10° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - PER IL BENE SUPERIORE DI ARLIE_S
- Grammatica e stile: 8.1/10
Vi sono alcuni errori di battitura – i più presenti – e qualche errore nella sequenza verbale, nulla tuttavia che comprometta troppo la lettura. Preferisco segnalarti i principali errori che ho riscontrato:
[…] sforzandosi non lascia trapelare […] Il paragrafo è tutto scritto al passato, perciò anche il verbo lasciare va introdotto con lasciò. -0.20
[…] i Babbani che l’aveva massacrata […] L’aveva si riferisce ai Babbani, per cui l’avevano, ma è un evidente errore di distrazione. -0.10
[…] che lo inchiovada a […] Errore di battitura, inchiodava. -0.10
[…] per ripulire i residue […] Errore di distrazione, residui. -0.10
[…] stato un modo un modo per tornare […] Un modo si ripete due volte di fila. -0.10
[…] Si sforzò si rivolgere un […] Errore di battitura, di rivolgere. -0.10
[…] «Mi dispiace…» esaltò, senza respiro […] Il verbo corretto è esalò in questo caso specifico, ma credo che sia un errore di battitura. -0.10
[…] cadeva inginocchio […] Errore di battitura, in ginocchio. -0.10
[…] sull’erga sotto quegli […] Errore di battitura, erba. -0.10
[…] niente di era mosso […] Errore di battitura, si era. -0.10
[…] Il corpo di Gellert che si allunga (-0.20) sul suo, le sue labbra che gli sfiorano (-0.20) l’orecchio e le dita che si aggrappano (-0.20) come artigli al torace. […] Questo capoverso va impostato tutto al passato, in quanto si trova all’interno di un paragrafo dove hai scelto di narrare gli eventi tutti al passato – nel caso si fosse trattato di un inciso o dei pensieri del protagonista allora sarebbe stato più opportuno segnalarli con un corsivo.
[…] da impedirgli l'unica cosa che bramava davvero. […] il Da iniziale di frase va messo con la maiuscola. -0.10
[…] le sue dita si contorceva […] Errore di battitura, si contorcevano. -0.10
Ho molto apprezzato lo stile, che ha fatto da ottima spalla ad una storia interessante da molti punti di vista. In questo caso, hai delineato un tempo della narrazione molto forte, dal ritmo prorompente, a scapito un po’ dei dialoghi e delle descrizioni, ma va benissimo così: questa storia ha un carattere introspettivo e si sofferma su Albus, non su quello che lo circonda. Da un certo punto di vista, nonostante tu abbia scelto di narrare in terza persona, quello a cui assistiamo è una completa ammenda del protagonista poco prima di morire, un guerriero che è stanco di lottare e che, finalmente, può lasciare andare quel fardello. Lo stile riflette sagacemente tutto questo, portando il lettore su un piano rigidamente letterale all’inizio, per poi scoprirne la valenza più simbolica.
Ottimo lavoro, brava.
- Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Sebbene mi sarebbe piaciuto leggere qualcosina in più su Ariana, ammetto che la caratterizzazione di Silente l’ho trovata strepitosa. Un personaggio che ho sempre adorato con tuta me stessa e che riscopro in questa storia con tante, troppe emozioni che non appartengono forse alla figura del vecchio canuto che siamo abituati a conoscere, ma che sono espressione più vera e sincera del ragazzo che è stato, del dolore e dell’odio di cui s’è fatto il mantello e la barba.
Albus in questa storia è un personaggio vero, tanto da poter notare in lui una serie di atteggiamenti che, pur mantenendo un buon IC, sembrano esulare dalla sua personalità più matura: un giovane uomo nutrito di amore per la sorella e tante belle speranze, che vede sfumare il sogno di una vita felice in compagnia di chi ama.
E il dolore per questa perdita, mista ad un senso di colpa che lo divorerà sino alla fine, portano Silente a fare scelte, poco importa che siano giuste o sbagliate. In questo senso sei stata molto accorta nel concederti a brevi capoversi che la fanno da padrone nella descrizione della sua personalità: […] Se, se, se. La sua vita ormai era una sequenza senza fine di ‘se’ ognuno dei quali affondava nella schiena come una pugnalata e aggiungeva un catena invisibile alla sua esistenza. […] Questa è una delle tante, per citarne una piuttosto calzante.
Ho apprezzato moltissimo le poche descrizioni che hai inserito, che rendono la lettura realistica e plastica, quasi come se fosse possibile per il lettore trovarsi lì, a soffrire con un giovane che, forse, ha anche paura, terrore di affrontare ciò che verrà dopo.
[…] Si gettò con le ginocchia a terra, la risata di Grindelwald che gli graffiava le orecchie e cercò la fonte di quel sangue, di quella sofferenza senza trovarla. […] Un’altra frase che spezza la narrazione, oltre che il cuore. Perché Albus è lì, e non sa assolutamente cosa fare. E l’atteggiamento che gli fai assumere è proprio quello dello sconfitto, del perdente, perché lui si sente proprio in quel modo, impotente di fronte a ciò che è accaduto.
Si vede la dedizione che hai impiegato per costruire il personaggio di Albus, e davvero, sei stata straordinaria!
- Utilizzo del cliché: 15/15
Più vita davanti agli occhi di così si muore. Questo cliché è stato impiegato in maniera perfetta, anche perché hai scelto uno dei momenti più drammatici di tutto il fandom: la morte di Silente, di quell’uomo che abbiamo così tanto amato negli anni da non essere stati neppure in grado di razionalizzare la sua morte, neanche fosse stato davvero un nostro parente. Tu, al contrario, hai reso questo momento ancora più tragico, conferendo alla scena non solo parole inerenti all’opera originale, ma mettendoci del tuo, facendo capire al lettore il dolore, l’angoscia, il desiderio di rivedere chi ha amato del nostro Silente. Ed il lettore non può fare a meno di simpatizzare per lui, di piangere per lui e con lui, perché perdere qualcuno che si ama e sentirsi in colpa fa parte della natura umana, di quei sentimenti genuini che le persone sono costrette a provare, quasi fosse un contrappasso dell’amore stesso.
Qui c’è un po’ di tutto, non solo i ricordi: c’è il panico, la rassegnazione, la smania di onnipotenza, il desiderio che tutto finisce il più presto possibile. In base a questo, quel Severus pronunciato a mezza voce sembra una supplica ragionevole, una richiesta di soccorso. E da questo punto di vista sappi che sei riuscita davvero a sciogliermi il cuore, o sarebbe meglio dire che l’hai preso e frustato a sangue, perché quella scena mi si è impressa nelle vene il giorno in cui l’ho letta, ormai tanti anni fa.
E così il cliché della vita davanti agli occhi diventa un eterno ricordo nella mente di Silente, che alla fine può rincontrare chi temeva di aver perduto per sempre, in una mera consolazione che di certo non ci aiuta a superare la sua morte, ma almeno ci fa stare più sereni, certi che abbia avuto la possibilità di poter fare davvero ammenda per ciò che riteneva d’aver commesso, scusandosi con sua sorella e i suoi genitori.
Davvero un gran bel lavorone, complimenti.
- Gradimento personale: 4.5/5
Io amavo Silente. Avrei voluto averlo come preside anche io – ma chi non avrebbe voluto, d’altronde? La sua morte mi aveva devastata nel profondo, ma nonostante questo ammetto di non essermi mai troppo soffermata su questi aspetti. Ho apprezzato moltissimo la tua bella digressione, rendendomi conto a poco a poco di quanto conoscessi superficialmente quest’uomo, senza mai prestare l’occhio a quanta rabbia, quanto dolore abbia dovuto sopportare ingiustamente.
Il tuo encomio è stato un bel tuffo nel passato, alla me che piangeva come una fontana per quest’uomo che mi aveva insegnato tante, troppe cose. E credo che questa storia gli rechi giustizia per tanti motivi, ma quello più importante è che Silente, in questo racconto, ci appare come un uomo, uno dei tanti, uno che non possiede l’idea ciò che succederà e non è onnisciente. È difficile figurarsi l’aspetto dell’uomo dietro Silente, perché nella nostra mente ci appare sempre pieno di risposte.
Forse è per questo che ho amato la tua storia, perché mi ha fatto ricordare che, a volte, anche quelli come Silente hanno emozioni, anzi; forse sono quelle più profonde.
Bravissima, una storia stupenda!
Totale: 36.6/40 |