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Recensore Master
28/03/21, ore 09:36
Cap. 1:

Mi accosto, sempre, con un po' di timore alle tue parole, perchè sono parole ricercate, parole pensate con la mente e con il cuore.
Mi piacciono, sempre, ma soprattutto quando testimoniano "inebri" e ripartenze, come qui.
In sordina, è vero ("sussurri"), ma la voglia c'è, sospinta dalle brezze che spazzano via le ore "stantie," e dagli albori.
Il silenzio della paura è rotto dal "calpestio di passi fugaci".
Ci si scopre di nuovo liberi, come basiti uccellini a cui vengono aperte le gabbie, ci accorgiamo di poterci riavvicinare col pensiero all'ardore dei cieli.

Non ho capito quel "vessarci dai sereni languori".

E non so da dove provenga questo tuo primaverile rinnovamento: sei stato alla fine vaccinato? O il sole ha sforato le nuvole?

Ma hai scritto, come sempre, benissimo.
Un abbraccio.

Recensore Master
28/03/21, ore 07:29
Cap. 1:

buongiorno,
è una poesia personale, molto, questa volta. Ma so che tu ci metti sempre tanto di te in quello che scrivi e ci offri.
Ho avvertito profonda malinconia per i tempi andati.
E' qualcosa che ho iniziato a provare ardentemente anche io, soprattutto in questo duro momento.
Serena domenica :)

Recensore Veterano
27/03/21, ore 20:56
Cap. 1:

Ciao Francesco. Devo ammettere di avere riletto la tua poesia più di una volta. Non perché sia incomprensibile, ma perché ogni volta che arrivo alla fine mi sembra di non avere colto appieno qualcosa, forse solo un particolare.
Particolare come il tuo scrivere, una specie di pensiero a voce alta di una eleganza ed una compostezza che non appartengono a questa era, forse nemmeno questo pianeta. Probabilmente avrai una seconda casa sul monte Parnaso.
Ciao Francesco, ti abbraccio.
Roberto

Recensore Master
27/03/21, ore 11:54
Cap. 1:

Luminoso, nei suoi contenuti, questo tuo nuovo componimento, caro Francesco, giunto in una giornata nuvolosa come il mio umore odierno ma che si è risollevato leggendoti.
Ho percepito in ogni strofa un voler guardare in avanti non dimenticando ciò che abbiamo fatto e ciò che siamo stati.
Il passato che fa da trait d’union con il nostro futuro prossimo.
Una specie di visione di una primavera dell’anima che ha voglia di spogliarsi dei pesi e poter svagare la mente sognando per una volta cieli sereni e ardenti perché pieni di desideri che non attendono altro che di essere espressi e si spera esauditi.
Grazie per queste tue parole che mi hanno accarezzato nel profondo.
Un abbraccio e un saluto, more solito, come piace a te.