IV
QUARTO POSTO, CON UN TOTALE DI 49/55
Anima nera, di Setsy/meiousetsuna
Grammatica e Stile: 9/10 (media tra 9,5/10 di g. e 8,5/10 di s.)
La grammatica è precisa come sempre, ma ho trovato alcuni errori di distrazione.
“ovunque sei e tutto riempi” – doppia spaziatura -0,10
“ed Datore” – “e Datore” -0,10
“l’unica ≈≈per la quale” – qui devi aver avuto un problema tecnico, ma è sparita una parola -0,20
“così facile” – manca il punto -0,10
Il punteggio è quindi 9,5/10.
Così come la grammatica, anche lo stile si è riconfermato a buoni livelli. Nonostante ci sia qualche imprecisione, sai che amo molto il modo in cui scrivi anche nelle storie più lunghe: hai la rara capacità di riuscire a descrivere tutto nei dettagli senza mai risultare pesante o noiosa, e anzi, le tue descrizioni risplendono quasi di luce propria, e non sto esagerando! Sia che si tratti di ambienti sontuosi come le stanze degli zar, sia che l’atmosfera sia oscura, riesci a coglierne i tratti principali e a porli come protagonisti. Tuttavia, proprio a questo proposito devo porti una critica sulla suddivisione in paragrafi: per esempio, quando su parla dell’arrivo di Rasputin a corte, un secondo prima descrivi i pensieri dello zar adottando un punto di vista interno, mentre subito dopo passi a una descrizione dell’ambiente senza alcuno stacco. La stessa cosa si ripete poi qualche riga più in basso, dopo aver raccontato della guarigione di Aleksej: sarebbe bastato un semplice punto e a capo per differenziare le diverse parti, visto che il cambio di tono comunque si nota, ma così sembra proprio brusco e per un attimo sembra che la prospettiva non sia cambiata (cosa impossibile, poiché qualcuno che vive abitualmente in quell’ambiente non si metterebbe mai a descriverlo in modo così dettagliato).
La punteggiatura è sempre sul pezzo, riesci sempre a scandire il ritmo dei dialoghi in modo perfetto e a gestire la prosa con fluidità. Ho notato un leggero abbondare di punti virgola, che in alcuni casi avrebbero potuto essere sostituiti con i due punti (soprattutto quando la subordinata o coordinata successiva approfondisce il significato della principale, come ad esempio qui: “Ricordati questo, potente Zar; sono il solo…”). La cosa però è molto marginale, e non ha assolutamente influito sulla grande bellezza di questa lettura.
Anche la seconda parte, più carica di “nero”, di tensione e di riflessioni, dà la possibilità al lettore di immergersi profondamente all’interno della storia, percependo fino in fondo i dubbi, i rimorsi e la profonda inquietudine degli aguzzini del monaco, anche se soprattutto dopo la sua dipartita definitiva. L’alone di mistero è ben percepibile, procedendo con la lettura si sente proprio questo “peso” che incombe. Ho solo un dubbio, e riguarda una frase di cui non ho ben capito il significato: “invece di perderla?” – credo che dovrebbe essere “invece di farla perdere?”, dalla costruzione della frase sembra che Rasputin “perda” la Russia, e non è certo possibile. A meno che non intendessi dire che l’intera Russia era “sua, sotto il suo controllo”, ma nel contesto è molto poco chiaro. Sono stato indeciso se segnalarlo qui o in grammatica, ma visto che prendendo il significato meno in vista non ci sarebbe alcun errore, ho deciso di fare così. A parte questo la storia è scritta divinamente, puoi cambiare qualsiasi genere ma non ti smentisci mai!
Trama e Originalità: 9,75/10
Parto con una considerazione valida sia per questo, sia per il prossimo parametro: scrivere una oneshot senza adottare un unico punto di vista, interno o esterno che sia, ma scegliendo di volta in volta di entrare e uscire dalla testa di un personaggio diverso, lasciando che ognuno racconti la sua parte di storia, è un grandissimo rischio. Per quanto riguarda il parametro della trama, però, hai fatto un ottimo lavoro: la storia si costruisce un pezzo per volta, con paragrafi che si collegano e si intrecciano in una spirale che, a partire dalla luce del mattino riflesse sulla neve candida all’inizio, scende fino al nero più profondo. Questo gioco di richiami mi ha davvero colpito, soprattutto a lettura ultimata: in particolare ho notato che il fulcro della storia è stato “come è visto Rasputin dagli altri?” e ho apprezzato moltissimo questa scelta, che ha permesso di sviscerarne ottimamente ogni aspetto (approfondisco più in basso).
L’unica, piccola, pecca di questo parametro è l’originalità, visto che Nicola II, sulla sua famiglia e sul loro rapporto con Rasputin si è scritto davvero di tutto: tuttavia ho deciso di penalizzarti il minimo indispensabile per questo aspetto, in quanto hai rielaborato la vicenda in modi molto interessanti, aggiungendo dettagli che non si ritrovano quasi mai in questi racconti. Ne sono esempi la prima scena, in cui racconti il ritrovamento del corpo del monaco sulle rive della Neva e la processione delle anziane religiose per trarne delle reliquie, le profezie descritte in modo così approfondito e richiamate più volte, oppure la scioccante descrizione della “confessione” della zarina con il monaco, che pur descrivendo una volta sola riesci a far apparire come un rituale ormai consolidato da anni.
Il finale è stato d’effetto: nulla di innovativo o mai visto, ma, così come la storia era iniziata con la morte di Rasputin, mostrare la sua immagine infernale che perseguita i congiurati è l’unica chiusura possibile, perfettamente in linea con le atmosfere sempre più scure della storia. Davvero complimenti.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 9,5/10
Questo parametro è quello su cui mi sono ritrovato più in difficoltà per quanto riguarda la tua valutazione. Riprendendo quanto ho detto in precedenza, infatti, la caratterizzazione di tutti i personaggi della storia gira intorno a quella di Rasputin, e si sviluppa tramite quello che ciascuno di loro prova per il monaco, o riceve da lui. Partendo proprio da Rasputin, quindi, ritengo che, per come è impostata la storia non avresti potuto descriverlo meglio: sei riuscita infatti a mostrare non solo il suo lato più conosciuto, quello di santone che è riuscito a influenzare la famiglia imperiale in modo sempre più crescente, ma anche l’impressione che tutti gli altri hanno di lui (i militari, i nobili, il popolo…). Ho notato proprio un ampliarsi della prospettiva, che inizialmente è ridotta, e si limita all’indifferenza a all’avere una cattiva impressione, e che cresce sempre di più a mano a mano che si procede nell’oscurità, giungendo fino all’immagine demoniaca posta in conclusione. Per quanto riguarda gli altri personaggi, li ho trovati tendenzialmente di contorno, soprattutto Lukin e Gorkij nella prima parte, Dimitrij nel finale e, a dire il vero, anche la zarina Aleksandra, di cui mostri solo la disperazione materna, la religiosità e il rapporto morboso con il monaco: tuttavia non mi sento di criticare questa scelta, perché hai ottenuto proprio l’effetto che (credo) volevi: Rasputin è il centro, e risplende di luce propria, quel bagliore di fiamme azzurre e demoniache che vive nei suoi occhi, e tutto il resto, che sia ombra o luce, scompare!
Sono descritti maggiormente solo due personaggi secondari, secondo me. Il primo è lo zar che, anche grazie al punto di vista della zarina (e non solo al proprio), assume spessore, sia nella definizione del suo rapporto con la moglie, sia nella sua personalità di sovrano tormentato dalla malattia del figlio e dai venti di guerra e di rivolta che sconvolgono l’Impero (in questo, la profezia ha fatto tanto). Tuttavia, per lui come per gli altri, ho trovato l’introspezione un po’ troppo Rasputin-centrica, se mi passi il termine: come ho detto sopra l’effetto era voluto e mi ha colpito molto durante e dopo la lettura, ma, secondo me, qualche piccolo approfondimento in più, per esempio sulla malattia di Aleksej (a cui ti riferisci solo in relazione al monaco o alle descrizioni ambientali) ci sarebbe stato molto bene. Piccoli riferimenti che, invece, ho ritrovato nel protagonista indiscusso della seconda parte della storia, ovvero Felix: di lui delinei i dubbi e le incertezze nella realizzazione del piano per l’assassinio di Rasputin, gli intoppi nell’attuazione e la sua inquietudine sempre crescente, e infine il rapporto omosessuale con Dimitrij, che non solo è storicamente vero, ma che sei anche riuscita a riprodurre in modo molto verosimile all’interno del contesto storico e dell’azione criminale. In particolare questa frase mi ha colpito moltissimo: “…principe, che non avrebbe mai ammesso di desiderare un abbraccio dal suo innamorato, in quel momento”, è riuscita davvero a superare l’aspetto criminale e formale per giungere a quello umano. Davvero complimenti, in meno di metà storia sei riuscita a far risaltare questa personalità, grazie a un’introspezione che per la prima volta nell’intero racconto è salita in primo piano. Complimenti!
Bonus: 8,75/10
Contesto – Belle Époque/Prima Guerra Mondiale: Le vicende legate all’ultimo Zar di Russia e alla sua famiglia sono tra le più note riguardanti il periodo della Prima Guerra Mondiale, per cui direi che non ci sono dubbi. 2,5/2,5
Sottogenere – Noir: Sono stato molto indeciso sul punteggio da assegnare a questo parametro. Mi spiego meglio: il genere noir analizza un’azione criminale da un punto di vista diverso da quello del giallo classico e mostra i tormenti del protagonista, cosa che nella seconda parte della storia hai fatto ottimamente. Tuttavia, l’improvviso cambio di prospettiva rispetto alla prima parte non ha giocato a tuo favore, e in una visione generale dell’intero scritto il noir tende a passare in secondo piano rispetto alle vicende di Rasputin alla corte reale e alla scena iniziale della raccolta delle reliquie, che hanno più i tratti del “romanzo nero” inteso come mistero di origine soprannaturale. Pertanto, non posso assegnare più di metà del punteggio. 1,25/2,5
Oggetto – Veleno: La tentata uccisione di Rasputin col veleno è stato uno dei momenti salienti della storia, che hai analizzato in modo molto approfondito dal punto di vista dei colpevoli e di cui hai anche tratteggiato le conseguenze, sia psicologiche sia materiali. 2,5/2,5
Luogo – Corte o Palazzo Reale: Le descrizioni che hai fatto della corte, sia più in generale che per quanto riguarda le stanze private dello Zarevic, sono state molto approfondite e coerenti al contesto storico. Inoltre, la maggior parte delle scene del racconto si svolgono proprio in questo ambiente. 2,5/2,5
Titolo: 3/5
Il titolo mi ha convinto solo a metà. Innanzitutto, l’ho trovato coerente con il testo presentato, in quanto non solo lo nomini all’interno del testo, ma analizzi in profondità l’oscurità dell’anima di Rasputin, sia in quanto tale, sia nella percezione che ne ha chi lo circonda. Inoltre è anche presente una frase particolare, ovvero “quella notte – bianca di neve e nera nell’animo – era perfetta” che prova a dare al titolo un altro livello interpretativo, riuscendoci tuttavia solo a metà: a mio parere, infatti, quest’immagine contrastata avrebbe potuto essere sfruttata meglio anche in questo parametro, non lasciando passare soltanto l’ombra, che pure è predominante. Infine, mi dispiace molto dirlo, ma il titolo che hai scelto non è per nulla originale se preso singolarmente, e non mi avrebbe invogliato a leggere la storia: anzi, se non ti conoscessi probabilmente non l’avrei neppure presa sul serio, visto l’abbondare di frasi del tipo “angelo bianco dall’anima nera” su tutti i social network. In ogni caso il punteggio resta comunque medio poiché ho trovato una buona connessione tra il titolo e il testo.
Gradimento Personale: 9/10
Questa storia, cara Setsy, mi ha proprio stupito, anche se le tue originali hanno sempre degli assi nella manica. Di Rasputin è stato detto tutto e il contrario di tutto, eppure tra le righe sono riuscito a coglierne una tua versione, che strizza l’occhio al soprannaturale e al mistico ma senza entrarci completamente, lasciando che tanto i personaggi quanto il lettore ne siano turbati e affascinati al tempo stesso. Mi avevi avvertito che la blasfemia ci sarebbe stata, ma di certo non pensavo a questo punto! Ti giuro che mi hai lasciato sulla sedia come una statua di sale, anche perché una cosa del genere non l’avevo mai letta, e ci mancherebbe… ma l’ho apprezzata, perché aveva il suo significato e la sua coerenza all’interno del racconto e del contesto storico, non è certo stata una mera trovata d’effetto. Come ti ho segnalato in precedenza ci sono stati degli elementi che non mi hanno convinto del tutto, ma non per questo la lettura ne è stata penalizzata. E poi, lo sai, scrivere di Russia in un mio contest è proprio invitarmi a nozze. Complimenti, ti ammiro sempre quando decidi di metterti alla prova e anche questa volta hai fatto un ottimo lavoro! |