Valutazione del contest: Cinque passi nel delirio, di Setsy
Milla4 con: Le rose gemelle
grammatica: 4.90/5
Normale drabble: suona un po’ male, sarebbe stato meglio – visto che sono note -, se l’ordine fosse stato “Drabble normale”, come per le altre voci
sviste per le quali non sottraggo punteggio
trascinava per: spazio in più
gli ricordavano che: lo stesso
stile: 10/10
Trovo che lo stile di questa raccolta sia molto convincente, perché mantiene una certa fluidità malgrado lo stacco tra le epoche storiche davvero importante. Le quattro drabble ambientate nel 1953 sono narrate con un linguaggio che evidenzia bene sia i sentimenti che le descrizioni esterne. La storia ha un tono poetico, delicato, dovuto senz’altro anche alla trama, dove i personaggi si muovono in punta di piedi – per diversi motivi – e tutto è immerso in una cornice elegante ma soffocante. I merletti, il servizio per la colazione, senza dubbio di valore, sembrano già un corredo funebre. Anche le rose, seppur ricamate e non vere, pare che sprigionino un profumo insieme suadente e di decomposizione. Il linguaggio è indovinato, con particolari come “la Bella” con la maiuscola reverenziale (che di norma si usa in pochi casi) che qui diventa un vero e proprio appellativo, particolarmente naturale nella drabble nel 1556. Qui hai scritto anche “Creatore”, che per l’epoca va bene. L’arcaicità è quanto mai adatta, anzi necessaria; e in realtà non sei stata pomposa. La sintassi è buona, curata e scorrevole, e hai dato il meglio in queste descrizioni “casalinghe”. La curtain-fic a me è sempre piaciuta, ti costringe a basare molto sui piccoli dettagli, le sfumature. L’intera casa potrebbe sembrare una di quelle classiche per bambole d’altri tempi, ma a suo interno ci sono decadimento e inganno, e sofferenza. Molto adatta la scelta del vampiro, che si muove su un fondale che gli appartiene profondamente. Anche nella drabble horror hai usato termini mai pesanti o truci, malgrado la scena mostrata; si può quasi dire che sia lo stesso gruppo semantico di parole delle altre, ma spostato su un registro più crudo. Tirando le somme, la storia è abbastanza omogenea, interessante, e hai fatto bene a mantenere la scelta del narratore che non è interrotto dai dialoghi in qualche drabble, mentre magari in altre no. Hai reso l’idea della stessa scena ripetuta più volte.
caratterizzazione di tutti personaggi: 10/10
Qui abbiamo tre protagonisti, tra i quali spicca senza dubbio Corinna. Il bello è che – ovviamente tenendo conto dei necessari cambiamenti – sembra la vittima, ma in realtà ha la situazione in pugno. Quando accetta l’amante del marito lo fa perché le fa pietà, o con una specie di indifferenza dovuta alle usanze dell’epoca e quando è cattiva, bè, dà il suo meglio. Spietata e tenebrosa, quel suo essere annunciata da un ricamo di rose la rende la tipica protagonista di una storia gotica. La trovo la più riuscita del gruppo e in effetti ha più spazio. Richard ha i tratti dell’uomo che pretende tutto, con diverse scuse o modalità. Non ha una bella personalità, e dipende in realtà dalla cura delle sue donne. In un’occasione gli va molto male, ma se l’è cercata. -_- Leonore è sempre un oggetto, in pratica: della passione, della vendetta, poco più di una bambola bellissima da tenere in una teca, solo che si tratta di un letto. Il suo non esprimere mai nulla è stata un’ottima scelta, le ha dato una connotazione moto precisa. Il nome, per altro, fa molto Poe col poemetto “Lenore”, che ha solo una lettera diversa e sembra così citazionista, una cosa che apprezzo molto.
resa delle cinque tipologie di drabble: 8.90/10(2+1+1.90+2+2)
Gli anni ’50 – che sono graziosamente in testa alla protagonista – mi sembrano un periodo adatto alla tua storia. Sono anni “reazionari” dopo il femminismo del periodo della guerra, con le donne lavoratrici; infatti Corinna conduce la vita che ci aspetta da lei, come fa il marito. È una situazione estrema, ma non impossibile specie pensando che lui è malato. Fa rabbia, ma ci sta. Nella seconda drabble, purtroppo c’è un disguido con i nomi (non l’hai fatto solo tu^^). Mi spiego: i personaggi sono stati cambiati correttamente, cioè abbiamo un marito che sale per andare nella stanza della moglie malata, che giace col suo amante. Il punto è che i nomi sono gli stessi, quindi resta il dubbio che abbiano cambiato ruolo, non sesso. Lui poteva essere Cary (ad esempio) e lei Dina (da Riccardina, lo so, è orrendo!) e Leonore/Leo, mentre il nome è scomparso. Peccato, perché l’adattamento psicologico è molto riuscito. Qui c’è un piccolo errore di forma, ma da poco: la bashing doveva essere la quarta, non la terza drabble, ma sono sconnesse quindi è una sciocchezza. Comunque questa mi piace immensamente; è crudele ma giusta, sai com’è. Corinna ha proprio abbandonato la sua remissività, altro che pietà e comprensione. È passata ai rimedi estremi… Richard ha dovuto pentirsi del proprio egoismo e infedeltà, e lo credo che non abbia niente da dire! Leonore resta neutrale, perché non si è mai capito se è una donna cattiva o una costretta a prostituirsi, per esempio, quindi va benissimo non farla essere una vittima buonissima, perché non sei mai stata esplicita. L’ultima è proprio bella, barocca e decadente. I vampiri che muovono al riparo dal sole nelle mura domestiche e banchettano con una vittima giovane e sensuale sono “alla Dracula”, proprio classici. Presumo che nel bicchiere ci sia il sangue della coppia di sposi, che sarà fatto bere a Leonore; va bene essere morti viventi, ma un po’ di normalità, che diamine… è un’ottima trovata per mantenere un senso al fatto di usare una cosa mondana come una stoviglia quando si può bere dalla vena.
titoli: 4.50/5
Il titolo generale mi piace moltissimo, è romantico ma si intuisce che non lo sarà in modo allegro. Sembra quello di un thriller anni ’50, infatti, qual è il tempo dell’azione. I primi due titoletti in realtà hanno una caratteristica che secondo me non funziona troppo bene; portano lo stesso sostantivo, “abnegazione” che però sparisce da quel punto in poi. L’impressione è che prima volessi usarlo in tutte le cinque drabble, ma poi tu ci abbia ripensato, oppure sarebbe una ripetizione… Bello invece il quarto, bellissimi il terzo e il quinto. I tempi sono davvero irreali, visti da lettori moderni così distanti; il narratore presume che appaiano usanze e sentimenti ormai per noi inafferrabili. Terzo e quinto – che teoricamente sono consecutivi – possiedono un’ironia nerissima. I lacci del peccato non sono piaceri, ma le corde di un rapimento, e peggio, alla fine la Bella Leonore sarà vittima di due vampiri e chissà se morirà o verrà trasformata!
gradimento generale: 3/3
La tua raccolta è inglese in modo intrinseco, non c’è che dire. Vediamo la calma fredda e asettica della moglie, almeno in apparenza, immaginiamo il tipico arredamento tradizionale, abbiamo un trio di nomi che fa escludere subito di trovarsi negli USA, anche se non avessi nominato Londra. Anche il finale è molto “horror vittoriano”, quello che ha fondato il genere per come lo conosciamo oggi. C’è una sensualità malata nella storia, per cui Leonore sembra già una morta vivente, un po’ Biancaneve nella teca. Tutto è molto scenografico e attrae senza dubbio il lettore ad andar avanti.
totale: 41.30/43
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