Sì, hai scritto secondo me una bella poesia! Mi ricorda un po' gli haiku giapponesi.
Concisa ma non insignificante, perchè c'è la forza di quel "lacrime secche", due termini contrastanti, potenti nel loro accoppiamento.
Suggerisce il tormento di un'intera notte e il cercare il sonno a tutti i costi, con la speranza di incontrare l'oggetto del proprio amore almeno nel sogno.
Ma i dormiveglia di fine notte, è risaputo, non fanno che affaticare ulteriormente: a volte bisognerebbe ascoltare la ragione, anzichè la passione.
Il primo verso però non è un settenario, perchè "finita" ed "è" si contraggono.
Avresti potuto scrivere "Terminata è la notte."

Premetto che reputo il mio modo di esprimermi molto prolisso e non ho per niente la tendenza al riassunto! Forse è per questo che di contro, mi piacciono tanto le poesie corte, che con poche righe esprimono un concetto, colpiscono e si fanno ricordare. Evidentemente mi attirano le cose per me inarrivabili! Detto questo, seguirò questa raccolta in corso d'opera con molto piacere! Poi con le rime mi inviti a nozze. :) 

Proposito splendido, quello di presentare "emozioni concentrate".
Non concordo però del tutto sugli endecasillabi, versi difficili, ingombranti, ricercati. Trovo più espressivi i settenari, o gli ottonari.
Per carità, li formi benissimo. Ma non sono riusciti ad emozionarmi, mi sanno di esercizio accademico.
Per quanto il tema, quello dell'ingenuità disillusa e punita, mi sia molto caro. Mi invoglia a gridare: preferisco essere un ingenuo dolorante piuttosto che uno smaliziato benestante.