Recensioni per
Rovine Silenti in Attesa dell'Oblio
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/05/21, ore 14:13

Le rovine: monumenti di epoche perdute e mai dimenticate. Antichi e maestosi testimoni di tempi in fiore, vestigie di ricordi maltrattati dal vento, logorati dalla polvere e abbandonati alla solitudine. Gioielli di roccia, orgoglio della natura che simboleggiano l'immortalità della storia e della cultura, poiché niente muore davvero finché perdura nei cuori e nelle menti dei viventi.
Questi tuoi versi nostalgici dall'irresistibile fascino evocativo mi hanno riportato alla mente un passaggio de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien, che parla degli Argonath, due immensi sovrani scolpiti nella pietra: "Su grandi piedistalli immersi nelle acque due grandi re si ergevano: immobili, con gli occhi sgretolati e le sopracciglia piene di crepe, fissavano corrucciati il Nord. La loro mano sinistra era alzata, con il palmo rivolto verso l'esterno, in segno d'ammonimento; nella mano destra reggevano un'ascia; in testa portavano un elmo e una corona corrosi dal tempo. Erano rivestiti ancora di una grande potenza e maestà, silenziosi guardiani di un regno scomparso da epoche immemorabili".
In genere mi astengo dal riportare brani di opere famose nelle mie recensioni, ma in questo caso ho ritenuto opportuno fare un'eccezione per condividere questo passaggio a cui tengo in particolar modo, e dimostrarti così quanto è grande a mio avviso la tua forza narrativa, nella sua poetica delicatezza che racchiude sempre un raggio di speranza.
Riflettendoci, questi ruderi potremmo essere persino alcuni di noi: anime perdute che non hanno voce per raccontare le loro storie. Statue ricoperte di pelle anziché di pietra, con un cuore pulsante invisibile che si impone agli sguardi di muti contemplatori.
Adoro l'anima sensibile e intrisa di saggezza che si cela dietro le tue poesie, che ti rendono un'autrice degna di essere definita tale.
Ti auguro un buon proseguimento di giornata. Un abbraccio, Claudia

Recensore Master
23/04/21, ore 23:21

Cara Fenice,
Mi sono attardata, molto a lungo, nella ricerca delle parole più giuste e più belle per commentare questo tuo scritto. La realtà è che tali parole non le ho ancora trovate ed è normale, perché è complicato dare forma a ciò che si ama. Io amo tutto di questo tuo scritto... Amo le belle parole che hai saputo trovare e che, a furia di rileggere, mi sembrano proprio un componimento costituito da due distinti scritti più brevi, uno d' inizio e uno formato dalla parte conclusiva del testo, uniti da una magnifica riflessione/cerniera centrale.
Amo la straordinaria incisione del Maestro Stelluti, così romantica ed evocativa, che cospicuamente ti invidio, come trovo molto "sintonizzate col mio cuore" le tre citazioni di cui ci hai fatto gentile menzione in apertura.
Ma soprattutto, condividendo, ne sono sicura, il tuo ideale e quello di questi tre illustri autori, amo la Storia, che è appunto: "testimonianza di sopravvivenza", "conquista di mille occhi per leggere il presente", "maestra di vita" e anche "vestigia di un passato impossibile da scordare", "voce che fluida soffia e vorrebbe raccontare", "tempo, spazio, natura e cultura" e ancora mille altre cose, tutte stupende. Si, tutte stupende, anche le più atroci, perché sono state le realtà di chi ci ha preceduti su questa nostra Terra. Essi vissero qui, sotto questo nostro stesso cielo.
Mia cara, grazie per questo bellissimo regalo!
Con affetto - Lenovo 2015

Recensore Master
20/04/21, ore 10:12

Ciao Fenice. Molto bello il riferimento che fai all'incisione da te scelta. Amo sempre l'unione fra la differenti arti e anche qui hai arricchito le tue parole. Sono rimasta per alcuni istanti ad ammirare l'incisione in silenzio, immersa in quel che ho percepito e poi ho iniziato a leggere immergendomi del tutto nell'atmosfera da te creata. Anche questa volta sono stata portata in un mondo lontano, carico di "tempo, spazio, natura e cultura", come hai scritto. Grazie per queste belle sensazioni. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 20/04/2021 - 10:16 am)

Recensore Junior
19/04/21, ore 18:48

Non stai descrivendo le rovine di qualcosa di costruito dall'uomo, ma stai disegnando - ed evocando - l'anima perduta di uomini che ancora vorrebbero parlare e raccontare, e devono accontentarsi invece della memoria altrui. Perché niente e nessuno muore davvero finché può risvegliare compassione e amore in chi ancora vive. Le tue rovine hanno la stessa valenza, piena di pietas, delle tombe.

O almeno questo è arrivato a me, dolce dama d'altri tempi sempre desiderosa di luce.

Stilisticamente, assai efficace il "Ruderi" e "Rovine" in posizione privilegiata.

Omaggi devotissimi,

Sacrogral, al vostro servizio

Recensore Junior
18/04/21, ore 13:50

Cara Elena, una poesia la tua, emozionante come poche.
La nube di nostalgia e malinconia che circonda questa poesia, viene al tempo stesso spazzata via da versi colmi di speranza, racchiusa nei ricordi.
È possibile riuscire a dar vita a ricordi nascosti? Leggendo le tue poesie, sempre.
Hai un grande pregio amica mia, la tua profonda saggezza mista alla tua anima dolce.
Questo fa di te una perfetta autrice, credimi.
Mi hai fatta emozionare.
Bea

Recensore Master
18/04/21, ore 07:35

Buongiorno,
sì, concordo... ogni rovina sembra un frammento che giunge a noi dal passato ( e in effetti lo è) e devo dire che sono molto stuzzicanti, uno si chiede cosa fossero un tempo, poi immaginare chi le ha costruite, quel che hanno vissuto... magari un tempo erano un orgoglio per qualcuno...
Insomma, tutto molto suggestivo e curioso ^^

Recensore Master
17/04/21, ore 23:04

Stavolta mi inviti a nozze! I tuoi soggetti sono sempre stimolanti, ma questo mi strega! Sin da piccolo sono sempre andato alla ricerca di case diroccate, ho raccolto coccetti trovati scavando, ho incollato frammenti di pentolacce, senza neanche capire bene perchè.
Il fascino del fatiscente è spiegato bene in questa tua opera, col tuo solito stile personalissimo, in equilibrio fra poesia e prosa, prolisso in senso buono, veicolo ideale per spingere il lettore a fondo in tutti i risvolti del tema.
Qui poi le parole si intonano all'ambiente, sembrano uscire da un foglio di quaderno rimasto sotto "mantelli" di polvere che, spinto fuori dagli "schiaffi del vento / che si insinua", svolazza trasportato da "quelle folate".

Interessante anche il riferimento a Roberto Stelluti, incisore vivente che non conoscevo. Ho cercato sul web, molte delle sue opere sono improntate alla suggestione del passaggio da fiorente a sfiorito. Immerse in tale ricchezza di dettagli da rendere più bello lo sfiorito del fiorente.