Recensioni per
Autumn
di Writing_with_Venom

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/10/22, ore 12:06

Credo non ci sia poesia più adatta di questa per iniziare ottobre. Le giornate si fanno più corte, quindi siamo costretti a restare più tempo al buio, con le nostre fragilità. Amo come scrivi, mi dispiace che non ci siano altre persone che ti recensiscano perché le tue poesie meritano.
Comunque molto azzeccata anche la citazione dell'Inferno di Dante, complimenti!
Francesca

Recensore Veterano
15/06/22, ore 08:55
Cap. 23:

Tutto costa, tutto viene pagato a caro prezzo da ognuno di noi, in senso materiale e morale. Rincorrere questi ideali a volte ci stanca, ci chiediamo se valga veramente la pena continuare a cercare di raggiungerli. Ed è qui che si ha la risposta, nelle tue domande finali: ci fermiamo un attimo a ragionare, ed è da qui che ripartiamo.
Complimenti!
Francesca

Recensore Master
29/05/22, ore 06:57
Cap. 21:

I tuoi versi si sciorinano rapidi dal primo all'ultimo.
Si arriva veloci alla fine, con mente concorde.
Monta la rabbia, privati della realtà.
E un grido si leva: chi se ne frega.
Stiamo al gioco.
Accettiamo l'inaccettabile.
Viviamo in questo metaverso di falsità.
Godiamoci questo ballo in maschera fino a crollare.
Dopo saremo tutti più veri.

Recensore Veterano
17/05/22, ore 07:38
Cap. 19:

Ciò che mi piace della tua poesia è la musicalità armoniosa unita a parole e concetti struggenti. Si sente che hai necessità di scrivere, si sente che ogni volta raccogli quei pezzi distrutti di te per resuscitare la tua anima. Mi fa piacere leggerti, complimenti davvero per questa altrettanto bella poesia. La parte che più preferisco è:
"Ma è come sulle sabbie mobili
Più ti affanni
E più affondi.
Più combatti
Più sprofondi"

Un abbraccio
Francesca

Recensore Master
16/05/22, ore 08:13
Cap. 19:

Bello questo modo di assoggettare l'arte poetica alle proprie esigenze.
L'importante è conoscersi meglio, senza narcisismi, senza falsi pudori, senza inutili estetismi.
"Ancora oggi" ripetuto cinque volte: delusione? stanchezza?
La situazione appare intollerabile, se persino i complimenti nascondono falsità.
"Mollare tutto".
Bella l'immagine delle sabbie mobili, fortemente ansiogena.

E amo aggiungere l'immagine dell'altalena, del continuo oscillare fra alti e bassi: questa è la vita. Questa è la risposta alle due domande finali.

Sai cos'è la felicità. La descrivi con lucidità all'inizio: ridere, gioia, amore, soddisfazione (correggere "soffisfazione").
Non resta che aspettare di tornare in alto.
"Cerco di non pensarci". Forse qui sbagli. Bisogna togliere ogni freno e l'altalena andrà più in alto. Forse.

"Chi desidera vedere l'arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia.” (Paulo Coelho).
Anche questa poesia è un modo per imparare. Per arrivare più in alto. Meditando.

Recensore Veterano
11/05/22, ore 18:20
Cap. 18:

Che ogni piccola gioia sia per te una fonte di calore che aiuti a sciogliere la prigione d'inverno in cui ti trovi ora. Il freddo è temporaneo, e la scrittura è sicuramente un Sole per te.
Spero di leggerti presto ancora, come sempre complimenti!
Francesca

Recensore Master
02/05/22, ore 07:13
Cap. 17:

Molto bella, se attentamente recepita.
Sotto pochi versi, spontanei ed immediati, si nasconde un'improvvisa ed intensa forma di condivisione.
È l'essenza stessa dell'amore.
Condividere le proprie imperfezioni per regalare le altrui perfezioni.

Il silenzio. Difficoltà di comunicazione per donare voglia di aprirsi.
Gli errori. Mancanze per donare pienezze.
Le maschere. Nascondimenti per donare trasparenze.
Il futuro. Insicurezze per donare certezze.

Ne consegue grande maturità del donatore. Grande felicità del ricevente.

Nuovo recensore
30/04/22, ore 18:33
Cap. 17:

Trasmettere le proprie debolezze e i propri errori, rivelare le proprie maschere a qualcuno, equivale a un grande dono. Per chi riceve, ma anche per chi impara a donare e donarsi.
Possiamo regalare il nostro silenzio e i nostri errori a un amico, a un figlio, oppure a noi stessi, contando su chi siamo stati e cosa siamo diventati, regalandoci un futuro più sicuro e luminoso.

Complimenti, una bellissima poesia.

Nesia

Recensore Master
24/04/22, ore 08:21
Cap. 16:

Mi è piaciuta molto.
Ha tutte quelle caratteristiche, lievemente retoriche e poeticamente infantili, che ne fanno una specie di nenia gradevole.

Suggestivo il contrasto tra l'essere orante, petulante e gridante, e la lentezza solenne di chi viene invocato: assonnato il sole, stanca la luna.

Mi ha colto per così dire impreparato l'uso di "Esaudisci" nella quarta strofa, visto che in tutte le altre la parola chiave è "Ascolta". Mi sarei aspettato un "Ascolta" anche lì, senza tema di rendere il testo troppo ripetitivo. La coppia di rime infatti all'interno di ogni strofa, in posizioni sempre diverse, nonché la metrica assente, rendono abbastanza mossa la filastrocca.

Tenero infine l'ultimo verso: "a te / il mio essere affido", che richiama il fiducioso abbandonarsi del bambino alla sua onnipresente madre.

Recensore Veterano
24/04/22, ore 08:05
Cap. 16:

Una richiesta di aiuto universale, accompagnata da un dolore dilaniante, anche se apparentemente sembra che tu chieda solo un'attenzione in più. Ma leggendo profondamente c'è dell'altro: parti da elementi tangibili e più vicini a te, come la rugiada, per poi passare a punti intoccabili, ma per te necessari per superare questa sofferenza.

Complimenti!
Francesca

Recensore Veterano
19/04/22, ore 17:30
Cap. 15:

Leggere le tue poesie è come rileggermi dentro ciò che ho vissuto, dalle cose più crude e amare a quelle più tristi. E ti ringrazio di ciò, è sempre bello sapere che qualcuno riesce a trascrivere con parole così vere ciò che si sente dentro.
Tornando alla poesia. Punteggiatura assente, quasi come l'avessi scritta velocemente per un senso di necessità che provavi nel dire queste cose, e lo si percepisce a pieno. La parte "E mi ritrovo a colmar le ferite / Riempiendole di risate / Perché star solo fa meno male / Dell'esser con persone infami" è la mia preferita.

Complimenti mi stupisci ogni volta!
Francesca

Recensore Veterano
14/04/22, ore 17:17

"Come se fosse necessario aver ragione.
Perché altrimenti saremmo sbagliati."
O è bianco o è nero: è necessario stare dalla parte del giusto ed identificare chi sta sbagliando. Quando in realtà, noi tutti viviamo nell'eterno grigio, nelle infinite sfumature che tutte insieme ci definiscono. Ma per molte persone, che circondano me personalmente, vedono solo il bene e il male come quasi giudici divini. Ed è proprio questo, sono proprio gli esempi vicino a noi che ci fanno stare male, come esprimi nella tua poesia. Complimenti <3
Francesca

Recensore Master
04/04/22, ore 13:29
Cap. 13:

È suggestiva tutta quella ricchezza di rime, svuotate della metrica: danno un tocco di danza zoppicante.
Sono suggestivi, e invitanti, quegli aut-aut di cui è permeata la poesia: o Dio o pace, o peggiore o migliore, o mondo che acclama o Io che sostituisce Dio, o sogni realizzati o petto ferito dalla pallottola, o condanna degli altri (il mondo "pieno di chi si azzanna") o condanna di sè ("il mio essere insicuro")
Forse la serenità è accettare tutto - compresi i compromessi e le vie di mezzo -, per godere del niente.
E la felicità, forse, esiste solo per la durata di attimi infinitesimali.
Come pure la libertà.

Recensore Master
12/02/22, ore 10:24
Cap. 7:

È come un gioco di carte, questa poesia.
Ogni verso è una carta.
Mi soffermo a guardare ammirato le tue mani che mescolano le carte con abilità. Carte di poco valore accanto a carte importanti.
Guardo il mazzo, pesco le carte, una dopo l'altra.
Il mazzo finisce, e rimango col dubbio…

Cosa volevi dire? È o no immortale l'uomo?
L'immortalità è solo un inganno della mente? Un sogno, una visione, una speranza, un'avidità? Una vana credenza di cui occorre liberarsi?
L'immortalità non esiste per l'uomo, scrivi.

Ma poi arriva la seconda parte.
Non provengono dall'uomo "un concetto, un sentimento, un'idea" a cui riconosci l'eternità? Da un distillato d'uomo? L'anima?

Un saluto, confuso e spiazzato a fine lettura.

Recensore Master
05/02/22, ore 13:48
Cap. 5:

Hai l'arte di fare subito poesia, creando versi perfettamente formati, senza bisogno di rime o di accenti.
Sarà quell'invocazione al sole, sarà il gusto con cui disponi le parole.
Ci ho trovato molti bei dettagli, vividi; uno forse troppo retorico: il contadino "con gioia".
Mplto bella la strofa finale, col suo altalenare fra " infinita" e "finita", gioia e malinconia.

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