Recensioni per
Il servizio incompleto
di koan_abyss

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
09/08/21, ore 18:11

VALUTAZIONE DI MYSTERY_KOOPA – Il servizio incompleto, di koan_abyss19
PUNTEGGIO: 46,75/50
Grammatica e Stile: 9,75/10 (media tra 9,8/10 di g. e 9,75/10 di s.)
La grammatica è perfetta. Ho trovato solamente due errori di battitura.
“fiori che freschi” – “fiori freschi” -0,10
“momento speciale” – manca il punto -0,10
Così come la grammatica, anche lo stile ha contribuito a portare la storia ad un livello molto alto: non è mai facile scrivere commedie, ancor di più quando si decide di prendere un altro genere con ironia, piuttosto che puntare sulla classica rom-com. Trovo invece che tu abbia fatto davvero molto bene da questo punto di vista, riuscendo a mantenere un tono piacevolmente leggero, arricchito con diversi spunti ironici, lungo l’intera storia. In particolare, il tuo punto forte è stato secondo me la capacità di associare lo stile alla caratterizzazione della protagonista: è quasi come se un aspetto completasse l’altro, rendendo così il racconto della trama non un peso che lo stile fatica a reggere, ma un naturalmente svolgimento degli eventi, estremamente vivo fin dalle prime battute. Ho notato questa cosa soprattutto in corrispondenza dei pensieri della protagonista, che spesso sono riportati tra apostrofi utilizzati come virgolette, e che ho trovato sempre sul pezzo, e mai artefatti nonostante l’evidente intento ironico.
Allo stesso modo, anche i dialoghi veri e propri mi hanno convinto. Li ho trovati leggermente impostati, ma al punto giusto, soprattutto considerando il genere e il contesto in cui la storia è ambientata, che si presta molto a una formalità che sarebbe quantomeno eccessiva in altre situazioni. Anche il lessico è stato adatto a raccontare la storia, con alcune imprecisioni perfettamente inserite nella prima parte per far apparire Emily fuori posto al punto giusto.
Solo due dettagli non mi hanno convinto al 100%. Il primo è il nome del catalogo di ceramiche: cercando online ne ho trovato uno di nome Sotheby’s, mentre tu l’hai riportato senza h. Non ho idea se esista un altro catalogo con questo nome, per questo non l’ho segnato come errore di battitura, ma ho trovato giusto riportarlo per darti la possibilità di correggere una volta trascorsi i 15 giorni regolamentari dalla consegna dei risultati.
Il secondo particolare è la seguente frase “quattro caduti, ad oggi”, in quanto utilizza “oggi”, indicazione di tempo presente, in una narrazione indiretta al passato. Sarebbe stato più corretto dire “fino a quel momento” o forme simili.
Dettagli tecnici a parte, però, hai fatto un lavoro eccellente, da cui sottraggo solo la penalità minima. Davvero complimenti.
Trama e Originalità: 10/10
Sotto il profilo dell’originalità, il racconto non spicca particolarmente, ma essendo l’intento della storia proprio quello di affrontare con ironia una tipica situazione da giallo all’inglese questa non è assolutamente una critica, quando una semplice constatazione positiva. Certo, parodie di questo tipo sono state prodotte in sovrabbondanza, ricordo ad esempio il classico “Invito a cena con delitto”, ma la forza della tua storia sta nel non voler essere una parodia, quanto un giallo che ha deciso di non prendersi sul serio, e questo è stato un tratto davvero originale dal mio punto di vista, che di gialli ne ho letti a vagonate. Riprenderò poi il discorso sull’originalità nel parametro relativo alla caratterizzazione dei personaggi, ma per quanto riguarda la trama hai gestito il tutto alla perfezione!
Inoltre, una volta finita la lettura, non ho potuto fare a meno di descrivere questa storia come sorprendente, nonché dotata di un’eccellente connessione tra le diverse parti: se avessi saputo il finale prima di iniziare la lettura, o ancor di più, dopo i primi paragrafi, sarei rimasto totalmente stupito, nonché molto scettico, in quanto far confluire la traccia proposta in un giallo sembrava veramente un’impresa impossibile. E invece, arrivato alla fine, non ho potuto far altro che riconoscere la tua estrema bravura nel rendere tutto così coeso e naturale.
Anche il finale in sé mi è piaciuto molto. Lasciamelo dire, l’idea di far ustionare l’assassino con il tè bollente è stata tanto geniale quanto divertente: avrei potuto pensare a dei tagli causati dai cocci di ceramica, ma richiamando il momento della storia in cui Emily si era scottata col tè hai davvero avuto un’intuizione vincente. La vena umoristica è poi continuata con il riferimento alla battaglia all’arma bianca con i coltellini da burro e al servizio da tè di Anne, dando al racconto un finale dolce e disteso al punto giusto, come da tradizione del genere letterario. Tutto perfetto!
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 9,5/10
Per quanto riguarda questo parametro, ho apprezzato molto alcune delle scelte che hai fatto al momento di attribuire dei caratteri secondari a dei personaggi che, altrimenti, non sarebbero stati altro che semplici figure “stampino” di quelle presenti nei gialli classici all’inglese, a cui ti sei indubbiamente ispirata. La protagonista, Emily, è forse il principale “tipo” che hai ripreso da quella corrente letteraria, quello della detective dilettante, acuta ma ingenua e un po’ goffa nella vita quotidiana, e che hai saputo trasformare in un individuo a tutto tondo. Sebbene infatti certi tratti rimangano abbozzati e vicini allo stereotipo, la sua personalità riesce ad emergere molto bene lungo il corso della lettura, dando un ottimo spunto ironico che ha ulteriormente potenziato lo stile (che, ripeto, mi è sembrato proprio cucito su misura per lei). Sebbene la storia possa essere essenzialmente riadattata come atto unico di una pièce teatrale, vista l’ambientazione fissa, Emily pare davvero evolversi a mano a mano che la trama si evolve, guadagnando sicurezza in sé e nelle proprie parole a mano a mano che il tempo scorre, riuscendo infine a incastrare l’assassino della sua amica. E alla fine, si ritorna all’ironia e all’imbarazzo dell’inizio, come in un cerchio perfettamente tracciato. Oltre al cameriere, di cui hai evidenziato la prontezza sia di spirito, sia a livello fisico, l’unico altro personaggio caratterizzato è Woodworth. Su di lui non ho molto da dire, in quanto è uniforme al classico antagonista di un giallo, che da semplice conoscente viene associato alla vittima tramite collegamenti sottili e che tenta invano di far passare per immaginarie le tesi del detective, finendo col tradirsi da solo. Avrei preferito trovare in lui qualche tratto più originale, per esempio non rendendo la morte della sua prima vittima identica a quella di Anne o qualcosa di simile: tuttavia concordo con la tua scelta di non stravolgere questo tipo letterario, in quanto l’effetto ironico avrebbe rischiato di perdersi. In ogni caso, ha fatto un ottimo lavoro anche sotto questo punto di vista!
Utilizzo del pacchetto: (15. La classe non è acqua) 9/10
Genere/i – Giallo: Mi è piaciuta moltissimo questa tua interpretazione del giallo classico, di cui hai mantenuto molte sfumature interessanti: il tipico umorismo british, l’atmosfera elegante e raffinata scossa da un evento improvviso, la detective dilettante che risolve il mistero interferendo con le indagini della polizia. L’aggiunta di caratteri tipici della commedia ha solo amplificato la bellissima atmosfera che sei riuscita a creare. Mi dispiace molto ma, nonostante la commedia fosse uno degli elementi del pacchetto, non posso attribuirti il punteggio relativo al suo utilizzo in quanto non l’hai indicata nello specchietto postato nella discussione al momento della consegna. So che si tratta soltanto di una dimenticanza tecnica, ma mi trovo a malincuore costretto a seguire alla lettera le indicazioni del bando per evitare qualsiasi problema. 2/3
Oggetto – Tazza giapponese: La tazza giapponese, come in qualsiasi mistero che si rispetti, è stata utilizzata come arma del delitto. Tuttavia, ho apprezzato molto la tua scelta di introdurre prima il tema generale sui servizi da tè orientali, l’ho anche trovato interessante, nonché il cenno alla proprietà tipica della ceramica di trattenere tracce dei liquidi grazie alla sua porosità. Un’idea molto intelligente e in linea con il genere giallo, ottimo! 2/2
Prompt – 1: Uno dei vostri personaggi è l’insegnante di galateo (improvvisato o professionale) dell’altro, che deve essere molto sprovveduto per quello che riguarda le buone maniere: come banco di prova, lo porterà in una elegantissima sala da tè: La traccia è stata svolta alla perfezione, nonché in modo davvero originalissimo: inizialmente la storia sembra procedere sui binari di una normale lezione di galateo, ma andando avanti con la lettura si scopre il vero motivo per cui Emily si è iscritta al corso e ha deciso di incontrare il suo insegnante nella sala dove si svolge l’esame. 5/5
Titolo: 4,25/5
Sono sincero, arrivato alla fine della lettura ci ho messo un attimo a capire il significato di questo titolo; soprattutto ho fatto fatica a trovare il suo incastro all’interno della storia. Sì, il “servizio incompleto” è quello giapponese a cui manca la tazza da tè che l’assassino ha usato per somministrare il veleno ad Anne, che effettivamente è la chiave che ha spinto Emily a risolvere il mistero. Tuttavia, sebbene il titolo sia di per sé molto valido e in linea con i classici del giallo, ho provato a pensare a un’altra interpretazione, forse al fatto che la cerimonia del tè dell’esame non è stata completata? Ma credo siano solo viaggi mentali e forzature. Il titolo che hai scelto, nonostante non sia originalissimo, ha comunque svolto bene il suo lavoro di presentazione della storia e mi ha abbastanza incuriosito, per cui merita sicuramente un buon punteggio.
Gradimento: 4,25/5
Come detto in precedenza, la storia mi è piaciuta molto sia nelle idee, sia nell’effettiva realizzazione. Hai scritto un breve giallo ricco di spunti brillanti, mantenendo una dose corretta di umorismo in modo da intrattenere il lettore senza rischiare di sfociare nella parodia: si rimane su una satira leggera, che un po’ si prende gioco degli stereotipi del genere, sfruttandoli a proprio favore. Lo stile leggero ed elegante, che ben si è sposato con la figura della protagonista ha solo migliorato il tutto, rendendo la storia scorrevole e davvero piacevole da leggere. Mi è solo mancato quel qualcosa in più che mi permettesse di essere totalmente coinvolto nella lettura; anche approcciandomi alla storia la seconda volta mi sono sentito un po’ distaccato dagli avvenimenti, che sebbene mi abbiano divertito e intrattenuto piacevolmente non sono riusciti a coinvolgermi. La storia resta comunque scritta benissimo, e posso dirlo oggettivamente e soggettivamente, non era affatto facile. Ancora complimenti!

Recensore Master
09/08/21, ore 11:07

contest: Evocami col mio nome, ti svelerò i miei segreti- edizione speciale di Setsy&Mystery
koan_abyss con: Il servizio incompleto
Grammatica* e Stile: 9.40/10 (grammatica – 70)
vaso di fiori che freschi che: è sfuggito un che di troppo (-0.10)
Quanti ani fa?: anni, errore di battitura (-0.10)
dei mini-sandiwich: sandwich , errore di battitura (-0.10)
rituali, e—” : serve lo spazio prima del trattino lunghissimo, sempre: (-0.10)
noi Inglesi: inglesi, i nomi dei popoli non vogliono la maiuscola tranne poche eccezioni (-0.20)
il signor Ashenhurst. [omissis] “Lei ha scoperto: qui, senza motivo, sei andata accapo durante un dialogo diretto dello stesso personaggio; se fossero state due battute avresti dovuto chiudere le virgolette (-0.10)
Stile: 9.5
Il quadro che hai dipinto è variegato come la scelta dei dolci o forse somiglia di più a un closed-sandwich? Fuori pasta brisè, dentro gustoso ripieno salato? In ogni caso mi è piaciuto moltissimo, appunto perché le due voci – il raffinato istruttore di galateo e l’allieva pasticciona – sono estremamente diversificate. Lo stile è sempre fluido e descrittivo, con tante immagini che costruiscono una scena che il lettore può vedere nei minimi dettagli, con un effetto cinematografico che personalmente amo davvero. Sei rimasta sempre coerente con una precisa estetica anche mentre passavi dal narratore in terza persona – che nelle fiction lunghe ha un suo perché – ai due protagonisti, come se fossimo in un’ambientazione “classica”, non proprio ai giorni nostri, che mi ha suggerito – come dirò più volte – di assistere ad un giallo anni ’50. In fondo non si nomina nulla di preciso come i telefoni cellulari, per esempio… La scrittura è lineare, e con questo la storia resta chiara anche nei passaggi in cui Emily tenta di far tradire Woodworth confondendolo. Molte frasi sono divertenti e davvero “all’inglese”; non mi sarebbe dispiaciuto trovare qualche termine ancora più elegante nei dialoghi di Woodworth, o leggermente più poetico nella parte dove si parla delle tazze giapponesi, però non era un obbligo visto il genere commedia, sarebbe stata la spolverata finale di zucchero a velo!
Trama e originalità: 9.5/10
La trama di questa storia è deliziosa, sia perché molto inglese, sia perché sei riuscita a scrivere una curtain!fic che non diventa mai noiosa, complici i “quasi flashback” costituiti dal racconto di Emily. Questi restano al presente, però rendono chiaro il retroscena al lettore senza farlo spiegare da una voce fuori campo, che è qualcosa che personalmente preferisco. Il racconto è abbastanza semplice, e segue bene la traccia. I due protagonisti si muovono su due fronti: quello della commedia, fatto di molte piccole gags, e quello dell’investigazione che prima scivola un po’ di soppiatto, poi col procedere degli avvenimenti diventa il centro della narrazione. Il presupposto - cioè la “prova di galateo” - è davvero divertente: credo che sarebbe difficile fare peggio alla fine di un corso! Emily non ha imparato né come ci si siede, né come ci si muove, o il tono corretto per parlare, cosa si può mangiare con le mani; (le tartellette sì, non si tagliano ^^) insomma, se questo è il risultato poteva risparmiare i suoi soldini… ma naturalmente lo scopo era un altro. Resta piacevolmente vago, a questo proposito, se non ci abbia mai davvero provato perché era solo tesa a cercare di scoprire qualche indizio, magari una mezza parola che poteva autoaccusare Woodworth, o se proprio sia un personaggio buffo e simpaticissimo e malgrado gli sforzi l’eleganza resti totalmente fuori dalle sue corde. Ti devo dire che non mi sarebbero dispiaciute due-parole-due di descrizione di Anne, ma meglio nulla che troppo. È molto bello che ciò che ha spinto la ragazza a rischiare la sua vita sia stata un’amicizia femminile, e non una di quelle di cui si legge spesso – compagne di scuola, o amiche d’infanzia – ma quella con una signora molto più âgée; è il dettaglio che mi è rimasto più impresso. Woodworth commette una leggerezza, come credibilità della trama, quando siamo alla fine: era poco probabile che Emily lo seguisse per farsi sparare in un vicolo, quindi l’alternativa era freddarla davanti a cento testimoni: però capisco che non sia un consumato serial killer, ma un pazzo fanatico delle tazze da tè, e abbia tentato il tutto per tutto, sperando nella pochezza di spirito della sua allieva poco brillante. Lei invece è emersa pian piano; infatti mette in difficoltà il suo rivale con un trucco abbastanza banale – se la tazza avvelenata lui l’ha distrutta non poteva avere paura – che le è riuscito perché l’uomo non ritiene di stare con la guardia alta con lei. In realtà era in trappola, e il caposala cavalleresco aveva provveduto a chiamare la polizia, altroché. L’originalità l’ho vista nell’aver aggiunto il giallo ad una richiesta che mirava chiaramente ad una storia comica, quindi è sufficiente anche se non è particolare.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 9.5/10
Questi tuoi personaggi mi rimandano tanti echi, ma non perché siano copiati, anzi. Forse non sono neppure volutamente citazionisti, - lo è un altro - ma come coppia all’inizio (sono un’accanita cinefila) ho rivisto tanto “My fair Lady”, con un gentiluomo inglese tutto ingessato, preciso e azzimato e la sempliciotta che ambisce a raggiungere uno status differente imparando a inserirsi in un ambiente super raffinato. Ma poi Emily si trasforma nel tenente Colombo, e viene chiamata Poirot! Una festa, per me. Lei è davvero simpatica e piena di sorprese. Infatti credo che la goffaggine dimostrata durante il corso non fosse una recita per far abbassare le difese all’insegnante, ma vera, come le quattro tazze rotte. Si vede dalla sua perplessità sul mangiare o no con le mani, sulla sincera vergogna provata mentre strascica la sedia sul pavimento. Ma ha diversi aspetti, il suo carattere, perché l’hai resa sfaccettata. Infatti è intelligente, sospettosa non in senso malizioso, ma furbo, attenta a cogliere dei segnali che ai comuni poliziotti – nella miglior tradizione di queste storie - sfuggono. Il suo essere fondamentalmente candida è prevalente, perché non è affatto preparata agli imprevisti; fronteggiare una pistola con un coltellino non è il massimo. E d’altro canto Woodworth è il perfetto villain che completa questo tipo di storia. Non c’è alcun contrasto tra il conoscere le buone maniere, provenire probabilmente da uno stato sociale alto ed essere capaci di omicidio. Anzi, qui le motivazioni sembrano quelle di un uomo sprezzante che trova giusto accaparrarsi un oggetto prezioso, come se spettasse più a lui che alla povera Anne. Per tutto il tempo infatti resta padrone della situazione, segno di poco senso di colpa, pur essendo scaltro e avendo già sospettato un secondo fine del comportamento di Emily. È ben caratterizzato dalle sue azioni e parole, anche se non si ferma a fare autoanalisi in prima persona. Sarebbe stato perfetto se avessimo potuto leggere anche un minimo dei suoi pensieri, ma è una commedia e quindi trovo che non sia nulla di grave. A proposito di citazionismo, la detective René Montoya, anche se qui è molto trasformata, necessitava di una nota; è l’unico appunto che ti posso fare.
Utilizzo del pacchetto: 10/10 (generi 3 +oggetto 2 + pacchetto 5,)
L’utilizzo del pacchetto è davvero perfetto. Prima cosa, la tazza giapponese – che ha anche uno stile preciso, il Koishiwara-yaki – è il perno intorno al quale ruota tutta la storia. Questa è l’oggetto del giallo, e il suo furto, il suo valore hanno creato tutti gli avvenimenti conseguenti. Viene nominata molte volte e non era ovvio, perché il concetto di sala da tè è nato in Francia (prima che in Inghilterra, scandalo!) quindi non sarebbe stata facilmente una stoviglia che potesse far parte dell’esame. Ma hai trovato il modo di renderla protagonista… non potevi darle più lustro di così. Anche i generi sono eseguiti pienamente: soprattutto il giallo, perché poco dopo la parte iniziale si capisce che ci troviamo nel mezzo di un’indagine amatoriale che dà molto l’idea di alcuni telefilm classici (Tipo padre Brown) molto delicati, non “sanguinari”, con la sola furbizia e pochi aiuti tecnici o di medicina legale, per dire, per giungere alla soluzione. La commedia si sente, come no! Questa soprattutto nella parte iniziale, quando pare che la fiction parli davvero solo della prova e tutto è molto carino e leggero; ma per il mio gusto è più piacevole l’ironia che appare per contrasto nella parte che poteva diventare drammatica, mentre invece di notare la pistola le signore sono scandalizzate dal volare della crema al burro… vedo davvero uno stile inglese e questo mi compiace moltissimo. Il prompt è chiaramente sfruttato dalla prima a quasi l’ultima riga. Si inizia nel pieno dell’esame del corso di galateo, un metodo che amo invece del più classico approccio alla stesura che parte dal descrivere una situazione generale e poi arrivare al dunque. Non dico che vada sempre bene o sempre meglio, ma in una one-shot per me funziona ottimamente, o almeno è uno di questi casi. In fondo anche nel finale, pur essendosi spostato il fulcro dell’interesse dei protagonisti ci troviamo ancora della saletta. Non c’è nessun errore nell’uso del pacchetto, bravissima.
Titolo: 5/5
Il servizio incompleto: un titolo un programma! Veramente carino il gioco di parole che hai preferito come apertura della tua storia. All’inizio si nota solo il significato principale, che volendo nella sua accuratezza poteva essere un pochino banale. Un titolo anni 80’ o 90’, simile a quello di un episodio di un telefilm giallo classico. In ogni caso sarebbe stato giusto, anzi preciso e con un tocco vintage nello stile. Ma è andando avanti che credo che “incompleto” mostri anche dei significati secondari, come il fatto che sia rimasto un “caso aperto” per troppo tempo, quello di Anne. O che il corso di galateo non sia andato del tutto a buon fine, così come la prova al suo termine. Arrivata alla fine della lettura l’ho apprezzato davvero tanto, mi è parso più simpatico e arguto di quanto avevo capito all’inizio. Nel contempo fa pronosticare certamente di cosa parla il racconto, ed evidenzia l’oggetto mancante, cioè la tazza della traccia che hai scelto… ne sono molto contenta.
Gradimento: 5/5
Tante volte vedo che nei contest la commedia viene un po’ accantonata perché si teme la sua lievità. Questa storia mostra che non è necessariamente così: è davvero ben riuscita, con uno humor d’altri tempi e tanti piccoli tocchi divertenti. Il pacchetto è stato messo in risalto in modo davvero soddisfacente, e tutto ha un aspetto ricco come la scelta dei pasticcini per il tè… ti sei mossa con arguzia in una ambientazione che poteva risultare ristretta come una sala che è diventata il tuo palcoscenico. I personaggi sono curati e formano un contrasto tipico del genere “all’inglese”. Decisamente quello che avrei sperato da questo prompt!
Punteggio: 48.40/50

Recensore Master
10/07/21, ore 20:09

Ciao!
Non sai quanto mi faccia piacere trovare una tua nuova storia! Questa poi è proprio stata una lettura piacevolissima, che mi ha avvinta sin da subito e si è rivelata davvero una storia appagante, perché ha quelle atmosfere piacevolissime da giallo vecchio stile, combinate con una situazione bizzarra e dei personaggi estremamente incisivi sin da subito.
E, davvero, ti faccio i miei complimenti per essere riuscita a unire in maniera così coerente gli elementi del pacchetto: a leggerli da soli, mi sarebbe venuto da dire che avrebbero potuto aver senso in una sola storia solo a patto di grandi forzature, e invece tu li hai resi perfettamente coerenti, li hai resi necessari alla trama, al punto che leggendo, prima di sbirciare le note, non avrei mai pensato che fossero frutto di un obbligo.
Ho davvero amato tantissimo le atmosfere che hai saputo costruire, partendo dal lieve inganno ai danni del lettore che vede la povera Emily tutta irrigidita e nervosa in vista di questa prova finale: insomma, anche solo immaginare una ragazza un po' goffa impaurita davanti a un severissimo insegnante di galateo è stato esilarante (sarà che tutti i contesti estremamente formali mi rendono nervosa proprio come lei!), ma è interessantissimo vedere come tutto questo esame fosse per lei una maschera, l'espediente per arrivare a smascherare un assassino, e dunque il suo nervosismo è, comprensibilmente, di tutt'altra natura.
E tra coltelli del burro che sicuramente non servono per tagliare delle tartine alla fragola (ma poi, qual è la posata giusta per mangiarle? Le dita suppongo facciano troppo selvaggio, vero?) e scenette comiche con balletti di camerieri impassibili e fanciulle incapaci di sedersi a tavola nel modo giusto è stato bellissimo vedere come, in un certo senso, Emily abbia fatto crollare Woodworth proprio battendolo al suo stesso gioco: se non fosse stato per il cuore del tè pomeridiano, per quella conversazione che vuole a tutti i costi distrarre i commensali senza che davvero a qualcuno importi ciò che si dice, probabilmente non sarebbe mai riuscita a costringerlo a tradirsi e confessare.
Insomma, è stata davvero una lettura briosa, che ha un po' il sapore dei classici del giallo (e che mi ha fatto particolarmente piacere leggere adesso, d'estate, perché mi ha riportato alla mente i pomeriggi lunghissimi dell'estate a casa dei nonni, quando davo fondo alla loro scorta di libri di Agatha Christie), mi ha fatto sorridere e mi ha proprio lasciato con la bellissima sensazione di aver letto qualcosa di bello e ben strutturato.
In bocca al lupo per il contest!
A presto!

Recensore Master
29/06/21, ore 14:08

Ciao^^
che storia gradevolissima, complimenti!
Un bel giallo old style, ambientato in una sala da tè, con un algido istruttore di buone maniere che in realtà si rivela uno spietato assassino. E non dimentichiamo la novella Miss Marple, ovvero Emily, che sapientemente, una mossa dopo l'altra, una frasetta buttata lì dopo l'altra, spinge Woodworth a tradirsi.
Bellissima anche la colluttazione finale, salutata dai commenti indignati degli ignari avventori.
Ho letto questa breve vicenda con grandissimo piacere e con anche un po' di invidia, ovviamente benevola, perché io non sono capace di scrivere i gialli, sebbene li adori.
Complimenti e in bocca al lupo per il contest!