Recensioni per
The bottom of a bottle
di Roxanne Potter

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/12/23, ore 13:37

Ciao,
Eccomi a leggere, che dire, mi è piaciuta tanto, credo che tu sia riuscita a rappresentare benissimo il dolore che si prova quando una persona per cui si provano dei sentimenti ti friendzona, e addirittura si sposa con qualcuno che conosci e magari è anche tuo amico.
Sto ancora leggendo la trilogia delle origini, sono a metà del secondo libro, quindi non ti so dire se i personaggi sono totalmente IC in questo momento, ma i sentimenti e le reazioni, al di là di non essere ancora a conoscenza di tutto il contesto, sono comunque universali.
E' una situazione, quella rappresentata, in cui almeno una volta nella vita ci si trova tutti. Anche se magari non con un matrimonio di mezzo.
Ancora complimenti e Buon Natale :)

Recensore Junior
19/05/21, ore 19:55

15° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - THE BOTTOM OF A BOTTLE DI VERONIQUE97

- Grammatica e stile: 9.8/10
La grammatica è corretta, non vi sono sbavature lessicali né ortografiche di grande rilevanza. Ti lascio solo qualche appunto:
[…] Le dita di Anna gli accarezzano il viso e lui solleva le labbra in un sorriso che appare debole, disarmonico e fuori posto sul suo viso devastato dal dolore. […] Per evitare la ridondanza della parola viso all’interno della stessa proposizione potresti impiegare l’utilizzo di un sinonimo, che renda meno ripetitiva la lettura (volto, faccia, espressione, etc.). -0.10
[…] Degna di una tragedia shakesperiana. […] Errore di battitura, shakespeariana. -0.10

Lo stile dimostra un ottimo impiego della punteggiatura, dell’utilizzo delle congiunzioni e di una notevole maestria nell’uso degli incisi, che si trovano sempre al posto giusto nel momento giusto. La storia ha un’ottima ripartizione tra sequenze narrative – accorpate in parte a quelle descrittive – e dialogate, creando un testo scorrevole e piacevole da leggere.
L’unico appunto, anche qui, a volte v’è un utilizzo improprio della virgola, che in alcuni casi potrebbe essere omessa, ma ciò non rallenta in alcun modo la lettura. Ottima anche la messa a capo, che non rende il testo pesante e facilita la comprensione dello shift tra tempo della storia e tempo del dialogo.
Nel complesso, credo che sia stata una delle storie scritte meglio, brava.

- Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10
Mi è piaciuta moltissimo la caratterizzazione di Matthew, anche se non del tutto completa, in quanto ne descrivi l’atteggiamento in relazione a quella che definiremmo la più classica tra le pene d’amore. Tuttavia, nonostante questa piccolissima lacuna, mi è piaciuta molto la tua capacità descrittiva associata al suo stato d’animo, avvalendoti anche di immagini molto suggestive per far entrare il lettore in quelli che sono i vagheggiamenti di un uomo innamorato, preda dell’alcol e di un amore che non viene visto in alcun modo come qualcosa di positivo, ma l’esatto opposto: un amore che brucia, che fa male, che sconquassa i sensi, e Matthew è ciò che viene comunemente definito come la vittima di questo sistema, la somma di quell’emozioni che non ci piacciono, che non vorremmo mai provare. In questo senso, è piuttosto facile immedesimarsi nella sua persona, e la cosa mi ha resa più che soddisfatta in merito a questo personaggio.
Anna, invece, in questo caso risulta un personaggio piuttosto marginale, che ha il solo scopo d’essere la spalla su cui piangere, la persona da cui andare quando ne sentiamo il bisogno. Mi sarebbe piaciuto leggere un po’ più di lei, sul modo in cui interagisce con Matthew, anche se mi rendo conto che non era quello l’intento della storia. È un personaggio, comunque, di cui hai ben delineato le linee guida e si comprende appieno il suo ruolo all’interno della storia, per cui anche sotto questo aspetto – per gli intenti che la storia vuole esprimere – va benissimo così.
Nonostante la osserviamo solo attraverso i ricordi di Matthew, anche Cordelia appare perfettamente in linea con la storia, come un’essenza eterea che forse Matthew stesso tende a idealizzare, pur rimanendo fedele ai ricordi che ha di lei.
Nel complesso, la caratterizzazione è molto più che buona, perciò brava!

- Utilizzo del cliché: 13/15
Passo a spiegare il perché di questo punteggio che, seppur positivo, merita un chiarimento importante. Il cliché ti amo, ma non posso averti è una sorta di must-have dell’angst, qualcosa che ormai è entrato a far parte del bisogno collettivo di noi povere romantiche che vogliamo struggerci per un amore impossibile. Il cliché permea tutta la storia e mostra l’aspetto più tremendo di una storia d’amore che, in realtà, non è mai stata. Tuttavia, sebbene da un certo punto di vista lo struggimento di Matthew sia perfettamente amalgamato al cliché, non v’è un approfondimento particolare di quest’ultimo: sì, Matthew si strugge, sta male, soffre, beve per dimenticare e chiede l’aiuto di Anna per cercare di sopperire ad una mancanza profonda, ma poi il cliché si perde nelle elucubrazioni del protagonista e sembra interrompersi.
Questo non è necessariamente un problema, ma dare spazio ai pensieri del protagonista ha in qualche modo messo un po’ in ombra il cliché, salvo poi ripescarlo nella parte finale, che ho trovato essere la più bella della storia – specie nella frase: “Quelle mani che non possono appartenergli che da oggi apparterranno solo a James.” Cioè, questa frase mi ha stesa definitivamente, e ha dato un picco clamoroso al cliché, spiegando le motivazioni interiore del suo tormento introducendo un “rivale”, che in realtà non lo è per davvero.
L’uso del cliché mi è piaciuto moltissimo, un po’ perché sono una persona tendenzialmente sadica che ama veder soffrire i personaggi – non credo sia normale – e un po’ perché il tuo stile ha giocato un ruolo fondamentale nella stesura d’una storia ricca d’immagini vivide, quasi plastiche.
Era da un po’ che non leggevo qualcosa di decente in questo fandom, perciò grazie per averla scritta!

- Gradimento personale: 4/5
Una bella storia, non v’è che dire. Ci sono state delle frasi che mi hanno emozionato, reso triste, arrabbiata e persino mezza depressa. Quello che ho potuto constatare è stata la dedizione con cui ti sei dedicata a certi passaggi, dando spazio a piccoli particolari che io ho trovato molto calzanti all’interno del contesto: Anna che apre la porta ad un Matthew mezzo andato, in preda al dolore, che cerca ancora dell’alcol per ritrovare un po’ di serenità, quella chimerica felicità che non sarà più in grado di raggiungere e che lo porterà a stare sempre peggio, fin quando non deciderà di rialzarsi con le sue forze.
Le dinamiche tra i personaggi le ho trovate ben delineate, sicuramente mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa in più di Cordelia, ma la storia si presenta magnifica così com’è, specie il paragrafo finale, che lascia a dir poco spiazzati.
Non bazzicavo da un po’ nel fandom di Shadowhunters – anche perché nel periodo di fissa c’erano solo storie su Alec e Magnus –, ma devo dire che questa storia mi ha fatto riacquistare un po’ di fiducia, probabilmente perché è la prima volta che mi ritrovo a leggere qualcosa di diverso, e mi fa sempre piacere.
Gran bella storia, brava!

Totale: 35.3/40