Recensioni per
Tre quarti di vita davanti agli occhi
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
12/05/23, ore 19:49

Ciao!
Man mano arrivo da tutte voi iscritte a Riflessioni sulla scrittura con i commenti stilistici scritti. Mi prendo qui lo spazio per dire che, aspetti stilistico-lessicali a parte, ho trovato molto originale il modo in cui hai letteralmente incastrato le vite di Alastor e Dolores, riuscendo a farle apparire al contempo sia opposte che complementari, come due tasselli mancanti che non hanno saputo (o potuto) incastrarsi.

Arrivando alla tua penna, l’elemento che trovo più caratterizzante è la struttura speculare a livello di forma e complementare a livello di contenuto dei due blocchi – se da un lato, infatti, i due paragrafi che compongono il testo si richiamano l’un l’altro sintatticamente, a livello di contenuto si integrano e completano, perché il secondo punto di vista introdotto (quello di Dolores) aggiunge il tassello mancante al primo punto di vista, andandolo a completare (non a caso, ogni elenco del primo blocco è seguito dall’appendice “e un buco”, assente nei periodi speculari del secondo blocco perché essi stessi rappresentano quel vuoto). A riguardo, non posso fare a meno di notare la frase conclusiva dell’intero racconto, che citando apertamente “il quarto mancante” è come se dichiarasse l’intenzione ravvisata nella struttura stilistica di procedere per simmetrie e complementarità. La trovo una scelta stilistica particolare, in qualche modo “razionale”, che potrebbe rappresentare una sorta di tua “firma” di autrice.
Un altro elemento che mi colpisce è la scelta di chiudere i due blocchi con periodi allineati al centro, volti a focalizzare l’attenzione sul momento che dà vita all’intero testo (quel “Prima di morire” implicito anche nel titolo) per sottolineare dapprima la mancanza di un tassello e poi la sua aggiunta.
In ultimo, a livello di sintassi noto la preferenza per le sequenze a elenco, che riescono sia a sintetizzare con chiarezza archi temporali altrimenti complessi da riportare in poche righe, sia a comunicare la rapidità con cui questi ricordi si susseguono – credo si tratti di una precisa scelta di ritmo.

Come credo si evinca, insomma, trovo che la particolarità e anche la bellezza di questo racconto sia nel forte legame che hai costruito tra contenuto e forma: la seconda è funzionale al primo nella maniera più ampia possibile, perché riprende a segue la vicenda umana dei tuoi protagonisti e il modo in cui sono riusciti a vivere il loro legame.
Alla prossima!

Recensore Master
10/05/23, ore 20:36

Eccomi a lasciarti il commento della prima fase! :3

LadyPalma - Tre quarti di vita davanti agli occhi
Pg: Alastor/Dolores
Vibes: malinconiche e tristi, in un certo qual modo. Vuoti.
Commento: lo stile è molto semplice e si avvale di qualche sottigliezza (corsivi, trattini) per evidenziare le cose veramente importanti. Si adatta benissimo ai personaggi e alla storia e penso che faccia emergere bene il messaggio di fondo che voleva essere trasmesso. Dolores sembra sapere che aveva perso Alastor molto tempo prima e si immagina bene che lui abbia cercato di dimenticarla, ma questo non lo accetta. Il testo sembra avere più livelli perché sotto al lessico semplice e quasi immediato scorgo non solo le parole scritte, i meri fatti quasi "semplificati", ma un dolore immenso da parte di Dolores che si aggrappa alla disperazione ("Guardami, sono qui"). Credo che sia lo stile azzeccato per il tipo di storia e mi piace la sua "stratificazione".

Recensore Master
10/05/23, ore 18:11

Ciao!
Passo a lasciarti il commento sullo stile scritto per la prima fase della challenge Riflessioni sulla scrittura.
Si può notare la scelta di strutturare la flashfic in due parti distinte, di simile lunghezza, separate anche visivamente da simboli grafici. Ognuna è dedicata a uno dei due personaggi e ne assume il punto di vista. Senza dubbio intenzionale è anche il modo in cui l’una cerca di rinviare all’altra, a cominciare da come il riassunto delle vite di Alastor e Dolores sia sempre introdotto dall’anafora (“si rivede”) e più in generale nella struttura (la lunghezza dei periodi, i punti in cui va a capo, la conclusione allineata al centro). A contribuire a questo evidente gioco di rimandi, a creare una ciclicità contribuisce anche la fine della flashfic, che riprende l’incipit e lo completa.
L’autrice fa largo uso degli incisi, correttamente evidenziati dai trattini lunghi, così come del corsivo per sottolineare e isolare parole e concetti. Lo stesso fine è raggiunto mediante la scelta oculata delle ripetizioni (“e un buco”).
Utilizza parole ed espressioni comuni, senza sfociare in un registro più formale.
Alla prossima!
Legar

Recensore Master
10/05/23, ore 17:54

Ciao, cara!
Passo a lasciarti il commento scritto per Riflessioni sulla scrittura.
La storia si divide in due parti, speculari l’una all’altra: nella prima il punto di vista è quello di Malocchio (e c’è “tre quarti” della sua, loro, vita), mentre nella seconda il punto di vista passa a Dolores (e vediamo il quarto mancante). Ho apprezzato in particolar modo che le due parti del testo si compenetrino a vicenda: in entrambe abbiamo i protagonisti che ripensano alla loro vita e si ricordano in varie fasi (da ragazzini, da giovani adulti, da “consumati” – ovvero da quando la loro storia è finita), ma dove Alastor vede soltanto, consapevolmente, “buchi”, Dolores non esita a ricordare proprio quei buchi, consentendo al lettore di avere un quadro complessivo integro della loro storia d’amore. Tra l’altro, la scelta di lasciare a lui di ricordare tutto tranne lei, e a lei soltanto loro e non tutto il resto, è caratterizzante anche a livello di introspezione: Alastor ha scelto di lavare via il dolore, per Dolores conta più ciò che “lui è stato con lei” che la sua vita intera e le sue scelte.
Mi è piaciuto molto anche il lasciare una parte centrale come una sorta di chiusura per entrambi i punti di vista, in posizione di rilevanza. Serve a tirare le fila di tutte le scene descritte prima, una dietro l’altra, come istantanee che il lettore si trova a scorrere in fretta, sempre più in fretta – dritto verso la morte.
Infine, vorrei aggiungere che ho apprezzato molto anche alcune scelte lessicali e alcune immagini, ad esempio: “attimi pallidi”, “macchie nere su flash multicolori”, “piccoli coni d’ombra”, che girano tutti attorno al campo semantico di luce/tenebra, chiarore/bagliore.
A presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Master
23/03/21, ore 00:06

Ciao :>
Pur non scommettendoci enanche il becco di un quattrino, la Dolastor sta rapidamente scalando la classifica delle mie ship preferite.Considerando che non amo il 90% delle ship fuori dal canon, è un gran complimento :>
La prima parte posso dire che mi abbia devastato? Lo dico, perché Al (?) è uno dei miei personaggi preferiti e in pochissime frasi sei riuscita a descrivere la sua vita perfettamente!
La seconda poi è il complimenti del quarto mancante di Alastor e vedere che quel quarto mancante è Dolores, che dire, ho trovato la cosa davvero toccante. Dispiace ti sia ritirata perché è davvero una piccola perla ma allo stesso tempo capisco la tua decisione. Complimenti ancora ^^

Recensore Master
17/03/21, ore 15:55

Recensione premio per il contest "A Christmas Novel" - 2/3

Ciao ^^
Avevo puntato questa storia da un po’ perché ormai mi sono affezionata ai tuoi Dolastor, ma non avevo ancora trovato il tempo di recensirla, perciò eccomi a recuperare.

Ti dico subito che mi è piaciuta molto questa divisione in due parti speculari, la prima dal punto di vista di Alastor e la seconda da quello di Dolores. Hai giocato molto bene con il clichè, mantenendo questi sprazzi di ricordi che compaiono nella mente di Alastor mentre cade dalla scopa, ma senza mostrare tutta la vita, ma solo parti suddivise per periodi – quando è un ragazzino, un adulto e un uomo ormai consumato – tutte con un buco al loro interno. Credo che si evinca bene la forza di volontà di Alastor da questo: i ricordi scorrono in ordine cronologico, perciò non è esattamente la mancanza di tempo che gli impedisce di ricordare Dolores, ma una sua specifica scelta, che trovo tu abbia reso molto bene paragonandola alla Cruciatus. Un altro aspetto interessante è la questione del nome che non riesce a pronunciare, che lo spaventa più di quello di Voldemort che è, per definizione, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
I buchi lasciati nei ricordi di Alastor li vediamo comunque colmati nella seconda parte, attraverso Dolores, che ci mostra la loro storia insieme, dal loro periodo come studenti di Hogwarts alla fine del quinto libro – che suppongo sia l’ultima volta che si sono incontrati 😢
Alla fine ti sei ricollegata al canon, con l’occhio magico di Moody sulla porta di Dolores, fatto che risulta essere un po’ beffardo nei confronti del mago: al suo occhio toccherà guardare per sempre quella parte della sua vita che voleva dimenticare.
Mi è piaciuta molto questa suddivisione della vita in macro-periodi, uno dei quali (il quarto) è rappresentato da Dolores stessa. È stato anche interessante vedere la vita di Moody, di cui non sappiamo molto, ma che con la tua fantasia e bravura siamo riusciti a esplorare più a fondo.
Dal punto di vista tecnico non posso dire niente se non che, come sempre, la storia è scritta alla perfezione e si vede bene che hai pensato attentamente a ogni dettaglio di questo breve testo ^^ Con poche parole sei riuscita a delineare dettagliatamente la vita di Moody e per questo non posso che farti i miei complimenti.

Ho visto che questa storia partecipa a un contest non ancora concluso, perciò ti faccio anche un grande in bocca al lupo 🐺
A presto!
Baci, pampa

Recensore Master
02/03/21, ore 16:24

Ciao Marti!
Non ricordo quando né dove ma nel momento in cui ho visto questa storia, me la sono subito segnata. Mi hai proprio fatto innamorare d questa coppia e devo ammettere che mi mancavano le tue storie.
La prima parte, quella focalizzata sul personaggio di Moody, scorre rapida, come se le parole precipitassero con lui verso il suolo. Abbiamo dei flash emblematici della sua infanzia – lo smistamento ad Hogwarts, quei frammenti di vita così spensierati e innocenti, le parole di Silente che sembrano annunciarli il suo destino –, della sua vita lavorativa – la carriera, le morti, la mutilazione – fino ad arrivare all'ultima parte – la pensione, il rapimento da parte di Crouch Jr. e le vicende che conosciamo grazie al quarto libro della Saga.
Solo con il procedere della lettura ho capito perché Moody dice di aver visto solo tre quarti della sua vita, perché quell'ultimo quarto, quello finale – forse quello più nascosto – ce lo hai mostrato con Dolores.
Qui, ho invece non ho trovato un ritmo concitato. Ho avvertito della calma in queste frasi – e anche parecchia malinconia, forse addirittura amarezza – che ho letto con lentezza, per assaporare fino in fondo questa lettura. Perché questo rapporto così complicato, così strano, mi affascina un sacco e sono sempre curiosa di vedere come due persone come loro si siano conosciute, piaciute, amate.
Sul finale, che dire? Ormai ho imparato che i tuoi sanno sempre stupire e lasciare senza fiato.
Complimenti e alla prossima!
Un bacio,

Recensore Master
04/02/21, ore 18:44

Ciao Marti,
avevo già adocchiato questa storia da un po’ e quindi sono felice di aver avuto l’occasione di leggerla, visto che il cliché che hai utilizzato come presupposto di partenza è qualcosa su cui ammetto di essermi spesso interrogata e trovo che si presti bene a qualsiasi personaggio, ma a Moody in particolare – considerando tutte le peripezie che ha attraversato nella sua vita.
Adoro la costruzione che hai dato alla storia: abbiamo Alastor che riesce a focalizzarsi solo su tre quarti della propria esistenza, inizialmente crediamo che sia per via del poco tempo che gli resta, ma poi capiamo che il quarto restante è semplicemente troppo doloroso; di contro abbiamo Doll che si ritrova a fare i contri proprio con il quarto che Alastor non ha affrontato e che ora ricorderà ogni giorno, semplicemente entrando nell’ufficio che ha tanto faticato per raggiungere.
Trovo che tu sia una delle autrici più brave a dirci così tante cose, utilizzando così poche parole, le tue storie sono spesso piuttosto brevi – eppure sanno andare dritte al punto e essere concise, senza lasciar indietro dettagli fondamentali. Qui, in particolare, riviviamo tantissimi momenti cruciali nella vita e nell’evoluzione di Alastor, eppure è proprio in quelli che lui sceglie di non mostrare che scopriamo l’entità del legame che lo legava alla sua Bamboluccia – non credo di avertelo detto prima, ma trovo che questo soprannome si addica particolarmente a Doll e che sia piuttosto credibile che ad affibbiarglielo sia stato lui. Scopriamo quindi che Dolores era con lui, anche se non sempre in modo palese, in ogni momento della sua vita: c’era quando era un giovane Serpeverde, che organizzava un giro di compiti rubati e partecipavano al ballo del LumaClub; era presente al Ministero, quando lui faceva avverare il suo sogno, e lei tentava di perseguire il proprio; non mancava nemmeno nei momenti in cui hanno finto di non essere nulla l’una per l’altro – consapevoli di mentirsi.
Credo che sia innegabile che entrambi i tuoi personaggi siano ben caratterizzati all’interno di questa storia e più in generale, nelle altre storie che hai dedicato a loro; in questa lasci emergere i loro punti di forza, assieme alle fragilità che gli hanno impedito di abbandonarsi alla felicità che la loro relazione gli avrebbe donato. Non sono coraggiosi, e non parlo di duelli e di affrontare i Mangiamorte come Alastor deve fare ogni giorno, ma parlo del coraggio di ammettere ciò che provano; quel tipo di coraggio probabilmente preferiscono lasciarlo a qualcun altro, finendo con il perdersi e il ritrovarsi solo quando è ormai troppo tardi.
Sei riuscita ad attribuire un senso meno macabro e tanto commovente alla sottrazione da parte di Dolores dell’occhio di Moody; nella tua storia non è uno sfregio alla sua memoria, come possiamo intendere dalla saga, bensì una scelta consapevole – e dolorosa – che le ricorderà ogni giorno ciò che ha perso. Trovo che questo abbia arricchito la tua storia, attribuendo un nuovo significato al cliché prescelto, perché non ci parli solo Moody che rivive tre quarti della sua vita in punto di morte, bensì anche di Dolores che rivive continuamente il quarto mancante e rimpiange ciò che ha perso. Visti tutti i miei sproloqui, è ovvio che trovo il titolo davvero perfetto per la storia e trovo anche che sia particolarmente accattivante.
Come sempre poi, riesci a farmi adorare un personaggio che non mi è mai andato a genio e una coppia così particolare e così tua che se la dovessi veder scritta da qualcun altro passerei sicuramente oltre per timore che rovinino gli headcanon che hai condiviso con noi.
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
02/02/21, ore 13:16

Io lo sapevo che questa storia mi avrebbe frantumato il cuore. Lo sapevo già dall’introduzione, e forse è proprio per questo che ho aspettato tanto a passare di qui: perché sapevo che sarebbe stato dolorosissimo. E non tanto (o non solo) per il tema centrale da cui tutto ha inizio, ma per il modo in cui avresti giocato con questi tre quarti di vita – e con il quarto mancante.
Credo davvero che tu sia stata assolutamente geniale per il modo in cui hai giocato con il cliché, dapprima con uno stratagemma stilistico molto efficace (le scene che si sovrappongono l’una all’altra, questo continuo scivolare di un ricordo nell’altro che però, in maniera molto efficace, si interrompono su quei buchi che sono quei ricordi che non si ha il tempo, e forse neanche la voglia, di afferrare), e poi con questo precisare che, no, per tutta la vita non c’è il tempo.
È bello poi ritrovarlo, quel quarto di vita, nella parte di narrazione affidata a Dolores: non leggevo di loro da tanto, e questa storia, pur breve, mi ha riportato a tutto ciò che amo di loro, al loro rapporto difficile, alla meschinità di Dolores (davvero, lei che lo rimprovera perché i compiti non si rubano, ma in ogni caso avrebbe dovuto passarli anche a lei è canon, assolutamente canon, e soprattutto è perfetto per dare la misura del loro rapporto). Insomma, la vita ci passa davanti agli occhi anche (e forse ancora di più) quando a morire è qualcuno a cui teniamo, e questa cosa tu la esprimi benissimo.
Insomma, ho amato davvero tanto questa storia, e ti faccio i miei complimenti!
A presto!

Recensore Veterano
26/01/21, ore 22:33

Ciao!
Sono finita qua spulciando un po' nel forum e, fattelo dire, ho adorato questa storia. Prima di tutto, perché di cliché ha solo la frase a cui ti sei ispirata. Perché tutto il resto, dalla scelta della coppia (come fanno a funzionare così tanto bene?), alla scelta delle parole, alla scelta di come inserire elementi di "suspance" è tutto stra-ordinario. Da questo "buco" che ritorna spesso in quella discesa verso la morte, a quel nome impronunciabile per non farsi ancora più male. Ho adorato la specificazione che non fosse quello di Voldemort, che ha sempre detto forte e chiaro e ho adorato il suo rimprovero a Dolores per aver combinato un sacco di casini ad Hogwarts. Il dettaglio delle tendine rosa, poi. Li ho immaginati tutti, quei buchi. Ho immaginato lui, così forte e burbero, intento a lasciarla fare, a lasciarsi riprendere e a lasciarle ridecorare casa, per farla diventare anche un po' la sua.
Ma, più di tutto, mi è piaciuto come hai saputo inserire (geniale, davvero!) all'interno della traccia e all'interno di questa storia d'amore, il fatto che l'occhio di Moody fosse lì nell'ufficio della Umbridge. Per "ricordo", per poterla vedere ancora, o perché lei lo possa vedere ancora e magari lo possa ricordare com'era prima di quell'occhio e prima che si facesse distruggere, in senso figurato o meno, dalla lotta alla magia oscura.
Ti ringrazio per questa chicca, è stato un piacere leggerla!
Un abbraccio

Recensore Master
23/01/21, ore 16:28

Ciao amarti!
Che posso dirti? Aspettavo da tempo questa storia meravigliosa ed eccola qui! Mi è piaciuta davvero tanto, sono riuscita a captare tutto il dolore e anche lo strazio di un uomo che in un certo senso no. Vuole anzi non riesce a mostrare. Questa coppia è proprio tua, riesci magnificamente a coniugarli senza alcun problema. Bravissima e mi ho emozionato come sempre