Recensioni per
Disillusione
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
28/07/22, ore 16:47
Cap. 1:

ciao Elena, come promesso mi preparo a recensire questa tua fanfic.

Nella disillusione ci sono passata da giovanissima sulla mia pelle, e tu descrivi bene questa emozione, perchè anche io ero piena di sogni ed aspettative.

E' stato anni fa, quando iniziai i miei piccoli passi nel mondo del lavoro, che ancora non sapevo quante delusioni mi avrebbe dato.

Mi ero aspettata grandi cose da una famiglia che aveva uno studio professionale. Facevo sogni ad occhi aperti, pensavo di essere "arrivata", pensavo di avere toccato il cielo con un dito...Invece mi hanno solo sfruttata . E....poi buttata via

Questa ferita me la porto sempre dentro, e mi è servita per non farmi MAI PIU' illusioni sul mondo del lavoro.

Sì, mi sono abbeverata da una fonte arida...che mi ha inaridito il cuore, per sempre. Sono cambiata, ma la realtà ferisce, vero?

Ciao ^.^

Rosy

Recensore Master
10/07/22, ore 21:19
Cap. 1:

Accidenti cara Fenice. Davvero tristi queste riflessioni. Soprattutto perché si è così tanto investito in un futuro che ci è stato rubato. In quel condividere c'è l'amarezza per la delusione

Recensore Master
01/02/22, ore 12:48
Cap. 1:

Ciao Fenice, le aspettative si creano e si distruggono molto facilmente e a volte questo succede da entrambe le parti È bella la sincerità ma se non è reciproca è meglio tagliare i rapporti prima che diventino profondi e ci feriscano di più. Buona giornata

Recensore Veterano
04/10/21, ore 17:16
Cap. 1:

Uuuuh, che splendida amarezza in queste tue parole.
Poche righe intrise di quello che è, in sostanza, l'illusione. Una bellissima chimera che prima o poi si dissolve.
Un po' di tristezza, che in questa giornata uggiosa, mi dà una piacevole sensazione di malinconia.
Sensibile come sempre.
A presto

Recensore Veterano
30/09/21, ore 15:59
Cap. 1:

Cara Fenice, anche questa volta hai toccato un nervo scoperto...in questi mesi mi sa che siamo sulla stessa lunghezza d'onda. E ti ritrovi a chiederti cosa mai sia servito dare tanto per ritrovarsi a mani vuote...
Come sempre meravigliosa!

Recensore Master
27/09/21, ore 09:57
Cap. 1:

Ciao cara Fenice. Un piacere trovare un tuo scritto, in quest'atmosfera autunnale. Nel leggere il titolo e poi le citazioni, ho riflettuto riguardo la disillusione e la delusione. Una delusione che diviene disillusione? Mi ha colpita il seme nella fonte disseccata. L'ho ben immaginato nella mia mente. Pensieri come sempre profondi, nella loro poesia. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 27/09/2021 - 09:58 am)

Recensore Master
27/09/21, ore 00:12
Cap. 1:

Poesia affilata, sferza la pelle come un vento tagliente, freddo.
Una delusione che, involontariamente è stata coltivata come un seme, per questo fa così male quando lo si realizza, perchè si aveva cura di quel seme, gli si voleva bene.
Complimenti per la poesia,
Beeble

Recensore Master
26/09/21, ore 20:39
Cap. 1:

Ciao, Fenice64. Ti ritrovo di nuovo in uno dei tuoi componimenti, stavolta in un tono malinconico e triste, come non ricordo di averti letto precedentemente così. Posso dire di ritrovarmi in queste parole, poiché anche io sono stato deluso tantissime volte da persone su cui nutrivo, forse, aspettative esagerate e che poi, all'improvviso, tutto si è sempre sgonfiato come un palloncino e io mi sono ritrovato in mano con un pugno di mosche ed un sorriso amaro stampato in faccia.

Eppure, ti direi che dobbiamo fare tesoro di certe esperienze, sopratutto quelle negative perché, sebbene possa sembrare un cliché dire una cosa del genere, ci fortificano comunque pur mettendoci in uno stato di enorme disagio. La delusione può essere sì cocente, ma cocente può essere anche l'ethos che racchiude le nostre piccole e flebili esistenze.

Un caro saluto, e alla prossima;

AP.

Recensore Junior
26/09/21, ore 14:13
Cap. 1:

Cara Fenice: per la prima volta, da quando ho scoperto le tue straordinarie poesie, avverto un'ombra più nera della notte calare sui tuoi pensieri, sul tuo sentire. E' come se il tuo mondo fosse stato avvolto da una soffocante oscurità che ti attanaglia la gola, impedendoti di respirare con l'anima. Questo mi addolora.
Ti considero da sempre un'autrice raffinata e una donna brillante, virtuosa, dalla rara ed egregia sensibilità che consente di entrare in empatia con le tue emozioni più profonde; una sensibilità che dovrebbe essere accarezzata, coccolata, valorizzata, e non torturata dagli eventi e/o dalle persone.
Ma persino in questa oscurità fatta di amarezza e di sconforto, tu, brancolante nel vuoto delle mille illusioni infrante, sei riuscita a dipingere un magnifico dipinto per noi avidi ed affezionati lettori, regalandoci un nuovo esemplare del tuo innegabile ed ammirevole talento.
Ed anche questa volta, è come se parlassi al mio posto: da un pò di tempo, ormai, la delusione mi segue come una compagna fidata. Ho scoperto che le persone sono, nella maggior parte dei casi, fonte di frustrazione e disincanto. Spesso ci si aspetta che gli altri facciano per noi ciò che noi saremmo disposti a fare per loro, ed è questo che avvelena più di ogni altra cosa: le aspettative. Ma è possibile vivere senza?
Mi sovviene una citazione tratta dall'opera "Il Piccolo Principe", di Antoine de Saint-Exupéry: "È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante". Forse, noi creature generose e sensibili dovremmo imparare ad eliminare dalle nostre vite i cosiddetti "vampiri energetici": così smetteremmo di perdere il nostro tempo prezioso (che ci pensa già la vita a tormentare) con gente che non meriterebbe neanche una briciola delle nostre attenzioni. Forse dovremmo apprendere l'arte del volerci più bene, allenandoci ogni giorno a non aspettarci troppo dalle situazioni e dalle persone.
Eppure, queste non sono che parole. Collezionare delusioni sembra la cosa più tristemente naturale e reale del mondo, va da sé che sempre più spesso finiamo vittime delle nostre stesse attese ed aspettative.
La frase di Pavese mi ha ricordato il celebre detto "mal comune è mezzo gaudio": purtroppo non è mai così. Ci è solo concesso di imparare dai nostri errori e di combattere per il bene, per i nostri sogni, anche e soprattutto nei momenti più bui. In fondo siamo tutti soldati stanchi, malati e col corpo sfregiato, nel grande campo di battaglia della vita.
Con gli occhi lucidi, voglio concludere con un passo tratto dal "De Profundis" di Oscar Wilde, un'opera che ho amato profondamente: "Vi sono momenti in cui il Dolore mi appare come l'unica verità. Altre cose possono essere illusioni dell'occhio o degli appetiti, fatte per accecare quello o nauseare questi, ma dal Dolore sono stati creati i mondi, e alla nascita di un bimbo o di una stella assiste la sofferenza".
Lascio a te l'interpretazione di questo incantevole passaggio, che vuole essere un augurio unito ad una scintilla di speranza. Tu sei un'anima eletta, mia cara Elena, e non ho dubbi che ritroverai la tua agognata serenità.
Nel frattempo io sono e resto qui per sostenerti, in ogni momento: ti mando un abbraccio stretto e infinito che, sebbene virtuale, contiene stima profonda e affetto sincero. Buona domenica, a presto!

Recensore Master
26/09/21, ore 06:18
Cap. 1:

Buongiorno,
sembra la descrizione del mio stato d'animo, tanti anni fa... e forse anche ora, perché ogni tanto riemerge.
Ci sono attese destinate a non finire mai, oppure, più beffarde, quelle che terminano nel momento in cui tu le hai seppellite nel passato.
Bellissima poesia, soprattutto sentita e veritiera, ahimè.

Recensore Veterano
26/09/21, ore 04:56
Cap. 1:

Buongiorno Elena. Hai ragione, non esiste cosa peggiore di un sogno infranto da altri. Accorgersi che hai dedicato passione e tempo ad alimentare la possibilità di fare accadere qualcosa da condividere con altre persone. Ma questa cosa non può succedere, perché c'era bisogno anche di un piccolo sacrificio da parte di altre persone, piccolissimo se rapportato alla grandezza del tuo, dei tuoi...
E non te ne rendi conto subito però, all'inizio ci speri, anzi ci credi.
Poi tutto inaridisce.
Come un un piccolo vaso di basilico lasciato un pomeriggio d'estate al sole in balcone.
Leggo tantissima amarezza e me ne dispiace.
Sono però sicuro che altre persone continueranno ad alimentare le tue speranze in modo positivo come sinora.
Un abbraccissimo.
Roberto

Recensore Master
25/09/21, ore 18:01
Cap. 1:

Oh Fenice, Fenice!
Vengo a trovarti con gli occhi lucidi, stavolta.
Dove sono finite le tue briciole di serenità?
Il divanetto sembra più scomodo, il salottino sembra più freddo.

Splendida la tua poesia
venata di malinconia
pesante la malattia
non esiste una terapia
i brandelli volano via
senza lasciare la scia.

Ho sentito all'inizio come un coltello che si rigirava nelle piaghe, perchè tutti noi siamo malati di delusioni. Entrano e si ammucchiano nelle nostre vite come gli anni. Sono piaghe difficili da cicatrizzare. Sono piaghe che bruciano.

Ma poi il coltello si è come ammorbidito, si è come riscaldato, mi sono sentito come all'unisono con la tua anima, in intimità con essa. 
Nonostante la frase di Pavese, che non lascia spazio al mezzo gaudio procurato dal male comune.

Sono rimasto affascinato dall'immagine che hai saputo scegliere. Quella di una donna senza spazio per i colori, ancora stupita, a testa bassa e con le mani che annaspano nel vuoto. Sente brandelli di sé sfuggirgli di mano. Non ha più un cuore, ci si vede attraverso. È circondata da un plumbeo cielo che opprime.
Sono rimasto affascinato da come hai saputo trovare le parole.

Purtroppo la delusione arriva sempre troppo tardi, sempre dopo che abbiamo investito tanta parte di noi e delle nostre vite in "aspettative, sogni e desideri".
Purtroppo la delusione ci trova sempre troppo impreparati.
Purtroppo, anzichè smorzarsi nel tempo, è come se la delusuone si facesse, "giorno dopo giorno, sempre più cocente".
Purtroppo le delusioni ci spingono a farci vedere tutto e tutti con maggior diffidenza, a rinchiuderci in noi stessi.

Mia cara, vorrei passare offline. Interrompere questo vano flusso di parole. Abbracciarti, "in presenza", consolarti e consolarmi.
Non mi resta però che farlo virtualmente, in questa vacua modalità che odio sempre di più, fonte anch'essa - "disseccata, inaridita, prosciugata" - di innumerevoli delusioni.
A presto, Fenice cara, sono sicuro che saprai ritrovare la serenità.