Recensioni per
Abigail
di storiedellasera
Non credevo si potessero ancora trovare perle simili su EFP, invece oggi sono andata nella sezione horror e ho trovato la tua storia. L'ho letta tutta d'un fiato, e la cosa che mi è piaciuta di più è che è un crescendo di tensione: all'inizio sembra quasi banale, hai ripreso il tema della ragazza vittima di bullismo che poi si vendica - un cliché tipico dell'horror - ma poi hai proseguito in un modo davvero inaspettato e soprattutto originale. Mi aspettavo che Abigail facesse una specie di strage, che uccidesse tutte e tre nel bosco in modo atroce; non sospettavo minimamente del gufo, ma come ti è venuto in mente? Ho apprezzato tantissimo, davvero geniale. Il modo in cui hai descritto le scene più cruente, poi, è veramente preciso e vivido, mi sono impressionata e solitamente non mi succede mai. Quindi complimenti! L'horror è proprio il tuo genere (sono troppo contenta di aver scoperto questa storia, aiuto ahahah). |
Sto ancora tremando. Non so se tremo per il piacere della giustizia o per il senso di colpa derivato dall'aver pensato che la stronza si sia meritata il suo destino. Chi siamo noi per decidere chi merita di vivere o morire? il fenomeno del bullismo si porta dietro molte domande. Domande complesse che sono all'attenzione di psicologici, sociologi, psichiatri, educatori e altri esperti. Io credo che ci sia prima di tutto un profondo vuoto di valori, amplificato fino all'assurdità da questo utilizzo scriteriato dei social e dalla scarsa educazione ad essi dei ragazzi. Colpa degli adulti che per primi si sgravano della loro frustrazione trincerandosi dietro il falso anonimato dei mondi virtuali. |
Ciao. |
Storiedellasera, ciao. Di nuovo un bellissimo brano, scritto con quella capacità di creare suspence che ti caratterizza come marchio di fabbrica e che, come già ti dissi, non è da tutti. Le tue storie sono proprio il genere fiaba della buonanotte da leggere nell'oscurità e nel silenzio prima di dormire... sempre che poi si riesca a chiudere occhio, ovviamente. Chi legge - conoscendoti - è colto dall'inquietudine fin dalle primissime righe perché, malgrado l'apparente "normalità" del contesto s'intuisce che qualcosa di assolutamente inedito, per non dire misterioso o agghiacciante sta per accadere. In questo caso, la domanda perturbante è "ma cosa ci sarà in quella radura del bosco", e quasi si dimentica di gioire per l'esistenza di un posto speciale, di un luogo tutto proprio, capace di accogliere la protagonista e donarle sollievo dalle angherie del quotidiano. Credo che tutti noi abbiamo avuto - o magari abbiamo ancora - un posto del genee, dove poterci abbandonare al sogno o sentirci semplicemente al sicuro: un "posto felice", per l'appunto. Qui il "posto felice" della protagonista diventa testro di un incubo che lascia stupefatto il lettore, che da un lato è curioso/ansioso di sapere cosa si cela nei recessi della foresta, dall'altro non può che rimanere preso in contropiede di fronte all'apparizione di questo gufo-madre- vendicatore dalle dimensioni (e dalla fame) ben più che ragguardevoli. Evidentemente tra gufoi, gufetti e la protagonista umana dev'esserci un legame particolare, perché il grande gufo ha cura di accertarsi che Abigail non abbia ferite e sembra intervenire per dare compimento a una vendetta già decisa. Questo mistero in particolare resta velato e accampagna, come una scia di oscuro terrore, la sinistra fama che d'ora in poi carattewrizzerà Abigail, quanto meno agli occhi della sopravvissuta Cleo. La cattiva di turno è una cattiva da stereotipo, ma va bene così: l'horror si nutre di stereotipi, ciò che conta è renderli efficaci per creare paura e, quando si è maestri, inquietudine. Il tipo di vessazione a cui è sottoposta suo malgrado Abigail è più che reale, e come insegna il buon Stephen King nulla è più terrorizzante del mostruoso, dell'incubo che scaturisce inatteso ( e senza un motivo logico) dal quotidiano. Il colpo da maestro, l'apice del perturbante e della tensione di tutto il racconto sta indiscutibilmente su quel ramo sospeso, che ospita in fila i piccoli e silenziosi gufi delle nevi. Da lì in poi, come si suol dire, si scatena l'inferno: quello è esattamente il punto in cui il lettore può iniziare ad immaginarsi ogni cosa... |
Molto interessante, mi è piaciuto soprattutto il fatto che la morte di Harper la renda un'anima candida per le altre persone, tanto da organizzare una processione ogni anno. È quello che succede anche nella realtà. |