-"Sono felice che tu abbia scelto di essere egoista" è il brivido che le piove sulla pelle. Nami è così stretta a lui che gli sfiora il collo direttamente col proprio sorriso, la curva delle labbra che gli disegna la pelle e la marchia senza ferire.
Si sente a casa.
È a casa.
Basta soffrire. –
Così inizio. Da “È a casa. Basta soffrire. “
Sarò un po’ puerile, ma devo dirlo: MA GRAZIE. GRAZIE. GRAZIE PER QUESTA STORIA.
Ora, non posso affermare con certezza il livello di angoscia che ho provato fino alle battute finali, veramente, sai essere crudele e assettata di sofferenza, perciò, nonostante i pronostici che sembravano finalmente buoni, aspettavo comunque il peggio, il “è tutto finzione, beccate questo e altro”. Ma è proprio per questo che voglio già farti i complimentissimi per come hai gestito la suspence, i punti di vista perfettamente amalgamati, i ricordi, i sogni, l’illusione, la realtà, il muoverti tra passato e presente senza sbavature, un vagheggiamento portato avanti con sentimento. E anche, per come hai saputo parlare di rinuncia, orgoglio, delle paure, e allo stesso tempo infondere speranza, anche la minima, nel punto giusto, in un lettore arreso.
Non scusarti per il ritardo pubblicazione, poiché ha funzionato. L’effetto c’è stato. Né è valsa la pena.
È stato così un dolore condiviso, un monito da cui si è potuto imparare e che necessitava del suo tempo per essere realizzato. Ho sofferto con Nami, per via della sua debolezza, gelosia, paura, che le ha impedito di insistere quando avrebbe dovuto. Ho ceduto con Zoro, quando non ha potuto più ascoltare l’orgoglio, la sua fermezza, quando ha vacillato e poi agito, anche se nei modi sbagliati – ma in fondo, in queste situazioni non contano tanto i modi sbagliati per dichiararsi, quanto il sentimento che nascondono. Ho vissuto la loro prova di ripresa, la svolta della vita, l’autodifesa nel provare a farcela, a sopravvivere al dolore, nell’andare avanti, e sono rimasta sconfitta insieme a loro quando questo non è stato più possibile, ma anche determinata nell’alzare la testa e decidere di lottare, lottare per se stessi.
Questa FF, non è solo il dolore per la Zoro/Hiyori, e la speranza per la Zoro/Nami, è un’idea, un pensiero ben chiaro, un vero insegnamento.
Tante cose sono cambiate dall’inizio, da quando lessi il primo capitolo in cui pensavo solo alla minaccia Hiyori, seppur come dicesti “lei non è mai stata il fulcro di questa storia “, nella mia mente malata risuonava continuamente come un eco che mi divorava lentamente, ne basta anche un briciolo di lei per farmi male. Ma, come ti accennai, leggendo capitolo dopo capitolo, riuscivo a trovare altri interessi, ad apprezzare ciò che si stava costruendo intorno, le relazioni nuove, la gioia che poteva nascere dal dolore, i legami di amicizia, il modo di reagire, ed è così che è diventata anche qualcos’altro. Arrivare al finale, per quanto lo aspettassi, e al ricongiungimento, in qualche modo – qualunque modo - non era più la sola cosa che volevo leggere.
Sei stata delicata, appassionata e commovente per come hai gestito con naturalezza la situazione Rufy – affatto facile renderlo vero, sentito, un dolore vissuto che non viene dimenticato in due giorni – con tanto di apprezzamenti per i dettagli, come pensare che Nami fosse innamorata di lui (senza capire nulla del suo legame con Zoro, che rispecchia un po’ la visione del lettore medio di OP), fino all’annuncio sul giornale, con la bambina che mette k.o tanti delinquenti, seguendo le orme del Mugi scomparso. Dalla relazione di Nami, in cui comunque era riuscita a trovare la gioia in un uomo interessante, buono, lo specchio un po’ di Zoro, ma non cercato appositamente per sostituirlo, ma per caso; a Zoro che pian piano, comunque, riesce a farsi coinvolgere da Hiyori – ma con Nami che vive in ogni suo ricordo. E Usop e Nami, che si fanno compagnia appena possono, con lui che è perfetto per essere padre.
Ora, proprio perché hai costruito sei capitoli densi, straboccanti di dettagli preziosi e astuti, e pieni di sogni, illusioni, ricordi e realtà, può essere che io non abbia compreso un ficco secco di niente (ho riletto tutto da capo), per il solo fatto di voler prendere solo quello che ho preferito leggerci. Dunque, per me il finale è del tutto Happy… e, se la mia lettura è corretta, e quella volta Nami non aveva scelto di ascoltare la donna con l’ampolla, ma aveva proseguito nella ricerca, trovando poi Zoro in quella casa piena di arance, che ha regalato la notte più passionale e dolorosa di tutte, e che ha portato a quella magnifica mattina, in cui i due preparano la colazione –
ho adorato tutta la scena: “Sembra quasi che ci speri che ci abbia visti, così avresti una scusa per farti pagare!"
"Non dire sciocchezze" Nami agita teatralmente una mano davanti al viso, un brillio fin troppo familiare nello sguardo che porta con sé profumo di soldi, "non si può definire 'scusa' quella che è una prova." –
mi prostro ai tuoi piedi, subito. Hai fatto credere che quella casa fosse un sogno, con i muri che sembravano sparire, con ogni cosa che sembrava sgretolarsi da un momento all’altro. Facendomi credere che si, era effettivamente un sogno. Ma invece no, non lo era, era la realtà, era la verità. E quella descrizione non era un illusione, ma delle sensazioni, delle paure che prendevano forma, e davano quella impressione che tutto potesse finire, perché non poteva essere vera quella gioia, perché tutto si era già disintegrato una volta…e quando provi quella felicità che non sembra vera, dopo aver sofferto così a lungo, pensi che ci voglia effettivamente poco per perderla.
Sono convinta che sia bellissima e stringe il cuore in ogni modo la si legga, ma se è davvero così, io ci sono cascata, ci sono caduta in pieno nella tua descrizione illusoria perfetta.
E di nuovo, il dettaglio di Zoro che si isola, che sogna Nami, che sogna Rufy, che fa quello che può fare incline nel suo personaggio: rispetta il giuramento, non si fa trovare, rimane solo con se stesso, ma…“Ho scelto questo posto...Perché mi ricordava te.", il che mi riporta pure alle loro stagioni preferite, che una ricorda i colori dell’altro.
È reale. È reale, allora. Quelle arance…quella casetta, quel tramonto. Tutto brucia. Il dolore, la passione, la gelosia, i ricordi, l’amore…tutto brucia.
Piango. E qua piango, in quel finale al tramonto. In quell’idea di futuro, creatasi sull’idea del tempo e di passato, da cui hanno imparato, suggerendo che rimaranno insieme per sempre. Perché hanno imparato dal dolore, e hanno imparato dal passato, lottando quindi per ciò che é rimasto, nel modo in cui hanno potuto, chi prima, chi dopo.
-“Anni" ripete in un sussurro.
Ne sarebbero potuti passare molti di più. Avremmo potuto non incontrarci mai, è il pensiero che l'assale e a cui non dà voce - non si attenta, no, non gli dà voce.
"Ho giurato a me stessa che, cascasse il mondo, ti avrei ritrovato." Non è solo la sua voce ad ardere di determinazione, lo sono il suo volto, lo sguardo, l'intenzione, lei tutta. "E ora che ci sono riuscita voglio pensare al passato solo per ricordare ciò che mi ha insegnato." –
Ho amato questa storia. Amo questa storia. E qualsiasi sia la verità che cela, e che potrei male interpretato per la mia sete ZoNami, la trovo comunque bellissima e straordinaria, poetica anzi, terribile ed emotiva, nel senso positivo del termine, narrativamente parlando.
“Zoro che ora la guarda e, come in ogni altro giorno, mese e anno vissuto al suo fianco, sembra dirle ancora - fino all'ultimo respiro - Brucerò per te. “
Anche io, sto bruciando anche io.
È finita davvero, e sono sia contenta che infinitamente triste allo stesso tempo. Come si fa a spiegare questo?
Farti ancora i complimentissimi, davvero, mi sembra riduttivo.
Amarla è riduttivo, io la STRAMO, LA ABRAMO questa storia, e tu, sua creatrice, sei stata – oltre che d’ispirazione – d’impeccabile talento.
♥️
Ps: Ogni volta che chiudo la recensione, mi viene in mente un dettaglio nuovo che avrei dovuto scrivere.
Si, Zoro e Nami, i tuoi Zoro e Nami, questi Zoro e Nami, hanno una caratterizzazione così autentica, così vera, così credibile: sono loro a tutti gli effetti. Penso proprio che questi che hai descritto sarebbero davvero i loro modi di agire (e reagire) in una situazione del genere, in tutte le salse del dramma più puro - come nei flashback, o come quando ancora erano personaggi sulla difensiva - in situazioni che non possono avere spazio per la comicità (cinfatti, poi torna alla fine, quando tutto si sta ricucendo, compreso il cuore).
Dovevo aggiungerlo. Brava, perché sono così belli, cosi belli, dannazione!
(Recensione modificata il 18/02/2022 - 10:06 am) (Recensione modificata il 18/02/2022 - 10:13 am) |