Pensavi che ti avrei intasato la chat di insulti ma così non è.
Primo perché voglio farti una sorpresa, secondo perché questa angst è ancora troppo soft per i tuoi standard e mi aspetto molto, mooooolto peggio.
Al solito, da un argomento di mondo corrotto sei riuscita a toccare tantissimi tasti attuali e mi sono commossa.
Per prima cosa, la malasanità. Quante ne stanno succedendo adesso, ma anche prima, di persone che sono state rimandate a casa senza una visita ma un’occhiata pigra e hanno peggiorato, o peggio, tra le braccia dei familiari. Qua l’hai portato al livello successivo, con la discriminazione vergognosa che caratterizza la società di questa storia. Ed è uno schifo assurdo.
Non pensano che quegli omega che loro tentano di inibire sono le radici del loro mondo, che sono parte della famiglia che li ha cresciuti, che li ha nutriti, che li ha fatti diventare quello che sono.
Cominciare con la DaiSuga è stata un’idea brillante.
Daichi, vittima del sistema, che però fa parte del sistema in quanto poliziotto. È lui che deve far rispettare la legge, è lui che deve allertare, è lui che deve incriminare. Ed è quello che si è stufato di tutto ciò quando si è trovato davanti al suo compagno in pericolo e alla perdita del loro bambino.
Lui, l’autorità competente, che pensa all’illegalità per combattere una legalità corrotta e malata.
Mi è piaciuta tantissimo. Ho sentito il bisogno di giustizia in ogni riga, ogni parola, da quelle rabbiose di Daichi a quelle più calme di Suga, che lo rimetteva con i piedi per terra.
E l’incontro con quelli che diventeranno la Resistenza è stato bellissimo, da una partita di pallavolo fraintesa alla fiducia per un consiglio.
La fine mi ha commossa particolarmente, con Daichi che parla con i suoi bambini del mondo che hanno rivoluzionato per loro.
Bellissima! |