Ciao!
Questa mia recensione raccoglie due prime volte: la prima volta che leggo qualcosa di tuo e la prima volta che leggo una fic su L’attacco dei giganti. Entrambe le cose mi hanno lasciata, senza iperboli, a bocca aperta. La delicatezza dei dettagli (quelli che fanno tremare pure Reiner, in fondo) di questa storia, il modo poetico in cui l’hai raccontata mi hanno davvero stretto un po’ il cuore. Hai evocato delle immagini bellissime, le ho viste davanti agli occhi, tridimensionali e pungenti, come il tuo modo di scrivere. Le parole hanno una musicalità bellissima, un rincorrersi e una ricercatezza che mi hanno spesso costretta a rileggere una frase più volte, per coglierne la bellezza appieno. E non solo: la scelta di dare il prompt di un Bertolt alla storia di Reiner è un’accortezza così centrata che non posso davvero altro che farti i miei complimenti. Mi rendo conto che direi cose stupide, forse, in confronto alla bellezza di questa storia. Vorrei citarne mille passaggi – il mio preferito, quello di Shiganshina che li guarda con occhi severi. E loro, anche se sono i colpevoli di quella distruzione, in fondo sono anche le vittime, di quella vita che li ha voluti Guerrieri e per questo condannati. Condannati a vedere anche solo il frutto di quello che hanno dovuto mettere in atto – seppur, per loro, nel giusto.
Ho visto questo piccolo spazio protetto ed intonso in mezzo alla città distrutta come una metafora di quel Reiner che lui, sotto la cascata d’acqua che gli lava i pensieri, ricerca dentro di sé: quello del prima, quello che non ha conosciuto la morte, la distruzione, l’internamento e la morte – di altri, per mano sua. Quella morte a cui deve portare rispetto, per cui non può sorridere, per cui non possono sentirsi a casa se non chiudendo gli occhi e volando a Liberio, magari su quei dirigibili che sentono vibrare nei ricordi.
Sono troppe le cose che ho apprezzato – davvero. Anche la differenza tra sciacalli e razziatori, così simili e così diversi nelle colpe. Quelle colpe che adesso Reiner vuole spazzare via, spaccandosi a metà, tornando a quando non ne aveva e questa guerra era lontana da venire.
Che bello, davvero. Ti chiedo di scusarmi per questa recensione che probabilmente non sarà altro che uno sproloquio. Mi hanno consigliato di leggerti, se avessi voluto addentrarmi in questo fandom e sono felicissima, davvero, di averlo fatto. Sei bravissima.
Ti abbraccio |