Recensioni per
Per il Bene Superiore
di Arlie_S

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/12/21, ore 19:06

Ciao,
non conoscendoti come autrice, approfitto degli Oscar per leggere qualcosa di tuo.
Con questa storia, mi hai catapultato dritta nella vita di Silente, mostrandomi le diverse fasi della sua esistenza.
Il primo scorcio ci mostra un Silente che cerca di prendersi cura della sorella, che reprime il fastidio per un compito che gli crollato addosso all'improvviso. E' un Silente idealista e sognatore, che inizia a fantasticare di un mondo diverso, in cui questi “se” che sembrano logorarlo da dentro non esistono.
Sembra una vita piatta quella che si costringe a vivere, ben lontano dalla grandezza che quei sogni gli sfiorano la mente.
Sogni che rimangono tali finché non arriva Gellert.
Gellert lo travolge nel profondo, sembra staccargli quella patina di insofferenza. Ho percepito l'amore che Albus doveva provare per lui ma anche l'odio, perché, se non fosse stato per l'altro, probabilmente il fratello maggiore non si sarebbe macchiato di una colpa che l'avrebbe perseguitato tutta la vita.
So che forse può essere infantile attribuire la morte di Ariana a Gellert – non è stato così – ma credo che Albus si sia pentito di aver concesso così tanto affetto e influenza all'altro mago oscuro.
Con tutte le informazioni che ci hai donato – con quei frammenti della vita di Albus che ci hai mostrato – diventa logico e comprensibile il perché, davanti all'anello, lui abbia smesso di pensare. Non si è affatto preoccupato di Voldemort, né di quello che l'oggetto poteva essere diventato. No, lui voleva solo rivedere i suoi cari.
Non ho apprezzato solo lo stile che hai utilizzato – molto ricco, capace di mostrarci quello che tu avevi nella testa – ma anche la struttura della storia in sé. Questo partire dal presente, mostrandoci una sequenza di flashback intervallati da battute di Silente, per poi tornare, alla fine, esattamente all'inizio per chiudere il cerchio.
Davvero una lettura molto bella.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Master
01/11/21, ore 20:48

Ciao Arlie_S, passo per lo scambio e scusa tanto per il tremendo ritardo!

Ho deciso di fermarmi a leggere questa une shot perché Silente è un personaggio abbastanza criptico per chi non ha mai letto i libri, di lui si sa davvero molto poco attraverso il film e sono felice di scoprire un lato di lui che poco conoscevo. Gli eventi che riguardano la sua famiglia sono misteriosi, ma qui facciamo la conoscenza della sua sfortunata sorella minore, Ariana. Albus ha perciò sofferto molto nella sua vita, a causa della sua famiglia, e questo lo ha senza dubbio segnato. Ma come dici tu, ha sempre agito per il bene superiore, in passato come in futuro, quando si evince che deve sacrificare la vita di Harry per distruggere definitivamente Voldemort - sappiamo poi cosa accade a Harry che torna in vita ovviamente - svelando proprio questa caratteristica di Albus Silente. Per quanto riguardo il racconto vero e proprio non ho trovato errori, sono riuscita a leggere con interesse senza staccarmi mai dal testo che ho trovato molto emozionante e coinvolgente, straziante anche devo dire. Questa shot è davvero bella, e mi ha regalato un momento di riflessione su questo meraviglioso personaggio, perciò ti ringrazio.

Tea.

Recensore Junior
29/10/21, ore 08:41

Allora, io letteralmente adoro il personaggio di Silente, è assolutamente il mio preferito della saga. Anche se fino ad ora ho scritto davvero poco di lui, forse proprio per timore reverenziale. Credo che il suo percorso di vita sia... Mastodontico. E tu lo rendo perfettamente. Hai scelto bene i momenti più pregnanti e li hai descritti in modo estremamente IC e fedele ai pezzi del libro che infatti ci riporti, come a tuo monito e a nostra garanzia.
La storia è triste e introspettiva, ma non disperata. Troviamo il giovane Silente districarsi tra le contraddizioni delle proprie aspirazioni, e mi pare che lo hai descritto in modo assolutamente credibile e bilanciato.
Non ci racconti della morte di Ariana, la sappiamo e conosciamo tutti e comunque rivivrà poi in tutti i racconti successivi. Passi invece ai giorni della paura. Ed è lì, che già distorta da anni di dolore, rivediamo l'accaduto negli occhi e nei timori di Silente. È il momento della svolta per l'uomo, quello. Il momento in cui diviene uomo, in cui diverrà grande per il mondo e anche il momento in cui probabilmente inizia a superare i propri fantasmi. "Non è troppo tardi".
Tuttavia non del tutto, lì supera, come sappiamo. E anche se va avanti con la propria vita piena e di successo, questo farlo continua a roderlo. La scena con l'anello è perfetta. Assolutamente hai fatto bene ad ambientarla nella capanna, anche io l'ho sempre immaginata lì: APPENA vista la pietra. Non vede altro, ed è questo che tratteggi bene. L'ossessione, che anche se sopita da tempo si risveglia. Solo il dolore lo riporta alla ragione, ma pure non del tutto parrebbe.
Il finale, per quanto sia letteralmente la morte del protagonista, riesce ad essere in un certo senso consolatorio. Gli fai finalmente riabbracciare la sua famiglia e soprattutto gli dai modo di trovare finalmente la chiusura del cerchio riguardo ai propri ideali, riuscendo a realizzarsi per l'uomo che vuole essere senza doversi più sentire in colpa. Credo sia questo il messaggio che hai voluto lasciarci e lo trovo adatto a questa vicenda e a questo personaggio.
Perciò tutto molto positivo. Le scene sono abbastanza scollegate tra loro, quasi potrebbero essere una serie di flash autonomi. Ma il filo ovviamente c'è, e molto stretto, ed è proprio in questo metabolizzare... Non solo, e forse neanche soprattutto il dolore, ma la delusione per sé stessi, mi pare. Accettarsi ma anche migliorarsi sempre. C'è dinamicità in questo tuo Silente proprio come si intuisce nel sapere la sua storia "sulla carta" quindi è la tua una buona trasposizione.

Recensore Master
27/10/21, ore 14:59

Ciao! 

Questo Oneshot mi ha attratto immediatamente per il tema da te scelto. La tragica storia dei Silente mi ha sempre colpito profondamente ed ero molto curiosa di vedere in che modo avresti trattato il tutto; non sono per nulla rimasta delusa, sebbene se fossi stata dalla tua parte l'avrei trovato tremendamente difficile. Quindi brava innanzitutto per essere riuscita a scriverne senza risultare banale. I sentimenti di Silente sono tracciati molto bene, così come il senso di colpa che trasudava da ogni frase scritta dall'inizio alla fine e credo di poter andare sul sicuro dicendo che è in parte uno dei protagonisti; alla fine potrebbe essermi scesa anche una piccola lacrima. 

Ho apprezzato molto anche le citazioni tra un intermezzo all'altro che hanno contribuito a dare più spessore ai sentimenti che hai illustrato qui e anche più veradicità. 

Per il resto, scrivi davvero bene, l'ho notato subitom ed essendo la prima volta che capito sul tuo profilo, ho aspettato di arrivare all'ultima parola prima di dare il mio giudizio finale. In particolare mi è piaciuto molto l'uso del vocabolario.

A presto e grazie per la piacevole lettura 😘. 

Recensore Master
27/08/21, ore 20:32

ciaooo carissima, eccomi per lo scambio.
Mi sono presa una pausa dalla long, spero non ti dispiaccia, ma questa storia mi attirava troppo, sono ammirata da tutto, il titolo, azzeccatissimo, la strttura di cui si compone la storia, come alterna momenti canon ed estratti del libro ad altri più introspettivi, 'inventati' ma con cognizione di causa, tanto da rendere tutto molto credibile.
Di Ariana sappiamo poco e quel poco fa ancora male nei ricordi di Albus.
MI è piaciuto vederlo giovane e arrogantello, seppur con un gran cuore e una dedizione alla famiglia.
Ma quale Voldemort, ma quale Grindelwand ... il vero male sono i Babbani, come hanno potuto attaccare Ariana così barbaramente? Solo perché è diversa solo peché non accettano la maga che è in lei... che esseri spregevoli.

ho adorato come gli anni proseguono e arriviamo all'incontro con Grindelwand, la passione che sfocia fra loro, come questo faccia paura ad Albus.
il momento in cui si risveglia dai suo sogni/incubi/ricordi in ufficio, il dolore per la morte di ariana per mano di Grindelwand, sigh.. spezza il cuore.

approvo il tuo pensiero che Albus non volesse distruggere nessun Horcrux ad Hogwarts, per tenere l'essenza di Voldemort lontana da lì.

e la fine... commovente e credibilissima.

un ottimo lavoro, alla prossima <3

Recensore Veterano
09/08/21, ore 17:59

Lq cosa che più mi ha colpito di questa shot è che, grazie alle tue parole, vediamo Silente per quello che è davvero: un mago potente, certo, ma anche un uomo che è stato ragazzo - che ha avuto i propri sogni di gloria, che ha fatto di tutto per non abbandonare la famiglia; un ragazzo che è stato innamorato (e credo che sia proprio a causa dell'amore che priva per Grindelwald che gli fa provare paura) e, infine, un uomo distrutto dalle colpe, dalle assenze, che ha finalmente capito qual è il Bene Superiore per cui è giusto combattere. Il senso di colpa che prova Albus è tangibile, si tocca con mano in queste righe; ho apprezzato anche gli stralci di discorsi presi dall'opera originale. Onsomma, questa shot mi è davvero piaciuta. A presto

Recensore Junior
07/06/21, ore 10:51

Il motivo principale per cui questo racconto ha colto subito la mia curiosità è legato al momento dove è ambientata. Nel corso di tutta la saga, infatti, quello è stato praticamente il primo attimo in cui Silente non era più soltanto il professore-punto di riferimento, la persona ammirata dai più, colui che ne sapeva così approfonditamente di ogni cosa e dotato di un'aurea di fascino memorabile. Certo, i primi sentori rispetto a una sua natura molto più sfaccettata e complessa erano già stati sparpagliati qua e là almeno nei due libri precedenti al settimo. Ma qui - nei fatti che avevano a che fare con Grindelwald e Ariana - finalmente aveva preso delle fattezze umane che in qualche modo mi hanno fatto sentire il suo personaggio molto più vicino e reale.

Ma veniamo a noi!
Passando oltre l'introduzione, per la quale quello che sto per dire è quasi scontato che valga lo stesso, fin dalle prime frasi del racconto mi si spezza il cuore: leggere della sofferenza legata all'impossibilità di vivere in un modo diverso e un mondo che non sia pregno di cattiveria e violenza di tutto ciò che è ignoto o incomprensibile (Ariana, in questo caso) mi lascia sempre nello sconforto. Troppa realtà in queste parole, probabilmente. Una vita si sacrifici e dolori, quella di Albus, a tratti "costretto" dal senso di responsabilità nei confronti della sorella data la condizione del padre e la morte della madre, a tratti rammaricato perché la sua presenza gli impediva di mettere totalmente a frutto le sue doti. Una vita composta da "se" e "rimpianti" rispetto alle scelte che ha percorso e quelle che, a posteriori, forse avrebbe preferito.
"La sua vita ormai era una sequenza senza fine di ‘se’ ognuno dei quali affondava nella schiena come una pugnalata e aggiungeva un catena invisibile alla sua esistenza" questo periodo lo trovo veramente meraviglioso e rappresentativo. L'ho sentita anche io, quella pugnalata, nel leggerlo: rende totalmente l'idea.

Poi Aberforth a cui, nonostante i disaccordi che potevano intercorrere tra loro, riconosceva una più grande e migliore capacità di far star bene la sorella e trattare con lei. A quel pensiero e consapevolezza scatta qualcosa nella sua mente, qualcosa di forte e potente che gli fa vedere con uno sguardo differente il "prendersi cura di loro".
Eppure... Grindelwald.

Ah, non è che mi aspettassi qualcosa di diverso, dati titolo e descrizione,... Ciò nonostante, procedendo con la lettura, mi rendo conto di quanto il cuore spezzato iniziale sia praticamente nulla in confronto al dopo. Potevo effettivamente essermi preparata psicologicamente a questo? Certo. Eppure, eccomi qui.
La presa di coscienza rispetto alle sue responsabilità e colpe nei fatti appena avvenuti, l'apparizione delle figure dei genitori che lo guardavano delusi per il suo comportamento, ancora i rimorsi per la sua assenza, per aver messo avanti quella fantomatica gloria a ciò che invece contava davvero. Che dolore, che tortura tutto questo.

Ma... Non è ancora troppo tardi. Certo, non che potesse rimediare alla morte della sorella, al senso di colpa attanagliante o al rapporto ormai incrinato col fratello, ma qualcosa poteva ancora fare. A pensarci per un attimo, a provare a non leggere soltanto le tue parole, ma piuttosto a sentirle come se fossero mie, empatizzando con la figura di Albus quanto più possibile, ammetto che mi fa davvero male. E di questo faccio i complimenti a te, perché da una parte hai saputo mantenere il background del personaggio che abbiamo saputo conoscere attraverso le parole della Rowling, ma dall'altra ai saputo approfondirlo, aggiungervi del tuo senza risultare, almeno ai miei occhi, banale o scontata e piuttosto rendendo le sue sofferenze anche un po' le mie.
In più, e anche qui non è un caso, ritengo tu abbia saputo sfruttare benissimo il testo originale, sapendo inserire il pezzo giusto al momento giusto (in particolare, quello in cui Albus e Harry parlano della pietra della resurrezione: dopo tutta quella intensa carrellata di emozioni che precede la citazione, leggere quel semplicissimo "Fui uno sciocco, Harry" mi ha fatto fiondare un senso di malinconia non da poco)

La parte finale del racconto... Beh, è un po' un modo per redimersi, avere la possibilità di scusarsi per l'esuberanza, per la brama di sapere e di potere che hanno portato la famiglia allo sgretolamento e finalmente alleggersi un poco dal peso del rimorso e della colpa. Un attimo fuggente ed effimero che purtroppo per Albus non ha il sapore che desiderava e sperava.

Così, laddove avevamo incominciato, il racconto termina: Piton che ubbidisce al piano di Silente e finalmente lo priva del peso che tanto lo aveva gravato nel corso della sua esistenza. Leggero, precipita dalla torre e mentre Hogwarts inizia a implodere, lui torna a casa. Eh, sì: stavolta era davvero per il bene superiore.
Non so bene cos'altro aggiungere. Le mie recensioni, visto che è la prima volta che passo, il più delle volte sono un flusso di coscienza ispirato proprio dai racconti che leggo. Non sono strutturate o ben organizzate, ma credo sia importante scriverle di getto e mostrare all'autore che cosa il suo testo può creare in qualcun altro. Insomma, alla fine questa cosa deve un po' un dare reciproco, giusto? :)
Sono davvero felice di essere passata da qui. Mi ha ispirato da subito questo racconto, appena ho aperto il tuo profilo, ma sicuramente mi è piaciuto di più di quanto mi aspettassi.

Prima di lasciarti, però, ti lascio un paio di segnalazioni rispetto a refusi che probabilmente ti sono sfuggiti nella rilettura:
"gli unici colpevoli erano i Babbani che l’aveva massacrata" (ovviamente mi riferisco al plurale mancante nel verbo)
"Quelle orrida mostro, non volendo nemmeno gli unici due membri della famiglia che gli restavano intorno?" Presumo tu volessi scrivere "quale", altrimenti temo proprio di non aver capito la frase - ma un mal di testa atroce attualmente che mi spezza la testa, quindi magari sono davvero io ahahah
"Non avrebbemai dovuto avvicinarsi a Grindelwald" (manca lo spazio)
Sono abbastanza sicura di averne intravisto un altro, ma ero presa a scrivere il resto e me lo sono perso. Spero comunque possano esserti utili questi.


A presto,
Bongi

Recensore Veterano
05/06/21, ore 19:03

Eccomi qui per lo scambio a catena!
Sono molto soddisfatta della mia scelta perché ho adorato questa os. Silente è un personaggio così importante e così pieno di sfaccettature che è sempre interessante vedere come viene narrato. Posso dirti che per me è completamente IC.
I tre momenti sono caratterizzati splendidamente, si sente palese il suo essere, la sua emotività, i suoi pensieri, è molto molto introspettivo. Sono riuscita a sentirmi partecipe di tutta la storia (nonostante abbia dovuto andare a fare una ricerca perché non ricordavo bene tutti gli avvenimenti, ma devo dire che, leggendo in fondo le note, che hai fatto un'egregia ricerca anche tu per scrivere dei missing moments ed è una cosa che io apprezzo tantissimo – e che si vede quando non viene fatta).
Le parti con Ariana sono tenere e ho notato la dolcezza di Silente nei suoi confronti, esattamente come in alcuni momenti della saga lo era con Harry. Mi è piaciuto il suo struggimento, i suoi pensieri che lottano nella sua mente, fra il voler andare all'avventura e il doversi occupare della famiglia.
Il duello in cui muore Ariana è gestito bene, sia nella descrizione dei fatti che in quella delle emozioni, si sente proprio lo struggimento di Silente, il suo malessere dopo tanti anni, l'arroganza di Grindelwald (che però non conosco quasi per niente, quindi non so bene se sia IC o no) e il suo atteggiamento presuntuoso.
I genitori che vengono 'a prendere' la figlia l'ho trovato dolce come visione, mentre lui stringe il corpo della sorellina.
E la scena con la pietra e l'anello, anche quelle mi sono piaciute tantissimo.
I sensi di colpa di Silente, il fatto che, nel momento in cui sa che potrebbe rivedere la parte della famiglia che ha perso, di voler chiedere perdono. Tutte queste emozioni lo rendono umano e mostrano la parte buona che aveva, nonostante lui sia così umile e modesto, quando la racconta (immagino che il fattore età ed esperienza, giochino proprio a suo favore, qui e anche questo è molto bello, di Silente).
Quando la fine arriva, e lui sa che Piton lo ucciderà, è pronto. E Ariana è lì, ad aspettarlo. 
Niente, so cos'altro dire. Dire che non ho trovato errori di grammatica né di stile, mi pare un po' scontato, (e anche se ci sono stati, ero così presa dalla storia che non li ho mica notati). La narrazione è fluida e scorrevole (ma mi sento un po' idiota a scrivertelo, perché mi sa che lo sai già), è stato tutto molto piacevole da leggere e ho gradito tantissimo questa lettura.
Niente, in bocca al lupo per il contest e ti mando un grosso abbraccio.
Continua a scrivere.

Recensore Master
22/05/21, ore 12:06

Ciao! Sono qui per lo scambio del Giardino, scusa il mio ritardo!
Era davvero da un sacco di tempo che non tornavo in questo fandom, e devo dire che la tua fic mi ha reso questa esperienza di ritorno più che bella!
Mi piace come la fic venga introdotta da alcune citazioni specifiche, in grado di centrare subito il punto. Nel primo terzo, troviamo un Silente giovane, che da una parte è fin troppo conscio del proprio genio e dall’altro ha questo peso immenso di responsabilità che gli sono piovute addosso al quale si adatta MALE, molto male. Nel tuo scritto, ho proprio percepito questa sua costante tensione a “voler fare la cosa giusta”, o anche la cosa che gli altri volevano che lui facesse. E per carattere, all’epoca, si SENTE quanto lo trovasse ingiusto e limitante, pur non mettendo mai in dubbio l’amore che lo legava alla sorella, e anche al fratello, minori. Le ultime righe, quando appare all’improvviso quel ragazzo “con i capelli biondi e l’aria selvaggia”, mi sono sembrate quasi come vedere finalmente un raggio di sole comparire alla finestra – tutto dettato dal POV di Silente, ovvio.
La seconda ha colpito un po’ male, nel senso che io sono debole agli scritti con tematiche oniriche. Ovviamente, tu hai sfruttato bene la questione del “sogno rivelatore”, dove nei sogni di Silente si sente e si vede tutto il rimorso che lui prova, il dolore causato dai terribili errori che ha fatto in gioventù. Una “realtà”, chiamiamola così, filtrata ancora una volta dal suo POV, e che ovviamente insiste sul suo senso di colpa, che a quel punto noi percepiamo come reale. D’altronde, perdere un parente amato è davvero terribile, ancora più terribile dev’essere farlo in circostanze tali che da avere anche un minimo di sospetto di essere la causa di quella dipartita. Ma poi scatta, di nuovo, c’è la conclusone finale dove lui si erge risoluto – si muove, letteralmente, mentre fino a quel momento è rimasto fermo a subire. Quindi, c’è ancora risolutezza in lui, catartica.
La terza parte fa male e basta, lasciamelo dire. È straziante, terribile – nel senso buono del termine, perché fai trasparire molto bene tutto ciò che prova il tuo protagonista, così accecato dal proprio dolore da non aspettare neanche, da non pensare neanche.
La liberazione finale l’ho percepita come se Silente stesse respirando di nuovo, dopo tutto quello che aveva passato. Ed è paradossale, trovare la salvezza e la liberazione nella morte, ma Silente era uno di quei personaggi, e attraverso il proprio percorso e la propria redenzione ha potuto, alla fine, svolgere il proprio lavoro di mentore per Harry, come le tue citazioni ci ricordano.
Lo stile pulito e fluido ha accompagnato la lettura in modo ottimale, per me, perché riesci a coinvolgere abbastanza il lettore da non farlo scappare dall’inizio alla fine.
Concludo la recensione ribadendo che la lettura mi è piaciuta molto!
Alla prossima!

Recensore Junior
21/05/21, ore 10:32

10° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - PER IL BENE SUPERIORE DI ARLIE_S

- Grammatica e stile: 8.1/10
Vi sono alcuni errori di battitura – i più presenti – e qualche errore nella sequenza verbale, nulla tuttavia che comprometta troppo la lettura. Preferisco segnalarti i principali errori che ho riscontrato:
[…] sforzandosi non lascia trapelare […] Il paragrafo è tutto scritto al passato, perciò anche il verbo lasciare va introdotto con lasciò. -0.20
[…] i Babbani che l’aveva massacrata […] L’aveva si riferisce ai Babbani, per cui l’avevano, ma è un evidente errore di distrazione. -0.10
[…] che lo inchiovada a […] Errore di battitura, inchiodava. -0.10
[…] per ripulire i residue […] Errore di distrazione, residui. -0.10
[…] stato un modo un modo per tornare […] Un modo si ripete due volte di fila. -0.10
[…] Si sforzò si rivolgere un […] Errore di battitura, di rivolgere. -0.10
[…] «Mi dispiace…» esaltò, senza respiro […] Il verbo corretto è esalò in questo caso specifico, ma credo che sia un errore di battitura. -0.10
[…] cadeva inginocchio […] Errore di battitura, in ginocchio. -0.10
[…] sull’erga sotto quegli […] Errore di battitura, erba. -0.10
[…] niente di era mosso […] Errore di battitura, si era. -0.10
[…] Il corpo di Gellert che si allunga (-0.20) sul suo, le sue labbra che gli sfiorano (-0.20) l’orecchio e le dita che si aggrappano (-0.20) come artigli al torace. […] Questo capoverso va impostato tutto al passato, in quanto si trova all’interno di un paragrafo dove hai scelto di narrare gli eventi tutti al passato – nel caso si fosse trattato di un inciso o dei pensieri del protagonista allora sarebbe stato più opportuno segnalarli con un corsivo.
[…] da impedirgli l'unica cosa che bramava davvero. […] il Da iniziale di frase va messo con la maiuscola. -0.10
[…] le sue dita si contorceva […] Errore di battitura, si contorcevano. -0.10

Ho molto apprezzato lo stile, che ha fatto da ottima spalla ad una storia interessante da molti punti di vista. In questo caso, hai delineato un tempo della narrazione molto forte, dal ritmo prorompente, a scapito un po’ dei dialoghi e delle descrizioni, ma va benissimo così: questa storia ha un carattere introspettivo e si sofferma su Albus, non su quello che lo circonda. Da un certo punto di vista, nonostante tu abbia scelto di narrare in terza persona, quello a cui assistiamo è una completa ammenda del protagonista poco prima di morire, un guerriero che è stanco di lottare e che, finalmente, può lasciare andare quel fardello. Lo stile riflette sagacemente tutto questo, portando il lettore su un piano rigidamente letterale all’inizio, per poi scoprirne la valenza più simbolica.
Ottimo lavoro, brava.

- Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Sebbene mi sarebbe piaciuto leggere qualcosina in più su Ariana, ammetto che la caratterizzazione di Silente l’ho trovata strepitosa. Un personaggio che ho sempre adorato con tuta me stessa e che riscopro in questa storia con tante, troppe emozioni che non appartengono forse alla figura del vecchio canuto che siamo abituati a conoscere, ma che sono espressione più vera e sincera del ragazzo che è stato, del dolore e dell’odio di cui s’è fatto il mantello e la barba.
Albus in questa storia è un personaggio vero, tanto da poter notare in lui una serie di atteggiamenti che, pur mantenendo un buon IC, sembrano esulare dalla sua personalità più matura: un giovane uomo nutrito di amore per la sorella e tante belle speranze, che vede sfumare il sogno di una vita felice in compagnia di chi ama.
E il dolore per questa perdita, mista ad un senso di colpa che lo divorerà sino alla fine, portano Silente a fare scelte, poco importa che siano giuste o sbagliate. In questo senso sei stata molto accorta nel concederti a brevi capoversi che la fanno da padrone nella descrizione della sua personalità: […] Se, se, se. La sua vita ormai era una sequenza senza fine di ‘se’ ognuno dei quali affondava nella schiena come una pugnalata e aggiungeva un catena invisibile alla sua esistenza. […] Questa è una delle tante, per citarne una piuttosto calzante.
Ho apprezzato moltissimo le poche descrizioni che hai inserito, che rendono la lettura realistica e plastica, quasi come se fosse possibile per il lettore trovarsi lì, a soffrire con un giovane che, forse, ha anche paura, terrore di affrontare ciò che verrà dopo.
[…] Si gettò con le ginocchia a terra, la risata di Grindelwald che gli graffiava le orecchie e cercò la fonte di quel sangue, di quella sofferenza senza trovarla. […] Un’altra frase che spezza la narrazione, oltre che il cuore. Perché Albus è lì, e non sa assolutamente cosa fare. E l’atteggiamento che gli fai assumere è proprio quello dello sconfitto, del perdente, perché lui si sente proprio in quel modo, impotente di fronte a ciò che è accaduto.
Si vede la dedizione che hai impiegato per costruire il personaggio di Albus, e davvero, sei stata straordinaria!

- Utilizzo del cliché: 15/15
Più vita davanti agli occhi di così si muore. Questo cliché è stato impiegato in maniera perfetta, anche perché hai scelto uno dei momenti più drammatici di tutto il fandom: la morte di Silente, di quell’uomo che abbiamo così tanto amato negli anni da non essere stati neppure in grado di razionalizzare la sua morte, neanche fosse stato davvero un nostro parente. Tu, al contrario, hai reso questo momento ancora più tragico, conferendo alla scena non solo parole inerenti all’opera originale, ma mettendoci del tuo, facendo capire al lettore il dolore, l’angoscia, il desiderio di rivedere chi ha amato del nostro Silente. Ed il lettore non può fare a meno di simpatizzare per lui, di piangere per lui e con lui, perché perdere qualcuno che si ama e sentirsi in colpa fa parte della natura umana, di quei sentimenti genuini che le persone sono costrette a provare, quasi fosse un contrappasso dell’amore stesso.
Qui c’è un po’ di tutto, non solo i ricordi: c’è il panico, la rassegnazione, la smania di onnipotenza, il desiderio che tutto finisce il più presto possibile. In base a questo, quel Severus pronunciato a mezza voce sembra una supplica ragionevole, una richiesta di soccorso. E da questo punto di vista sappi che sei riuscita davvero a sciogliermi il cuore, o sarebbe meglio dire che l’hai preso e frustato a sangue, perché quella scena mi si è impressa nelle vene il giorno in cui l’ho letta, ormai tanti anni fa.
E così il cliché della vita davanti agli occhi diventa un eterno ricordo nella mente di Silente, che alla fine può rincontrare chi temeva di aver perduto per sempre, in una mera consolazione che di certo non ci aiuta a superare la sua morte, ma almeno ci fa stare più sereni, certi che abbia avuto la possibilità di poter fare davvero ammenda per ciò che riteneva d’aver commesso, scusandosi con sua sorella e i suoi genitori.
Davvero un gran bel lavorone, complimenti.

- Gradimento personale: 4.5/5
Io amavo Silente. Avrei voluto averlo come preside anche io – ma chi non avrebbe voluto, d’altronde? La sua morte mi aveva devastata nel profondo, ma nonostante questo ammetto di non essermi mai troppo soffermata su questi aspetti. Ho apprezzato moltissimo la tua bella digressione, rendendomi conto a poco a poco di quanto conoscessi superficialmente quest’uomo, senza mai prestare l’occhio a quanta rabbia, quanto dolore abbia dovuto sopportare ingiustamente.
Il tuo encomio è stato un bel tuffo nel passato, alla me che piangeva come una fontana per quest’uomo che mi aveva insegnato tante, troppe cose. E credo che questa storia gli rechi giustizia per tanti motivi, ma quello più importante è che Silente, in questo racconto, ci appare come un uomo, uno dei tanti, uno che non possiede l’idea ciò che succederà e non è onnisciente. È difficile figurarsi l’aspetto dell’uomo dietro Silente, perché nella nostra mente ci appare sempre pieno di risposte.
Forse è per questo che ho amato la tua storia, perché mi ha fatto ricordare che, a volte, anche quelli come Silente hanno emozioni, anzi; forse sono quelle più profonde.
Bravissima, una storia stupenda!

Totale: 36.6/40

Recensore Junior
12/05/21, ore 21:32

Heyla qui è Pok che scrive.
Sono qui per lo scambio, ho dato un'occhiata alle storie che avevi e ho scelto questa.
Mi piace il tuo modo di scrivere, l'unica cosa sta attenta che ci sono lievi errori come ripetizioni di parole o qualche maschile al posto dei femminili e simili.
Mi piace il rapporto che c'è e il modo in cui lo descrivi, brava.
Alla prossima
Pok

Recensore Master
20/04/21, ore 20:06

Ciao!
Questa storia tratta una dinamica che mi intriga da sempre, vale a dire gli equilibri nella famiglia Silente a seguito della morte di Kendra. Hai scelto una tematica e un protagonista per nulla semplici, ma ho apprezzato il modo in cui li hai affrontati, trovo che sia riuscita a essere coerente con quanto sappiamo dalla saga e a confrontarti bene con un personaggio complesso come Albus.
Inizio dalle figure di contorno, perché anch'esse hanno un peso specifico nel racconto!
Iniziando da Ariana, devo dire che anni fa anch'io la immaginavo abbastanza consapevole di se stessa e di ciò che le è intorno, col tempo ho però maturato un'idea diversa di questo personaggio e ad oggi la immagino meno presente a se stessa e non sempre conscia delle proprie azioni. Al di là di questa mia visione del personaggio, però, trovo che la tua Ariana lasci trasparire la fragilità di questo personaggio, il suo essere inerme, la sua impossibilità di dare una direzione alla propria vita: è in balia della magia e degli impulsi, incapace di controllarsi e costretta suo malgrado a essere quel peso che costringe Albus in un paesino che non soddisfa le sue ambizioni. Mi è piaciuto tanto, con riferimento ad Ariana (e ad Aberforth), il fatto che tu abbia messo in evidenza i pensieri cinici di Albus, che in questa fase della sua giovinezza crede di dover rinunciare ai sogni di gloria e a quei traguardi che s'è prefisso quando ha ricevuto i MAGO. A riguardo, belle anche le illusioni in cui tenta di crogiolarsi, le trovo coerenti con l'età e le ambizioni che ha, dicendosi che in un modo o nell'altro riuscirà a fare il viaggio  che ha in cantiere e a non negarsi niente, deve solo avere pazienza. Mi è piaciuto anche lo biasimarsi per questo egoismo, mentre Ariana che non coglie le amarezze del fratello maggiore chiede compagnia, la sua e quella di Aberforth.
Quanto ad Aberforth, sia pure citato appena, mi è piaciuta la sua immagine filtrata dagli occhi di Albus, l'ho trovata coerente con quel poco che sappiamo degli equilibri tra i tre fratelli: con Albus proiettato al futuro e Aberforth che maschera meglio – o forse l'accetta – la sensazione di limitazione.
In questo sfondo di sagome familiari spicca poi la presenza di Gellert, che c'è anche quando è fisicamente assente e che perseguiterà Albus lungo tutta la sua vita: perché lui conosce la verità, ma anche perché incarna tutti gli egoismi cui l'Albus diciottenne avrebbe ceduto se solo ne avesse avuto la possibilità. Gellert è il suo più grande peccato e il suo più grande persecutore, il volto dei suoi incubi – bellissimo il fatto che sia la sua voce, quando Albus crolla nell'incubo, a rinfacciargli la codardia, a mettere in mostra le colpe di cui s'è macchiato e quella più grande di tutte che teme di aver commesso.
Trovo che attraverso la figura di Gellert sia riuscita a far emergere sia le contraddizioni che le debolezze di Albus, da quando è ragazzo sino a quando è ormai adulto e si ritrova quel Dono tra le mani. Non sappiamo in effetti cosa sia accaduto, ma trovo credibile la tua interpretazione della follia di Albus al pensiero di aver rinvenuto un altro Dono – quello che credeva potesse dargli la redenzione.
Invece il perdono arriva nella morte, quando si sacrifica per il Bene Superiore, ma non quello progettato con Gellert, bensì quello che ha costruito nel tempo, cercando di agire non per se stesso – né per un'idea distorta di equilibrio nel mondo –, ma per quello che ha creduto essere il meglio per tutti.
Trovo che la tua sia una ricostruzione credibile di questa figura tanto enigmatica. Albus Silente è, a mio parere, il personaggio più complesso della saga, proprio in virtù delle ombre che l'ultimo volume della saga ha gettato su di lui, per cui credo sia proprio complicato caratterizzarlo e tentare di ripercorrerne i pensieri e le emozioni. La tua visione, come detto, è coerente e si incastra bene negli eventi di cui abbiamo notizia.
Dal punto di vista strutturale, ho apprezzato l'idea di suddividere la storia in fasi temporali, trovo che ti abbia consentito di narrare un arco temporale molto lungo in relativamente poche pagine senza penalizzare l'insieme. Forse l'unico passaggio che per gusto avrei in qualche modo messo in evidenza è il sogno, perché il fatto che graficamente è posto sullo stesso piano degli altri eventi narrati può creare confusione, almeno a prima lettura.
Per quanto riguarda la forma, la sensazione che ho avuto è che abbia scritto la storia di getto o comunque non abbia potuto rileggerla a sufficienza, perché ho notato dei refusi (come ad esempio in "sforzandosi non lascia trapelare", dove immagino che l'espressione fosse "sforzandosi di non lasciar"). Ti segnalo poi una frase che ho trovato poco chiara, mi sono chiesta se anche qui non vi sia un refuso: "Quelle orrida mostro, non volendo nemmeno gli unici due membri della famiglia che gli restavano intorno?", che ho interpretato come "Quale orrido mostro non vuole nemmeno gli unici eccetera". Nell'insieme non sono situazioni che rendolo la lettura meno piacevole, si tratta appunto solo di qualche distrazione! Arrivando al titolo, trovo che si leghi benissimo alla conclusione della tua storia. Mi piace soprattutto che il suo significato muti a seconda del momento di vita di Albus: se in un primo momento lui avrebbe voluto allontanarsi dalla famiglia per il Bene Superiore, a fine storia lo vediamo disposto a morire nella speranza che aver agito per il Bene Superiore lo renda meritevole di un perdono cercato tutta la vita.
È stata una lettura interessante, leggere di Albus, quando è ben caratterizzato come in questo caso, lo è sempre.
Alla prossima!

Recensore Veterano
17/04/21, ore 23:44

Ciaooooo!
Sono stata una pessima scambiatrice questa settimana, ti prego di perdonarmi 🙇🏻‍♀️ma finalmente posso dire eccomi per l'abc

Leggendo l'introduzione sono rimasta particolarmente catturata, soprattutto verso la fine, in cui Grindelwald sfotte il padre di Albus, preannuncia già che non sarà un racconto roseo, ti cito giusto queste parole, È troppo tardi.
È troppo tardi.
È troppo…

Che sono semplicemente grandiose, perfette direi per la chiusura di un'introduzione, gasano già prima d'aprire la storia.

Si apre, e si legge il titolo insieme al sottotitolo, che solo alla fine della lettura si capisce cosa intenda "per la gloria, per la paura, per il rimorso", ma mi permetto di lasciarlo un secondo in sospeso, vado un attimo oltre, con uno dei momenti che più si ricorda, che tutti conosciamo, ma che nessuno ha avuto modo di vederlo dal punto di vista di Silente. Non so se i pezzi sono tratti dal libro (questo momento come tutti gli altri tre pezzi in cui albus parla con harry), ma accompagnano perfettamente la vita del preside:

~ la giovinezza, tanti sogni nel cassetto, tanto desiderio di libertà, di viaggiare, eppure costretto a rimanere chiuso a godric's hollow, a badare ad ariana... Si può percepire la voglia di fuggire, di pensare a tutt'altro e al tempo stesso l'impossibilità di poterlo fare, perché i doveri prima di tutto... Per un attimo, si fantastica, insieme al giovane albus, nel pensare che tutto sarebbe andato per il meglio, che il giovane avrebbe mantenuto fede ai propri doveri di fratello maggiore, che tutti e tre avrebbero potuto trascorrere una bella vita, ma il desiderio egoistico di albus prende forma nella persona di Grindelwald... Immagino che questo ragazzo ribelle rappresentasse un'ancora di salvezza dalla monotonia o pesantezza familiare da cui albus voleva fuggire a tutti i costi... Ma è solo un ragazzo, e non può ancora comprendere appieno dell'errore che sta per commettere
La gloria, quella che ogni giovane vorrebbe raggiungere

~ ecco qui il pezzo insierito nell'introduzione, ti dirò non m'ero resa conto che fosse un sogno/ricordo, ma da una parte ti devo ringraziare di questo, credo che non avrei retto nel leggere la completa disperazione di albus, invece così l'uomo ha modo di riavere una specie di rivincita contro Grindelwald, ci vuole una piccola dose di pazzia, e di tanto, ma tanto coraggio, sì perché non solo albus deve affrontare l'uomo che ha amato in gioventù, ma deve affrontare anche la verità, e credo che in quel momento era finalmente pronto, tant'è che è riuscito a sconfiggere il suo amico.
La paura degli adulti di mettersi davanti allo specchio e guardare in faccia la dura e triste realtà, che non fa sconti insieme alla verità
(ma i genitori di Albus sono apparsi grazie al prior incantatio, vero?)

~ infine, mi dimentico sempre che la pietra filosofale non è in realtà un dono della morte 😂🙈 ma ok, a parte questo "piccolo" dettaglio, trovo piacevole il fatto che, nonostante siano trascorsi gli anni, la voce di Grindelwald sia sempre lì a tentare albus, dando voce in realtà ai suoi più grandi giovani e ormai lontani sogni di gloria... Quello che conta, ormai, però per silente è sapere che non è mai stato condannato per aver ucciso ariana, eppure sono convinta che, anche se l'avesse sentito in quel momento uscire dalla bocca delle persone a lui più care, non si sarebbe dato pace ugualmente, perché sì, sapere di essere perdonati dagli altri è un dono bellissimo, ma prima di tutti dev'esser albus a perdonare sé stesso, cosa che non ha ancora fatto, purtroppo... Ed eccolo lì, il rimpianto degli anziani, quella di non aver fatto la cosa giusta quando si poteva agire... Quello che morde dentro... Poro albus, l'unica soddisfazione che può avere è quella di star a sconfiggere Voldemort

E finalmente s'arriva al presente, triste, ma che chiude un cerchio durato per molto tempo e porta finalmente alla pace per questo personaggio: ha finalmente fatto la cosa giusta, non è stato egoista e cosa più importante può morire finalmente in pace, perché i morti non portano mai rancore, lo si vede nel sorriso di ariana, nell'alzare la mano dei suoi genitori... Lo accolgono ben volentieri tra le loro braccia... Nel momento in cui si ricongiunge mi viene da immaginare un albus diciottenne (anche se con la mente molto più esperta e saggia) che corre incontro alla sua famiglia per ricevere un caloroso abbraccio, perché effettivamente leggendo questa storia viene davvero da pensare che silente se lo meriti 💖💖💖

Cara, mi rincresce nuovamente per il ritardo con cui sono passata, spero che nonostante questo mio intoppo ci possiamo rincontrare in un altro giro di scambi, grazie per aver scritto questa storia e in bocca al lupo per il contest 🍀🍀🍀 ci sentiamo alla prossima 😘 un abbraccio

Recensore Master
16/04/21, ore 10:41

Ciao, eccomi per lo scambio a catena!
Credo sia la prima volta che leggo una tua storia e ho scelto proprio questa perché onestamente ho letto ben poco su Silente, che è un personaggio dalle tante sfaccettature.
Mi è piaciuto molto questo percorso della memoria, scegliendo momenti significativi della sua vita e mostrando come sia cambiato nel corso degli anni, a seguito della difficoltà in cui si è imbattuto.
Il primo ricordo riguarda un giovane Silente, che da poco ha perso la madre, determinato a farsi carico di quella famiglia per il bene di Ariana, che non ha colpa di ciò che è diventata e ha causato. Allo stesso tempo il giovane Silente mostra la sua ambizione nel volere di più, aveva dei progetti e di colpo se li è visti spazzare via dalla responsabilità di dover occuparsi della sua famiglia, il che non è una cosa facile.
Ho adorato tanto la parte riguardante Grindelwald e il rapporto complicato che Albus aveva con lui, di certo non poteva immaginare a cosa avrebbe portato l'avvicinarsi a lui e affrontare una persona a cui tieni così profondamente, ma che allo stesso tempo temi, richiede tanta forza d'animo. La morte di Ariana è sempre uno dei dettagli più tristi, anche se non viene descritto in maniera approfondita, ma trovo logica la tua descrizione e se non sapessi come sono andate le cose nei libri la prenderei per canonica!
Il terzo ricordo è quello che mi ha colpita di più perché la tua ricostruzione dei fatti è estremamente accurata, basandoti su quello che sappiamo dai libri e la cosa che ho apprezzato di più è come sia palpabile il senso di colpa di Silente nei confronti di Ariana, la sua voglia di ottenere il suo perdono per aver "fallito" con lei e i genitori.
Tutto ciò è coerente con il filo conduttore della storia, Silente ha commesso degli errori, come ogni essere umano, ma lo ha fatto soltanto perché ha sempre cercato di fare la cosa giusta per tutti e per il bene comune. Il tutto senza stravolgere completamente un personaggio a tutto tondo, con i suoi pregi e difetti, perciò ti faccio i miei più sinceri complimenti.
Spero di leggere ancora qualcosa di tuo in futuro, a presto!

Nuovo recensore
15/04/21, ore 12:25

Cara, perdonaci tu per il ritardo con cui arrivo a recensire e per il ritardo (sicuro) con cui ti giungerà una risposta alla recensione che hai fatto da noi. Vengo qui per lo scambio del Giardino, l'ho accettato molto volentieri perché avevo adocchiato questa storia sul profilo e mi sono detta che, non avendo mai letto di Albus, questa sarebbe stata l'occasione perfetta. Vedi, sono una persona che ama molto la generazione che viene narrata nei libri e mi avventuro poco a leggere di quello che è stato prima o di quello che sarà poi. Forse è per questo che sono sempre restia, ma a volte tornare indietro fa bene.
Sai, Albus è un personaggio che non posso dire di amare, ma che posso comprendere. Ha una mente da stratega, ma a volte sa pensare anche con i sentimenti. Dentro questa storia ho trovato il valore nascosto di un uomo. Ci racconti di lui che, nel pieno della sua vita, decide di abbandonare il viaggio intorno al mondo per prendersi cura di lei, la sorella più piccola. Instabile e pericolosa, dopo aver ucciso la madre per un colpo di rabbia, non le resta altro che l'amore dei due fratelli. Che la amano, forse in una maniera diversa, ma la amano. Aberthfort le vuole bene e lei gli sorride, vanno insieme al mare. Il mare è qualcosa che evidentemente la calma, non le fa pensare. Albus allora le dice che la porta al mare, tra uno studio e l'altro, un incantesimo e qualche fattura e l'accompagna alla spiaggia, sulle rive bagnate del mare e le racconta delle storie, le dice qualcosa per tenerle su di morale. Chissà quante volte lo fa, finché un giorno alla sua porta non compare un uomo, un uomo malvagio, cattivo, senza cuore, un uomo che non avrebbe il diritto di pretendere e invece chiede, spinge Albus alla pazzia alla ricerca dei doni della morte: e il mantello, la pietra, la bacchetta. Una ricerca che alla fine piega il volere di gloria di Albus che decide di abbandonare la famiglia dopo aver passato tantissimo tempo a seguire Ariana. E il fratello non ci sta. Tramite le tue parole vedo la rabbia sul volto dei genitori, vedo il vuoto su quello di Ariana che se ne va, colpita da una maledizione. Chi l'ha lanciata? Albus porterà questa morte sulle sue spalle, l'idea di aver fallito in ciò che non avrebbe mai dovuto perdere. Si porta dietro la colpa, il suo non aver agito nel giusto. Ha messo davanti lui e ora sente il giudizio della sua famiglia su di sé. Ho apprezzato tanto i dialoghi che introducevano i pezzi della storia, ho apprezzato anche quel ricordo, forse per me il più interessante dei tre, in cui Albus racconta la sua pazzia dovuta all'anello che non gli permette di capire, che gli fa vedere Ariana e Ariana non lo vuole. Lo porta alla pazzia, gli mostra un Tom che assume le sembianze di Grindelwald. Io credo che tu sia stata molto brava a rendere l'idea della storia, così come hai saputo dipingere il personaggio di Albus alla perfezione, raccontandomi con profondità l'anima di un uomo. Mi hai raccontato il senso di colpa che lo attanaglia, la voglia di gloria che non lo abbandona e poi mi racconti di un vecchio uomo che si sacrifica per il Bene Superiore. Alla fine lo trova, Albus, passa la sua vita a cercare un modo per non sentirsi in colpa di qualcosa e lascia la sua vita con il sorriso, così come sorride ad Ariana quando la vede dopo la morte. L'ha sempre cercata, nei ricordi della sua mente, ed ecco che torna quando è tutto finito.
Scusa per questo sproloquio, spero che abbia almeno un goccio di senso. Ti faccio i miei complimenti, perché mi ha dato proprio una bella sensazione questa storia ed è stato davvero interessante conoscere e guardare qualcosa con occhi diversi. Scusa se ho lasciato qualche errore in giro, ho ricontrollato, ma faccio fatica a mettere a posto.
Vigilanziasiacostante_ (Sia_ ❤)

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