Ciao, eccomi qui.
Se non erro è la prima volta che leggo qualcosa di tuo e credo proprio di aver iniziato con la storia giusta: le tematiche che hai intenzione di affrontare sono estremamente delicate, è vero, ma già da questo primo capitolo penso di essere riuscita ad “afferrare”, quantomeno in parte, l'iperbole presente nello scritto.
È una estremizzazione che, devo essere onesta, non credevo sarei riuscita ad apprezzare, e invece mi sono ritrovata a fine lettura piacevolmente colpita, quindi complimenti per questo.
Inoltre, sempre se non erro (parte due), credo sia anche la primissima volta che leggo una storia in cui è presente il genere Satirico qui su Efp. Ti giuro, credo di non averlo mai visto tra i generi di una storia.
Comunque, divagazioni a parte, vorrei partire dallo stile: mi è piaciuto. Sicuramente sa coinvolgere il lettore ed è molto curato, tant'è che non ho riscontrato refusi o sbavature di alcun tipo; inoltre scorre proprio liscio, nessun intoppo, le parole sono perfettamente incastrate tra loro e l'alternanza tra le azioni di personaggi, i loro dialoghi e i loro pensieri l'ho trovata ben calibrata, così come le loro descrizioni fisiche che non scendono nel dettaglio ma, al contempo, sono alquanto esaustive – insomma, non un elenco della spesa che parte dal colore dei capelli fino ad arrivare alla marca di scarpe che indossano o viceversa, per intenderci.
Parlando dei personaggi: Marco lo adoro. Molto probabilmente perché sono entrata fin da subito in empatia con lui, cosa dovuta soprattutto al suo imbarazzo dovuto agli atteggiamenti di Claudia. Mi sono sentita un po' imbarazzata anche io, ma non lo dico in senso negativo, anzi, sono proprio riuscita a immaginarmi il momento in cui Claudia punta il dito contro la ragazza che voleva approcciare scattando sulla difensiva dopo non solo il suo palese rifiuto, ma anche il suo averla considerata un maschio e insomma, direi che l'iperbole ha avuto effetto, perché si è trattata di una esagerazione che, al contempo, non è poi tanto insolita nella vita di tutti i giorni.
Che poi, ora che ci penso, anche Claudia e Marco stessi sono (caratterialmente parlando) i due estremi di questa iperbole: perché da una parte Claudia mette in mostra ciò che è senza peli sulla lingua, un po' come se ogni occasione fosse buona per sbandierare ai quattro venti di essere trans; mentre dall'altra Marco è ben consapevole di essere gay, è una cosa che fa proprio parte di lui, ma non sente questa esigenza spasmodica di farne un fulcro su ogni discorso o discussione.
In ogni caso, Claudia avrà anche esagerato, quantomeno in pubblico, ma non deve essere nemmeno facile vivere la sua vita tutti i giorni, in un mondo dove vede la differenza (che spesso sfocia nella discriminazione) anche nelle cose più semplici della vita. Perché magari, proprio come è successo alla ragazza con cui voleva parlare, si rischia quasi di diventare la goccia che fa traboccare il vaso senza neanche rendersene conto.
Poi il capitolo si conclude così come è iniziato: con il suo titolo. E questa cosa mi è piaciuta, non mi resta che scoprire l'identità di chi ha pronunciato il nome “Ernesto” – o forse si tratta del signore uscito dal bagno e mi è sfuggito?
Detto ciò, complimenti per questo primo capitolo e grazie per l'interessante lettura.
Ame |