Recensioni per
Serenità Smarrita
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
12/08/23, ore 15:04

Ciao ancora
La serenità essenza che ti apre l' anima, piccoli pensieri che assorbono i pensieri, e gli invadono di una placida ed incontrastata quiete..La serenità e un simulacro incontrato di tranquillità..
Meravigliosa
V

Recensore Veterano
09/08/21, ore 17:55

Ho appreso il significato di questa parola, solo da adulta.
Quando il lavoro, le difficoltà, la pressione, mi hanno fatto capire quanto, un concetto così semplice, racchiuda in sé gran parte di ciò che poi va a costituire un altro importante sentimento: la felicità.
Non si può essere felici senza essere sereni, se non per brevi attimi. La serenità è il plinto di fondazione, su cui costruire una vita appagata e armoniosa.
...se solo non fosse così difficile da raggiungere e da preservare.
Non so se sia una carenza inevitabile dell'età, ma talvolta mi trovo a pensare che tutto ciò che più desidero si racchiude proprio in questa sensazione.
Stessa sensazione che tu trasmetti con questo scritto.
È proprio vero, il modo in cui ci sembra di averla raggiunta e poi... Dov'è, è scappata, ci ha lasciati... E allora cerchiamo di rattoppare lo strappo con la speranza, con desiderio di poterla riconquistare. E già ci consola in fatto di sapere che qualcuno, da qualche parte, possa sperimentare il suo dolce benefico sapore.
Grazie per avermi suscitato questa riflessione.
Un abbraccio

Recensore Junior
07/08/21, ore 17:59

Cara Fenice, ogni tuo componimento è simile ad un colpo inferto al cuore, il quale per un attimo sembra arrestarsi per poi riprendere a palpitare inconsuete, travolgenti emozioni che così tanto mi riguardano da vicino, specialmente in questo periodo.
"Dove sei fuggita serenità? Mi ero illusa di poterti stringere fra le mani". Ecco quella che considero la frase chiave della tua poesia: l'illusione. Molte persone si concentrano sulla ricerca - oserei dire in maniera cieca e spasmodica - della felicità, e soltanto una minoranza di esse dà alla serenità il valore che merita; c'è chi non sa riconoscerla e scopre di averla avuta nel momento in cui la perde, addirittura c'è chi la confonde con la felicità o chi è convinto (a torto) di possederla.
Personalmente ritengo che la serenità sia di gran lunga più importante della felicità, la quale può essere più o meno fugace e non necessariamente include uno stato di tranquillità ed armonia interiori. La serenità è un privilegio, un traguardo che va duramente conquistato giorno dopo giorno attraverso infinite battaglie invisibili (spesso combattute contro noi stessi) e che richiede tutte le nostre energie. E a volte non basta, perchè la vita ci mette lo zampino rimescolando le sue carte.
Mia cara Fenice, la tua serenità non è del tutto perduta: la ritroverai. Leggendoti, si sono materializzati nella mia mente i versi di una bellissima canzone di Lucio Battisti: "E così io resto qui a darle i miei pensieri, a darle quel che ieri avrei affidato al vento, cercando di raggiungere chi al vento avrebbe detto 'sì' ".
Continuerai ad alimentare le tue speranze di poetessa sublime dalla soave sensibilità affidando i tuoi fogli e sogni al vento, e la serenità smarrita verrà colta da qualcosa o da qualcuno che dirà "sì", che saprà capirne l'importanza, che l'accoglierà con sé e custodendola ne trarrà sollievo, restituendola a te sotto una nuova forma.
Un pò come succede a noi, affezionati ed ammirati lettori: leggendoti, facciamo nostre le tue emozioni e le doniamo di nuovo a te attraverso le nostre umili impressioni.
Le tue parole raschiano l'anima e, al tempo stesso, rappresentano un balsamo per le anime degli spiriti inquieti. Perché, se da un lato sono dense di amarezza e malinconia, dall'altro ci regalano ogni volta un raggio di speranza: il cosiddetto "lieto fine".
Davvero eccezionale, Fenice. Il mio cuore ti sta applaudendo. Un abbraccio riconoscente, accompagnato dall'augurio di tutte le cose belle che meriti e desideri. Claudia

Recensore Master
05/08/21, ore 13:10

Questo è un argomento che mi tocca nel profondo. La serenità è, forse, l'unico ''stato'' mentale ed emotivo che sto cercando disperatamente di ritrovare nell'agonia quotidiana del mio essere. Dopotutto, chi è l'essere umano che non va ricercando tale ideale? Sono tutti inglobati e divorati dai propri sensi di colpa, destabilizzati da malinconie che incorrono maniache verso di noi. Ma cosa possiamo fare, ci chiediamo? Niente di che, rispondo quasi cinicamente, possiamo solo sperare per la prossima folata d'aria che ci faccia bene alla pelle. Forse questa mia metafora è incomprensibile, ma non saprei come altrimenti mettere a bollire i miei onesti e semplici pensieri.

Ti auguro, vivamente, che tu riesce a trovare quella speranza smarrita nei solchi del tempo. Ritornerà, ne sono sicuro. Le cose importanti ritornano sempre;

AP.

Recensore Veterano
31/07/21, ore 01:55

La serenità è una condizione spesso sottovalutata, ti rendi conto di quanto è vitale nel momento in cui viene a mancare. E di quanto potresti dare di più agli altri essendo in armonia con te stesso. I tuoi testi io li trovo sempre impeccabili; per quanto riguarda l'argomento trattato spero davvero tu possa ritrovare ciò che hai smarrito e che la serenità torni a bussare alle nostre porte (sì, ne avrei tanto bisogno anch'io).
Un caro saluto

Recensore Master
28/07/21, ore 08:25

Maledizione, Fenice, insigne filosofa e poetessa, illustre pensatrice e artista!

La tua ultima poesia è stata come una spinta a tradimento che mi ha buttato in un marasma di pensieri e riflessioni da cui non riesco più a venir fuori. Mi ha tolto per giorni ogni capacità di recensione. Mi sto riprendendo un pochino solo adesso.

Anzitutto, qui non parli mai di felicità, solo di serenità.

E sorge la prima domanda: qual'è la differenza fra felicità e serenità? Dopo ricerche e meditazioni, penso che questa sia la risposta più adeguata.
La felicità è solo una emozione momentanea, più o meno intensa; la serenità è un modo di essere. Si può essere felici senza essere sereni, ma se si è sereni basta poco al raggiungimento di frequenti momenti di felicità.

Ed ecco il corollario: effimera ricerca è quella della felicità, dovremmo invece dedicare la vita alla ricerca della serenità.

Come? Ognuno qui ha le sue ricette.
Accettarsi, senza dare troppo peso ai propri difetti, dimenticando i propri errori e le ombre del passato, mettendo in luce i propri pregi.
Accettare, senza lasciarci condizionare negativamente da ciò che ci circonda.
Circondarci delle persone giuste, vere o immaginarie che siano.

Ma la tua poesia mi procura turbamento, cara Fenice. L'avevi raggiunta la serenità. Lo si capisce da come ne parli. Sai cos'è.  Sono le pagine di un romanzo che hai vergato nel tempo, con costanza e dedizione, fino a completarlo con un lieto finale. Ammanti il tutto di grande poesia, immergendolo in suoni e colori agresti.

Ma a un tratto si spalanca la finestra. I fogli del romanzo volano via, tutto si scompiglia, si disperde.
Come è stato possibile? Non bastava raggiungerla, la serenità? Occorre dunque continuare a lottare per mantenerla?

E ti inventi un estremo tentativo di difesa: l'immagine della serenità che allontanandosi "verso altri lidi" dona essa stessa serenità.

Wooow, hai scritto una fiumana travolgente di bellissime parole. ì
Ma rimane un forte amaro in bocca.
Per te. Per tutti noi, tuoi fedeli seguaci.

Recensore Junior
26/07/21, ore 19:47

Cara Fenice, dama gentilissima,

mi avevi detto che avrei potuto passare. Anche se non son poeta e anche se leggo solo poesie di gente morta. Anche se sono un pessimo recensore.

Sono passato, e mi sono soffermato su questo testo. Mi ha colpito il tema. Sai, Fenice, di solito la gente cerca la felicità, non la serenità. Nella Costituzione americana, come sai, c’è addirittura il “diritto alla felicità”, e io non ho mai capito se sia una cosa pessima o meravigliosa. Ci vuol poco a trasformarlo nell’obbligo ad essere felici, e allora sì che tutto si sfarina. Ma tu, Fenice, che io immagino sempre in mezzo alla lavanda, e con le mani sempre occupate, tu cerchi la serenità. O almeno il tuo “io” poetico e poetante la cerca. E cerchi l’armonia e il silenzio.
A me sembra molto bello. Come bello è quell’augurio, quasi celato, che altri – forse tutti gli altri – ritrovino la loro serenità. C’è sempre un che di discreto e umbratile in te, che dal mio punto di vista si fa notare molto di più di tante emozioni gridate, spesso in maniera scomposta.

E mi piace quando dici: “vergavo parole / che diventavano risposte lette”, mi piace che tu dica che questo ti dava serenità.

Aspetto solo che tu scriva un’altra poesia su questo tema, ma al presente, dimenticando l’imperfetto e pure il futuro.

Omaggi devotissimi,

Sacrogral, cavaliere, che forse non ha capito niente – ma come disse un papa che è rimasto alla storia: “Se sbaglierò, mi correggerete”

Recensore Master
26/07/21, ore 10:54

Ciao fenice. Sono lieta di tornare per commentare questo scritto, altro frammento della tua interiorità, dove esprimi sempre il tutto con delicatezza. Anche questa volta non posso che apprezzare l'immagine che hai scelto e mi è piaciuta molto l'espressione di Epicuro. Mi sono avvicinata piano alle tue parole, dove purtroppo emerge questa mancanza di serenità. Mi ha colpita leggere nell'introduzione: "la speranza è che la serenità possa semplicemente trasferirsi, trovando altri lidi, prendendosi cura di altre persone, ma che poi possa fare ritorno", un pensiero profondo e altruistico e non posso che concordare.

Bella quest'espressione:

"Parole che vagavano leggere nel vento


al suono delle campane


che riecheggiavano per la vallata."

Suggestivo il legame tra le campanelle,l'anima, i fogli, i versi, il vento fino a "ristabilire così quella intima armonia silenziosa che in sé tutto ingloba" e che spero anche tu potrai presto riavere. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 26/07/2021 - 10:57 am)
(Recensione modificata il 26/07/2021 - 10:58 am)

Recensore Veterano
25/07/21, ore 16:44

La serenità, altro elemento che ricerchiamo per accompagnare e sostenere la nostra vita, così complessa e difficile. Manca tanto la serenità e aiuta pensare che si sposti, distribuendo il suo benessere da individuo in individuo, nella speranza che si tratti solo di attendere il suo ritorno. Un poesia che ha il sapore dellla speranza e della condivisione di un benessere che possa appartenere a tutti.

Recensore Master
25/07/21, ore 16:41

Cara Fenice,
La serenità è fuggita via... ma qualche piccola gioia può sempre "intralciarci" il passo e io spero che "di felice inciampo" sia per te l' apprendere che, almeno a mio modesto avviso, la fluidità di questo tuo nuovo scritto è costante lungo tutta la lunghezza del testo. Stavolta non ci sono "intoppi" nel ritmo della narrazione e, altre caratteristiche degne di plauso, le immagini da te rappresentate e il soggetto della narrazione sono decisamente di buona ed efficace qualità narrativa.
Ti è riuscito perfino di tramutare in personaggio vivente uno stato d' animo, cioè la serenità.
Non contenta, le hai, ulteriormente, regalato ali e volontà d' azione...
Azione, ovviamente, di natura/matrice amorevole e pacifica, caratteristiche principali di questo tenero sentimento.
Hai fatto un buon lavoro, a cui invio i miei più convinti complimenti!
Sono, ovviamente e sinceramente, dispiaciuta per il tema di fondo...
Credo che non ci si debba abbattere oltre misura, perché ciò che si dona non va mai perduto e una buona azione porta sempre a buoni frutti.
Un affettuoso saluto

Recensore Veterano
25/07/21, ore 14:10

Ciao Elena.
Bentrovata in questa malinconica rappresentazione.
Mi piace molto l'idea dell'Incarnazione della serenità nel corpo di una misteriosa viandante che, con la sua presenza inattesa, regala momenti di benessere a chi he ha estremamente bisogno, grazie soltanto alla sua essenza.
Una specie di Dea incappucciata che elargisce dosi di felicità e spensieratezza.
Come giustamente dici tu, prima di tornare da te, deve passare da altre persone in difficoltà.
Ti auguro il meglio per i giorni a venire.
Un caro saluto

Roberto

Recensore Junior
25/07/21, ore 12:29

Cara Elena, come sempre davvero una poesia efficace in ogni sua parola.
Serenità, il tema da te scelto e serenità, trasmessa da questa poesia nonostante il filo di malinconia.
Credo che per arrivare ad acquisire una serenità limpida, bisogna attraversare molteplici tempeste.
Tu, le hai attraversate queste tempeste e spero davvero, col cuore, che tu possa godere di una serenità armoniosa e leggera, con te stessa e con gli altri, perchè davvero te la meriti tutta.
Grazie Elena, per far riflettere sempre su un grande aspetto della vita.
Ti abbraccio,
Bea

Recensore Veterano
25/07/21, ore 12:24

Ciao fenice64 Ed è giunta a destinazione.... Questo tuo componimento è stupendo. Lo sento vicino. È palpitante di emozioni vere che sento fraterne, anche se vi trovo un fondo di delusione. Mettendosi a nudo si incappa in fraintendimenti, ma solo scoprendosi si incontrano spiriti affini... ma ci vuole pazienza. Tanta... troppa... come dico io!! Ciao e grazie

Recensore Master
25/07/21, ore 05:47

Buongiorno,
la serenità è solo un momento, spesso pronto a eclissarsi a lungo.. purtroppo! Quanto sarebbe bello se fossimo sempre sereni... ma questi sono giorni che, se magari anche in famiglia è tutto a posto, molte cose più grandi di noi pesano sulle nostre teste.
Inutile nasconderlo; sono tempi difficili.
Spero che la serenità possa tornare per tutti, in qualche modo!