Recensioni per
Dannato figliol prodigo
di Freya_Melyor

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
27/04/21, ore 15:10

Seconda classificata al contest "Eroi tragici nel mondo magico" 

Grammatica e stile: 9.9/10

La grammatica è impeccabile, non ho trovato nessun errore o svista.
A livello di stile, c’è una frase che non mi ha convinta del tutto.
«Questa volta sarà normale». Lo sputò con astio, sibilandolo quasi.
Secondo me si perde un po’ il complemento oggetto della frase, che immagino sia “normale”, che lo sottolinei anche in corsivo. Io, personalmente, non avrei messo il punto dopo il discorso diretto, così lo sputare sarebbe stato collegato direttamente a quella parola finale. Oppure, alternativamente, non avrei messo “normale” in corsivo, ma lo avrei ripetuto dopo il punto. Normale, lo sputò con astio, sibilandolo quasi. Ma è davvero un’inezia.
Per il resto ho trovato lo stile molto adeguato, adatto, carico sì (per le richieste del contest), ma con dei termini semplici, che descrivono molto terra terra la situazione senza romanticizzarla.
Coerente e corretta anche la suddivisione grafica, mettendo uno stacco tra ciò che succede e il racconto del passato, in cui Eileen ripercorre la sua storia sofferta con Tobias e l’amore che ha deposto in Severus. Dà l’idea di continuità, come uno stacco necessario per spiegare, ma poi ritorno brusco e duro al presente.
Mi è piaciuta anche quell’impennata di tensione quando ripeti “Quel figlio” verso la fine, prima della citazione riportata in corsivo. Rappresenta secondo me il momento più denso e carico della storia, anche più del momento della violenza, anche più del momento in cui lei beve la pozione, è veramente il picco perché lei senza remore, già lo definisce figlio. Anche se era a malapena un ammasso di cellule, quel ripetersi di figlio lo sottolinea, non ho potuto far altro che apprezzare!

IC dei personaggi: 5/5

Allora. Su questo punto dobbiamo fare una sorta di riflessione. Si può parlare di IC di Eileen e Tobias? Sono due personaggi che vediamo accennati, a malapena tratteggiati, che sono serviti alla Rowling per dare un contorno al passato turbolento di Severus Piton. Eppure, è canonico nel suo mondo che Tobias fosse un uomo violento, e che la moglie ci è rimasta insieme, proteggendo il figlio. Non è facile quindi, dare una caratterizzazione coerente con il canon avendo così poche informazioni. Quindi ho apprezzato il dettaglio di Tobias che è violento anche perché non accetta la magia della moglie, ho apprezzato particolarmente il suo essere stolto nella sua ignoranza; si fa muovere dal bisogno di avere un figlio non normale, è violento senza nessuna giustificazione ed è il classico “marito-padrone” di cui – purtroppo – si sente anche fin troppo parlare. L’ho trovato realistico, ecco, credibile nelle sue comparse e nel racconto di Eileen. Anche Eileen l’ho trovata ben caratterizzata nel suo dolore, nel modo in cui ha preso e lasciato tutto per andare nel mondo babbano (tra l’altro, estremamente coerente con il mito, ma questo ci arriveremo).
Quindi mi è piaciuto il modo in cui hai preso questi personaggi, così marginali, e hai dato loro uno spessore, una caratterizzazione ben riuscita!

Attinenza al tema (tragicità, pathos) e uso del pacchetto: 15/15

Sono contenta che tu abbia partecipato al contest con questa storia, perché credo che tu sia riuscita a cogliere in toto il senso del contest. Infatti, hai giocato molto con lo stile per raggiungere quel tono di drammacità e pathos che mi aspettavo dalle vostre storie. A maggior ragione sulla scena non-con, su cui ero dubbiosa inizialmente perché faccio fatica a leggerle, ma all’interno del contesto è stata così densa di dolore, sofferenza, tragicità, che rispetta totalmente il tema da me proposto.
Ti riporto un passo in cui m’è sembrato proprio di essere in una tragedia greca, quando Eileen comincia a parlare del passato, dell’inizio della storia di lei e Tobias:
Rinunciai a tutto per lui, per seguirlo in questo mondo piatto e incolore, inquinato e maleodorante¹. Tradii il padre, la madre e il fratello col quale condividevo il sangue, consapevole delle conseguenze cui sarei andata incontro. Ma lo volevo, volevo quel babbano che m'aveva rubato il cuore, credendo che nulla più avrebbe avuto importanza se non fossi stata al suo fianco.
E qui mi ricollego anche all’uso del pacchetto. Hai scelto Medea, e non ti sei limitata a riportare l’infanticidio, ma hai riportato anche ciò che contraddistingue il passato dell’eroina greca. Infatti, come forse ben sai, Medea ha dimenticato tutto e tutto, tradito la sua famiglia, suo padre e suo fratello, per amore di Giasone. È bella la similitudine che si crea così, con il mondo magico vs babbano, e come allo stesso modo poi Medea non riesca a trovarsi veramente a casa in quel territorio che non le appartiene (Eileen nel mondo babbano).
Per quanto riguarda invece il carattere necessario, non posso dire di essere sorpresa. Non faccio parte dei cosiddetti “pro-vita”, per me l’aborto non è infanticidio, ma capisco perché qui lo è. Lo è perché Eileen pensa che lo sia, lei presa dalla foga del momento, dalla rabbia, dal dolore, dal desiderio di vendetta, beve quella pozione con l’intento di uccidere il bambino che quel feto potrebbe diventare. E penso che, attualizzato ai dibattiti politici odierni, questa scelta sia molto azzeccata. Il teatro antico aveva la grande capacità di far entrare questi eroi nel tempo della contemporaneità. Inoltre, se nel mito gli eroi si ergono nella loro potenza, nella tragedia vengono rappresentati in situazioni ambigue, nel momento dei loro errori. Eileen è presa nel momento di massima debolezza, e probabilmente quello che fa, nell’odio, è anche un gesto d’amore. Proteggere quel bambino dall’uomo che l’ha voluto, che lo vuole per renderlo un mostro e non un essere umano degno d’essere tale.

Originalità: 5/5

Come ho già detto nel parametro precedente, ho apprezzato molto il modo in cui hai reso la tragedia di Euripide, il modo in cui ha concepito “l’infanticidio” è originale e adatto all’attualizzazione che hai voluto fare. Trovo molto originale anche aver associato Eileen a Medea, un personaggio così originale della saga che veste bene i panni dell’eroina. Però, Eileen mi sembra anche molto debole, remissiva con il marito, carattere che non riscontriamo in Medea, ma ti è stato utile per poi far uscire ancora più dirompente la vendetta di Eileen, mantenendo l’”IC”.
Ho trovato originale anche il paragonare la situazione familiare di Eileen a quella di Medea, mantenendo inalterate le caratteristiche di Medea del mito, senza snaturare Eileen e l’universo potteriano da qui proviene.

Gradimento personale: 4/5

La storia mi è piaciuta molto, e mi ha sorpreso. Di solito evito le non-con e a maggior ragione, significa che sei stata doppiamente brava nel farmela apprezzare. Forse, avrei scritto qualcosa di più, nel senso che mi sarebbe piaciuto vedere una possibile reazione di Tobias nel rendersene conto, o mettere più in campo Severus, ma questo più per gusto/curiosità mia che per una questione oggettiva.
Altra cosa che mi ha stonato è il titolo: come vedi io non lo valuto in questi parametri, però nel gradimento personale non posso non farti notare che non c’è concordanza tra la trama e il titolo. Penso che il titolo sia un riferimento alla parabola del figliol prodigo, ma non mi pare parli di una situazione del genere, e il figlio della vicenda viene chiamato così perché spandeva e spendeva, infatti “prodigo = Che spende o dona senza misura.”

Voto totale: 38.9/40

Recensore Master
29/03/21, ore 12:38

La storia è agghiacciante! Hai reso perfettamente la follia e il dolore della mamma di Severus. La storia è sicuramente magistrale e molto bella.
Ci sono molti passaggi che ho riletto anche due volte per l'intensità e realtà dei pensieri.
Decisamente promossa!!

Recensore Master
28/03/21, ore 19:00

Una lettura assolutamente straordinaria.
Ero incollata alla pagina...

Devo dire che non è facile descrivere una violenza sessuale, ma tu a mio parere qui lo hai fatto magnificamente.

Sembra di sentirlo tutto il dolore di questa madre che la porta alla decisione finale.

Una decisione sofferta, certo, ma inevitabile.
In questo caso, sopprimere una vita è, in qualche modo, concederla, annullando il tormento al quale sarebbe stata sottoposta.

Ti faccio i miei più vivi complimenti.