Recensioni per
Chárōn
di Altair13Sirio

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 27
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/03/23, ore 13:19
Cap. 1:

Ciao, eccomi qua finalmente! Ho scelto questa tua storia un po' perché mi incuriosiva il titolo (che richiama molto Caronte, secondo me) e un po' perché non avevo mai letto storie di questo tipo, prima, quindi mi ha incuriosita parecchio.

Innanzi tutto, complimenti per la scrittura: molto ordinata e pulita, permette di seguire con fluidità e 'semplicità' la storia che hai voluto offrire a noi lettori e lettrici.
In secondo luogo, volevo dirti che mi sembrava di essere lì con loro: con Albert, l'autista, e Marco, la povera anima che dovrà accettare il fatto di non essere più fatto di carne e sangue.

Ho trovato il tutto molto commovente, sei riuscito perfettamente a portarmi nel tuo mondo con pochi e semplici tocchi, senza strafare o infiocchettare troppo e, per questo, ti faccio i miei complimenti!

Alla prossima!

Recensore Veterano
06/11/22, ore 19:25
Cap. 1:

Eccomi qui per lo scambio!
Mi hanno sempre affascinato i fantasmi e il paranormale, leggere storie diverse mi intriga perché è un mondo dove si può veramente inventare di tutto e mi piace vedere come ogni autore lo racconta a modo suo.
Mi sono subito affezionata a Marco (mi è piaciuta molto l'introduzione, questo modo leggero e 'cortese' che hai avuto per farci entrare nel vivo del racconto, bravo! – non ho letto la trama prima di leggere la storia, così è stato tutto una sorpresa  ) e anche ad Albert e al suo compito che molti potrebbero definire gravoso e che invece lui fa quasi con passione.
Il fatto dei rimorsi, del passare la barriera per entrare nell'altro mondo è una cosa straordinaria, mi affascina particolarmente e ti dirò, il fatto che sembri che Marco non abbia 'conti in sospeso' (se non i ripensamenti con l'ex e forse il bisticcio con la cugina Petra) mi piace molto: un fantasma allegro e che, se non ha rimorsi, ha vissuto bene la sua vita. Ecco, spero di andarmene così, senza rimorsi, con una vita felice alle spalle.
L'aneddoto della morte del bambino mi ha messo un po' tristezza, ma mi è piaciuto molto, sarà che hai reso Albert così vero e reale che immaginarsi tutto il resto (fantasma compreso) non è stato per niente difficile.
Leggerti è stato bello, la tua scrittura è scorrevole e il ritmo narrante è quello giusto, per non parlare della trama della storia che lascia un pizzico di tristezza ma anche una bella sensazione di speranza e leggerezza.
Quindi ancora complimenti.
Alla prossima,
Mo

Recensore Master
05/02/22, ore 09:40
Cap. 1:

 
Ciao, eccomi qui!
 
La tua storia mi ha incuriosita dalla breve introduzione e devo dire che leggendola non mi hai delusa: ha un trama molto originale e un tema per nulla banale. L’idea che questo autista accompagni le anime e al tempo stesso li aiuti a passare sereni gli ultimi momenti sulla terra, quelli anche più difficili e nostalgici è molto interessante. E, soprattutto, non è un lavoro facile; lo capiamo soprattutto dal suo racconto sul bambino e su quanto sia stato straziante. È sicuramente un lavoro per nulla noioso che porta con sé un peso non indifferente. Di certo Alberto è una persona molto coraggiosa nel voler fare quello che fa e nel continuare giorno dopo giorno senza uscirne lui stesso condizionato negativamente.
Avrei voluto sapere molto di più sulla storia di Marco, insomma mi è sembrato come si fosse ancora altro da raccontare, come ad esempio il motivo della sua morte, perché non era convinto di sapere davvero perché si era lasciato con la ex o sulla donna bionda che Alberto descrive come innamorata. Diciamo che se fosse stata ancora più lunga, neanche troppo, non mi sarebbe dispiaciuto. D’altronde la lettura mi è sembrata molto scorrevole e il tuo stile per nulla pesante.
L’unico dubbio che mi è venuto – e spero non risulti stupido – riguarda proprio il momento in cui Alberto parla con le anime. Considerando che è umano e quindi tutti possono vederlo, nessuno pensa che parli da solo? 🤣 O si lascia andare a queste chiacchiere solo in macchina? 🙊
Comunque ribadisco che nel complesso è stata una lettura molto piacevole. L’unica cosa che ha un po’ stonato, però, è l’eccessivo uso dei tre puntini all’interno dei dialoghi. Ti segnalo, inoltre, l’unico refuso che mi è saltato all’occhio, sperando non ti dispiaccia.
“Alare lo sguardo verso la bara”.
 
Alla prossima e buona giornata! ^^

Recensore Veterano
11/01/22, ore 18:03
Cap. 1:

Ciao, Altair13Sirio!
Ho trovato questa storia davvero originalissima.
L’introduzione mi ha ammaliata subito – amo le atmosfere malinconiche e le storie che trattano il tema della morte – e la trama, poi, si è dimostrata assolutamente all’altezza delle aspettative.
I protagonisti di questa vicenda, pur essendo “sovrannaturali”, risultano davvero realistici. Si vede che hai un’idea ben precisa del loro, e che in tutti i loro gesti e in tutte le loro parole si nasconde un mondo. Insomma, io sono rimasta davvero piacevolmente colpita dal tuo moderno Caronte (Albert) e dall’anima di Marco, e le loro interazioni, coi loro detti e non detti, mi sono piaciute davvero tanto.
La storia si presenta molto bene, inoltre ha un buon ritmo ed è scorrevole. Il tuo stile è curato e i dialoghi, che occupano una buona parte del testo, risultano comunque ben calibrati e accattivanti.
Insomma, come avrai capito ho apprezzato moltissimo questa storia. L’unica cosa che non mi ha convinto, a dire la verità, è il modo in cui “chiudi”, diciamo così, i dialoghi.
Ti faccio qualche esempio:
1) «Credo di sì…» Rispose titubante Albert.
2) «No, mi piace parlare con voi.» Disse con tono spensierato. «Mi dà la sensazione di aver ricevuto una… Missione divina.»
3) «Ha quarant'anni. È un po' più grande di me.» Rispose quello con un ghigno divertito.
Allora, le cose che non mi convincono sono due: la prima è il punto fermo utilizzato all’interno della battuta quando poi la frase continua con una cornice (che è la parte fuori dai caporali, come “rispose quello con un ghigno divertito”), la seconda è l’utilizzo della maiuscola nella cornice (come in “Rispose”, che dovrebbe essere semplicemente “rispose”).
Per farti capire meglio quello che intendo ti riscrivo gli esempi in uno dei tanti modi corretti (e poi ti lascio un link dove puoi scoprire gli altri). Prima però voglio rassicurarti: questo dettaglio non ha influito in alcun modo sul mio gradimento della storia! Ti faccio questo appunto semplicemente perché in passato anch’io ho fatto questo errore – in un contest, purtroppo – e, in caso, conoscere la prassi vigente potrebbe tornarti utile.
1) «Credo di sì…» rispose titubante Albert.
2) «No, mi piace parlare con voi,» disse con tono spensierato, «mi dà la sensazione di aver ricevuto una… missione divina.»
3) «Ha quarant'anni. È un po' più grande di me,» rispose quello con un ghigno divertito.
Il link che ti lascio me l’aveva passato una ragazza sul giardino qualche anno fa: https://www.scritturacreativa.org/wp-content/uploads/2018/01/Punteggiatura-dei-dialoghi-suddivisa-per-case-editrici.pdf
Insomma, io credo di aver parlato fin troppo… e quindi adesso ti saluto. Prima, però, voglio solo dirti che sono tanto contenta di averti letto e di averti incrociato nella catena, perché sei un autore davvero molto valido e interessante.
Ancora complimenti per la bella storia e grazie per averla condivisa.

Sono sicura che questa non sarà l’ultima volta che mi vedrai dalle tue parti… e quindi a presto!

Sofifi

Recensore Master
08/01/22, ore 16:22
Cap. 1:

Ciao eccomi per lo scambio a catena, scusa l'enorme ritardo.
Spero ti ricorderai di me sono passati molti anni dall'ultima volta cui ho recensito una tua storia, ovvero le due sullo slenderman, ricordi?
Sono passata da questa storia perchè mi piacciono le storie sui fantasmi o l'horror, ma sopprattutto mi ha attirato la trama curioso, che questo autista di carri funebri possa parlare con i defunti rende il lavoro meno brutto, noioso e malinconico, penso che un lavoro del genere lo sia molto, ma se puoi parlare con qualcuno tutto cambia.
Trovo molto simpatici e molto chiacchieroni entrambi, beh con un autista così non ci si può annoiare da morto.
Ma quindi chi ha descritto Marco al posto della cugina stronza strizzarape😂?
Mi è piaciuta molto anche la sus storia sul piccolo bimbo fantasma, un racconto davvero triste.
Secondo me si, lui era sincero quando gli dice di avergli dato tutto cio che voleva.
Alla prossima
Ciao Fire

Recensore Master
14/11/21, ore 19:02
Cap. 1:

Ciao! Eccomi qui di nuovo a leggerti, nello stesso giorno.
Ero curiosa di questa storia, per come la vedo io è molto difficile scrivere di questa tematiche un po’ delicata, la morte, l’aldilà, le anime dei defunti, i loro sogni, le speranze infrante.
Insomma doveva essere una storia malinconica invece sei riuscito, magistralmente, a lasciarmi un senso di pace e leggerezza, un animo calmo ecco.
La tua scrittura scorre fluida come un fiume, ma colpisce dove deve colpire e mentre leggevo di Albert e Marco vedevo tutto davanti agli occhi. Molto vivido e coerente.
Mi hai ricordato un romanzo di Neil Gaiman “il figlio del cimitero”.
Ti faccio i miei complimenti, mi piace molto quello che scrivi.
Passerò sicuramente ancora da queste parti!
Ladyhawke83

Recensore Veterano
25/08/21, ore 15:39
Cap. 1:

Ciao eccomi per lo scambio a catena

Ho scelto questa one Shot perché non conosco il resto e non sapevo se era possibile leggerle come originali.

Devo dire che nono stante sia una storia malinconica, mi ha lasciato una bella sensazione, di leggerezza di pace.

Albert è abituato a parlare con i morti, ad aiutarle a passare dall'altra parte anche se non è sempre facile, soprattutto quando si tratta di bambini, o di qualcuno che non vuole accettare la sua condizione. Personalmente credo che non si riesca inizialmente capire se davvero si è morti o no, ma forse deve essere così per tutti.

Alla fine mi ha lasciato una bella sensazione nel cuore, come se Marco dopo aver chiacchierato con Albert se ne sia andato in pace. E l'autista, sapendo di aver compiuto il suo dovere se ne sia andato con un peso in meno sul cuore.

Grazie per questa piccola storiella

E' stato un piacere incontrarti.

Alla prossima =)

Recensore Junior
02/08/21, ore 14:44
Cap. 1:

heylà, qui è Pok che scrive.
Sono davvero in ritardo, lo so, ma i viaggi sono così, scusa.
Sono davvero rimasta colpita dal racconto, scritto bene, con i tempi giusti, nessun errore visibile.
Ho solo una critica, ma è solo di comodità, la dimensione del carattere. Io ho problemi alla vista e la dimensione così piccola mi avrebbe scoraggiata a leggere se non fosse stato per la tua bravura di coinvolgermi.
Trovo l'idea originale, il significato che gli hai attribuito, la delicatezza e riservatezza con cui comunica con i defunti. davvero tutto strutturato bene.
Mi piace che tu abbia preso una storia normale, che tutti potremmo aver vissuto, ma sei comunque riuscito a dargli quel qualcosa in più.
Sarà che non sono sempre attenta ai messaggi tra le righe, ma non mi è parso di capire perchè abbia chiesto di vedere il fiume, e nel caso fosse volontario mi va ben così, non ci è dovuto sapere tutto.
Ho trovato commovente la storia del bambino, anche se mi immagino le scosse che la madre ha avuto se il piccolo si è messo a battere i pugni sulla sua gonna.
Grazie per questa storia, è stata davvero toccante.
Alla prossima.
Pok

Recensore Veterano
21/07/21, ore 00:12
Cap. 1:

ciao!
Sono una fan dello humor nero, ammetto che l’inizio di questa storia mi ha ricordato un libro dove un povero disgraziato veniva assoldato dalla morte per trovare le anime. Detto ciò, Albert è un personaggio amabile, mi aspettavo un plot twist finale in cui si rivelava esso stesso un fantasma.
Ammetto che mi ha messo una certa angoscia addosso, un misto di tristezza e malinconia. Ho irrazionalmente sperato che alla fine fosse tutto un sogno e che Marco fosse ancora vivo. la storia del bambino poi è stata davvero straziante
Di certo Albert è l’uomo più coraggioso e dolce del mondo, un traghettatore con cuore
Una bellissima storia, ti consiglierei di fare una raccolta di diverse storie, sarebbe intrigante
a presto

Recensore Master
27/06/21, ore 15:55
Cap. 1:

Ed eccomi qui, seppure con un ritardo vergognoso, a lasciare la recensione per lo scambio libero del giardino.
La trama mi ha incuriosita da subito così ho deciso di andare in questa storia e devo dire non me ne sono affatto pentita! mi è piaciuta molto, come mi è piaciuta anche l'idea.
Qui troviamo Albert, l'autista delle macchine che portano le bare al cimitero, un lavoro non proprio allegro e facile ma...il suo lavoro viene in qualche modo, quasi alleggerito dal suo dono particolare: quello di vedere i defunti e parlare con loro, in questo modo Albert accompagna le anime nel loro ultimo viaggio prima di raggiungere l'aldilà, parla con loro, ascolta i loro racconti, ma....ogni lavoro e ogni dono si sa ha i suoi pro e i suoi contro, infatti se i pro di questo è il fatto che lui possa parlare con le anime facendo così provare, a loro, qualche minuto di tranquillità e di compagnia, mentre i contro? beh sicuramente quando ti capitano i bambini, come fai ad accompagnare un bambino verso l'aldilà? come fai? aveva una vita davanti e non avrebbe mai dovuto incontrare la morte.
Albert oltre che essere professionale si rivela anche essere un uomo di buon cuore, infatti non solo ascolta le anime e le rincuora come può ma adirittura se può esaudisce il loro ultimo desiderio, cosa che fa infatti con Marco facendogli vedere per l'ultima volta il fiume, anche se questo gli farà allungare il tragitto verso il cimitero, e così Marco, dopo questa lunga chiacchierata si lascia andare verso l'altro mondo, facendo capire ad Albert che ha fatto, anche stavolta, un ottimo lavoro.
Una one shot davvero bella, dal sapore dolceamaro, ma davvero bella e a tratti commuovente, l'idea dell'autista che porta le bare che veda le anime non l'avevo mai sentita finora quindi la trovo originale e diversa dal solito, complimenti.
Lo stile della storia è perfettamente fluido e scorrevole che non ti stanca mai, al contrario ti tiene incollata allo schermo. L'unica pecca è lo scritto piccolo e appicicato che secondo me dà un po fastidio agli occhi dopo un po, quindi ti consiglio di cambiarlo, ma per il resto non ti rimprovero di nulla ^^. Errori di grammatica o di battitura non ne ho visti, apposto.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, continua così e alla prossima, ciaoo.

Recensore Master
17/06/21, ore 10:27
Cap. 1:

Ciao!
Torno fra le tue righe dopo un bel po’ di tempo ma sono stata contenta di beccarti alla catena.
Devo dire che le storie di fantasmi mi hanno sempre affascinato (quelle non troppo spaventose), nonostante sia stata traumatizzata brutalmente dal Sesto Senso ai suoi tempi e, anche se con un po’ di timore, ho optato per questa shot. Sono una grande fan di Ghost Whisperer e, diciamo, che Albert mi ha un po’ ricordato Melinda con la sua missione di accompagnare i morti ad accettare il fatto che siano morti anche se in una maniera più pacata, diciamo.
Il racconto è stato interessante perché, nonostante sia intriso di una forte malinconia (come è giusto che sia), non sono mancati momenti per sorridere un po’ e spezzare il dolore.
Devo ammettere che il timore con cui ho aperto questa shot, si è poi realizzato perché ciò che temevo era tu potessi parlare della morte di un bambino (da quando sono diventata mamma sono ancora più sensibile all’argomento) ma, fortunatamente, è stata solo una piccola digressione anche se, nonostante questo, mi ha veramente fatto male al cuore perché ho sentito tutta la paura del piccolo, il dolore della madre e l’impotenza di Albert.
Penso tu abbia reso molto bene, inoltre, la sintonia fra Marco e Albert che si costruisce man mano, anche grazie a quei piccoli silenzi che ogni tanto calano fra di loro e che ha il suo culmine quando cercano un contatto, proprio come si farebbe fra i vivi. Hai descritto benissimo la malinconia che andarsene via da giovani comporta perché, di sicuro, genera tanti rimpianti su quello che avrebbe potuto essere e mai sarà, come quella fidanzata lasciata per errore o quel lavoro che ci portava via tempo ed energie nonostante non ci appassionasse più. Ho trovato, inoltre, molto bello che Albert si segni su un quadernino i nomi dei defunti, come a voler lasciare a ciascuno di essi un giusto posto nella sua memoria anche se, ti devo dire la verità, la prima volta in cui mi avrei avuto modo di accorgermi di avere lo spirito del defunto sul sedile accanto al mio o qualcuno che parla alle mie spalle in un auto dove, per l’appunto, nessuno dovrebbe mi avrebbe fatto venire un colpo di quelli belli secchi ^^ Ma, mi rendo conto, che Albert in cuor suo di avere questo dono l'ha sempre saputo.
Non ti nego che mi resta un bel po’ di curiosità sul come mai Marco abbia proprio voluto passare lungo il fiume per un'ultima volta.
Ti ringrazio per la lettura e alla prossima
Cida

Recensore Junior
10/06/21, ore 11:32
Cap. 1:

Non ho mai letto nulla di tuo, ma aprendo il tuo profilo mi è caduto lo sguardo su questo racconto grazie alla parola che ne dà il titolo, il cui significato, confesso, ad ora mi è ignoto. Oltre ciò ho trovato l'idea di partenza esplicata nell'introduzione molto interessante, sebbene il mio primo pensiero sia stato qualcosa tipo "orco, che pesante custodire e accompagnare il bagaglio personale di così tanti individui" eheh

All'apertura del racconto la prima impressione che ho avuto su Albert è che sia una persona franca e forse un po' cinica: quanto ti ritrovi a interloquire con dei morti privi della consapevolezza di non esser più in vita, d'altronde, immagino si debba pur esserlo. La semplicità con cui mette subito in chiaro all'ospite del suo carro funebre che non può fisiologicamente mangiare un gelato, dunque, mi ha fatto sorridere.
Presto apprendiamo che il trapassato era piuttosto giovane, ho provato tenerezza di fronte al suo rammarico per l'ultimo incontro/scontro con la cugina. E' sempre dura pensare di lasciarsi così, di non avere più il tempo e l'opportunità per dirsi le cose che più contano, risolvere i non detti o semplicemente dirsi che magari lo pensava davvero che era una "stronza strizzarape", ma che le voleva anche bene.
Tutto il dialogo successivo riprende il clima di quello iniziale: diretto, franco, scorrevole e estremamente naturale. Di questo ti faccio i complimenti: i dialoghi sono una delle cose che più mi mette in difficoltà, quindi quando ne trovo di fatti bene - e con fatti bene intendo che potenzialmente potremmo sentirne di simili nella "realtà" - mi emoziono sempre molto.
Mi è piaciuto l'interesse di Marco, il suo voler apprendere qualcosa sul suo ultimo interlocutore: non è scontato che questo accada, mi è molto più semplice immaginare che di fronte allo sconvolgimento della morte la persona sia molto più concentrata su se stessa e ciò che ha appena dovuto "subire".
Ilare come ad Albert piaccia il silenzio e, paradossalmente, si sia ritrovato a fare un lavoro che di silenzio gliene concede ben poco. Ma in fondo, come ha spiegato, questo inizialmente lui non poteva saperlo.

Ed eccoci qui! Finalmente tocchiamo con mano ciò che ci era stato preannunciato nell'intro e che ancora non avevo percepito fino in fondo: la gentilezza e la cura che Albert ha nei confronti di tutte queste anime, la sua volontà di aiutarle nel passaggio al fine di renderglielo quanto più lieto possibile.
Dalla scena del fiume in poi, all'avvicinarsi della definitiva fine, aumenta anche il senso di malinconia di Marco, che irrimediabilmente lo fa provare anche ad Albert e che, di conseguenza lo fanno provare a me. Il vivace giovane si è incupito e rattristato, mi sarei sorpresa del contrario se non fosse accaduto, ma anche in quel momento, in qualche modo, è riuscito a svincolarsi da quella tristezza che evidentemente non fa proprio parte della sua personalità - o, per come la vedo io, la rifugge.
Ho molto apprezzato il fatto che tu abbia in qualche modo saputo anticipare eventuali dubbi rispetto alla difficoltà e pesantezza del lavoro di Albert - quello che avevo esplicitato già in apertura - affrontando l'argomento in modo diretto nel racconto. Così facendo ci hai dato delucidazioni chiare sulla percezione personale di Albert senza che ognuno di noi potesse avere un'opinione in merito dovuta esclusivamente al "come mi sentirei se".

Confesso che a questo punto del racconto, di fronte alla storia del bambino, un pochetto mi si è spezzato il cuore. Ho dato un paio di esami sulla psicologia di fine vita e l'unica conclusione certa che posso trarne è che non è mai facile. Non lo è per chi resta, coloro su cui come psicologi abbiamo la possibilità di lavorare. Ma sono piuttosto sicura che non lo sia nemmeno per chi va e, nella parentesi del tuo racconto, all'interno del quale abbiamo uno scorcio proprio su questo tema, sposiamo il medesimo pensiero.
Giungo al termine e il viaggio di Marco finalmente termina. Percepisco io stessa un senso di vuoto e quasi di impotenza di fronte alla sua definitiva dipartita. La conclusione semplice e pulita, il vedere Albert che prende un'agenda e vi segna sopra il nome dell'ennesimo individuo incontrato per un momento assai breve, ma intenso, mi è piaciuta davvero tanto.

Per quanto riguarda la scrittura - non avendo mai letto qualcosa di tuo voglio spendere due parole super basic in merito -, scorre rapida, soprattutto grazie al ritmo incalzante dovuto ai tanti dialoghi quasi "botta e risposta" che vengono sostenuti da un raccontato che ben si equilibria con tutto il resto senza mai appesantirlo (mi fa sorridere questo, perché spesso e volentieri è proprio ciò su cui pecco io quando scrivo ahah). Inoltre, in entrambi i tipi di narrazione si scorgono informazioni sui due protagonisti, sulla loro vita e personalità, dandoci, così facendo, la possibilità di empatizzare, comprenderli nelle sue scelte e nei comportamenti e apprenderne le varie sfaccettature. Hai saputo rendere al meglio le loro personalità rendendo il racconto estremamente scorrevole, interessante e mai noioso - cosa non scontata visto che si tratta di una storia con solo due personaggi di rilievo e praticamente nessuna azione vera e propria al di là di quelle che i protagonisti narrano.

Ti segnalo un paio di accorgimenti:
- "E dire che quando aveva deciso di fare quel lavoro pensava che avrebbe rischiato di essere addirittura noioso! Poi aveva scoperto di riuscire a vedere le anime di chi non c'era più, e da quel momento aveva cominciato a vivere quel lavoro diversamente" --> puoi tranquillamente ommettere il secondo "quel lavoro", visto che è già stato nominato nella frase precedente e riferirti a esso semplicemente con "viverlo"
- Il cofano è quello davanti che contiene motore e quant'altro, sicuramente i due uomini eleganti non potranno sfilare la bara da lì, bensì dal bagagliaio ahah

Sono contenta di averti letto,
a presto,

Bongi!

Recensore Veterano
08/06/21, ore 16:22
Cap. 1:

Ciao! 
Non credo di aver mai letto niente di tuo, ma sono molto contenta di aver rimediato in quanto questa storia è veramente una chicca. 
Mi piace come la figura di Albert venga rappresentata come quella di un Caronte umano, dei giorni nostri, che scopre da piccolino il suo talento paranormale e da lì, senza nemmeno averlo veramente preventivato, finisce a fare effettivamente il traghettatore dell'ultimo viaggio delle anime dei defunti. 

Il ritmo della narrazione l'ho trovato, nonostante ci sia comunque un giovane defunto (viene fatto intendere che Marco ha meno di quarant'anni), estremamente leggero; traspare una singolare sensazione di tranquillità nell'interazione tra Albert e Marco, nel modo in cui parlano durante quest'ultimo tratto che mi ha colpita molto perché i temi (la morte, il rimpianto come il rimorso, la nostalgia e l'inevitabilità che pervadono il racconto) sono tutt'altro che leggeri e ci sono stati diversi momenti che mi hanno colpita come le differenti reazioni dei defunti, lo straziante pianto del bambino che non comprende perché non può andare dalla madre, il momento dell'ultimo inevitabile saluto. 

Il fatto che Albert si annoti i nomi dei defunti che accompagna su un taccuino, per preservarne la memoria è stata la stoccata finale a una OS davvero ben strutturata e che, a mio avviso, ha un potenziale nel suo protagonista e nel suo dono (o maledizione? Immagino dipenda dalle circostanze) davvero notevole. 

Altra cosa che ho apprezzato è questo 'prendere la scossa' quando tocca l'anima di Marco: è una cosa che dà l'impressione di un confine che non andrebbe valicato ma davanti al quale Albert, che prende molto sul serio il suo ruolo, non si tira indietro. 

Per cui ti faccio i complimenti perché è stata davvero una piacevole scoperta e ho trovato il tuo stile molto pulito!
A presto e scusami per il ritardo con cui sono passata,
Arlie

Recensore Junior
23/05/21, ore 12:33
Cap. 1:

Ciao carissimo, eccomi qui per lo scambio!

Questa è stato un colpo basso: ho letto questa storia proprio oggi, dopo aver sognato stanotte vento e luci che si accendevano e si spegnevano a intermittenza (a cui solitamente si associa uno spirito che cerca di parlarti; e premetto di non credere molto ai sogni); davvero, dopo questo potrei credere davvero ai sentieri presenti in AOT e al fatto che facciano di tutto per condurti a un determinato momento!

Prima cosa per cui ti applaudo è il titolo: il richiamo a Caronte, di cui Albert ne fa le veci! È così intuitivo, ma geniale!

Io amo questo tema della morte e dell'esistenza, mi è sembrato di vivere la storia direttamente dall'interno!
Se ne percepisce l'empatia, l'impotenza, la tristezza e i rimorsi che ogni essere umano, vivo o morto che sia, porta con sè durante il suo viaggio: tali sensazioni si percepiscono soprattutto quando Marco chiede di passare al fiume (perchè mi ci sono rivisto: personalmente prima di andarmene chiederei di vedere un'ultima volta il mare), o quando racconta del bambino (con il lavoro che faccio fortunatamente non vedo molta gente morire ma provo le stesse sensazioni di impotenza quando, ad esempio, faccio riabilitazione a un bambino in carrozzina e ti chiede perchè non può giocare a pallone).

Ho la certezza che a queste domande sapremo dare una risposta solo quando sarà il nostro momento ma, nel mentre, possiamo avvicinarci alla nostra verità e possiamo farlo anche attraverso storie come questa; ho seriamente i brividi e gli occhi lucidi (non so dirti se per l'ultimo periodo pesantissimo o meno, ma intanto a te il merito di avermi punto emotivamente).

Alla prossima!

Recensore Veterano
22/05/21, ore 11:26
Cap. 1:

Ciao, ed eccomi qui a lasciarti la prima delle recensioni dovute dallo scambio.

Dunque: avendo avuto esperienze simili, apprezzo particolarmente i protagonisti o comunque i personaggi che riescono a parlare con i fantasmi: mi affascinano sempre questo tipo di storie e mi immergo con piacere nella loro trama. Ma veniamo alla tua storia.

Mi è piaciuto molto lo scambio di battute tra Albert e Marco, ho ben compreso il rapporto tra il fantasma e il suo "Autista" o, come li chiamo sempre io, il suo " tramite ", da ciò che ho compreso. Mi ha rattristato davvero parecchio il finale con l' ex di Marco distrutta dal dolore, povera donna, mi sono sentita davvero triste per lei e non mi è piaciuto per nulla l'atteggiamento della zia, che non si è neanche presentata al funerale. Sarà, ma l'ho trovata decisamente vergognosa.

La scossa dovuta al contatto di un fantasma con un vivo, non me la sarei mai asptatta: ottima trovata!

Nulla, la recensione si conclude qui e spero davvero che potremo scambiare nuovamente. Alla prossima!

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