Recensioni per
Perdonami
di dirkfelpy89

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/05/21, ore 14:32
Cap. 1:

Valutazione per il contest "Storie alfabetiche" – Vincitore Premio LadyPalma per la storia preferita del giudice

Grammatica e stile: 7.9/10 (grammatica: 3.4/5 + stile: 4.5/5)

non il solito stronzo che pupullano queste spiaggie – mancata concordanza soggetto (solito stronzo) e verbo plurale (pullulano). Avresti potuto riformulare con “Non il solito degli stronzi che pullulano queste spiagge”. -0.5
pupullano -> pulullano, refuso immagino -0.1
spiaggie-> spiagge -0.2
e a questi punti vorrei solo che la mia fine fosse veloce -> si dice “a questo punto” -0.3
e non piangendo a dirotto mentre scrive una stupida lettera del cazzo – non ho capito il perché dello slittamento di quel “scrive”, deve restare “mentre scrivO” -0.3
Evidenzio inoltre un altro problema che tornerò ad affrontare anche dopo. I tre punti di sospensione funzionano, talvolta come punti: ciò significa che quando legano due termini o una stessa frase logicamente connessa va bene la minuscola dopo, altrimenti ci vuole la maiuscola.
Nel caso specifico: rimarrà sepolta in questa maledetta trincea per l'eternità a marcire insieme ai nostri resti… ma devo pur passare il tempo. -> la frase dopo i puntini di sospensione è connessa alla prima come avversativa. La minuscola va bene.
Scusami se tante volte sono stato un marito assente e sicuramente non perfetto, scusami se non sono stato un buon padre, se tante volte ho fatto piangere mio padre o mia madre... vorrei scrivere a loro in questo momento ma proprio non ce la faccio -> Con “Vorrei” inizia una frase totalmente slegata, quindi ci sarebbe voluta la maiuscola.
A livello grammaticale, questo errore avviene in tutto cinque volte. Ti scalo -0.5.
Passiamo allo stile. Devo dire (perdonami il gioco di parole) che ci sono molte cose da dire e inizio dicendoti che l’ho apprezzato molto. Ci sono alcune “regole” che in definitiva mi sento di consigliare e che mi ritrovo normalmente a preferire, tuttavia qualsiasi scelta stilistica va sempre adattata alla storia. Questa premessa per dirti che – nonostante alcuni periodi lunghi, nonostante l’assenza di una punteggiatura varia, nonostante l’abbondare di puntini di sospensione – lo stile funziona. Infatti, ci presenti una lettera e tutte queste scelte ricalcano quello che vuole essere uno stile epistolare, un genere in cui fluisce la coscienza, in cui si entra in una sfera intimistica e si fa meno attenzione agli orpelli. Insomma, ho trovato una perfetta corrispondenza della tua scelta stilistica con quella che è la voce del protagonista. Tutte le scelte che normalmente mi farebbero storcere il naso risultano qui invece adeguate e giuste. Non mi sento, infatti, di consigliarti nel caso specifico di inserire punti e virgola o troppi due punti.
Gallipoli, prima di questa guerra neanche sapevo esistesse un luogo con questo nome, neanche sapevo dove fosse la Turchia, neanche sapevo sarei morto a ventitré anni. Qui ad esempio avrei preferito un due punti, ma non mi sento di dire che suona male rispetto a tutta la storia e al far “emergere” la voce in prima persona in una lettera. La frase si capisce ugualmente bene.
Il lessico va anch’esso bene: ci sono termini tecnici del mondo della guerra, espressioni dure, ma anche gergali e parolacce – un soldato nel Novecento potrebbe scrivere così alla sua amata.
Le cose non mi hanno convinta, tuttavia, sono un’eccessiva ripetizione degli aggettivi dimostrativi (ben 7 solo nel primo paragrafo) e alcuni periodi che avrei “snellito” per evitare troppe frasi paratattiche in un solo periodo – anche se, ripeto, non stonano come normalmente farebbero per via dell’impostazione epistolare.
In conclusione, il genere è rispettato e le scelte stilistiche sono coerenti con esse. Per me hai fatto un ottimo lavoro.

Titolo: 2.5/3
Il titolo è azzeccato con il tono della storia e anche con il contenuto della lettera e il suo messaggio. Tuttavia, l’ho trovato un po’ troppo semplice e “debole” rispetto alla portata generale. È solo per questo motivo che ti ho scalato un mezzo punto, in un certo senso perché non è all’altezza dell’intero testo e avrei preferito qualcosa di più particolare e accattivante.

Trama e personaggi: 10/10
Qui mi hai sicuramente convinta. La scelta del genere (epistolare) si rivela vincente, come dicevo, anche per il contenuto: la trama fluisce interamente nelle parole del soldato, così come il suo personaggio – e i tanti personaggi che ruotano attorno a lui (soldati come lui, affetti che si è lasciato dietro).
Sei riuscito a dare voce non solo al tuo protagonista, ma anche a tanti altri attori silenti attraverso dei dettagli (e non pochi!). hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione sia nell’introspezione, sia nel “catturare dettagli” per parlarci degli altri: ecco Margaret che provava a trattenerlo, ecco McGreen che non è stronzo come gli altri e soffre della guerra (come si evince dalla cronaca dell’episodio). L’introspezione della voce narrante è intanto indagata molto bene, facendo filtrare gli avvenimenti presenti insieme ai sentimenti e anche alla consapevolezza di quello che dovrebbe pensare. Ho trovato riuscitissimo questo passaggio: Perdonami se uso questo linguaggio così crudo, perdonami se magari questa lettera ti farà vergognare di me, se non cerco di tirarti su di morale, se non dedico a nostro figlio i miei ultimi minuti di vita ma proprio non ci riesco. Qui secondo me lo hai reso particolarmente vivo. Hai fatto cenni al figlio – non lo dimentica – però la lettera non si riduce (non può proprio farlo) a qualcosa di positivo… perché c’è la morte, c’è la paura, c’è l’orrore che cancella quasi tutto.
Mi è piaciuto poi il modo in cui hai distribuito il racconto: è appunto una cronaca di quello che accade, ma anche dei rimpianti e delle paure di chi capisce che ormai si è giunti al capolinea. La divisione in paragrafi è perfetta perché cuce insieme momenti diversi, un tornare a distanza di tempo sulla stessa lettera con nuovi momenti da scrivere e nuove sensazioni da confidare. È uno spaccato di vita (e di morte) che si conclude con la fine fuori scena ma intuibile che quel soldato non farà mai ritorno. Non manca nulla e – dal momento che manca una voce “gradimento personale” – ti dico qui che ho appezzato soggettivamente davvero tanto la lettura.

Svolgimento della traccia: 8/10
Qui, purtroppo, devo riprendere il discorso dei punti di sospensione. Dal momento che, come ti dicevo, in cinque momenti hai usato i puntini di sospensione come “escamotage” per continuare il periodo, senza che questo fosse corretto da un punto di vista grammaticale, il problema è che ci sono cinque frasi in più delle ventuno richieste. Dato che non mi piace sollevare la problematica senza offrire un consiglio di soluzione, ti dico che: avresti dovuto o tagliare le parti dopo i puntini di sospensione, o legarle concretamente (con un’avversativa per esempio) oppure ancora scegliere un segno di punteggiatura non netto come il trattino indipendente o il punto e virgola. La scelta dei puntini di sospensione non è un problema di stile: è un problema di collegamento alla consegna.
Per questo motivo (queste cinque frasi in più) ho scelto di toglierti due punti di penalità.
Me ne dispiace molto, specialmente perché – se non considero ora la problematica – e valuto l’inizio delle 21 frasi da te concepite tutto risulta ben sviluppato. Mi è piaciuto come hai usato soprattutto il classico meccanismo da lettera: “Amata” come inizio, l’intestazione finale “Zahary Mountgray” come conclusione appunto, ma anche “scusami” e “ti prego”. Ben usati anche gli inizi con i cognomi dei personaggi che iniziano l’azione e, da ultimo, quel “Fanculo” secco e asciutto che spezza il flusso trasmettendo rabbia. Hai fatto un ottimo lavoro di aderenza ritmo-stile-genere-contenuto. È davvero un grande peccato per le penalità.

Totale: 28.4/33

Recensore Master
16/04/21, ore 23:26
Cap. 1:

Ciao e piacere di conoscerti! Anch'io partecipo al contest "Storie Alfabetiche" e come mi riprometto sempre di fare, eccomi a dare un'occhiata alle altre storie partecipanti. Che dire, l'argomento è tosto, l'espediente della lettera in cui il personaggio riversa i propri sentimenti è una buona scelta, purtroppo però devo dire che il risultato mi lascia qualche perplessità. Ho faticato un po' a leggere questa lettera come se fosse stata scritta effettivamente nel 1915: il linguaggio è eccessivamente moderno e non ricalca lo stile epistolare del tempo, sicché la lettera pare scritta oggi, e non più di cent'anni fa. A risultare (secondo me, ovviamente) fuori contesto sono espressioni come "fanculo", "il solito stronzo", "stupida lettera del cazzo", tipiche di un parlato contemporaneo e che forse neppure noi, oggigiorno, metteremmo per iscritto in una lettera alla persona amata. Non dico che espressioni del genere, o equivalenti, non si usassero già nel 1915, ma sicuramente mai le avresti trovate in una lettera, visto che allora più di oggi ci si atteneva ai dettami dello stile epistolare classico. Mai e poi mai, per di più, posso immaginarle dirette a un'interlocutrice donna, in particolare a una moglie.
Spero mi perdonerai la sincerità, ma davvero, nel leggere, ho avvertito qualcosa che strideva, e sarei stato poco onesto a non fartelo presente. Il testo comunque ci aiuta a entrare nella mente di un uomo che si sente prigioniero di eventi che paiono inarrestabili, e in questo i suoi sentimenti diventano universali: sono il grido dell'uomo di fronte all'ineluttabilità del proprio destino, tema che percorre, letterariamente parlando, tutto il Novecento. L'espediente della lettera ben si presta a dar voce al sentimento più intimo di chi scrive, e quindi a questo grido che sorge spontaneo di fronte a qualcosa di ingiusto che non si può tuttavia evitare.
Leggo nelle note che questo è il tuo primo esperimento di storia originale: ti faccio allora un grande in bocca al lupo sia per il contest che per le tue prossime storie! A presto!

Recensore Veterano
31/03/21, ore 11:46
Cap. 1:

Ciao dirk,
sto leggendo tutte le storie partecipanti al contest di Lady Palma e devo dire che la tua mi ha commossa.
Partendo dal presupposto che le tue righe racchiudono tutti i generi che amo, non è stato affatto difficile coinvolgersi pensando che lettere come questa siano state sul serio scritte da soldati consapevoli di poter morire di lì a qualche ora, da soldati ben coscienti del destino al quale stavano per andare incontro e che - al tempo stesso - non potevano far nulla. Chissà se la lettera di Zachary è poi giunta a destinazione dalla sua adorata Margaret, oppure se è rimasta a marcire lì coi suoi resti... e chissà quante epistole hanno fatto davvero questa fine, depositarie di parole mai giunte a destinazione...
Ho notato qualche refuso, ma voglio davvero complimentarmi con te perché hai scelto di trattare un tema veritiero e capace di far riflettere, adattandolo a un bellissimo contest che, effettivamente, si addice molto a un testo epistolare.
A presto e in bocca al lupo ;)

Recensore Junior
18/03/21, ore 11:52
Cap. 1:

Ciao :D
Finalmente sto recuperando qualche altro lavoro partecipante al contest ^^
L'idea della lettera è davvero geniale e commovente. Un uomo che deve mostrarsi forte con i suoi soldati, ma che si apre e lascia trasparire la sua paura con la moglie. Molto tenero...
Sinceramente alcune frasi le avrei interrotte con un punto, ma capisco l'esigenza particolare del contest (infatti il mio testo è venuto cortissimo eheheh 🙈).
In ultimo, se posso, una frase sola mi ha un po' stonato (ma non è un errore, solo gusto personale):
Quando lui dice "[...] rimarrà sepolta in questa maledetta trincea per l'eternità a marcire insieme ai nostri resti… ma devo pur passare il tempo."
Io gli avrei fatto dire qualcosa più del tipo "[...] ma devo pur attaccarmi a una qualche speranza." Oppure "[...] ma mi piace essere ingenuo per un'ultima volta e sperare che non sarà così."
Non so se hai capito cosa intendo... il fatto che scriva solo per passare il tempo mi è sembrato un po' strano...
Per il resto rinnovo i miei complimenti e ti faccio tanti in bocca al lupo per il contest! :)