Mio caro prolifico Francesco, sempre e immancabilmente sulla breccia di questi tempi che stiamo vivendo e dei quali tu poni gli accenti più vari per risvegliare o attenzionare le nostre coscienze di semplici lettori.
Nelle tue parole questa volta ho scorto un tuo accorato appello a non incappare nella trappola della solitudine, che tende a farci il vuoto intorno, ammantando le nostre menti di nebbia, in cui non siamo più in grado di distinguere il tempo che stiamo vivendo. Uno sguardo al passato che ci permetta di vedere che siamo pronti a lottare ancora, lasciando da parte quei silenzi lugubri che, se non ben affrontati, potrebbero condurci a cadere in un limbo fatto di nulla.
Versi i tuoi che, a seconda della sensilbiltà del lettore, possono avere svariate chiavi di lettura e a me hanno fatto giungere a queste conclusioni.
Un augurio per un sereno pomeriggio, oggi che è anche la festa del papà. |