Seconda classificata
“Infrangere il silenzio”
di Legar
Totale: 34.75/35
Grammatica e stile: 9.90/10
La grammatica è perfetta e la tua attenzione ai refusi, completamente assenti in oltre cinquemila parole di storia, è ammirevole. Hai una grande padronanza del lessico e uno stile molto personale, riconoscibile non per qualche scelta espressiva particolare che si ripete nel testo, ma per la grande naturalezza con cui porti avanti la storia, intrecciando azione e introspezione con eleganza ed efficacia.
Ho davvero pochi appunti da fare, e li faccio solo perché in queste valutazioni ho dovuto prendere in considerazione letteralmente ogni virgola, per poter fare differenze tra storie che secondo me sono di alto livello.
“«Gli effetti passeranno da soli, ma voglio tenerti d’occhio. La prossima volta ci penserai bene prima di fare da sola.»”
Qui c’è una ripetizione non grave, ma che si nota soprattutto perché è all’inizio della storia e il lettore non ha ancora avuto modo di immergersi nella narrazione al punto di lasciarselo sfuggire. È un caso veramente unico, perché in tutto il racconto non ne ho trovate altre, per quante volte abbia provato a rileggere con attenzione.
“Non udì il rumore dei cocci di vetro, ma due lampi luminosi.”
Qui non trovo corretto sottintendere il verbo nella seconda frase, perché appartiene alla sfera sensoriale della vista, del tutto opposta all’udire della proposizione precedente.
“Harry e Ron, soprattutto, non condividevano i suoi interrogativi, perché un ragazzo di sedici anni non poteva davvero essere un’arma nelle mani di Voldemort; ma loro erano ancora più giovani, la prima volta che si erano trovati di fronte al nemico.”
In questo periodo avrei utilizzato il trapassato prossimo “erano stati ancora più giovani”, perché il pensiero di Hermione fa riferimento a un episodio avvenuto (e concluso, non sono più giovani come allora) prima rispetto al momento in cui riflette, perciò, se il presente narrativo è il passato remoto, per esprimerne l’anteriorità utilizzerei il trapassato.
Non ci sono errori gravi, non ho neanche molti consigli da dare in merito alla gestione del periodo, perché trovo che tu te la sia cavata alla perfezione anche con quelli più articolati, mantenendo sempre una scrittura fluida.
Anche la gestione della punteggiatura è praticamente perfetta e qualche osservazione che posso fare in merito riguarda sfumature fortemente opinabili, che quindi non hanno alcun impatto sul punteggio del parametro.
Hai usato spesso la virgola prima della “e” congiunzione, scelta che a me piace molto e che ho condiviso in tutti i casi tranne uno:
“Si stava muovendo ai margini della propria salda morale, e perciò non aveva rivelato agli amici di quella indagine […]”
In questa frase la trovo superflua, la pausa in quel punto è già naturale durante la lettura.
Mi piace molto anche l’uso che fai dei trattini e in un caso specifico ho avuto l’impressione che avresti voluto utilizzarne uno senza che però potessi farlo:
“Malfoy la vide alla periferia del proprio spazio, più vicina di quanto non si fosse mai azzardata a essere – era sempre lui ad avvicinarsi con intenti bellicosi, prima che smettesse di avvicinare chiunque, lei l’aveva notato.”
Prima dell’ultima proposizione in corsivo ci sarebbe stato molto bene un elemento di “distacco” più forte di una virgola, ma poiché il periodo è già un inciso isolato da un trattino precedente, non hai potuto utilizzarlo, come invece hai fatto in un altro caso molto simile:
“Lui non l’aveva vista arrivare, ma udì la sua voce e si fermò. Si voltò, la bacchetta salda in una mano. Dalla tasca dei pantaloni della divisa si intravedeva un frammento di tessuto rosso e oro – lui l’aveva conservato.”
Nel primo estratto, io non mi “arrenderei” alla virgola, perché la trovo un po’ debole per isolare un concetto che vuole essere molto più separato dal resto della frase, quindi preferirei riformulare la punteggiatura dell’intero periodo, ad esempio sostituendo il trattino precedente con i due punti o il punto e virgola e poi ricorrendo al trattino per “lei l’aveva notato”.
Inoltre, per il secondo estratto, io avrei scritto “l’aveva conservata”, perché è vero che dal punto di vista sintattico ti riferisci al “tessuto rosso e oro”, ma trattandosi di un diretto pensiero del personaggio immagino che Hermione farebbe un riferimento molto più immediato alla cravatta, che è femminile.
Nel complesso, la tua storia è stata veramente piacevole da leggere e, nonostante la lunghezza e lo stile fatto di frasi articolate e metafore evocative, l’ho trovata sempre scorrevole. La tua scrittura è elegante e funzionale, nonché molto matura e personale. Bravissima.
Struttura della narrazione: 4.90/5
La trama è costruita molto bene, l’episodio iniziale per il quale Hermione finisce in infermeria accanto a Malfoy è molto interessante ed efficace. La fase successiva di interazione tra i due personaggi, con Hermione mossa dalla curiosità e Draco visibilmente provato è naturale, cattura il lettore che vuole saperne sempre di più – pur conoscendo ciò che avviene nei libri.
Sebbene mi sia piaciuta molto la rivisitazione degli eventi del canon dell’ultima scena, è quella la parte che mi ha lasciata meno entusiasta. Si vede che hai pensato bene il tutto, l’incastro con la storia che sappiamo seguirà è davvero magistrale, ma ho trovato poco bilanciata la narrazione dell’episodio sulla torre rispetto al resto. La scena in infermeria è carica di dettagli, tutti funzionali a descrivere uno stato d’animo, un aspetto del contesto o dei personaggi, mentre quella del confronto tra Draco e Silente (e Hermione) risulta molto più veloce. È vero che la prima è una scena introduttiva e la seconda una conclusione fatta prevalentemente d’azione, ma ho trovato comunque leggermente affrettato l’episodio finale di una storia che mi ha tenuta incollata a ogni rigo per poi concludersi, secondo me, troppo rapidamente.
Inoltre, ho trovato una sequenza poco convincente:
“Sulla soglia la lasciò andare. Irruppe all’interno e gridò: «Expelliarmus!»
Hermione varcò l’ingresso un attimo dopo. Telescopi e mappe celesti, nell’aula, non preannunciavano niente di insolito; ma in un angolo erano depositati due manici di scopa. Il professor Silente le apparve stanco come non era mai stato, privato della bacchetta. Harry non si vedeva da nessuna parte.
«Buonasera, signor Malfoy. Signorina Granger.»
«L’ho vista arrivare in volo da Hogsmeade» annunciò Malfoy, senza sprecarsi in convenevoli.
Il preside annuì. «Naturalmente. E come hai fatto entrare i Mangiamorte nella mia scuola?»
Il ragazzo si vantò di quanto aveva già confessato a Hermione.
«Molto bene, Draco. Non resta che una cosa da fare, adesso, mi sbaglio?»
Malfoy tremava, ma alzò la bacchetta contro l’altro mago. «Io sto per ucciderla.»
«No!» Hermione corse verso il ragazzo, ma l’Incantesimo di Disarmo di Harry, che si era liberato del Mantello dell’Invisibilità, lo raggiunse prima. Lei lo bloccò tra le braccia con tutta la forza che aveva.”
Hermione sente Draco usare un Expelliarmus e un attimo dopo varca la soglia e si accorge che il bersaglio era Silente. Tuttavia non prende la propria bacchetta. Lascia che Draco tenga il preside sotto tiro e ascolta la conversazione passivamente, senza intervenire, nonostante sia non proprio breve (in considerazione anche delle spiegazioni che hai giustamente sintetizzato per non ripeterle). Mentre Harry è nascosto e non interviene perché dalla sua invisibilità può trarre vantaggio, quindi attende il momento opportuno, trovo poco comprensibile il fatto che Hermione stia lì ad assistere alla scena senza fare nulla, senza nemmeno intromettersi da subito nel discorso per far ragionare Draco o accelerare la presa di coscienza di Silente su quanto è accaduto. Va bene che voglia difendere il ragazzo, ma trovo improbabile che nel vederlo armato, contro un Silente senza bacchetta, per quanto potente, non abbia impugnato anche lei la propria (anche senza puntarla contro di lui). Quando si decide a intervenire, alla fine, lo fa fisicamente, impulso che dovrebbe esserle poco istintivo, rispetto a un incantesimo che le eviterebbe lo svantaggio di essere meno forte di Draco.
“Aveva la sciocca speranza che quella vicinanza potesse sortire qualche effetto; rafforzò la stretta, ma lui era più forte. Le sfuggì prima che potesse liberare una mano per bloccarlo con la magia, scattò e recuperò l’arma. Hermione sollevò la propria per tenerlo sotto tiro. Silente non si era mai mosso per riprendere quella sottrattagli.”
Qui spieghi un po’ le ragioni del comportamento di Hermione, ma le trovo ancora leggere: lei lo tiene stretto, sperando nell’effetto della propria vicinanza, solo dopo che è stato disarmato da Harry (scelta comprensibile per esigenze di trama, ma Hermione avrebbe potuto immobilizzare Draco con la magia o almeno tenere pronta la bacchetta).
Includo tali considerazioni in questo parametro perché non riguardano aspetti di coerenza interna del personaggio, bensì la costruzione della dinamica tra i personaggi nel contesto dell’azione. Non è neanche da considerarsi come un vero e proprio errore di gestione della storia, solo come un aspetto che può essere trattato in maniera leggermente diversa per aumentare il realismo e quindi catturare il lettore che, immaginando la scena, non dovrebbe mai pensare, senza un buon motivo: perché Hermione non fa niente?
A parte questa sfumatura, la storia è costruita molto bene. L’intreccio è interessante, ben studiato, mi è piaciuto molto, nella parte centrale, il modo in cui hai trattato lo scorrere dei giorni, riportando tanti piccoli episodi in maniera ben bilanciata e mostrando quindi l’evoluzione del rapporto tra i due in maniera molto efficace.
Anche i dialoghi sono ottimi, non hai quasi mai bisogno di esplicitare chi pronuncia una battuta perché la voce del personaggio è perfettamente riconoscibile, quindi li ho trovati un punto di forza soprattutto per quanto riguarda la costruzione del loro rapporto.
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/5
I personaggi sono sempre coerenti e caratterizzati benissimo. Si descrivono spesso con le proprie azioni e nei pochi momenti in cui ti soffermi in vere e proprie descrizioni lo fai mediante osservazioni indirette di Hermione:
“Nei mesi precedenti aveva osservato quanto Malfoy fosse dimagrito in una divisa scolastica informe, come le occhiaie scurissero in lunghe tracce di dramma un volto sempre più pallido. Del Serpeverde sdraiato su un letto dell’infermeria poteva intuire il rilievo dell’arcata costale sotto uno strato di vestiti, sottile come le braccia sul materasso. Le torce alle pareti rischiaravano la piega insicura delle labbra, le iridi spente.”
Questo è un bellissimo esempio di show, don’t tell: Hermione non trae conclusioni su ciò che non può sapere, osserva solo particolari oggettivi che danno un’immagine della situazione. Draco è stanco, è chiaro a lei e al lettore, eppure tu non lo dici mai apertamente, così come non sottolinei che è angosciato e turbato, sebbene sia evidente in ogni momento della storia.
Hermione e Draco sono molto IC, ma soprattutto sono ben caratterizzati, tanto che se non li conoscessi avrei un’immagine di loro perfettamente coincidente con quella che ricavo dalla lettura della saga. Lei è curiosa, volitiva, tenace, mentre lui è spaventato e si nasconde sotto tonnellate di arroganza.
Le interazioni tra i due sono sempre molto efficaci, soprattutto nelle battute di dialogo, in cui si riconoscono il tono e il modo di parlare tipico di entrambi (arrogante quello di Draco, riflessivo e curioso quello di Hermione).
Da lettrice, ho adorato vederli battibeccare e poi avvicinarsi, fino alla conclusione, avanti nel tempo, in cui finalmente la coppia si concretizza.
Titolo: 2/2
Il titolo mi piace molto, è corretto in italiano, aderente al testo e fa riferimento a un concetto chiave della storia (a sua volta correlato alla figura retorica): il silenzio è quello di Draco, che tace invece di lasciarsi aiutare, e Hermione, con la sua ostinazione, fa di tutto per poterlo infrangere.
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 6/6
6. La narrazione deve essere in terza persona con focalizzazione interna fissa: deve mostrare il punto di vista di un solo personaggio e i suoi pensieri, eventualmente speculando sui pensieri degli altri dal punto di vista del personaggio di cui si assume il POV.
Il pacchetto che hai scelto non era particolarmente complesso, soprattutto se si è abituati a utilizzare questo tipo di narratore. Di conseguenza, trovo che fosse difficile rendere il prompt centrale, facendo in modo che fosse assolutamente necessaria la terza persona con focalizzazione interna fissa.
Tu ci sei riuscita molto bene: il punto di vista del lettore è quello di Hermione, di conseguenza chi legge si sente portato a provare la sua stessa curiosità e a condividere il suo desiderio di scoprire di più su quanto sta nascondendo Draco, nonostante sappia già tutto dai libri. Ciò che è nuovo è la scoperta di un lato del carattere di Malfoy che nel canon non ci è dato conoscere, ed Hermione lo approfondisce a poco a poco, con pazienza e perseveranza.
Sei stata molto brava a non lasciarti mai limitare dal punto di vista ristretto e a non commettere neanche l’errore opposto, ovvero quello di rivelare qualcosa che Hermione non avrebbe potuto sapere. L’inserimento del pacchetto è quindi impeccabile.
Figura retorica: 6/6
C. Sinestesia (https://it.wikipedia.org/wiki/Sinestesia_(figura_retorica))
L’uso che hai fatto del pacchetto è molto interessante, hai reso bene la sinestesia in senso linguistico (e questo è l’importante ai fini della valutazione di questo parametro) ma l’hai anche utilizzata in maniera concreta inserendolo come fenomeno neurologico causato dall’azione incauta di Hermione. Ho apprezzato molto questa scelta, sarebbe stata limitante ai fini della valutazione se fosse stata un espediente per permetterti di utilizzare la figura retorica in maniera più semplice, ma invece l’incidente costituisce un semplice episodio di partenza, una “rottura dell’equilibrio” che dà il via alla narrazione, e che quindi è rilevante perlopiù ai fini della trama.
Hai utilizzato la figura retorica in maniera classica per tutta la durata del racconto, accostando bene termini di sfere sensoriali diverse senza che stonassero mai ed enfatizzando molto bene i concetti importanti della storia (il silenzio, una lacrima, un sorriso) anche mediante la ripetizione simmetrica degli stessi concetti in un modo che mi ha letteralmente conquistata. Molto brava.
Gradimento personale: 0.95/1
La storia mi è piaciuta moltissimo, ho adorato l’idea dell’incidente di Hermione (geniale!) e dell’incontro iniziale con Draco. Trovo che il fatto che fossero in infermeria, entrambi in una posizione di vulnerabilità, ponga le basi perfette per un inizio di conoscenza diversa da quella che questi due personaggi hanno sperimentato negli anni di scuola del canon.
Bellissimo il modo in cui hai incastrato gli eventi con quelli dei libri, mi è piaciuta molto la struttura “compiuta” che hai pensato per questa storia che, sebbene copra un breve lasso di tempo, risulta “cucita” in un contesto molto più ampio, il quale permette anche di intravedere un futuro diverso da quello descritto dalla Rowling.
Adoro Draco e Hermione e ho adorato il modo in cui hai parlato di loro, ma soprattutto ho adorato il tuo modo di scrivere, che trovo davvero maturo e coinvolgente.
Impaginazione – Senza valutazione
Se ci fosse un punteggio per questo parametro, tu otterresti senza dubbio il massimo. Font classico, dimensione ottimale, testo giustificato. Ottimo utilizzo degli allineamenti (mi piace molto la parte finale a destra per un dialogo lontano nel futuro) e perfetta distribuzione degli spazi, inclusi i rientri di paragrafo e i separatori tra le diverse scene.
Ancora complimenti e grazie per la partecipazione! |