Recensioni per
Another splinter under the skin
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/03/21, ore 21:18

6° classificata al contest "Titoli a Catena"

Grammatica: 9,52/10
Storia davvero ben scritta e calibrata, cosa che ho apprezzato molto.
Non ci sono strafalcioni, solo qualche piccolo errore:
- “Mi da sempre poco da mangiare […]” → la 3° persona singolare dell'indicativo presente del verbo dare si scrive con l'accento grave sulla vocale -a, per cui “dà”, in modo da differenziarla dalla preposizione semplice “da” (-0,10 pt).
- “Non vorresti avvicinarti anche a me?” la voce della ragazza possedeva un vago eco di sirene che attirano i naviganti verso gli scogli per cibarsi dei loro resti “con lui l’hai fatto” → poiché la prima parte del discorso diretto termina con un punto interrogativo, avresti dovuto scrivere l'inizio della seconda parte con lettera maiuscola (-0,03 pt).
- Schegge di paura la trafiggevano ovunque, mentre i passi misurati del conte che ormai erano giunti dietro la porta, che fu scardinata come se fosse senza peso alcuno → credo che quel “che” sia di troppo, lasciando intendere l'aspettativa di un qualcosa che in realtà non accade (-0,05 pt).
Per quanto riguarda la punteggiatura, trovo tu ne abbia fatto un buon uso, a volte davvero azzeccato per creare suspense o per sottolineare determinati concetti. Sono stati solo due i punti in cui l'ho trovata inserita in maniera errata, così com'è stato uno solo il periodo eccessivamente lungo che ho notato, nel quale sarebbe stato meglio se avessi inserito delle virgole o dei trattini per dare un po' di fiato al lettore (-0,30 pt).

Stile e Lessico: 9,90/10
Ho trovato il tuo stile davvero ben organizzato e molto scorrevole.
Si nota l'attenzione che hai posto nella stesura della storia, così come si nota l'accortezza che hai avuto nello scegliere parole che si differenziassero tra loro e che, a volte, fossero anche abbastanza lontane dall'uso quotidiano. Ho davvero apprezzato questa decisione!
C'è stata solo una ripetizione che mi sento di segnalarti e che, data la destrezza adottata nella gestione della storia, salta subito all'occhio e stona nel contesto:
- […] mentre la consapevolezza di conoscere la risposta si faceva strada nella sua mente, ancor prima di udire la risposta → avresti, per esempio, potuto scrivere: […] mentre la consapevolezza di conoscere la risposta si faceva strada nella sua mente, ancor prima di udirla (udire che cosa? – la risposta) (-0,10 pt).

Attinenza al titolo: 5/5
“Another splinter under the skin”.
Pensando al titolo, la parte di testo che mi è saltata subito all'occhio è stata questa:
Cosa vuoi fare con quel pezzo di legno, uccidermi? Non è giusto. Invece ti stai ferendo tu, qui è tutto così vecchio. Guarda, hai la mano piena di schegge. Lascia che ti aiuti, fratello mio”. Senza poter reagire, Harker rimase paralizzato come una preda di fronte a un serpente. Lei fece scivolare le dita tra le labbra, tirando via i pezzettini di legno dalla pelle con i denti; uno alla volta, con calma voluttuosa, assaporando le perle di sangue che fiorivano dalle minuscole lacerazioni.
La prima cosa che ho pensato, è che fosse stato ingegnoso l'espediente del pezzo di legno per riprendere le schegge sotto la pelle citate dal titolo.
Poi però, a una seconda e più attenta lettura, ciò che ha catturato la mia attenzione sono state queste parole: Quando era partito da Londra si sentiva fortunato, curioso di intraprendere un viaggio nelle terre più misteriose d’Europa, malgrado una punta di nostalgia che si era manifestata ancor prima di allontanarsi. Ci può mancare qualcuno che ci sta stringendo e baciando teneramente con le sue labbra vergini? La terra natìa può cercare di trattenerci con invisibili radici e sussurri inudibili? Era come una spina sotto la pelle, che non duole meno perché rimane nascosta, anzi. Lo pungolava, lo provocava a cercare di afferrarla anche facendosi un po’ male, a tagliarsi. Ma non l’aveva ascoltata, la voce della ragione […].
Sei stata veramente geniale nell'attribuire un significato più astratto al titolo, ponendo la nostalgia per la propria terra e per la persona amata come una spina sottopelle che, sebbene invisibile, dà comunque fastidio e tormenta il protagonista; addirittura, come notiamo in seguito, Jonathan si pente di non aver dato retta a quella spina (che in questo caso rappresenta la voce della ragione) che lo tormentava, prendendo purtroppo coscienza di come ormai fosse troppo tardi per tornare indietro.

Originalità: 2,50/5
Qui tocchiamo una nota un po' dolente poiché, per quanto la storia mi sia piaciuta, pecca di originalità: è vero, hai stravolto la vicenda; eppure, se le cose fossero andate così come le hai raccontate, la prima puntata della miniserie non avrebbe assunto una piega differente (e quindi più originale); semplicemente si sarebbe conclusa lì con la morte di Jonathan.
Ho trovato più originale il significato astratto che hai attribuito al titolo che la trama in sé.

Gradimento personale: 8/10
Questa è stata finora la prima e unica storia che ho letto circa la miniserie di Dracula del 2020.
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai strutturato il testo, l'attenzione che hai rivolto allo scritto e le scelte stilistiche/lessicali che hai adoperato.
Ho davvero apprezzato il duplice significato (uno letterale, l'altro astratto) che hai attribuito al titolo e colgo l'occasione per complimentarmi nuovamente con te!
L'unica pecca consiste nell'originalità che, ahimè, è un po' mancata. Avresti potuto sfruttare, secondo il mio parere, il potenziale di questa puntata tanto di più...
In ogni caso, tolto quest'inconveniente, la storia nel complesso mi è parecchio piaciuta!
C'è stata poi una cosa che mi ha un po' disturbata, ma si tratta di una questione puramente soggettiva: tu usi le virgolette alte per il discorso diretto, quando invece sarebbe più opportuno usare quelle basse – che io preferisco. Tuttavia non si tratta di un errore, solo di scelte personali.

Tot: 34,92/40

Recensore Veterano
17/02/21, ore 15:47

Ciao Setsy,

Complimenti per questa bellissima storia, scritta in modo a parer mio quasi impeccabile*, che trascina il lettore in una atmosfera orribile ma rischiarata da bellissimi sprazzi di humor.

* ho trovato solo un "che" di troppo nella frase "mentre i passi misurati del conte che ormai erano giunti dietro la porta".
Ma, in verità, questa parte mi ha lasciato un po' perplesso:

"La vampira si strappò ciocche dei bei capelli castani, lamentandosi in preda al terrore, le unghie che laceravano le spalle mentre si abbracciava per difendersi, [...] Schegge di paura la trafiggevano ovunque, [...]"

È lei stessa che si colpisce a unghiate e si abbraccia per evitare questo autolesionismo incontrollabile? Così facendo, però, si è portata le mani sui fianchi... e continuerà a farsi male...
Poi, penso che le schegge di paura possano trafiggere l'anima, nel suo caso un anima corrotta, direi, ma trafiggerla ovunque... non saprei come interpretarlo.

Si tratta di cose di poco conto, perché alla fine la storia è godibilissima e quel che mi resta è un profondo dispiacere per Marishka. Forse si è goduta il sangue di Jonathan, ma ora deve subire il tradimento di quell'uomo d'onore, che all'inizio avrebbe voluto anche trattarla con galanteria. Il peggio è che il conte, dopo aver sfogato la sua ira su di lei, le impedirà di fuggire ancora e di sfamarsi coi topi. Povera vampira...

Complimenti ancora e auguri per il contest!

Recensore Master
26/01/21, ore 18:29

Buonasera bella! Appena ho letto, ho pensato: Oddio, Setsy mi ha trucidato Keanu Reeves!!! E mo' come si fa? Poi ho capito che non era Dracula di Bram Stoker (mitico film che ho molto amato dopo aver letto quel mattonazzo del libro) ma una miniserie ben più recente. È cosi, giusto? Allora mi sono un po' documentata.
Bene, venendo alla tua fic: mi è piaciuta molto la contrapposizione, che c'è anche nel film di Coppola, tra la componente gotica e gore (il castello e l'aura malefica che lo circonda, la boccia con i ratti, la sposa non morta, il sangue simbolo di vita e di morte) e quella ottocentesca, borghese e positivista (lui pensa ai manicomi, come se la scienza potesse aiutarlo!). Johnatan è un uomo del suo tempo, pensa alla sua Mina angelicata e la prima cosa che immagina in una donna è che abbia bisogno di protezione, senza rendersi conto che purtroppo è lui a essere la vittima designata.
Certamente sconvolgente il finale, anche se in verità del tutto plausibile data l'alternativa.
Ma lo stupro è una tua aggiunta o c'è nella serie? Nel film lui era Gary Oldman, quindi magari un pensierino uno ce l'avrebbe anche fatto! Ti abbraccio, alla prossima 😘

Recensore Master
23/01/21, ore 22:18

Cara Setsy! Il bello delle tue storie è che sono sempre impreziosite da dettagli e particolari come gioielli. La mia conoscenza di Dracula risale al film di Bram Stoker degli anni Novanta (comunque un signor film) ma non ho potuto fare a meno di trasalire quando quella bianca manina si allunga fuori dalla cassa che immagino cigolante e scricchiolante. L'ampolla piena di ratti me la ricorderò per un pezzo (nota che ho l'abitudine di leggere mentre mangio ;) così come certi particolari macabri e sinistri tipo gli scheletri pronti a prendere - o meglio, a riprendere - vita. Chissà perché il buon vecchio Dracula me lo immaginavo più poetico e meno horror... ma questa versione mi è piaciuta assai. Dracula neppure appare di fatto sulla scena, ma domina sul castello con il suo potere incontrastato, e chi vive nel maniero questo potere lo percepisce e non può che subirne l'influsso. Jonathan è talmente terrorizzato da Dracula che pur di non finire nelle sue mani preferisce abbandonarsi alla bella sposa vampira, che a quanto pare non riesce a trattenersi finendo anche lei per sottoscrivere la propria condanna. C'è da dire che un vero eroe da film horror tenterebbe la fuga a tutti io costi, affrontando i corridoi degli scheletri e sfuggendo a mani adunche e ossute qua e là, e "ovviamente" alla fine ne uscirebbe indenne. Ma Jonathan no. Forse il potere del Conte gli sta facendo il lavaggio del cervello a distanza, per dirla molto prosaicamente. O forse è il terrore stesso ad agire come sempre contro di noi, finendo per rinchiuderci in trappola. Un racconto molto suggestivo, in cui si nota una grande finezza dei dettagli. Anche l'ampolla piena di ratti, in fondo, è un oggetto artistico, e più le cose sono pregiate più gli eventuali barlumi sinistri giganteggiano. A presto!

Recensore Veterano
23/01/21, ore 19:33

Ciao!

Ho fatto un giro per pura curiosità nella sezione senza aspettarmi di trovare niente di particolare, e invece ho visto questo aggiornamento su Dracula della BBC! Mi sono fiondata subito a leggere e ho trovato un bellissimo contributo a questo fandom praticamente inesistente. Complimenti!
Mi è piaciuta l'idea di questo What if? così forte ambientato nel primo episodio. La scelta di far morire un personaggio principale, letteralmente portante di tutta la storia, è sempre coraggiosa e qui ho apprezzato particolarmente la fine che hai deciso di dare a Jonathan. Trovo molto credibile che nelle sue condizioni abbia deciso di lasciarsi completamente andare alla morte per trovare rifugio non solo dall'agonia che ancora lo attende, ma anche eventualmente dai ricordi che ne potrà conservare qualora dovesse sopravviere.
Trovo che tu abbia reso benissimo la componente introspettiva. La digressione iniziale è stata un ottimo mezzo per entrare nella vicenda e recuperare i punti salienti della prigionia. Hai ripercorso i tratti principali di Jonathan in modo brillante, evitando agilmente il rischio di cucire un riassunto del primo episodio. La riflessione sulla religione e i richiami al lessico della luce, e quindi della speranza, sono stati senz'altro ottimi: hanno creato un bel contrasto con quello che è non solo il tema della OS, ma anche l'atmosfera stessa del castello di Dracula. Sottile il riferimento alla terra natìa che trattiene Jonathan con radici invisibili, che ho collegato alla terra nelle bare di Dracula e più in generale al tema del sangue: tutti elementi conservatori e tradizionalisti che nella serie hanno un ruolo non indifferente.
La frase "Non aveva più metà di quello che era da offrire in sacrificio" mi ha esaltata. Questo concetto di avere il proprio essere, che è il sangue e che a lui ormai sta venendo a mancare, secondo me racchiude bene tutto il significato che esso ricopre nella storia e ti faccio i complimenti perché sei riuscita a condensarlo in una frase così breve con le parole giuste al posto giusto.
Per quanto riguarda la descrizione della vampira, penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro a calarti nel punto di vista di un uomo vittoriano: l'attenzione per l'aspetto fisico, la ricerca di una femminilità prescritta e aderente ad un dato modello culturale, la constatazione di un canone non rispettato sono tutti elementi che trovo perfetti nella psicologia del personaggio in questione e che contribuiscono a far aumentare l'angoscia sia per lui che per noi lettori e lettrici. Il fatto che la vampira non risponda a ciò che Jonathan si aspetta di trovare in una donna mette in allarme noi quanto lui, soprattutto quando lei si esprime e si muove in maniera troppo sensuale per essere considerata rispettabile negli standard dell'epoca. La norma infranta e l'horror si fondono bene nel crescendo di tensione.
Sulla violenza sessuale da parte di Dracula ho un dubbio: ricordavo che fosse una sorta di allucinazione indotta dal vampiro per rendere piacevole il prelievo di sangue. Non che sia meglio, chiariamoci, è una violenza immensa ai danni della vittima e l'orrore di Jonathan resta azzeccatissimo e comprensibile, ma è solo per capire come l'hai letta tu nella serie! Ho apprezzato a prescindere, comunque, l'idea di inserire questo particolare perché credo che sia quello che convince definitivamente Jonathan a compiere il suicidio: l'abuso di Dracula è l'ultima terribile violazione della sua persona a cui è disposto a sottostare. In questi attimi finali della sua vita ritrova la lucidità e sfrutta il punto debole della vampira - la fame - per porre fine alla sua esistenza e, probabilmente, anche a quella dell'avversaria, perché non ce lo mostri, ma dubito che Dracula sarebbe felice di essersi fatto fregare da una delle sue spose. Anche la frase finale, la sua introduzione in scena, mi fa optare per una fine molto tragica, dato il senso di glaciale terrore che mi ha trasmesso. Altro particolare horror che ho apprezzato e che mi ha fatto saltare sulla sedia: il polso che si rompe. Agghiacciante, bravissima!
Ti faccio i complimenti anche per lo stile: l'intero testo mi ha trasmesso una grande attenzione e cura per i dettagli, cosa che apprezzo sempre con piacere. La storia scorre senza problemi fino alla fine, con i giusti ritmi e assecondando l'introspezione di Jonathan.
Bellissima l'immagine del titolo. Restituisce degnamente l'atmosfera della shot ancor prima di iniziare la lettura!
In conclusione, complimenti vivissimi! Sono contenta di essere entrata nella sezione! Ti faccio anche tanti auguri per il contest!
Un abbraccio e grazie per aver condiviso questo scritto!

Menade Danzante