Recensioni per
La Teoria della Mente
di Vanya Imyarek

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
29/04/22, ore 14:33

Ciao :D
sono qui per l'iniziativa del venerdì del Giardino di efp, l'idea di leggere una storia horror mi attirava assai e ora sono qui con brividi, mamma mia, che storia agghiacciante, nel senso più positivo possibile. E' tremendamente attuale e ti assicuro che ora mi è venuta l'ansia all'idea che qualcosa del genere possa davvero accadere anche nella nostra realtà. E' un horror psicologico gestito benissimo, che punta su paure primordiali ma anche su quelle più legate al periodo storico nel quale viviamo, quali il terrore del furto dei dati e della propria identità. Ti faccio i complimenti in particolare per due cose: la caratterizzazione dei personaggi, innanzitutto, perché hai saputo gestirne davvero tanti, tutti diversi fra loro e sempre in maniera approfondita, andando a esporre i diversi tipi di personalità malata che si possono incontrare al giorno d'oggi (ma anche negli anni passati.) La seconda è il modo in cui hai poi ricollegato le vicende di Mihaela dell'inizio con tutto lo sviluppo successivo ^^: ero davvero curiosa di scoprire in che maniera il suo personaggio sarebbe risaltato fuori ma non mi aspettavo che si trattasse dell'enigmatica M. Mi spiace per il finale aperto perché sarei davvero curiosa di scoprire se sia riuscita a sopravvivere oppure no ^^.
Mi ha ricordato un sacco Final Destination, con i personaggi che inesorabilmente ci lasciano le penne uno dopo l'altro.
Complimenti, davvero ♥
alla prossima!

Leila

Recensore Veterano
28/02/22, ore 13:54

Ciao!
Era da un po' che desideravo leggere qualcosa di tuo, così ho colto l'occasione per passare da queste parti. Questa storia mi ha presa immediatamente, nonostante la lunghezza mi abbia imposto di doverla interrompere e riprendere in questi giorni.
Hai presentato un ventaglio di personaggi diversi e sei riuscita a caratterizzarli tutti molto bene, dalla ex tossicodipendente alla figlia di papà, al poliziotto corrotto e fedifrago, al buonista a tutti i costi, passando per il pedofilo incallito e il musicista vittima ora di razzismo ora di compassione. Forse solo Judith risulta quella meno approfondita o meglio, quella che ho fatto più fatica ad identificare. Non era un esperimento facile, dopotutto conosciamo la loro personalità grazie soprattutto ai commenti lasciati sulla chat dell'app "trappola". La storia che hai deciso di raccontare è molto attuale e in più occasioni ho pensato che potrebbe tranquillamente diventare un episodio di Black Mirror. Metti in luce gli aspetti più oscuri di ogni persona, anche di quelle che all'apparenza sembrano le più empatiche e sensibili. Ciò che emerge è una bella critica all'approccio che molti hanno verso i social, ai leoni da tastiera pronti a sparare a zero su chiunque protetti dall'anonimato che lo smartphone garantisce. Nessuno ne è escluso, ripeto, ognuno a proprio modo risulta sgradevole agli altri, per qualcosa che dice o semplicemente per ciò che è o rappresenta. Ci viene spesso detto che siamo animali sociali, che abbiamo bisogno di instaurare relazioni, ma è vero ma fino a che punto? Queste persone dovrebbero collaborare per uscire da una situazione pericolosa e surreale eppure non esitano a scagliarsi gli uni contro gli altri. Mi piace anche come ogni pena venga scontata da ciascuno di loro, passando dalle torture fisiche a quelle psicologiche come in una sorta di contrappasso di Jigsawniana memoria . E quel che è peggio,sotto l'indifferenza degli altri concorrenti, ciascuno preoccupato solo di non essere il prossimo, di auto convincersi di avere la coscienza pulita. Di aver "fatto tutto il necessario".
Mihaela in tutto ciò è l'unica che affronta la prova con lucidità, proprio in virtù del fatto che fa così fatica a capire le persone: un "deficit" per molto che per lei si rivelerà essere la salvezza (forse). Tra l'altro ho apprezzato molto il modo in cui hai rappresentato il suo punto di vista durante il test a cui viene sottoposta all'inizio, sia per le modalità con lui viene svolto che per le reazioni dei genitori. Ho a che fare per lavoro con bambini autistici e con DSA e purtroppo vedo costantemente genitori frustrati dal fatto che i loro figli non rispondano a certi canoni e che siano in qualche modo "difettosi".
Per finire, mi piace lo stile che hai adottato, rende il ritmo incalzante e mantiene alta la suspense, lasciando che siano i personaggi a raccontarsi senza il filtro dell'autore.
Davvero brava, alla prossima!

Zobeyde

Recensore Master
23/12/21, ore 10:07

Ciaoooo!
Era da un po' che avevo adocchiato questa storia e finalmente ho trovato un po' di tempo per leggerla!
Parto col dire che ho adorato il tema principale, ovvero un certo numero di persone sconosciute che si ritrovano per qualche motivo a dover combattere lo stesso nemico gomito a gomito. Mi piace molto che questo tema "classico" sia stato traslato ai giorni nostri tramite l'uso dell'app mortale, l'ho trovato originale! Sono rimasta sorpresa inoltre dall'idea che hai avuto di "fondere" più app diverse - non so perché, ma mi aspettavo che i protagonisti giocassero tutti allo stesso gioco, e invece no!
La prima scena con Mihaela mi è piaciuta tanto e avevo capito subito che si trattava di autismo perché per ragioni personali ho fatto tante ricerche in merito nell'ultimo periodo. Proprio per questo penso che tu abbia descritto molto bene sia i test effettuati che le reazioni della bambina, che giustamente non capisce fino in fondo il perché di quegli esami. Chiaramente fin dalla scena successiva mi sono domandata quale fosse il nesso tra la scena iniziale e il gioco mortale, ero davvero curiosa di arrivare fino in fondo per poterlo scoprire!
Tutta la parte del gioco l'ho trovata bella e inquietante (non avevo mangiato da poco ma mi ha messo comunque a dura prova ahahah), in particolare ho provato questa sensazione di inesorabilità, le persone sembravano morire nonostante i buoni propositi di non farsi del male a vicenda, nonostante le precauzioni... In particolare mi ha colpito tantissimo il ragazzo disabile, perché avendo un amico sordo-cieco ti posso assicurare che hai colto nel segno. Tanto pietismo e un'infantilizzazione della persona incredibili, come fosse un deficiente! È stata sicuramente la storia in cui mi sono ritrovata di più e penso che il tuo scopo fosse proprio questo: narrare vicende e sensazioni dove tutti, più o meno, possiamo ritrovarci o sentirci punti sul vivo ed è proprio quello che è successo anche a me come lettrice.
Ecco, devo dire che in questo senso l'immedesimazione in generale è stata tanta, hai gestito questo aspetto in maniera magistrale, perché alla fine quei giocatori sono un po' tutti noi.
Molto interessante che alla fine Mihaela sia arrivata in fondo (molto carino il colpo di scena sulla sua identità!) e proprio qui mi sono chiesta se fosse in qualche modo obbligatorio partecipare al gioco. Nel senso, io forse avrei sotterrato il telefono e ne avrei comprato uno nuovo ahahah XD Così come guardare quei video... Anche se in quest'ultimo caso penso che tu abbia descritto molto bene un fenomeno dei nostri tempi (che personalmente mi fa abbastanza schifo) che è la spettacolarizzazione della morte e del dolore in generale.
Insomma, in definitiva una storia che mi ha colpito per più di un motivo, ti faccio davvero i miei complimenti, ottimo lavoro!

A presto,
holls

Recensore Master
07/11/21, ore 23:40

Carissima, non ho parole. O meglio, questa è una storia che lascia senza parole e ti tiene col fiato sospeso e gli occhi sbarrati fino all'ultima riga. Perché questa storia attraversa molte paure... molte delle mie, quanto meno. L'inizio è in sordina, con questa bambina che al test dà una risposta neppure troppo errata: è semplicemente la sua, ma siccome si discosta dalla logica predominante deve essere per forza considerata sbagliata...
La bambina riferisce quello che vede, fa i suoi collegamenti, più in generale sembra considerare molto strano il mondo degli adulti che la circonda. E veniamo alle scene successive....
Dieci individui apparentemente presi a caso, colti nelle loro faccende quotidiane e, soprattutto, nei loro pensieri: non giocano neppure tutti allo stesso gioco, eppure si trovano tutti, loro malgrado, coinvolti in un mix apparentemente folle di draghi volanti, legioni romane in una città virtuale, Pokemon e cecchini in armi. Come se non bastasse (e come accade in ogni riunione condominiale che si rispetti) questi individui scelti a caso oppure no - non lo sapremo mai - iniziano a scannarsi tra loro. Di fatto verbalmente, ma in base a un meccanismo più che perverso, chi viene preso di mira perde punti e con l'ultimo punto anche la pelle. E da qui in poi il lettore è trascinato in una spirale senza fine, e prima ancora dei giocatori superstiti è lui ad andare in ansia all'idea che ogni giorno che passa si concluderà con un filmato a base di tipi vestiti di nero e sevizie... per quanto mi riguarda, il primo filmato è come se l'avessi visto e me lo ricorderò finché campo...
E le domande che il lettore si pone crescono, lievitano almeno quanto l'intreccio: come mai ad alcuni è riservata una morte efferata (ho sfiorato l'infarto più volte, leggendo) mentre altri, particolarmente odiosi, se la cavano in modo quasi indolore (vedi il poliziotto fedifrago) o addirittura la scampano (il pedofilo smascherato)? Cosa gliene viene in tasca all'Arancia Meccanica Society? (questa è facile: tanti e tanti bitcoin sul dark web). Il povero lettore, bistrattatissimo, non ha neanche il sollievo di sapere che la nostra bambina prodigio - protagonista ovvero colei che tira le fila - riuscirà a scamparla in un mondo trasformato in un immenso videogioco che ti perseguita col terrore. A fine lettura si rimane veramente con un senso di ansia, roba che se qualcuno bussasse alla porta in quel momento ci sarebbe da rimanere stecchiti.
Che dire, una grande storia condotta con maestria. Dialoghi eccezionali, tematica inquietante (a me dark web e deep web mettono angoscia solo a nominarli), una protagonista che emerge da uno sfondo che più nero di così non si può, un finale che lascia un senso di allarme, perché nel mare sconfinato e incontrollato del web si sa che certe cose ci sono... forse, chissà. Una volta erano le storie di fantasmi, adesso è il turno delle leggende nere sul web: mettono terrore proprio perché possibili, e perché in fondo tutti sappiamo di essere controllati, anche se solo da un algoritmo a fini commerciali... resta un bel brivido, e a te tanti complimenti per l'originalità della trama e per come hai saputo tenerla in pugno... ora vado a nascondermi sotto al piumone rimpiangendo i vecchi telefoni a rotella della mia ormai lontanissima infanzia.

Recensore Veterano
01/11/21, ore 11:14

Storia fenomenale, quel che ci voleva per la serata di Halloween. Mi ha tenuta attaccata allo schermo fino alla fine, un ritmo serratissimo meglio dei film d’oggigiorno. All’inizio avevo pensato che ad organizzare il tutto ci fosse Mihaela, rifacendosi forse alle esperienze durante l’infanzia con tutti quei test,invece anche lei era dentro il gioco ed è interessante notare come coloro che se ne sono tenuti “più fuori” alla fine siano quelli che sono riusciti a resistere di più. Al che il lettore si domanda come avrebbe reagito fosse stato al posto dei personaggi, visto che, per quanto i personaggi si sforzassero, alla fine ugualmente qualcuno moriva.
Il punto di forza in assoluto di questa storia – che l’ha resa davvero inquietante - è l’assoluta perfezione dei dialoghi. Sul serio, sembravano estrappolati da una vera chat, le dinamiche, il tipo di risposta, i litigi e le accuse, mi sa che per qualche giorno mi sarà difficile usare serenamente WhatsApp.
In effetti, interagendo al computer si elimina il fattore faccia-a-faccia, che forse permette una maggiore empatia, anche perché si vedono dal vivo le reazioni delle persone, se ciò che diciamo le turbino o meno. Ma dietro una tastiera già si perdono quei filtri che si usano in pubblico, inoltre non avendo una persona reale dinanzi, la si può gestire come meglio si crede, poiché le sue reazioni non ci toccano, cosa che quelli dall Clockwork Society (curiosità: è un omaggio ad Arancia Meccanica?)invece hanno ben impartito come lezione ai giocatori. Anche se scritte su di una chat, le parole hanno sempre un impatto sulle persone e delle conseguenze, perché non si sa mai chi ci sia dietro lo schermo. Sarà forse questa mancanza d’interazione che provoca mancanza d’empatia e dunque un’ottusità tale, da considerarsi al centro del mondo e non capire, che non si ha sempre ragione e che bisogna tenere da conto anche gli altri?
Ancora complimenti per questa chicca

Recensore Junior
31/10/21, ore 08:21

Wow, cosa posso dire... questa storia mette i brividi, sul serio. Perchè a parte la società segreta è... beh, è normale! Insomma, chissà quale sarebbe stato il mio comportamento in quella situazione, sarei stata la causa della morte di qualcuno? O sarei stata la prima persona a morire? Sul serio, è inquietante. Quanto è vero, totale mancanza di empatia, giudicare la gente senza sapere un cavolo, non perdere l'occasione di dire la propria anche quando non è il momento. Alla fine la colpa non è della società, ma di ogni singolo membro del gioco, si sono uccisi a vicenda e si sono uccisi loro stessi.

Una storia bellissima.
(Recensione modificata il 31/10/2021 - 02:27 pm)