Recensioni per
I tuoi particolari
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/03/22, ore 11:22

Recensione premio per essersi classificata prima al contest "A reality contest: Amici edition" indetto da Gaia Bessie sul forum di Efp: 3/3

Ciao Marti, 
concludo qui il giro di recensioni che ti devo, sperando che la mia scelta ti faccia piacere: confesso che mi hai comprata con il titolo, infatti fino a qualche anno fa (quando uscì, insomma, ho problemi con la temporalità delle cose), questa canzone di Ultimo la adoravo. Quindi ero molto curiosa di vedere come l'avresti coniugata con Alastor e Dolores, che come sai sono una coppia che apprezzo molto se scritta da te, quindi insomma eccomi qui a delirare a vuoto un altro po'.
(Pardon).
Primissima osservazione che faccio, avendo letto essattamente una riga: credo sia la prima volta che ti leggo in prima persona e, qui lo dico e qui lo riaffermo più volte, mi è piaciuto da matti, specie perché il personaggio parlante è quello di Alastor, per cui nutro sconfinata curiosità.
C'è un forte contrasto tra i dialoghi di Alastor e Dolores che, sai, apprezzo moltissimo: è un po' come quel Whiskey versato in tazzina, sembra quasi una presa in giro, fa sorridere. E questo è l'effetto che questi due, così fuori posto e così ben riuniti nel loro essere insieme, hanno su di me.
La parte relativa alla casa mi è piaciuta particolarmente, sia per i dialoghi sia per l'introspezione di Alastor che ricorda quel momento, ancora felice, prima della stoccata della seconda parte della storia. Ma ci arrivo con calma, eh.
Ho apprezzato quel senso di abitudine con cui Alastor descrive la sua vita con Dolores, che se ci pensi è quel che a un certo punto s'insinua dentro certe coppie: che non vuol dire meno pepe o amore, vuol dire dare per scontato che rimarrete insieme. Ed è una cosa meravigliosa e meravigliosamente triste allo stesso tempo.
Poi, la rottura.
Che mi aspettavo, eh, perché ormai un minimo ti conosco come autrice - ma ha fatto male comunque, specialmente oggi che sono in quel mood pieno di spleen che no, non dovrei leggere certe cose. Ma ormai sono in ballo e balliamo, no?
Il distacco è comparabile al carattere di Alastor: rozzo e diretto. Inevitabile. Cosa succede quando due personalità così forti collidono, se non che si devono amare o ammazzare o entrambe le cose?
E la conclusione è così.
Un bacio e un pugno in faccia - amarissima.
Ma mi è piaciuta immensamente.
Complimenti per questa bellissima storia, Marti, ti mando un abbraccio e a presto!
Gaia

Recensore Junior
12/09/21, ore 20:45

Terza classificata
“I tuoi particolari”
di LadyPalma/Lady.Palma

 
Totale: 34.15/35
 
 
Grammatica e stile: 9.5/10
La grammatica è praticamente perfetta e le scelte lessicali, oltre a rispettare il prompt (e questo riguarda un altro parametro di valutazione), sono assolutamente funzionali in ogni momento della storia.
 
In qualche punto non ho condiviso l’uso della punteggiatura, per quanto in certi casi possa risultare discrezionale. Ti riporto degli esempi, soprattutto riguardanti alcuni incisi:
“Ti sentivi al sicuro dicevi, anche se il pericolo non lo vedevi.”
Manca la virgola prima di “dicevi”, che è appunto un inciso, particolarmente necessario perché divide un discorso.
Ero un piacevole diversivo alla monotonia, così mi definivi e, offeso o meno che io fossi, tu […]”
Stesso discorso: manca la virgola dopo “definivi”, perché l’inciso è “così mi definivi”. Se l’eccesso di virgole in questa specifica frase ti spinge a volerne tagliare qualcuna, io ometterei quelle che isolano l’inciso seguente (“offeso o meno che fossi”), che non riguarda la didascalia di un dialogo, che richiede espressamente di essere isolata da virgole.
“È un cazzotto nell’occhio buono quel rosa carne tritata”
Ritengo necessaria una virgola prima di “quel”.
“La guerra è ehm terminata e il Ministero afferma che tutto è completamente sicuro. Non esistono più ehm quei malviventi e ehm quelle canaglie”
Potrebbe sembrarti un eccesso di pignoleria, ma isolerei i vari “ehm”, in quanto costituiscono delle vere e proprie interruzioni del discorso, quindi ponendoli tra virgole, trattini, o introducendo i punti di sospensione (quest’ultima scelta, però, potrebbe risultare un po’ pesante).
 
Il tuo stile è personale, non perché si notino espressioni ricorrenti o strutture del discorso sempre simili, ma perché si intravede la tua impronta nelle scelte linguistiche. Non parlo solo del lessico, ma del ritmo della storia. Trovo che tu abbia, passami il termine, un buon orecchio, e che riesca a utilizzare le parole non solo per il loro significato, ma anche per il suono che hanno, singolarmente e nella struttura sintattica. Probabilmente, questa stessa caratteristica è quella che ti fa compiere pochissimi errori (o anche nessuno) dal punto di vista logico nell’utilizzo dei sintagmi, quasi riuscissi ad assorbirne la funzione facendola tua, per poi riutilizzarla in maniera assolutamente spontanea.
 
Unico appunto in tal senso riguarda un errore di consecutio temporum, che secondo me trae origine dai periodi molto lunghi di questa storia. Soffermandosi su una frase particolarmente articolata, si perde un po’ il contatto con la precedente e la successiva. Tu hai gestito molto bene i periodi complessi che hai scelto di utilizzare, ma è inevitabile che essi portino a una perdita di capacità di riscontrare incongruenze a orecchio.
Il pezzo in questione è il seguente:
Hai stravolto ogni singola cosa, basta dire questo, a partire dalle tende rosa che hai imposto per tutta la casa (“Vuoi vedere che te le straccio? È un cazzotto nell’occhio buono quel rosa carne tritata”, “Non osare, è un rosa cipria!”, però quando le ha mezze distrutte uno dei tuoi gatti gli hai fatto persino le coccole), per non parlare dello sherry che a una certa hai provato a impormi invece del Whisky (“È buonissimo, mi ricorda il piscio di un unicorno”, “Sei proprio un… ehm villano privo di gusto”, e non hai trovato niente di peggio da dirmi neanche dopo esserti scolata una bottiglia intera di quel piscio rossastro), o ancora dei tuoi odiosi gatti (“Ma guarda che stronzi! Mi hanno ficcato le loro unghie un’altra volta nella gamba buona!”, “Oh non fare lo sciocco, Alastor! È il loro modo di dimostrare affetto!”, e forse lo intendevi davvero perché del resto ferire era anche il tuo modo di dimostrare affetto, ormai lo sapevo). Ma la cosa che più mi aveva stravolto erano i tuoi particolari in ogni singolo angolo: ci ho messo quasi tutto quel cazzo di autunno a convincermi […]”
Praticamente ti ho riportato un quarto di fanfiction, e me ne scuso, ma poiché hai reso la storia completamente legata, ogni frase è intrecciata alla precedente e alla successiva (in maniera generalmente riuscita, aggiungerei, ma intendo soffermarmici dopo).
Se elimini alcune subordinate – banalmente rimuoverei le parentesi a scopo puramente analitico – puoi accorgerti tu stessa dell’incongruenza dei tempi verbali:
Hai stravolto ogni singola cosa, basta dire questo, a partire dalle tende rosa che hai imposto per tutta la casa, per non parlare dello sherry che a una certa hai provato a impormi invece del Whisky, o ancora dei tuoi odiosi gatti. Ma la cosa che più mi aveva stravolto erano i tuoi particolari in ogni singolo angolo: ci ho messo quasi tutto quel cazzo di autunno a convincermi […]”
Hai utilizzato il passato prossimo nella narrazione e a inizio periodo (“Hai stravolto”), un tempo difficile da gestire, ma che può essere trattato bene nei testi brevi, che mi sembrano la tua specialità. Tuttavia a un certo punto sei passata al trapassato prossimo (“che più mi aveva stravolto”), che pone la frase in una dimensione di anteriorità rispetto al tempo corrente. Poi ritorni al passato prossimo, che è il tempo del racconto (“ci ho messo”).
È un errore in cui è facilissimo cadere, perché di fatto, dal punto di vista da cui Malocchio racconta, che è un presente, l’essere stato stravolto rappresenta un evento anteriore al momento in cui cerca di convincersi della fine della relazione, in cui prova a smettere di notare i particolari, eccetera. In realtà, però, la forma corretta prevede l’utilizzo sempre coerente del passato prossimo, che evita una complicazione inutile dei piani temporali.
 
Questa storia è costituita di blocchi interi di periodi complessi, carichi di subordinate e coordinate, al punto che se provassimo a fare uno schema grafico della struttura di ciò che hai scritto ne verrebbe fuori un albero pieno di ramificazioni. È un’arma a doppio taglio, non è facile gestire una scrittura così articolata senza commettere errori, ma trovo che tu te la sia cavata abbastanza bene. Soprattutto, ritengo che questo particolare modo di scrivere sia al servizio della storia stessa, come un’estensione del contenuto: il polisindeto non è solo una figura retorica, ma una rappresentazione dell’approccio alla vita di Malocchio, che non guarda mai in una sola direzione, ma è attento a tutte contemporaneamente.
Ho avuto l’impressione di una storia che è nata con una struttura semplice e si è poi ampliata con i dettagli. Potrei tranquillamente sbagliarmi, ma la sensazione è quella che tu non abbia scritto come un unico flusso ordinato, ma innestando dei particolari un po’ alla volta. Non è sbagliato e non è una critica, è solo un modo di fare, c’è chi fa così sempre (ad esempio io) e chi invece per inclinazione naturale scrive in maniera fluida l’intero testo. Mi sembra che tu appartenga alla seconda categoria e, se è così, devo farti i complimenti per come hai gestito un tipo di struttura che forse non è tra quelli che ti sono più congeniali.
 
Ultimo appunto riguarda la frase conclusiva, in cui usi dei “ché” con funzione di perché:
"Non posso più vivere in una cazzo di gabbia" hai detto a mo' di spiegazione un pomeriggio con la valigia pronta, e solo allora ho capito. Non per la valigia, no, per l’imprecazione. Ché eri stufa per davvero, ché non c'era più niente in questa casa che ti facesse venire voglia di essere te per la Bamboluccia che eri.”
In questo periodo io li avrei trattati come dei che relativi (“ho capito che eri stufa, che non c’era più niente) e non nel modo in cui li hai utilizzati tu. Se rileggi la frase precedente, non c’è un’espressione specifica su cui innestare una subordinata causale, come avrebbe potuto essere nel caso di un periodo del tipo: “[…] te ne sei andata. Ché eri stufa per davvero […]”.
 
Complessivamente, ho trovato la tua storia davvero ottima e devo dire che leggerla è stato un piacere.
 
 
Struttura della narrazione: 4.75/5
La storia è breve, la trama è semplice ma efficace, perché riguarda una classica storia d’amore che di classico, in realtà, non ha niente. I personaggi sono il punto forte e la riuscita dell’intento narrativo si deve principalmente a loro.
L’intreccio è lineare, la storia è narrata da Malocchio a posteriori, che rievoca in ordine temporale i momenti insieme a Dolores e quelli della rottura.
Ho trovato la costruzione della storia ben riuscita, ma in qualche momento un pochino difficile da seguire. Dal punto di vista del bilanciamento tra le varie sequenze (dialoghi, descrizioni, introspezione), hai sovvertito tutte le leggi della narrativa: ben venga la sperimentazione, ho apprezzato la scelta, ma il risultato è comunque quello di una struttura complessa, a tratti contorta, che si segue, sì, ma che richiede anche un po’ di impegno. Purtroppo il rischio di perdersi in una delle ramificazioni dei periodi (soffermandosi troppo su un dialogo, un commento di Malocchio, una descrizione, che sono da considerare spesso come incisi) è piuttosto elevato. Ritengo che tu abbia gestito bene questo aspetto, ma non alla perfezione, perché in qualche punto ho trovato le ramificazioni un po’ eccessive; è il caso del pezzo trattato nel parametro precedente, in cui è sfuggita a te come autrice la presa sul tempo verbale e, devo ammettere, anche a me come lettrice la “strada” tracciata dal periodo, che ho dovuto rileggere un paio di volte.
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/5
I personaggi sono il punto forte della tua storia: caratterizzati benissimo, non hai avuto la necessità di descriverli neanche per un secondo, perché si mostrano per quello che sono attraverso le loro azioni e le loro parole.
Com’è fatta Dolores è evidente dai particolari che Malocchio finisce per amare in lei, ed è molto IC, sebbene ciò sembri incredibile, visto che sei riuscita a farmela piacere.
Moody, invece, permea questa storia dall’inizio alla fine, non solo perché lui è la voce narrante, ma per il modo caratteristico in cui hai assunto il suo punto di vista. Tutto, dalla struttura della storia, alle scelte lessicali, ai particolari osservati, parla di com’è Alastor Moody. Lo trovo un esempio magistrale di gestione del personaggio.
Anche la dinamica tra loro due è molto ben riuscita, insieme sono divertenti, ma anche intensi, e il lettore riesce facilmente a entrare in sintonia con loro, nonostante siano entrambi piuttosto particolari. Hai fatto davvero un ottimo lavoro da questo punto di vista.
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo è molto aderente al testo, riassume benissimo sia il contenuto che l’atmosfera della storia. In quanto a gradimento personale, non poteva che conquistarmi, dal momento che amo questa canzone.
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 6/6

5. La storia deve presentare un lessico molto variabile, con termini appartenenti a un registro più alto e altri a un registro più basso. L’utilizzo combinato di queste due tipologie deve essere giustificato da scelte narrative, ad esempio si può introdurre un personaggio che è solito parlare in maniera molto colloquiale (quindi utilizzare il registro più semplice nei dialoghi) e un narratore che invece utilizza un registro più formale. Qualunque altro tipo di scelta narrativa che giustifichi la combinazione di due tipologie di lessico diverse è accettato.
 
Il pacchetto è inserito alla perfezione e costituisce il mezzo principale attraverso il quale mostri non solo le differenze tra Alastor e Dolores, ma anche la complessità di Malocchio stesso.
Il registro colloquiale del parlato è perfettamente naturale nella bocca del personaggio, lo rende caratteristico (e per il lettore anche divertente) e il contrasto con le maniere più posate della Umbridge è molto efficace. Tuttavia il vero aspetto interessante, dal mio punto di vista, è la differenza di registro tra i dialoghi e la parte narrata. Sarebbe stato molto più semplice utilizzare una terza persona, o ancora meglio un narratore esterno, e il distacco con la voce di Malocchio sarebbe stato netto e naturale. Invece è Moody a raccontare, è suo il punto di vista narrativo, eppure, nonostante il registro differente che il lettore ha modo di apprezzare al di fuori dei dialoghi, si riconosce la stessa voce del personaggio, declinata in modo diverso perché diverso è il contesto in cui si palesa, ovvero quello del pensiero e della narrazione.
Il pacchetto è quindi correttamente inserito e utilizzato in maniera centrale e molto efficace. Complimenti!
 
 
Figura retorica: 6/6
M. Polisindeto (https://it.wikipedia.org/wiki/Polisindeto)
 
Anche questo pacchetto, come il precedente, è inserito e utilizzato alla perfezione.
Come ho avuto modo di anticipare, trovo che il polisindeto abbia non solo una funzione linguistica, ma che costituisca un espediente stilistico che rafforza il contenuto, che in questo caso è il carattere di Malocchio (sempre vigile su tutti i fronti contemporaneamente).
L’uso ripetuto della figura retorica conferisce alla storia un ritmo ben scandito, rendendola quasi una strada obbligata verso l’inevitabile punto di rottura finale. C’è della disperazione nel modo di esprimersi di Malocchio, che procede per coordinate come a elencare tutto quello che gli piaceva, tutto quello che gli manca, tutto quello che non ha più. Ancora una volta, i miei complimenti!
 
 
Gradimento personale: 0.90/1
La storia mi è piaciuta moltissimo, questi due personaggi, che possono sembrare impensabili insieme, si incastrano alla perfezione grazie al modo in cui sai renderli, mantenendoli fedeli agli originali, ma allo stesso tempo attribuendo loro nuove sfaccettature per renderli tuoi.
Ho apprezzato molto l’uso che hai fatto dei pacchetti, mi piace il modo in cui scrivi e ritengo che – per quanto la scrittura sia qualcosa che sicuramente ti viene naturale – tu abbia una grande intelligenza narrativa, nel senso che riesci a sfruttare tutti gli elementi a tua disposizione per farli concorrere al raggiungimento dell’obiettivo espressivo che ti sei prefissata.
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
Il font è standard, la dimensione adeguata, il testo correttamente giustificato. Mi piace anche l’espediente di allineare al centro la conclusione, perché enfatizza il senso di smarrimento del protagonista. L’unico suggerimento che sento di poter dare è quello di aggiungere i rientri di paragrafo. In generale direi di evitarli quando l’allineamento del testo da una parte o dall’altra fa parte della struttura della storia ed è funzionale alla trasmissione del messaggio, ma in questo caso, soprattutto in presenza di periodi molto complessi, il rientro di paragrafo aiuta il lettore a identificare a primo impatto un capoverso.

Recensore Master
24/08/21, ore 22:38

Buonasera cara! Eccomi ahimè di rientro dalle vacanze *inserire faccina sconsolata qui* ma almeno ho il premio di consolazione di tante belle letture che mi sono segnata settimana scorsa ♥
Non resisto al richiamo dei tuoi Dolastor e sono felicissima di ritornare da queste parti: in ritardo ma ti mando un in bocca al lupo per il contest.
Aaaaw, il punto di vista di Alastor! Forse è stata la cosa che ho più preferito della fic, amo leggere storie scritte in prima persona da un personaggio un po' "ruvido" perché danno sempre la possibilità di sondarne maggiormente l'animo, e anche in questo caso è stato così e mi sono potuta gustare i sentimenti di Moody per la sua bamboluccia senza filtri. Mi è piaciuto moltissimo come hai costruito la vicenda: una cosa che amo nelle tue storie è il fatto che non siano mai molto lunghe, ma risultino comunque perfettamente curate, in ogni parola e in ogni dettaglio, delineando una trama precisa e ben approfondita. Così abbiamo il loro approccio post Guerra Magica I, la convivenza, i diversi modi di affrontare la vita, fino alla comprensione che alcune differenze a volte sono troppo grandi per poter permettere a un rapporto di durare. Spesso capiamo l'importanza di qualcosa solo quando l'abbiamo persa e il fatto che Alastor si ritrovi a provare una nostalgia infinita per tutte quelle cose di cui prima si lamentava, o che senza Dolores si senta vuoto e solo, beh... mi ha del tutto sciolta ♥

Ottimo lavoro, cara, e molto bella anche l'impaginazione ♥
Alla prossima!

Bennina

Recensore Master
22/08/21, ore 22:50

E con te finisco di leggere tutte le storie che partecipano all'interessantissimo contest di Futeki sui prompt stilistici. Ho adorato il tuo Moody preso male ed effettivamente - a parte la storia in cui lui rimane male perché solo Dolores si era accorta che a Hogwarts ci fosse un impostore - non mi ricordo di molte Dolastor in cui c'è il suo pov. Vederlo qui, alle prese con la nascita e la fine della relazione con Dolores è stato bellissimo perché non ci si aspetta di vedere Moody in quelle condizioni, che siano le tende rosa, i graffi dei gatti, il Firewhisky nelle tazze da tè o la solitudine lasciata da Dolores. Insomma, lui che ha come motto "Vigilanza costante" e che alla fine si dispiace quasi che il Firewhisky non sia avvelenato e non chiude nemmeno la porta, fa stringere il cuoricino un po'. La canzone di Ultimo ci sta benissimo come sottofondo. Il prompt lo hai sviluppato in modo interessante, secondo me, io non so come avrei fatto, ma il modo che hai trovato mi è sembrato coerente e naturale anche all'interno del tuo stile narrativo.
Ti mando un abbraccio,
Sev

Recensore Master
21/08/21, ore 11:07

Oh🥲
Ciao Marti, sto annegando in un mare di lacrime.
Prima di tutto devo dirti che, quando leggo una tua Dolastor ormai mi sento a casa, proprio perché sei troppo brava. La storia presenta molti livelli narrativi, le strategie utilizzate sono state difficili anche perché far quadrare tutto non è stata una passeggiata allegra al chiaro di luna.
Ma tua sei stata grandiosa come sempre, anche perché la storia è armonica, coesa e per gli amanti della coppia che hai plasmato con innata bravura è un colpo al cuore. Io consiglio a tutti gli amanti di questa coppia non solo a leggere tutte le storie che hai scritto su di loro ma di passare da questa tua ultima, proprio perché arricchisce il tutto, collega il cerchio, accende la lampadina e ti colma il cuore di un sentimento potente. Mi piacciono troppo, e la voce di Alastor che stride, e il sorriso di Dolores che fa venire la pelle d’oca tutto ha un senso, tutto coincide.
Sei eccezionale Marti, sono felice di avere la possibilità di leggere le tue storie!

Recensore Master
19/08/21, ore 23:21

Ciao LadyPalma ❤
Passo anche dalla seconda storia, questa volta (ti sorprenderà, immagino) a cuor leggero. Non prendere le mie parole in modo confusionario, è solo che ho letto le storie in modo sbagliato. Avessi letto questa prima dell'altra, sarei stata immensamente triste, ma l'immagine di Dolores che piange per sé stessa è ancora infilata nelle mie ossa. E così, perfino il ricordo di un autunno veloce e lento e poi perso, non mi fa male come dovrebbe. Te l'ho detto prima, che sono metamorfosi. E che Alastor cambia aspetto sempre, perde pezzo e pezzo e Dolores invece rimane uguale. Ebbene, qui sono metamorfosi e sono il contrario, perché è Dolores quella che cambia e Alastor quello che invece non riesce (ha un solo occhio, avanti!) proprio a tramutare il suo comportamento o il suo modo di parlare. Non abbastanza (ecco, mi allaccio all'altra, tanto per farmi poco male).
Alastor non è abbastanza ancora una volta, non nota che il sorriso di Dolores non è più quello che era stato all'inizio dell'autunno, che il suo modo di fare male è un modo diverso e più feroce, tanto quanto è feroce un "Non posso più vivere in una cazzo di gabbia". Cambia il tono, cambiano le parole e si fanno più vicine a quelle di Alastor, in modo che lui riesca finalmente a capire. Dolores si tramuta, pensa un po', nell'uomo che ha amato per un autunno intero. Diventa lui per dirgli addio. Dimmi se non sei crudele, ora dimmelo perché pretendo di sapere se non pensi di essere un po' crudele con noi? Noi che stiamo qui e beviamo i loro contrasti fino a diventare pazze e finiamo a preferire anche noi lo cherry, per quanto sia rosa e sia troppo dolce. (non che lo sappia, sono astemia, ma spero che tu possa aver colto il punto lol). Ti sono grata per aver scritto questa storia.
Volevi un parere? È bella e fa male. Ho amato l'uso della prima persona, mi ha dato la possibilità di guardare Alastor da un altro lato e l'ho apprezzato tantissimo. Complimenti, come sempre.
Sia ❤

Recensore Master
19/08/21, ore 22:39

Ciao!
Alastor e Dolore mi erano mancati tantissimo, sono davvero contenta di tornare a leggere di loro!
Come sempre, leggerti è un piacere, e questa storia non è affatto stata da meno: tra l'altro, leggendo le note sono rimasta molto stupita, perché ti assicuro che tutti questi rimaneggiamenti non hanno per nulla lasciato il segno: la storia è molto coesa e coerente, in ogni sua parte, e tutti i prompt che hanno contribuito alla sua nascita sono inseriti secondo me in maniera estremamente naturale e mai forzata. E, tra l'altro, ti faccio davvero i complimenti per il modo in cui hai gestito figure retoriche e prompt stilistici: trovo i pacchetti di questo contest fra le cose più originali che io abbia incrociato sul forum, ma non ho nemmeno provato a partecipare perché li trovo anche prompt molto complessi. E invece tu sei riuscita a gestire tutto davvero benissimo, arrivando a mettere proprio a nudo un tratto essenziale del tuo Alastor nell'associarlo a questa mescolanza di registri linguistici in maniera tanto efficace.
Ho apprezzato moltissimo il punto di vista di Alastor, qui: forse sono solo io ad avere ricordi un po' distorti, ma mi pare che spesso nelle tue storie sia Dolores ad essere un po' più al centro (non che Alastor stia in ombra, tutt'altro! O forse è solo perché lei è un personaggio che nella saga è piuttosto monodimensionale, con un ruolo ben preciso e caratteristiche che appiattiscono molto la sua introspezione, mentre il lavoro che tu hai fatto con lei, approfondendola e rendendola tanto umana, inevitabilmente mi porta a concentrarsi soprattutto su di lei). Insomma, mi ha fatto tanto piacere entrare nella testa di Alastor e vivere assieme a lui il tramonto di questa relazione. Trovo angosciante, ma crudelmente realistico, il momento in cui il loro sentire smette di andare allo stesso passo: quando lui crede che la differenza tra di loro sia solo di forma, non di sostanza, mentre lei è già lontana, è già insofferente e ha smesso di dimostrare affetto ferendo, ma si è già allontanata. È un cambio di ritmo, una disarmonia che è forse una delle cose più realistiche nella fine di una relazione, ma mi ha colpito tantissimo vedere tutto questo dal punto di vista di uno come Alastor.
La sua disperazione, il suo perdersi al punto da abbandonare le sue abitudini e la sua vigilanza costante è qualcosa di devastante, e insomma, non credevo lo avrei mai detto, ma mi hai fatto venire voglia di abbracciarlo XD.
Ti faccio davvero tanti complimenti e un in bocca al lupo per il contest!
A presto!

Recensore Veterano
17/08/21, ore 19:20

Recensione premio per aver vinto il premio "Miglior personaggio tragico" al contest "Eroi tragici nel mondo magico"

Non so se lo sai, probabilmente no, ma ho visto QUEL video a cui fai riferimento tu una miriade di volta, ancora prima di indirre contest o pensare a ritornare su EFP. Non avrei mai pensato che un'autrice che apprezzo e stimo così tanto potesse arrivare a scrivere una storia del genere. Così intima, emotiva. 
Ma partiamo dall'inizio. Partiamo dal fatto che chiunque bazzichi un po' sul tuo profilo sa che il POV nelle tue storie Dolastor è prinicipalmente di Dolores. Perchè Dolores era tua ancora prima di dar vita ai Dolastor, Dolores era tua indipendente da Alastor, invece spesso Alastor esiste nel tuo universo narrativo legato a Dolores. Qui invece, per quanto Alastor sia legato a Dolores, vai a scavare in fondo alla sua paranoia, ai suoi tic, al bisogno di andare a chiudere le porte a dieci mandate, nell'assicurarsi di essersi al sicuro. E in un folle modo Alastor con Dolores si sente al sicuro, anche se deve comunque essere costantemente vigile, con lei sa che può abbassare la guardia. E abbassare la guardia gli porta sofferenza, una porta lasciata aperta e un cuore spezzato. 
Mi è piaciuto questa ricerca nell'interiorità di Alastor, mi ha commosso e l'ho trovata vivida. Ed è anche molto interessante la genesi della storia, che ha preso forme diverse, che è mutata, ma poi si è realizzata in una forma ancora diversa. 
Riesci sempre ad arrivare dritta al cuore quando scrivi, e passare da te - che sia per un contest o per piacere - è sempre bellissimo.
Brava!

Recensore Veterano
17/08/21, ore 16:54

Ciao tesoro!
Che bello tornare a leggere qualcosa di tuo e ritrovare anche gli amatissimi Alastor e Dolores.
Ho deciso di leggere questa storia perché sono rimasta attirata dal titolo. Non sono una grandissima amante di Ultimo, ma “I tuoi particolari” è una canzone che mi è sempre piaciuta molto.
Ammetto che questa storia mi è piaciuta un casino, tanto che ho impiegato un po’ per iniziare a buttare giù questa recensioni perché erano talmente tanti gli spunti e le cose da dire che il mio povero e vecchio cervello aveva bisogno di qualche minuto per mettere tutte le idee in ordine.
Parto con il dirti che mi fa impazzire questa specularità che troviamo nella storia, questo modo in cui ci mostri com’è la vita di Alastor con e senza Dolores.
A inizio storia, infatti, scopriamo che Dolores è arrivata da Alastor a inizio autunno, a fine settembre. Lei nota subito che lui chiude ancora la porta con diversi incantesimi di protezione, cosa che non serve più visto che la guerra è terminata e non ci sono più Mangiamorte in giro. Piano piano, durante quel autunno così lungo, ma anche così breve, Dolores inizia a far sentire la sua presenza in casa, quindi ecco che compaiono le tende rosa, le bottiglie di sherry e una colonia felina. Sono tutti “particolari”, piccole cose da nulla, ma che hanno un grande significato dietro: possono sembrare quasi un’invasione del proprio spazio, della propria casa, ma significa anche che quel rapporto con quella persona è diventato qualcosa di molto più importante, tanto che quello spazio, quella casa, d’ora in poi si dovrebbe considerare di entrambi.
Ovviamente Alastor non sembra assolutamente apprezzare tutti questi “particolari” che Dolores ha introdotto nella sua casa e non sembra perdere proprio occasione per farglielo notare in modo molto colorito. Mi piace molto come hai aggiunto tutti questi battibecchi tra di loro per mostrarci, oltre alla differenza di registro che entrambi utilizzano, anche questa sorta di chiusura a tutte le novità apportate da Dolores. Sono certa che Alastor non abbia fanno niente di tutto ciò con l’intenzione di ferirla, ma si vede chiaramente che è più dettata da una paura che prova, legato soprattutto al suo rapporto con la donna. Vedere come la sua casa sia cambiata, sicuramente, gli ha fatto maggiormente comprendere quanto le cose con lei fossero diventate serie, in questo modo frenandolo.
Dall’altro lato, però, Dolores non sembra prendere bene queste critiche di Alastor e il modo in cui gliele dice, non riesce più a sopportare di essere chiusa sempre a chiave in casa, e, piano piano, inizia a diventare fredda con lui, fino a dirgli che le cose tra loro non funzionavano più e infine lasciarlo proprio a inizio dicembre, che sancisce la fine di quell’autunno.
L’autunno successivo ritroviamo Alastor che ormai ha iniziato ad abituarsi a quelle tende rosa, che ha iniziato a preferire lo sherry al Whiskey Incendiario e che alla fine quei gatti non gli avevano dato neanche troppi problemi con le loro unghie. Ha persino iniziato a lasciare la porta di casa aperta, non preoccupandosi più di chi possa entrare. In un anno ha quindi fatto degli enormi passi avanti, ma è come se non importasse perché Dolores non c’è più ormai.
È qualcosa di davvero molto triste, ma che mi fa anche comprendere quanto sia importante andare incontro alle persone quando ci sono ancora, quando fanno ancora parte della nostra vita. Per quanto può sembrare difficile, per quanto possiamo avere paura, dobbiamo tenercele strette, se no soffriremo ancora di più nel perderle.
Mi piace molto la tua idea di inserire alla fine quel “canaglie e malviventi e pezzi di merda” perché racchiude alla perfezione quelli che erano le indicazioni del contest: le differenze di registri linguistici che i due personaggi utilizzano e il polisindeto, rappresentato da quelle doppie “e” congiunzione.
Ovviamente non si nota per nulla che l’hai riscritta più volte per farla partecipare a diversi contest, ma, anzi, noto che questa l’abbia maggiormente arricchita di spunti.
Quindi, alla fine di questa mia recensione, non posso non farti i complimenti per questo piccolo gioiellino che ci hai proposto, che ovviamente hai scritto alla perfezione come sempre.
Non vedo l’ora di leggere le nuove storie che vorrai proporci (in realtà anche quelle che ci hai già proposto perché mi sono accorta di essere rimasta un po’ indietro ultimamente *inserisce emotion della scimmietta con le mani sugli occhi che non può inserire da pc*)
Quindi alla prossima tesoro!
Un grande abbraccio,
Jodie

Recensore Master
17/08/21, ore 13:58

Ciao cara, che bello ritrovarti.
Ti dico solo che mi è risuonata in testa la canzone di 'Ultimo' tutto il tempo mentre leggevo, una malinconia che è il perfetto background della shot.
per te l'ehm' di Dolores sta come l'NGK!' di Crowley: lo infili un po' ovunque, ma la cosa mi piace.
è sempre bello leggere di questa tua coppia adorata, i retroscena che immagini per loro, chissà in quale punto dei libri è andata a convivere con Alastor, che poi hai graziato ignorando la fine che fa nel settimo (le fanfic esistono anche per aggiustare le cose)
certo che gli salvi la vita, è vero... ma poi gli spezzi il cuore, porello, Dolores è proprio insensibile, cosa c'era di così insopportabile nel vivere con lui, che a discapito del suo burbero carattere sotto sotto ha ancora un cuore e non uno di legno o vetro... uno vero, che sa battere ancora.

Ho adorato come presenti all'inizio le cose che lo innervosivano: le tende rosa, lo sherry, i gatti (come si fa odiare i gatti? Ha ragione Dolores, ti mostrano affetto, anche quando ti incidono la pelle ^^' <3 ) ... e poi diventano le cose che ora gli mancano di più

La cosa che mi è piaciuta di più è come assieme a Dolores pare essersene andata via anche la paranoia di Alastor, che ora non chiude più la porta a tripla mandata, non si affida più agli incantesimi di Protezione... forse perché è rassegnato, forse perchè un po' ci spera che qualcuno arrivi a metter fine alla sua vita che senza lei non ha più senso.

Struggente e molto ben fatto questo tuo ennesimo piccolo gioiello.
complimenti.
Ovviamente, non poteva esserci titolo più adatto

Recensore Master
17/08/21, ore 10:01

Ciao!
Devo iniziare col dire che trovo il tuo prompt stilistico per questo contest estremamente interessante e, se mi fosse capitato, sarei stata molto tentata di sceglierlo.
Non è la prima volta che leggo dei tuoi Dolores e Alastor e certamente non è la prima volta che ne scrivi, ma sembra che siano proprio nati con questo prompt. L’utilizzo di due registri lessicali differenti, nei dialoghi in primo luogo, caratterizza i personaggi, accanto ad altri particolari che affidi alla voce di Alastor, come lo sherry e le tende. In questo senso il prompt assume il significato dello scontro tra due personaggi ben distinti e non è una scelta stilistica fine a se stessa.
Apprezzo che questo scontro di prospettive si risolva in un rapporto terminato, perché questa secondo me è una delle ship che ben si presta all’angst (inevitabilmente per le vicende canon) e anche semplicemente perché a me piace leggerlo!
Mi è piaciuta molto l’espressione “E io vigilo ancora, ma non costantemente”, che riprende il motto di Moody e lo completa di implicazioni sentimentali. Nonostante la fine, Dolores c’è ancora nelle sue giornate – lo sherry e le tende – e ha lasciato il segno.
Molto azzeccata anche la scelta della citazione di Ultimo, a riassumere le paranoie di Alastor e il senso di assenza che prova da quando Dolores non c’è più.
Mi è piaciuta molto questa lettura, in bocca al lupo per il contest!
Alla prossima!
Legar

Recensore Veterano
17/08/21, ore 01:27

Mi sono emozionata.
Mi sono emozionata a leggere di Dolores Umbridge (e io non so se sia normale, ma la cosa mi sta decisamente bene... e anzi, sono proprio contenta di aver letto una storia così struggente).

Alastor e Dolores hanno caratteri assolutamente difficili. Sono personaggi complessi e particolari e immagino ci vada molto studio per scrivere in maniera realistica dei due. Tu ovviamente sai quello che stai facendo, ma ci tenevo comunque a farti i complimenti per la resa dei due. Entrambi sono terribilmente IC, abbastanza odiosi a dirla tutta, eppure si amano. Si amano nonostante i difetti dell'altro che ben conoscono. Mi piace che questi personaggi non siano accecati dall'amore, che siano consapevoli dei difetti dell'altro e si amino lo stesso. Alla fine, non è proprio questo il vero amore?

Questa storia d'amore non è per nulla melensa, anche se Dolores ci prova a colorare tutto di rosa, e io non posso che apprezzare la cosa, perché la vita non è sempre e per tutta rose e fiori e i Dolastor non sono tipi da romanzo rosa, ma da questo genere di racconti crudi, realistici (sì, l'ho detto davvero), cinici, drammatici. I Dolastor sono una coppia di persone difettose e testarde, ma nonostante tutto intelligenti, persone complicate e anche abbastanza bruttine - chi più e chi meno, dentro e fuori. Insomma, pensare che proprio questi due siano riusciti a toccare il mio cuore dice sicuramente tanto sulla tua abilità di scrittrice. E parlando della tua abilità di scrittrice non posso che soffermarmi un momento anche sul tuo stile, che probabilmente ti ho già detto in passato di apprezzare, ma che in questa storia risulta assolutamente particolarissimo. Questo stile che si piega in funzione dei personaggi è davvero interesante e singolare, non lo vedo utilizzare spesso, ma mi piace moltissimo e funziona sicuramente molto bene in una storia di questo tipo.

Esplorare l'interiorità di Alastor è stata un'esperienza unica, i suoi pensieri sono assolutamente struggenti e nella chiusa finale la storia raggiunge un'intensità assurda e io non so nemmeno spiegare a parole quello che ho provato leggendo quell'ultima frase e quella parentesi. Forse il mio cuore si è spezzato, forse ho provato un senso assoluto di resa, come sembra aver fatto Alastor. Insomma, la mia recensione forse fa un po' schifo, ma voglio che tu sappia che questa storia mi ha colpito davvero moltissimo e che non posso fare a meno di inserirla tra i preferiti perché è il posto in cui merita di stare. Insomma, Marty, ti faccio tanti tanti complimenti e un grandissimo augurio per il contest!

Un abbraccio,

Sofifi

Recensore Junior
16/08/21, ore 22:57

Eccomi ancora, recensisco anche questa visto che l'avevo già letta ma ero in spiaggia, ergo non avevo abbastanza concentrazione per potermici applicare come si deve!

Allora che dire? Cominciamo dal fatto che meriti tutta la mia stima per aver scritto qualcosa su Alastor Moody e Dolores Umbridge, che a parer mio sono due personaggi complessissimi presi singolarmente, figurarsi come coppia.
E, nonostante ciò, sei stata perfettamente in grado di catturare la mia attenzione e di non farli apparire smielati o eccessivamente cinici, trovavo tutto al punto giusto quindi oddio wow complimentissimi!
Risulterei noiosa nel dirti che hai uno stile di scrittura che mi piace molto, scorrevole ma soprattutto pieno di dettagli inseriti al punto giusto.
Interessante anche notare come ci sia il point of view di Alastor, e che i dettagli del suo essere appaiano non solo dai pensieri ma anche dal modo che ha di rivolgersi a Dolores.
Molto figo e ben descritto anche il trascorrere delle stagioni, l'ho trovato davvero un punto a tuo favore. In conclusione, complimenti, perché sei riuscita a darmi una panoramica di questo rapporto senza essere troppo pedante e, soprattutto, senza inserire particolari futili e non utili ai fini del racconto.

Brava, a presto :)

Lady Capuleti