocamento", lo sente quando ascolta le parole di Albus e la sua paura. Sai con loro, in questo modo in cui li hai sempre presentati a noi, sembra una piega che prima o poi doveva arrivare. Questo amore così grande che quasi li soffoca e che li porta a soffocarsi. Questa dedizione che ha lati oscuri, ha ombre, ha desideri difficili da pronunciare. È il "troppo amore"? Oppure è Albus che ama Gellert, ma sente anche tanto dolore per Arianna? Oppure è la consapevolezza che lui e Gellert saranno sempre divisi e che Gellert ha scelto un percorso che lui non seguirà mai? Tanto amore e sembra possano odiarsi per quanto si amano, odi et amo e non sanno neppure come possa convivere questo doppio sentimento. Sicuramente è una storia che piace, affascina, scava dentro. Una storia che ti porta a tante riflessioni su loro due, che te li rende ancora più affascinanti, che ti crea ancora più desiderio di conoscerli in ogni modo. 
Complimenti, sei davvero bravissima e si vede che li ami tantissimo :)
A presto! 

Recensore Master

Ciao cara! Ti chiedo umilmente scusa per il ritardo terribile di questa settimana, ma purtroppo gli impegni finiscono sempre per rovinare tutti i miei rosei piani riguardo le recensioni ^^’’ Alla fine però, eccomi qui per lasciarti un segno del mio passaggio :)
Quando ho visto che avevi aggiornato questa raccolta mi sono subito fiondata, perché ero davvero entusiasta!
Per non parlare di quando ho capito che questa seconda OS, altro non era che il continuo di quella precedente!
Sono rimasta tipo: WAO! SI, PER FAVORE! DATEMELA!
Dopo tutta la tensione e il gioco del famoso ballo in maschera - in cui Grindelwald, ricordiamo, si era presentato in quelle vesti assolutamente illegali- in effetti mi aspettavo che i due avrebbero fatto fuoco e fiamme… ma questa OS è andata molto al di là delle mie aspettative!
Non ti smentisci mai: hai intriso la loro passione di poesia, di tragedia, di purezza, di sangue, di dolore e di altre mille cose insieme che non riesco neanche a descrivere a parole.
Ancora una volta, hai dato prova della assoluta potenza del tuo stile di scrittura, capace di immergere il lettore così tanto nella lettura, da farlo sentire corroso dai medesimi sentimenti dei protagonisti, sempre così intensi, quasi violenti, da non lasciare scampo.

La scena sembra partire con pigra dolcezza, con Gellert che a mano a mano si sveglia e rimette insieme i pezzi di ciò che è avvenuto la sera prima. È come un quadro che si delinea lentamente anche agli occhi del lettore: prima attraverso dei tratti tenui, un po' sfocati, poi sempre più nitidi, fino ad arrivare a delle violente pennellate di colore.
La particolarità sta nel fatto che non entri mai troppo nei dettagli del loro amplesso, perdendoti troppo nelle azioni materiali che i due compiono. In questo caso, abbiamo solo il racconto del dopo, con tutti i ricordi e soprattutto i segni che questa passione ha lasciato loro addosso, come delle cicatrici e così capiamo che Gellert e Albus si sono sì lasciati andare alla passione fisica, ma la mancanza di freni inibitori li ha spinti allo stremo, al limite, addirittura in bilico tra la vita e la morte.
In generale, trovo la pratica del “soffocamento” già di per sé particolarmente erotica, proprio perché presuppone una fiducia totale nel partner e una buona dose di abbandono e credo che in questa OS tu abbia usato il tema a regola d’arte, nel senso che questo ritrovarsi di Albus a stringere la gola di Gellert tanto da lasciare i segni ed impedirgli di parlare dimostra appunto quanto fra loro sia sottile la linea tra vita/passione e morte/distruzione e quanto poco basti per valicarla!

Ancora una volta mi hai incantata dall’inizio alla fine, complici anche le bellissime frasi e citazioni che accompagnano sempre la lettura e che, come delle voci fuori campo, esaltano soltanto ciò che ci racconti.
Complimenti davvero
Un abbraccio, Violet :)
(Recensione modificata il 08/05/2021 - 10:20 pm)

Recensore Master

Ciao tesoro, ero convinta di aver recensito, ma invece no, avevo solo letto... perdonami, sono proprio stordita...
È difficile per me dare un giudizio obiettivo perché conosco te, la tua scrittura e questi due uomini divini che tratteggi così bene, sempre, anche in una storia così, piuttosto forte devo dire... ma chi sono io per dirlo? Il mio motto è #maiunagioiapervargas quindi...
Però ecco, capisco i toni, il loro modo di amarsi è sempre stato straziante, totale, disperato e loro lo sanno. Forse è per questo motivo che Albus soffre in quel modo e arriva a pensare e a confessare a Geller l’inconfessabile.
Alla fine è innegabile la sofferenza qui per loro, si amano, ma non possono vivre questo amore come chiunque altro, sia perché sono uomini, in un’epoca lontana, sia perché saranno moralmente nemici. E albus che piange e chiede perdono per quel gesto, che si fa volontariamente punire mi ha straziato il cuore davvero. Ma è tutto plausibile davvero e ci sta tutto in un amore come il loro.
Insomma ho apprezzato che tu abbia rischiato e scritto ciò, che seppur dai toni molto oscuri rende bene le sfaccettature e il perché del loro sentire.
Mi sono davvero parsi due amanti dannati e disperati, si appartengono, ma sanno che non possono viversi appieno come qualsiasi altra coppia.
Davvero complimenti e scusami se ti sembra tutto sconclusionato, ma tutto mi ha emozionato molto, mi ha scosso, ma in positivo eh...
A prestissimo
Tua Ladyhawke83

Recensore Master

Buonasera cara, che piacere essere qui e trovare un aggioernamento a questa raccolta che ho avuto il piacere di cominciare l’ultima volta. È molto forte, lo ammetto, tanto da portarmi a capire – una volta di più, ma stavolta in modo molto più imperante – che il rapporto che lega i due è in un certo senso “malato”: si amano, non possono stare divisi, non accetterebbero mai una esistenza lontani, morirebbero piuttosto della più miserevole morte possibile… eppure si fanno male per stare bene. Come ho avuto più volte modo di capire qui tra le tue storie, il loro disequilibrio e bisogno di affetto sta nell’avere un amore che trascende qualsiasi cosa, ma insano, doloroso, amareggiante, violento, affamato.
Tutt’altro che un equilibrio sano tra due persone normali.
Persino il desiderio di morte a spaventare, i rapporti sadici, il dolore, il masochismo, i segni sulla pelle (morsi, graffi, lividi, spinte dolorose e sfiancanti) sono tutti tratti caratteristici della fisicità dei loro incontri, eppure non riuscirei davvero ad immaginarli lontani, nemmeno loro ce la farebbero.
Sanno che accadrà qualcosa prima o poi, ne sento la consapevolezza che serpeggia da un rapporto all’altro, da una lacrima, un brivido, da un orgasmo al piacere ricercato. Forse per questo vivono tutto così, senza darsi tregua, senza minimamente frenarsi. Perché Sanno finirà nel modo peggiore possibile, ma intanto si amano visceralmente.
Ed è una calamita questa, questo loro modo di essere contrario alla maggior parte delle interazioni che si vedono nei racconti. Per questo anche hai un modo completamente speciale di condividere con noi la tua ship, il tuo universo, il fandom in cui pubblichi: il tuo stile si sposa perfettamente con questo genere di tematiche, alterni la delicatezza alla crudezza di qualcosa di vissuto in modo privato e sconvolgente. I tuoi testi hanno sempre un ritmo differente, spiazzante, che a volte spezza, a volte scorre fluido. La ricercatezza dei termini e la musicalità delle frasi rendono godibile un testo che non mostra errori, la tua pubblicazione è pulita e graficamente molto godibile. Ogni tuo testo lo riconosco, e loro due sono la tua firma e il tuo timbro cara. Buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Veterano
06/05/21, ore 23:06

Ciao Alessia!
Rileggendo il tuo post nello scambio ho visto che ti riferivi a questa e allora ho deciso di passare di qua. Spero che ti faccia piacere!
Sicuramente hai scelto un insieme di immagini molto intenso. Il tema leggero e di solito quasi idilliaco del ballo qui invece si colora di tinte più forti con il corsetto, i lividi, la pelle martoriata.
Mi è piaciuta tutta la struttura del capitolo, che non è lineare ma misterioso tra i suoi detti e non detti, tra le illusioni e le affermazioni dirette e sfacciate. L'ambiguità delle parole e delle frasi è l'ambiguità di Gellert, e quindi fa perfettamente da riflesso alla sua entrata in scena. La lettura non è scorrevole: è incalzante! Ti spinge con il suo ritmo a correre a leggere la frase successiva, il periodo successivo; a scoprire lo sguardo, il pensiero; a immaginare il dopo, i baci, le carezze, la dolce morte nel penetrare la sua carne.
Veramente complimenti per questa bella lettura. Devi uscire più spesso dalla tua comfort zone direi!
Alla prossima
Bea

Recensore Master

ciao carissima, eccomi per lo scambio.
ed eccoci al sequel dopo che Gellert si è presentato ad Albus con quelle vesti femminili.
Come al solito, le citazioni con cui apri e le song lyrics a cui hai accompagnato questi momenti sono sempre perfette e calzanti.
Ho adorato la descrizione dell'alba all'inizio, ho vissuto una a una tutte le sensazioni di Gellert che si sveglia ancora con l'odore e gli umori addosso di tutta quella passione, che nn sa dove si trova di preciso ma sa con chi.
amo il particolare che a Albus piaccia il mare.
adoro il particolare in cui lui fra le lenuola cerchi ancora un eco del suo odore e amo il tuto tentativo di descriverlo, anche a me piace associare determnati odori ai personaggi <3
bellissimo quando lo vede mentre guarda l'oceano e Albus si smaterializza accanto a lui.
Concordo, le mani addosso a qualcuno non sono mai qualcosa da accettare ma loro sono loro e quel concerto di pentimento, rimosrsi e scuse lo hai reso benissimo.
ci fai assaporare ogni nota, ogni sfumatura, ogni particolare, ogni alti e bassi di questo loro amore così disperato, quet personaggi che ad ogni tua opera rendi sempre più tuoi.
Il tutto narrato in seconda persona, col POV di Gellert, cosa non affatto facile, ma che tu riesci a fare come se ti venisse più naturale che respirare.
complimenti vivissimi, alla prossima <3

Lu

Recensore Master

Ciao, mia cara.

Non sai quanto, quanto io sia felice di tornare a leggerti. Con un pezzo così, poi, un racconto fortissimo, così vivido da rimanere davvero sotto la pelle del lettore, impresso negli occhi e nel cuore, un racconto che è coraggioso, perché riesce davvero a mostrare quello che è forse il volto più autentico di questo rapporto complesso ed estremamente radicato. Con questo non voglio dire che Albus  e Gellert siano solo questo, ma davvero, io credo che tu abbia colto perfettamente il senso della loro complessità, e di quanto un amore così totalizzante sia complesso, abbia risvolti amari e ombre profondissime. Che sì, stanno a pennello anche addosso ad Albus. 

E, ecco, ora perdonami se forse parto un po' per la tangente, dico sciocchezze e mi distacco un po' dal contenuto del tuo racconto, ma giuro che poi torno in carreggiata, eh. Però, ho adorato che questo racconto, che promette ombre e oscurità già dal titolo, e che effettivamente offre forse la tua versione più oscura di loro, si apra con una citazione che rimanda alla luce. Una luce difficile, che può arrivare solo attraverso una crepa – una rottura, una ferita –ma che c'è, e  ha quasi una funzione consolante (di assoluzione, per riprendere un concetto e una sfera di significati che poi utilizzi anche tu).  E, ecco, questa citazione a me riporta inevitabilmente al finale del racconto "I costruttori" di Yates, dove si parla di un racconto come di una costruzione imperfetta, una costruzione senza finestre ma piena di crepe da cui può entrare la luce. E fa male, quel racconto, così come questo, fa male e non esita ad affondare il coltello a fondo, a toccare tutte le ombre possibili, ma ha comunque un valore salvifico, in fondo. Perché questo è il senso dell'arte, forse: ferire, toccare le ombre e aprire crepe, e da queste crepe far comunque entrare la luce. Insomma, questo per dire che quello che tu fai, a mio parere, è arte nel senso più profondo del termine, perché anche quando fai male, lasci il lettore pieno di luce.


Venendo (finalmente, dirai tu) al contenuto del racconto, io sono in estasi. Hai fatto qualcosa di straordinario: credevo che con il primo capitolo di questa raccolta ti fossi superata, spingendoti in territori apparentemente insidiosi, ma che hai ovviamente gestito con una naturalezza unica, ma qui hai secondo me fatto qualcosa di più. Hai ripreso tutta la sensualità, la carica di voluttà potente e viscerale di quel ballo e quel corsetto e l'hai trasportata in un contesto dove la forza indissolubile del loro legame si affianca all'elemento più distruttivo che li contraddistingue. Perché, in fondo, il loro è quasi un amore "cannibale" (non so se esista una definizione del genere, ma si avvicina davvero molto a quello che sto provando a dire): il loro è un rapporto fatto di una vicinanza, una comprensione reciproca talmente profonda da annullare, almeno sotto un certo punto di vista, gran parte della distanza che esiste tra due esseri umani distinti. Lo dimostra il loro legame, quel loro pensare l'uno nella testa dell'altro che li avvicina così tanto da essere quasi la stessa persona. Quasi, ovviamente. E questo sovrapporsi, in un certo senso, rappresenta anche la soppressione dell'altro, che qui rappresenti in modo davvero significativo.

Io, davvero, ho l'impressione di aver delirato ancor più del solito, qui, ma insomma, mi piace tantissimo il modo in cui hai davvero rappresentato tutte le loro ombre, che ci sono e sono innegabili, anche se a volte vorremmo fingere di no. Soprattutto, adoro il fatto che queste ombre emergano nel comportamento di Albus: perché Albus non è stato, mai, un santo innocente ingannato da un essere corrotto e malvagio. Se si sono trovati e hanno saputo essere così vicini è perché la loro affinità era già elevatissima.

Insomma, questo racconto è una perla, una vera perla. Come al solito, il tuo stile è qualcosa di bellissimo, in cui è un vero piacere immergersi e lasciarsi trasportare da una prosa che è poesia, capace di dare forma nel migliore dei modi a emozioni fortissime.

Ti chiedo davvero scusa che qui più che mai mi sono fatta un po' prendere la mano e ho forse dato un'interpretazione fin troppo personale e distante da quello che hai scritto, ma questo racconto mi ha suscitato una quantità infinita di riflessioni.


Ti abbraccio forte! 

Recensore Master

Carissima Padme,
quanta furia, quanto dolore in questa one-shot. Sono letteralmente travolta perché, al solito, sei riuscita a descrivere con un’accuratezza di termini squisiti anche un momento forte (fortissimo) come questo e, non so, ci ho letto veramente tanto fra queste righe.
Ed è assolutamente vero che, nella realtà, da atteggiamenti di questo genere dobbiamo scappare a gambe levate ma qui siamo nel mondo della fantasia dove, come dici, Albus e Gellert vivono una vita al limite e per come li hai sempre resi tu, scavando nei loro animi e nei sentimenti più oscuri, è una cosa che non mi ha stupito. Non mi ha stupito vedere Gellert tranquillo per come Albus ha reagito, perché era ben consapevole di quale grilletto stesse schiacciando, presentandosi vestito da donna a quella festa, pungolando l’altro con una parvenza di normalità che, però, è solo un’illusione e mai sarà così perché beh, loro sono loro, Grindelwald il criminale e Silente lo stimato professore e non sono solo le loro morali a cozzare ma anche il fatto di essere due uomini nel 1913. E, sebbene la sua reazione non sia condivisibile, riesco a comprendere che per Albus quell’idea che Gellert potesse essere una donna, che tutto potesse essere normale sia stata, assieme alla proposta impossibile di rimanere per sempre loro due, la scintilla che ha innescato l’esplosione: Gellert è il suo amore ma anche la sua dannazione perché finché lui vive, la vita di Albus non sarà mai normale, serena, non potrà mai permettersi di innamorarsi di una giovane e brillante studentessa, non avrà mai qualcuno con cui condividere tutti i giorni in conversazioni stimolanti e deliziose, tutte le notti con ansiti d’amore o semplicemente il tiepido calore di un corpo che si addormenta accanto al tuo, avrà solo brevi attimi di passione e struggimento rubati, e il desiderio, per me, in quel gesto è chiaro: che cosa succederebbe alla mia vita se, semplicemente, tu sparissi? Ma è un pensiero fugace infatti, quando si accorge che si sta trasformando in realtà, immediatamente si tira indietro e si pente, tanto dal volersi fare punire per questo e Gellert, ovviamente, lo asseconda. Credo che proprio nel suo essere un mago oscuro e, praticamente, non avendo una vera e propria morale, non quella che pensiamo noi almeno, lui sia ad un piano di consapevolezza superiore per quel che riguarda il loro rapporto: Grindelwald non deve dimostrare niente a nessuno, quello che vuole se lo prende, che siano gli altri a piegarsi mentre Albus è sempre in continua lotta con i giudizi del mondo e con quella coscienza, prepotentemente risvegliata dalla morte di Ariana, che lo dilania nell’eterna lotta fra il cervello ed il cuore.
E, forse, qualcosa si è davvero incrinato nel loro rapporto ma io credo che sia canonicamente necessario perché Albus possa cominciare quel cammino in cui poi sfocerà la lotta contro Gellert, la sua sconfitta e la sua reclusione a Nurmengard sebbene, nonostante tutto, i suoi sentimenti nei confronti dell’altro non cambieranno mai.
Tornando per un attimo al testo, amo sempre follemente come riesci a descrivere l’effetto che il blu fa a Gellert quando Albus gli è lontano, il senso di separazione è tale che anche solo vedere il colore del cielo o del mare gli provoca un immenso dolore.
Te l’ho detto e ribadisco, il tuo stile rapisce: ti prende e sballotta in questo tornado di emozioni e non si può che rimanere per un po’ sotto shock come Gellert al suo risveglio.
Sperando di non aver detto un'accozzaglia di castronerie, ti mando un abbraccio immenso <3
Cida

Recensore Master

Mi ha sorpreso questo lato feroce, eppure a ben guardare, è plausibile.
L'amore è feroce. Ha zanne e artigli. Uccide.
E noi ci richiamiamo sopra... forse la vera devianza è la nostra e loro sono onesti fino a sanguinare, fino a strapparsi la pelle e le maschere.
Se fosse una sorta di allegoria la troverei sublime.
Sono però parte di quell'umanità che romanticizza l'amore (e non gli abusi, salvo che non siano un gioco consensuale) e sono rimasta stranita nel leggere di un Albus e di un Gellert 'così'.
In realtà sembrano gli eroi di qualche vecchio romanzo tragico, due amanti dannati che non possono stare separati e nemmeno assieme e, inevitabilmente, finirebbero le loro esistenze in tragedia.
In fondo quella di questi personaggi è una tragedia, e quindi perché no?
Alla fine con quel «Restiamo qui. Io e te, insieme. Lontani da tutto e da tutti. Solamente noi due» li riporti alla loro dimensione, al loro amore.
La vera brutalità è quella del mondo di fuori. Se potessero rimanere lì il loro destino sarebbe diverso, ma nessuno dei due, suppongo, riuscirebbe davvero a privarsi del mondo.
La loro passione bruciante e tragica li rende davvero eroi romantici e capaci di tutto.

Recensore Master
08/04/21, ore 21:46

Mia cara Padme,
messo a nanna il Fagiolo ed eccomi a te *-*
E allora dimmelo che vuoi farmici rimanere secca! Non puoi attentare alla mia vita con una shot di questo calibro XD
Tanto per cominciare i balli nelle storie mi mandano in brodo di giuggiole, mi colpiscono sempre e li amo follemente soprattutto se sono ben raccontati, come in questo caso. La descrizione degli ambienti, poi, è meravigliosa con quelle luci che improvvisamente si spengono e c’è solo la luna ad illuminare i loro passi.
Così come assolutamente deliziosa è stata la descrizione della misteriosa donna che è improvvisamente apparsa, incantando e rapendo i presenti con il suo altero fascino adornato di mistero. E non so perché ma me lo sentivo che era lui e, averne avuto la conferma, è stato un tuffo al cuore.
Il loro dialogo, così ben incorporato nel testo, perché tutto ciò che avviene è un flusso turbinoso e le virgolette sarebbero state senza dubbio di troppo (un’ottima scelta), l’ho amato (non credo proprio ti stupisca la cosa, no?) con quel loro punzecchiarsi, sfidarsi e quando lo chiama principessa mi hai colpita e affondata, caduta secca innamorata.
Il loro ballo accompagnato da quella melodia struggente ha ricreato un’atmosfera talmente incantata che, assieme alla musica e agli altri ospiti, per me è sparito tutto tranne i loro sguardi incatenati, ardenti di desiderio per quell’attimo di normalità che quel ballo in maschera gli ha concesso, anche nel bel mezzo di una sala pullulante di Auror. 
I pensieri che Albus dedica a Gellert sono fuoco puro, passione e volontà perché è vero che quel legame li unirebbe anche contro il loro volere ma la volontà c’è eccome e non la si può rinnegare. La descrizione del corsetto è di una sensualità devastante ed è incredibilmente audace il crescendo di considerazioni che il Professore fa su di esso perché dapprima quasi sembra detestarlo per il dolore che di sicuro sta infliggendo a Gellert ma subito dopo riscopre il desiderio bruciante di averlo con solo quello addosso ed è, boh, non lo so nemmeno io cos'è.
Sei riuscita a fargli fare l’amore sulla pista da ballo, senza che si spogliassero, solo con i loro sguardi e i loro pensieri - tentato e tentatore - ed il bacio finale che non si cura minimamente di chi abbiano intorno e di dove siano è da mozzare fiato perché c’è quanto di più proibito in quell’epoca poteva accadere: un alto esponente della giustizia si bacia appassionatamente con un nascente criminale, un uomo con un uomo e nessuno batte ciglio perché il ballo in maschera lo permette, ingannando quelle sciocche menti che credendoli uomo e donna ne rimangono rapiti, ammaliati. Il fatto che Albus si ritrovi a pensare ai giornali del giorno dopo strillare (quanto mi esalta la scelta di questo verbo) curiosi allo scandalo di quella dea sconosciuta che ha saputo rapire lo stimato Professore è la chicca finale… ah, se solo sapessero *-*
Che devo dire, l’altra volta mi hai stupito con Albus in crisi mistica davanti ad una stuzzicante ragazza, adesso questo… io non so davvero più cosa aspettarmi da te se non che, qualsiasi cosa sarà, sarà scritta sempre in un modo capace di rapirmi e farmi palpitare il cuoricino.
Se senti un autotreno *bippare* sotto alla tua finestra sappi che te l’ho mandato io per scaricarti sull’uscio una valanga di complimenti.
Un super-iper-mega abbraccio <3
Alla prossima
Cida 

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