Recensioni per
Una questione privata
di Jeremymarsh

Questa storia ha ottenuto 63 recensioni.
Positive : 63
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/06/22, ore 17:19

Cara Jeremymarsh!!

Ne approfitto per passare finalmente su questa conclusione che non mi ha delusa affatto, anzi: trovo sia un finale robusto e perfetto per loro. Dico robusto perché le eventuali obiezioni del lettore vengono tutte quante sciolte dal testo. Kaede, in quanto vecchia e saggia, consiglia alla nipote di non rinunciare alla propria vita. Essendo molto anziana sa di cosa parla quando si tratta di rimpianti e non desidera che la giovane nipote segua il volere di altri e faccia la sacerdotessa senza una vera vocazione, senza averlo scelto. Ciò provocherebbe nel lungo periodo infelicità, risentimento e cattivi pensieri – e quindi svolgerebbe male il suo lavoro, facendo sì che il suo sacrificio sia inutile se non controproducente. Tuttavia, essendo anziana e saggia, consiglia a Kagome di vedere il mondo e di seguire Inuyasha se lo vuole, se lo desidera. Di non affidarsi a un innamoramento e basta e il modo in cui lo dice, pure essendo un concetto moderno, è adattabile anche a una realtà come quella raccontata proprio perché Kagome e Inuyasha non hanno tempo per frequentarsi e per poter vivere liberi devono partire immediatamente.

Molto belle sono anche le riflessioni sulla guerra ciclica, sulla pace che non è detto che duri e sul concetto di cogliere l’attimo, ma anche il profondo senso di riscatto e di voglia di vivere che interessa chi ha vissuto guerre e simili. Di Kikyo che serve come strumento, non posso che essere soddisfatta e probabilmente l’ho detto anche nelle scorse recensioni, mentre per quanto concerne il Generale è un personaggio che mi piace moltissimo anche nel suo modo di parlare al figlio di Sesshomaru: la questione viene tirata fuori e sappiamo che, mentre Kagome e Inuyasha proveranno a vivere la loro vita insieme, il Generale tenterà di ricucire (e probabilmente ricucirà) il legame col fiero figlio maggiore. Per concludere, io sono davvero soddisfatta di questa lettura e non vedo l’ora di tuffarmi in un’altra loro storia: quindi ti faccio davvero i miei complimenti più sentiti <3
Shilyss

Recensore Master
22/05/22, ore 11:08

Cara Jeremymarsh!
Già sento la mancanza di questa storia: non vedo l’ora di leggere la storia e, allo stesso tempo, non vorrei separarmene. Effettivamente è un capitolo ricco e approvo la scelta di dividerlo, perché c’è tantissima carne al fuoco e tante cose di cui parlare già così. Il comportamento del generale demone cane è improntato al rispetto per gli avversari e alla loro tutela anche per quanto concerne i prigionieri di guerra. Nel clima di pace e di ricostruzione che segue una guerra lunghissima e sfiancante, di cui tutti erano stanchi e che ha mietuto vittime e ingenti perdite da entrambi i lati era giusto che vi fosse questa rappacificazione, ma soprattutto aprono la strada a un’integrazione di Inuyasha tra gli umani vicini a Kagome e risolvono la questione Miroku in maniera degna.

I momenti Kagome/Inuyasha sono tutti dolcissimi e il concetto che il mezzodemone esprime, di non sostituire una sorella con l’altra e di amare Kagome per come è, osservando più le differenze rispetto a Kikyo che le evidenti somiglianze, sono perfette e spiegate con chiarezza. Tra l’altro è anche un sollievo, per Kagome, l’essere ritenuta una volta tanto non il surrogato della sorella maggiore cui indubbiamente somiglia per attitudine spiritualista (?? si dirà così??) e aspetto, ma una giovane donna da amare per quello che è.

Tuttavia c’è questo elemento particolarmente spinoso, il fatto che lei debba sacrificare la propria vita per il bene comune a causa della mancanza di sacerdoti, che sembra allontanare il lieto fine (ma io faccio riferimento alle tue note, su questo punto, e mi auguro il meglio). Kikyo è ancora una presenza nell’assenza e, come Fulvia chiaramente stava col compagno di Milton – il libro di Fenoglio ahinoi è incompleto, ma a mio parere era abbastanza chiaro che Milton s’illudesse del contrario – Kikyo verrà relegata nei ricordi – a meno che non compaia proprio nel finale, magari sciogliendo i dubbi circa la sua persona e le sue scelte. Insomma, io non potrei essere più soddisfatta di così e ti rinnovo l’unica nota dolente: mi mancherà immensamente questa storia <3 <3, ma questo succede solo con le storie belle! ^^
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
21/05/22, ore 19:03

Ciao, cara! ♥ Eccomi qui per lo scambio libero del Giardino, e finalmente sono arrivata alla conclusione di questa storia che mi ha sicuramente intrattenuta, mi è piaciuto il finale che hai scelto. E devo dire che in generale trovo che sia una storia semplice ma matura, i protagonisti crescono e trovano le loro risposte proprio con le esperienze che hanno attraversato, e sinceramente trovo giusta la scelta di lasciare Kikyo come parte di un passato che non è stato “affrontato”, proprio perché delle volte succede così e Inuyasha lascia alle spalle la relazione in maniera totale, non flagellandosi nemmeno con risposte che alla fine non cambierebbero nulla.
Mi è piaciuta la figura di Kaede dove consiglia un’incerta Kagome di seguire il suo cuore e di non scegliere ciò che vogliono gli altri, alla fine la vita è un ciclo e deve approfittare di questo momento di pace per poter fare ciò che sente, e ho trovato molto bella l’introspezione di Kagome dove sceglie per se stessa.
A volte è giusto essere egoisti e non posso che essere d’accordo con questo concetto. Anche il momento tra Inuyasha e Toga è stato molto bello, mi è piaciuto come anche il padre gli abbia detto di non pensare a lui e di seguire il suo cuore, e ho trovato interessante anche il finale del fratello e di come Toga voglia riavvicinarsi a lui nonostante i suoi errori.
In tutto ciò alla fine Inuyasha e Kagome si ritrovano, si baciano e si lasciano andare alla passione, alle normali paure che si possono avere del futuro e decidono di affrontare il loro sentimento appena nato insieme, scoprendosi a vicenda. Hai fatto un buon lavoro e quindi ti faccio i miei complimenti, alla prossima!

Shakana

Recensore Master
02/05/22, ore 18:54

Cara Jeremymarsh!

Questo capitolo ha già quel dolceamaro tipico dei finali e devo dire che far sopravvivere Toga è stata un’idea brillante: effettivamente poteva salvarsi, effettivamente se fosse morto non ci sarebbe stata una pace o una ricostruzione. Mi chiedo se il fatto che il vecchio generale voglia passare tanto tempo col figlio più giovane indichi una volontà di renderlo suo erede, sebbene questo provocherebbe l’ira e il risentimento di Sesshomaru – ma immagino che i prossimi capitoli risolveranno questo mio dubbio, in caso. Per il momento, a queste immagini struggenti di una ricostruzione in cui ognuno si impegna attivamente per ricostruire qualcosa che appartiene a tutti si accosta una verità altrettanto incontrovertibile, che Toga capisce bene e non manca di spiegare a Inuyasha: la pace è un qualcosa che si tende a sottovalutare quando la si possiede, ma che, una volta perduta, si riconquista a caro prezzo, in un ciclo infinito e ineluttabile che non insegna niente né agli umani né ai demoni.
La saggezza di Toga non si limita però solo ad affermare che la storia si ripeterà, ma anche nel fornire al figlio una via d’uscita per incontrare Kagome: il gesto di cercare di dare una degna sepoltura a Miroku, vittima della guerra, si inserisce bene nei gesti che una creatura come Toga farebbe. I passaggi di Inuyasha riguardo Kikyo, Kagome e l’amore sono sempre bellissimi e molto maturi, molto coinvolgenti.

Della prima, il mezzodemone non si chiede neanche più se la rivedrà. È un fantasma e anche una delusione, perché è tramite la sua storia e il suo tradimento mai accertato che Inuyasha agisce anche in relazione a Kagome, quando pensa a quanto gli sia costato lasciare alla sacerdotessa i propri spazi e agire con lentezza. Kagome, però, è una figura che ha acquisito fin da subito una grande tridimensionalità per Inuyasha (non trovo un termine più calzante in questo momento XD). Solo all’inizio è la somigliante sorella di Kikyo, poi si staglia dallo sfondo e offusca la figura della sacerdotessa più grande con la sua dolcezza e il suo coraggio intriso di generosità, dato che aiuta Inuyasha per nessun motivo se non il desiderio che lui si salvi. Il loro incontro nel bosco, questo abbraccio struggente e potente che non lascia spazio a battute e che dice tutto nella sua necessità e impellenza, è un momento che non esito a definire cinematografico e che mi sono immaginata benissimo. Non poteva essere meglio di così – intenso, struggente e romantico, nonché avallato dal Generale Cane, che chiaramente ha capito cosa frulla per la testa di suo figlio.

Un abbraccio forte e a presto **, non vedo l’ora di arrivare al finale eppure so già che questa storia, dopo, mi mancherà tantissimo!
Shilyss

Recensore Master
23/04/22, ore 17:39

Cara Jeremymarsh!

Lo scorso capitolo c’era Iréne e questo Faber <3! Tu mi vizi! Questo capitolo è incalzante esattamente come prevede l’argomento trattato: così come siamo di fronte a una battaglia particolarmente feroce, allo stesso modo seguiamo vari personaggi, dell’uno e dell’altro schieramento, in scene rapide ed efficaci, fino ad arrivare a un finale doppiamente tragico: il generale Toga muore ed è terribile, perché lui era un capo saggio, il cui cuore non era avvelenato dall’odio. Morendo, Inuyasha versa in grande pericolo, perché Sesshomaru non vede l’ora di riportare i demoni verso posizioni più tradizionaliste, ampiamente condivise. E ho apprezzato che mentre Inuyasha rimane basito e sconvolto per la morte del padre, che non può evitare in alcun modo, il fratello lo vendichi immediatamente con la ferocia che lo contraddistingue.

Alcune riflessioni di Toga sono bellissime e sottolineano, proprio come vuole la canzone, come occorra sempre considerare che l’Altro, il Nemico, non è diverso da noi se non per la divisa di un colore diverso, appunto. In mezzo a ogni schieramento c’è l’invasato macellaio, che se muore effettivamente non fa un soldo di danno, la recluta tremante che non vorrebbe essere lì, il reticente, colui che solo combattendo trova la sua dimensione e così via, in una molteplicità che serve a capire come non esistano noi e loro. E Toga, che ha amato un’umana e ha addirittura commesso il peccato di unire le due stirpi e di amarne il frutto, sapeva bene tutto questo e anche nella battaglia elegge i propri nemici che li sa distinguere. Tuttavia, nessuno è completamente innocente né può esserlo, in una simile guerra logorante: ecco dunque che anche il saggio demone generale ha degli scheletri e delle sofferenze, dei sensi di colpa che cerca di mettere a tacere comportandosi con più pietà e misericordia possibili. Ho parlato di guerra logorante e aggiungerei anche disperata, perché emerge chiaramente la stanchezza di entrambi gli schieramenti, sfiancati da un continuo farsi la guerra che fa abbrutire al punto di rendere meno lungimiranti e astuti i suoi partecipanti. Almeno, ho trovato suggestivo questo elemento (che mi ha ricordato, peraltro, Fenoglio, di nuovo, ma ne Il partigiano Johnny, laddove, alla fine dell’inverno passato nascondendosi nei boschi in condizioni terribili, Johnny si inselvatichisce.

Comprendendo benissimo quello strano meccanismo per cui progettiamo minilong che lievitano come nemmeno i ciambelloni in forno tramutandosi in long a tutti gli effetti, ti abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
17/04/22, ore 12:24

Ciao! ♥
Eccomi qui per lo scambio libero del Giardino e ne approfitto ovviamente per proseguire questa long che sto seguendo da tempo, e sono contenta di essere arrivata quasi alla fine, in generale sai che ho apprezzato la lettura, hai fatto un buon lavoro. Soprattutto ho apprezzato il modo in cui hai portato avanti la caratterizzazione dei personaggi di Inuyasha e di Kagome in particolare e quest’ultima è stata la mia preferita in assoluto, è una donna che deve vivere in un determinato contesto sociale dove non le è permesso di ottenere la libertà che le spetterebbe di diritto ma riesce comunque ad andare oltre i propri doveri ed è proprio per questo si è presa il rischio di salvare Inuyasha nonostante i rischi.
E credo che tu abbia fatto bene a dividere il capitolo in due parti, accadono veramente un sacco di cose e questa parte è dedicata soprattutto al punto di vista di Kagome e di ciò che è successo a lei dopo la fine del conflitto, un focus interessante che permette a noi lettori di comprendere a pieno la situazione che sta vivendo, e mi ha fatto tenerezza il modo in cui hai descritto il suo rapporto con Rin, un po’ mi ci rivedo in lei e quando ti ritrovi ad avere delle responsabilità poi è difficile credere di essere all’altezza, soprattutto agli inizi. Questo carico addosso le ha portato a pensare poco a se stessa, è una reazione comune, ma nonostante ciò nei suoi pensieri non è mai stato assente la figura del mezzo demone e sapere che lui è ancora in vita da qualche parte le ha dato sollievo.
Mi è piaciuto molto l’incontro tra Kagome e Inuyasha e il modo in cui si sono ritrovati è stato molto delicato e romantico, ho trovato ben approfondito anche il discorso di come Inuyasha alla fine abbia lasciato la sua vecchia storia alle spalle e di come abbia trovato in Kagome un amore nuovo, una possibilità nuova e che non c’entra assolutamente con la figura ingombrante di Kikyo. Dall’altra parte però comprendo pure lei e al suo posto avrei le stesse paure, inoltre mi ha fatto sorridere il modo in cui si è lasciata andare con Inuyasha visto che si è lasciata andare poco alla volta intimorita dal fatto di non avere esperienza quanto lui.
Mi è piaciuto il bacio, l’abbraccio carico di quella mancanza che si è fatta sentire dopo il conflitto e il modo in cui Inuyasha si è dichiarato a lei, l’ho trovato sincero. Certo, la parte finale non è rose e fiori ma sono certa che l’ultimo capitolo regalerà il lieto fine che meritano, entrambi hanno capito di provare qualcosa e nonostante il resto penso che meritino di viversi questa nuova avventura insieme. Come al solito non ho notato errori grammaticali e apprezzo anche l’attenzione a questo, quindi complimenti e alla prossima. E buona Pasqua!

Shakana

Recensore Master
10/04/22, ore 16:50

Cara Jeremymarsh!
Eccomi finalmente da te! In questo capitolo mi ha conquistata già citando Irène Némirovsky, sappilo, ma anche dal titolo, che suggerisce come questa notte passata insieme all’amico Koga (tra l’altro li ho adorati lungo tutto il capitolo) sia il preludio di un nuovo modo di vedere le cose e di superare il passato. La morte di Miroku funge da doccia fredda per Inuyasha che tramite un lungo elaborare e discorrere ritrova un motivo per combattere e si rende anche conto che ha qualcuno per cui combattere.

Kikyo diventa un’illusione del passato – di un passato che abbiamo imparato a conoscere e che il mezzodemone ha rielaborato con una realistica e struggente difficoltà, ma da cui è emerso. Dal momento in cui Inuyasha legge nero su bianco una confessione che non abbiamo motivo di credere falsa, scritta a una persona che non avrebbe motivo di ricevere una dichiarazione d’amore non vera perché non parte in causa, è iniziato il risveglio di Inuyasha che è dovuto passare metaforicamente e materialmente attraverso gli orrori della guerra per capire esattamente che forse quel sentimento provato per Kikyo non alberga più nemmeno nel suo cuore. Che la distanza, forse, è stata semplicemente troppa – come in Zivago, dove le vicissitudini del dottore si intersecano in maniera così profonda con la storia travolgente da farlo finire in maniera assai diversa dal modo in cui si preannunciava.
Il motivo per cui combattere (ovvero Kagome) dà un senso a una battaglia finale di Inuyasha deve affrontare con consapevolezza e sicurezza, uniche armi in suo possesso per riuscire a porre fine a un sanguinoso conflitto di cui suo padre è stanco quanto lui.

Non parlo mai abbastanza di Toga, ma ho amato sia come nello scorso capitolo provi a contenere e ad arginare la furia del figlio maggiore, sia questo in cui parla e consiglia il figlio minore, figlio di una donna amata e indimenticata, che tuttavia sprona il figlio ad andare avanti, a superare la questione privata, ad accettare quello che è stato, a mettere da parte domande che forse rimarranno senza risposta.
Complimenti vivissimi per questa incantevole storia <3
Shilyss :*

Recensore Master
27/03/22, ore 10:51
Cap. 6:

Ma ciao mia cara!
Perdonami per il ritardo infinito con cui passo a recensirti <3! Una delle cose che mi erano piaciute dell’opera di Fenoglio, te lo confesso, è proprio il fatto che Milton resti con mille interrogativi in testa e non abbia alcuna risposta. Per ottenere un effetto simile Miroku è dovuto morire, ma sebbene dispiaccia per il personaggio a livello di scelta narrativa la approvo. Inuyasha forse dovrà trovare dentro di sé la risposta al tradimento di Kykio e capire da solo qualcosa in più su questa sua relazione che si è rivelata (forse) qualcosa di diverso, e tutto ciò nonostante l’unica persona che sapesse e potesse aiutarlo sia morto. Anche il modo in cui muore è realistico al contesto e si adatta bene con l’atteggiamento sprezzante di Sesshomaru, che ha in spregio la vita umana e disistima certi atteggiamenti del saggio padre. Il loro dialogo mi è piaciuto immensamente, c’era tensione, c’era tutto. Toga è un comandante accorto e un padre che fa quel che può. Gestire due figli come Inuyasha e Sesshomaru è oggettivamente complicato – il primo che ha questo segreto solo intuito, il secondo che non condivide i suoi valori e sembra volergli fare le scarpe, chiuso in questo sdegno difficilissimo da scalfire.

La figura di Kagome emerge sempre, anche qui dove non è presente, a sottolineare il pericolo che ha corso nel prestare aiuto al mezzodemone: se, da un lato, lui ha corso un grosso rischio nel rendersi vulnerabile con lei, lei lo ha aiutato e coperto, rischiando in una guerra che non manca di rivelarsi per quello che è. Un massacro, dove i prigionieri vengono uccisi per mandare messaggi a discapito della loro presunta utilità, dove chiunque può essere accusato di collaborazionismo, dove l’infanzia può essere calpestata a piacimento. Su tutto questo orrore, però, prevale sempre la questione privata, come l’amore di un padre per il figlio avuto dalla donna amata e persa – e niente, io con queste cose mi sciolgo come un ghiacciolo ad agosto!
Un abbraccio forte, ti faccio tanti, tanti complimenti!
Shilyss

Recensore Master
19/03/22, ore 09:42
Cap. 5:

Cara Jeremymarsh,

buongiorno! E niente, questa storia continua a piacermi tantissimo ed è un piacere da leggere per quanto concerne sia le tematiche che la scorrevolezza del testo. Il tema principale del capitolo è sicuramente la guerra come occasione per le parti in conflitto di sfogare il proprio bisogno di vedere scorrere il sangue. Possono essere, indifferentemente, monaci idealmente votati alla divinità e soldati al servizio di un signore giusto come Toga, ma le cose non cambiano e ad andarci di mezzo sono le persone, come Miroku, che ha dato una grande prova di coraggio e che ha riempito letteralmente la scena e, naturalmente, Inuyasha, che ha quasi rischiato di morire perché cosa c’è di più facile che uccidere un personaggio inviso nel caos della battaglia? E Inuyasha è parecchio inviso per via della sua natura parzialmente umana.

Un altro aspetto che mi è molto piaciuto di questo capitolo è la tempestività che in effetti compariva anche nell’opera di Fenoglio: Toga viene a sapere della cattura di Inuyasha (che non c’è stata) perché una delle sue guardie non ha sentito tutto un discorso, Miroku potrebbe ottenere un trattamento migliore, visto che nel dialogo con Toga emerge come un uomo buono e il demone cane gli crede, ma questo non avviene e Sesshomaru è libero di fare ciò che vuole del prigioniero. Mi piace anche come hai resto proprio lui, Sesshomaru, che ammira suo padre pur essendo in rotta con lui: per il figlio maggiore di Toga è inconcepibile immaginare e accettare che un padre stimato e dall’indubbio valore possa essersi abbassato a tanto, sposando e, peggio ancora, amando una semplice umana.

E Kagome e Kaede? Recitare in una condizione del genere non è affatto facile e hai messo in rilievo un problema sostanziale: sebbene loro siano capaci di difendersi dai demoni e di erigere barriere protettive, nulla possono contro degli altri umani ed è da loro, dalla propria stessa fazione, che possono arrivare i problemi e questo a prescindere dal fatto che hanno tradito la loro parte ospitando Inuyasha. Ora però la domanda che mi pongo è: riuscirà Inuyasha a parlare con Miroku? Per il momento Toga lo ha finalmente trovato, ma la questione privata del nostro mezzodemone preferito non è affatto risolta…
Un abbraccio e a presto,
Shilyss

Recensore Master
13/03/22, ore 17:15

Ciao! 🖤 Eccomi qui per lo scambio libero del Giardino e ovviamente continuo questa long che ormai sto seguendo da un po’ di tempo.
Anche questo capitolo mi è piaciuto e apprezzo il fatto che dedichi parecchio spazio per l’introspezione dei personaggi, in questo caso in particolare ti sei concentrata su Inuyasha e su quelle che sono state le conseguenze della battaglia finale. Pensavo che il mezzo demone avrebbe subito il trauma di perdere il padre di fronte ai suoi occhi e invece, proprio per le sue capacità speciali, è riuscito a salvarlo in una situazione tecnicamente impossibile. La guerra non porta mai a niente di buono e l’esperienza di chi ne ha affrontati tanti già è consapevole di una situazione del genere, e mi è piaciuto molto il modo in cui hai caratterizzato Toga, è stato un personaggio centrale e che ha dato dei bei momenti di riflessione con i suoi momenti con il figlio.
Qui finalmente viene a galla quello che Inuyasha prova per Kagome, tanto che persino il padre se ne accorge e glielo fa notare in maniera velata parlando di lei. Trovo più che legittime le perplessità di Inuyasha, Kagome e Kikyo sono sorelle e quest’ultima ha spezzato il cuore e la fiducia del mezzo demone segnandolo in maniera profonda, inoltre lui teme che il suo sentimento per Kagome possa essere condizionato proprio dal fatto che possa rivedere Kikyo in Kagome. Ma il percorso tra Inuyasha e Kagome è stato separato al suo rapporto precedente, hanno vissuto delle cose forti insieme durante un contesto non facile e credo che alla fine tu ci abbia portato a fare proprio questo ragionamento, sottolineando appunto com’è sincero e naturale il rapporto che si è creato tra i due.
Mi è piaciuto il modo in cui hai concluso il capitolo, era inevitabile che i due alla fine s’incontrassero e sono contenta che Inuyasha abbia voluto affrontare i suoi sentimenti, andando da Kagome e regalandoci questo momento dolce e romantico. La tua scrittura è ottima come al solito e non trovo mai degli errori grammaticali, alla prossima.

Shakana

Recensore Master
05/03/22, ore 16:35
Cap. 4:

Eccomi, mia cara!
A distogliermi dalle notizie di queste ore ci ha pensato questo capitolo che pur trattando di un tema tristemente attuale, mette al centro il privato, i sentimenti, il bisogno di sapere. E dà speranza, anche. Dico speranza perché nonostante l’incognita Kikyo, di cui non sappiamo ancora nulla, sta nascendo qualcos’altro. Più la sacerdotessa viene messa in discussione e svanisce quasi sullo sfondo, più emerge nitida Kagome con la sua tenacia, con i suoi piani per aiutare Inuyasha, con la sua determinazione che le ha consentito di risistemare un passaggio segreto, con la cura che mette anche nel purificare Inuyasha, valutando anzitempo pro e contro, prima ancora che il mezzodemone ci pensi. Lui viene colto solo alla fine dal dubbio di poter svenire, mentre Kagome ci aveva pensato fin dall’inizio. Kagome si espone anche con questo bacio che è simbolo proprio di quella speranza che leggo nella storia.

Le divisioni tra demoni e umani non sono totalizzanti né eterne, ma si può addivenire a una pace, a una tregua a un qualcosa che faccia terminare il conflitto. Interessante è anche come i problemi non vengano solo dalla parte avversaria, ma prevalentemente da quella amica. Così Kagome deve allontanare i tre monaci e fingere, per non essere scoperta e accusata di tradimento. Dal canto suo, anche Inuyasha torna a casa e non trova un clima festoso, dato che non viene riconosciuto. In questo loro essere degli outsider rispetto ai propri schieramenti io vedo un ennesimo, graditissimo, elemento che accomuna i due. sebbene Inuyasha abbia ancora bisogno di sapere e di sentire la verità, questo passaggio io credo gli serva per andare avanti – possibilmente con Kagome, così spontanea, coraggiosa e affine. La verità, insomma, è un passaggio obbligato per chiudere una parte della propria esistenza e iniziarne una nuova. Sempreché Michi non ce lo ammazzi proprio adesso che è tornato, chiaramente. Piacciono tanto anche a me i cliffhanger e questo è stato particolarmente gustoso ^^ !
Un abbraccio e a presto!
Shilyss

Recensore Master
05/03/22, ore 12:15

Cara Jeremymarsh,

finalmente riesco a trovare un momento per passare a recensirti senza che nessuno mi interrompa (spero). Inuyasha continua a fare la conta delle differenze tra Kikyo e Kagome. La prima, esattamente come la protagonista femminile del romanzo di Fenoglio, è vista sulla base dei ricordi di Kagome e di Inuyasha. È un enigma, un rebus, una figura dai contorni indefiniti proprio perché non sappiamo cosa alberghi nel suo cuore e quali siano le sue motivazioni. Abbiamo solo una lettera che smentisce parte dei ricordi che Inuyasha credeva inattaccabili. Kagome, invece, ha uno slancio di dolcezza e di determinazione tali che la portano a mettere a repentaglio la vita propria e di quanti abitano con lei pur di proteggere il mezzo demone da una guerra che viene dipinta nella sua forma più bieca.

I tre monaci che inseguono Inuyasha hanno atteggiamenti prevaricatori e godono in questa caccia a un nemico che servirebbe loro vivo, anziché morto. Di più, nei loro atteggiamenti intimidatori mostrano il peggio di quello che può accadere alla popolazione costretta a sopportare di essere immersa nei combattimenti. Quello che voglio dire è che sebbene Kagome e Kaede siano dalla stessa parte dei tre monaci, idealmente non lo sono, perché sono soggette a rappresaglie e violenze quanto i demoni. I soldati non esiterebbero a far loro del male anche se non sospettassero un tradimento – anzi, potrebbero fargliene, in base a un malefico delirio di onnipotenza che tanto spesso coglie chi imbraccia le armi, proprio in virtù di un banale sospetto, che scaturirebbe in una pena esemplare.

Tuttavia, questa guerra si protrae, insieme alle sue violenze, già da due anni e ho apprezzato immensamente che Kagome, pur giovane, e Kaede, esperta, ma debole a causa della vecchiaia, sappiano comportarsi, siano pronte a quello che può succedere perché è un elemento di realismo che riscontro sempre con piacere. Il dialogo tra i monaci e le due sacerdotesse è scritto benissimo – tutto il capitolo lo è, sia ben chiaro, ma quella parte è ben ritmata e tiene incollati alla lettura. Mi piace anche l’espediente ideato da Kagome per portare in salvo Inuyasha e l’ansia del mezzodemone per quell’informazione da riportare al proprio accampamento: privato e pubblico si mescolano insieme. Chissà quale delle due prevarrà… a tra poco 😉
Shilyss

Recensore Master
24/02/22, ore 18:10

Ma ciao cara!

Finalmente riesco a scrivere questa recensione – ho letto il capitolo ieri pomeriggio e l’ho riguardato anche oggi, dannata real life! La questione privata che dà il titolo alla storia supera la guerra, argomento mai come oggi attuale. È questo bisogno di sapere e di dire che spinge Inuyasha a rischiare per raggiungere Kikyo e il medico che dovrebbe essere il suo vero interesse amoroso. Potrebbe darsi che in realtà ci sia stato un grande travisamento, così come è possibile che, analogamente al dottor Zivago, sia il destino ad accomunare due persone, il bisogno l’uno dell’altra a far nascere qualcosa di inevitabile e, in certe circostanze, persino perdonabile. Se la figura di Kikyo si offusca perché Inuyasha è costretto a rileggere il passato tramite quello che ha scoperto per bocca di Kagome e dalle parole stesse della di lei sorella, Kagome sta diventando un punto di riferimento, un aiuto, un riparo, persino. E quest’idea che la necessità possa unirli mi intriga.

L’ambiente influisce sulla ricerca privata di Inuyasha e ho apprezzato come hai reso in maniera efficace sia il fatto che il protagonista non è assolutamente invincibile, anzi. L’essere un mezzo demone lo aiuta per molti versi, ma non significa che lo rende imbattibile qualora incontri – come succede – membri dell’esercito avverso che gli danno la caccia e viene persino ferito. Allo stesso modo, le brutalità della guerra si riflettono su entrambi i campi, tanto tra gli umani quanto tra i demoni. Nel capitolo c’è un riferimento anche a Sesshomaru: mi è piaciuto moltissimo come hai accennato al rapporto tra i due fratellastri. Il demone tollera Inuyasha per via del padre, ma in lui permane un atteggiamento purista ed elitario e non è una figura amica. Inuyasha deve quindi guardarsi le spalle sia per quanto concerne i nemici sia per quanto riguarda gli amici. Il capitolo finisce in maniera crudelissima da lettrice, perfetta da autrice. Non vedo l’ora di scoprire cosa succederà, anzi, probabilmente sbircerò il capitolo seguente!
Un caro saluto e a presto,
Shilyss

Recensore Master
18/02/22, ore 19:57

Ciao! ♥ Eccomi qui finalmente per lo scambio libero del Giardino di settimana scorsa, scusami tantissimo per il ritardo. La citazione iniziale è stupenda, e adoro il modo in cui è collegaata alle vicende narrate nel capitolo, hai descritto molto bene la scena della battaglia ed è stato sicuramente una parte importante dove c'è stata una grossa svolta (soprattutto nel finale). 
Una cosa che hai reso particolarmente bene è la brutalità della guerra, senza però mostrare in maniera esplicita sangue e corpi massacrati: hai descritto di più la parte più intima di questo avvenimento, hai reso bene le sensazioni delle fazioni e il modo in cui molti di loro siano andati contro una morte certa. 
Un'altra cosa che ho apprezzato è il modo in cui ci racconti i vari personaggi, mi ha colpita la caratterizzazione di Kiyoshi e i suoi pensieri, sono da vero villain assetato di sangue e di violenza e anche di cattiveria gratuita. La parte finale dove dà il colpo di grazia a Toga, poi, mi ha scioccata (anche se poi a mente lucida me la potevo pure aspettare una mossa del genere), e ora non oso immaginare che cosa succederà e come reagirà il povero Inuyasha a una tragedia del genere. La scrittura è eccellente, hai uno stile maturo e trovo sempre interessante il modo in cui porti avanti soprattutto la lettura della psicologia dei vari personaggi. Ti lascio ovviamente una meritata recensione positiva, alla prossima.

Shakana

Recensore Master
14/02/22, ore 15:30

Ciao Jeremymarsh!

Come ti dicevo, conosco l’opera di Fenoglio che ispira parzialmente la tua storia e trovo che sia un ottimo spunto da cui partire per creare qualcosa di interessante e drammatico. Già in questo primo capitolo le vicende di Inuyasha si discostano dall’iniziale punto di contatto con la questione privata raccontata da Fenoglio e, ahinoi, incompiuta. La guerra ha diviso Kikyo e Inuyasha separandoli molto più di quanto non abbiano fatto le loro nature opposte (lei sacerdotessa, lui umano solo a metà e legato alla sua parte demoniaca). Lui si ritrova a voler affrontare (presumibilmente, come lascia intuire la fine del capitolo) un viaggio volto a trovare la risposta a una serie di domande – un viaggio dietro le linee nemiche per lei, per loro, per scoprire se si è tragicamente illuso e ha aspettato per niente o se è vittima, insieme all’inconsapevole Kagome, di uno di quei fatali fraintendimenti tanto cari al cinema e alla letteratura.

Kagome potrebbe aver frainteso il brillio negli occhi della sorella, ma lo ha visto, così come ha visto la sorella baciare non una persona qualsiasi, ma quello specifico ragazzo. Potrebbe aver visto Inuyasha in forma umana, certo, ma potrebbe anche essere esattamente così che è andata, dato che la lettera e il racconto riescono, se non a scalfire, a far sorgere nel mezzo demone una serie di ragionevoli dubbi sulla sua promessa – centrale è anche un’analisi che il protagonista fa: era così felice, Kikyo? Le brillavano gli occhi, quando erano insieme? Diceva davvero “ti amo?”. Sono tutte cose che due anni di guerra logorante possono cancellare dalla mente di qualcuno, perché il presente ci costringe a occuparci solo di quello che è immediato e sotto i nostri occhi, quasi celando quel prima che diventa via via più sfocato, ma che non dimentichiamo. Il paragone tra Kagome e Kikyo che nasce spontaneo nella mente di Inuyasha è un’altra cosa che mi è molto piaciuta, perché pone le basi per un loro futuro insieme, come dichiarato nell’intro. I

nuyasha non può fare a meno di notarla e di trovarla bella. Pensando al titolo azzeccato di Fenoglio (la questione privata che spinge un partigiano della Resistenza a cercare un compagno che poi si scopre essere stato catturato per porgli una domanda personalissima, di cui forse lui già sa la risposta, che antepone la collettività all’amore per una Fulvia che forse non lo ha mai ricambiato) aderisce bene anche a Inuyasha, che deve sapere, capire e domandare e, analogamente all’altro, deve trovare una risposta a una questione assolutamente privata e personale nel bel mezzo di una guerra che sconvolge e appiattisce ogni cosa. Mi è piaciuta anche Kagome, che rivela i desideri della sorella per quello che sa e in una perfetta buona fede, spinta dalla necessità di uscire da un isolamento terribilmente pesante. La sua non è leggerezza, ma bisogno di recuperare un contatto col passato e di superare il presente. Insomma, per concludere – perdona l’infinito papiro – a me questo primo capitolo è piaciuto moltissimo e sono contenta di averti letta/scoperta.
Un caro saluto e a presto,
Shilyss

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