Recensioni per
Redenzione
di _Niente_Paura_

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
28/03/21, ore 12:23
Cap. 1:

Ciao Valeria, piacere di rivederti!

Allora, storia inquietante che, a mio avviso, ha il grandissimo pregio di confondere il lettore nel momento del risveglio sulla collina, perché il povero James deve essersi sentito nello stesso modo da quel punto e fino a quando incontra il vampiro.
Hai scritto un testo che ho trovato scorrevole e coinvolgente, però con errori un po' troppo frequenti che tuttavia non mi hanno dato difficoltà a seguire la tua storia.

Sono un po' dubbioso sul quando la vicenda sia accaduta. L'uso dei volantini mi porterebbe a dire che tutto sia avvenuto, così a spanne, dopo il diciassettesimo secolo (la stampa è stata inventata nel quindicesimo, forse un secolo più tardi la carta era comune nelle grandi città e un altro secolo più tardi, forse, anche nei luoghi fuorimano come mi sembra Varnikem).
Il modo in cui parlano i ragazzi tra di loro mi ha suggerito, invece, l'idea di un'epoca vicina alla nostra, in particolare per l'uso del termine "pizzoso". Questo deriva da pizza e, pertanto, dovrebbe essere usato in un contesto dove tale alimento sia ben noto.

Come ti ho già scritto, purtroppo ci sono alcune sviste che si ripetono un po' troppo spesso. I punti a fine riga sono, quasi sempre, solo un fatto estetico. Il soggetto dopo il verbo è sicuramente insolito da leggere, ma qui non è troppo frequente e mi ha dato fastidio solo in un caso che ti riporto sotto. Però ci sono anche dei termini ripetuti che sicuramente ti sono sfuggiti in fase di revisione.


> La gente a Varnikem in particolare sussurrava di un maniero abbandonato, e narrava ai bambini ,per farli stare buoni, del Conte Luna Morta.
Si narrava che vivesse ancora nel vecchio maniero di famiglia, a distanza di secoli.



> Le due città erano incredibilmente speculari, in fondo non era facile far cambiare i varnikiani. Questi dopo aver abbandonato quella valle, ripresero i progetti e costruirono la nuova città in modo speculare alla vecchia.


> Questo perchè fosse piazzato a metà fra le due città, o forse era per lo stesso motivo per cui era disabitato.

Io credo che il "fosse" sia sbagliato. Ti propongo una secondo una versione alternativa:

"Questo perché era piazzato a metà fra le due città, o forse per quello stesso motivo che l'aveva reso disabitato."


> Sentì un lungo brivido percorrergli la schiena, mentre sentì un rumore di passi, provenienti da fuori, avvicinarsi alla sua abitazione

Qui si può tranquillamente evitare il secondo "sentì":
"mentre un rumore di passi, provenienti da fuori, s'avvicinava alla sua abitazione"


> Restò fermo James, il quale aveva cominciato a sudar come un malato febbricitante. Deglutì nervosamente il ragazzo e serrò i pugni, facendosi coraggio andò alla finestra e provò a sbirciare dalla fessura.

Qui usi il soggetto a fine frase due volte di fila... la seconda mi è parsa fastidiosa soprattutto perché lì il soggetto può essere sottinteso.


> denti affilati come stalattiti.

stalattiti è davvero originale... lame, pugnali, schegge di vetro, ma le stalattiti non credo siano famose o apprezzate come strumenti taglienti. Se te ne cade una in testa ti farà sicuramente male, ma per il peso e la violenza del colpo più che per la capacità di taglio di una punta che solitamente è tondeggiante.


> Scrollò le spalle ed andò a svegliare gli altri, i quali con non poche difficoltà si svegliarono a loro volta


> Sulla via del ritorno James cominciò a raccontare lo strano sogno, ma prima di continuare esitò un attimo
«Aspettate un attimo» disse lui sbarrando gli occhi «Perchè ci siamo addormentati in cima alla collina ieri sera?» disse lui stranito



> Questi continuarono a seguirlo con lo sguardo, ma una volta andato avanti, questi non mossero un passo
«Ragazzi? Perchè non andate avanti?» chiese nuovamente lui, ma come prima, non ottenne risposta. C'erano solo sei occhietti inespressivi che lo guardavano con le labbra serrate. Provò ad andare avanti, mentre ogni tanto lanciava loro qualche occhiata furtiva.  



> «Il tuo nome dici? Credi che io sia sordo? Ci sento benissimo. Ti ho sentito con i tuoi amici»
«Co-cosa? C-ci spi-avi?» sorrise genuinamente la cosa, la pelle era così sottile che sembrava tirarsi ad ogni suo movimento.
«Spiarvi? Che bimbetto grazioso» disse lui avvicinandosi pericolosamente al ragazzo, si leccò i denti.


A sorridere e ad avere la pelle sottile è "la cosa", mentre così sembra sia il ragazzo, quindi "sorrise" andava con la maiuscola e, credo, a capo riga.


Oggi era l'ultimo giorno per la consegna a "Let's Cliché", quindi presumo che questa storia soffra un poco della scadenza ravvicinata.


Poi sai:

"La gente non impara mai, inciampa sempre sugli stessi errori. Quanto può essere miserabile la vita umana?"

Mi ritrovo ogni giorno a litigare con una persona negazionista che non solo non impara mai, ma addirittura disimpara ogni giorno di più... Nella tua storia parliamo di una conoscenza dimenticata (c'è la paura, ma nessuno ha mai visto pecore o altri animali squartati; qualcuno ogni tanto sparisce, è vero, ma nessuno ha mai visto il responsabile), nel mio caso di conoscenze scinentifiche che sono fuori dalla comprensione della massa e che possono essere facilmente soppiantate da falsità senza capo nè coda.

In bocca al lupo, e alla prossima!