PRIMA CLASSIFICATA: SWAN.79 – IL TUNNEL ALLA FINE DELLA LUCE
GRAMMATICA E STILE:
Dal punto di vista grammaticale, la storia non presenta errori degni di nota. È ben scritta e ogni frase è costruita in modo più che comprensibile, permettendo al testo di essere letto e compreso. Quanto allo stile, l’uso che ne hai fatto è stato tuttavia molto semplificato. Per scrivere di uno genere leggero come la commedia hai optato per una narrazione in prima persona e meno elaborata del tuo solito. Il testo scorre bene, ma non ha altri pregi se non un’assenza di insufficienze.
PROMPT:
Il prompt prevedeva che almeno un tema della narrazione trattasse a proposito della burocrazia. La protagonista in questione si trova effettivamente alle prese con l’ultima di una sequela infinita di grane burocratiche, ed anzi a un passo dalla fine; dando perciò un’enfasi maggiorata sulla procedura burocratica che ha dovuto subire.
L’altro prevedeva l’uso del genere Commedia. Un lavoro che non posso assolutamente valutare come non presente. Tenendo conto del limite di parole imposto e del tema piuttosto specifico, il genere su cui si richiedeva di scrivere doveva essere, nella sua definizione più semplicistica: una rappresentazione scenica di una vicenda tratta dalla vita quotidiana, non necessariamente a lieto fine. La protagonista delle vicende, in questo particolare contesto, si trova invischiata in un episodio che tratta di una situazione quotidiana e comune; a lieto fine, come era richiesto dal prompt principale.
PADRONANZA DEL CONTESTO:
L’obiettivo del contest voleva che il protagonista si trovasse dinanzi a una scadenza imminente, apparentemente semplice, diventata impegnativa poiché nessun canale legale si sarebbe dimostrato non disponibile per assisterlo. Con delle pressioni, di familiari e non, che avrebbero esacerbato l’autocontrollo del protagonista. E solo una speranza, grigia, avrebbe potuto salvare il protagonista dalla disgrazia del proprio fallimento.
Il contesto, dunque, è stato rispettato per la maggior parte. Siamo di fronte a una scadenza, in questo caso per il bene del secondogenito della protagonista. Abbiamo i canali legali che si rifiutano di aiutare rappresentati dagli impiegati allo sportello e le pressioni, di entrambi i figli della protagonista, che vogliono vedere la loro madre tornare a casa il prima possibile. Buona parte del contesto, dunque, è stata chiaramente inserita.
Tuttavia, ci sono delle considerazioni da tenere a mente. In primis, la scadenza della protagonista è sì imminente e importante, ma lei non ha fatto nulla di sbagliato. L’imminenza della scadenza è data dall’inoperosità amministrativa e non da particolari errori della protagonista, oltre a una densità di strumenti e vincoli “di natura tecnica” che ogni sezione amministrativa le ha imposto. I canali legali, dunque, si sono effettivamente adoperati per aiutarla ma in misura contorta e troppo, troppo lenta. Si potrebbe appuntare che il “fallimento” della protagonista possa riscontrarsi nel non l’essersi informata sulle procedure, ma non sarebbe logico. La maggior parte delle situazioni vissute dalla protagonista riguardano grane burocratiche talmente intricate che sono una persona altamente specializzata avrebbe potuto sbrogliare in fretta; inoltre la protagonista ha dato prova di sapersi attivare per ogni contrattempo con adeguata fluidità.
La pressione che viene da amici e familiari è presente e importante. Non tanto in riferimento alla richiesta dei bambini, di tornare a casa non di sbrigarsi a finire, quanto per la naturale preoccupazione materna verso il futuro del figlio e le sue necessità.
Infine, l’ultimo appunto riguarda la speranza grigia che la protagonista avrebbe dovuto inseguire. Sebbene gli estremi per rintracciarla ci siano, c’è da fare un appunto. La speranza grigia doveva essere quel fattore, fortunato e soverchiante per il destino del protagonista, senza il quale il nodo che lo soffocava non si sarebbe sciolto; per farla breve, doveva essere una persona/evento che avrebbe potuto essere anche negativo ma il protagonista non avrebbe avuto altra scelta se non affidarsi e incrociare le dita. L’impiegato rappresenta questa speranza grigia, ma allo stesso tempo non la rappresenta appieno: egli è nello stesso momento la causa della disperazione e del sollievo della protagonista; se lui fosse stato presente dal primo momento, tutto sarebbe filato liscio come l’olio. Più lineare e inquadrato, in questo esempio, sarebbe stato che un personaggio sconosciuto e gentile si fosse fatto carico di cercarlo e la protagonista, non avendo altra scelta, si sarebbe potuta affidare solo che a lui.
In sintesi, tutti gli elementi richiesti sono presenti, chi in modo naturale e chi in un modo più flebile.
La valutazione in questo campo è dunque più che sufficiente, con qualche imprecisione.
GRADIMENTO PERSONALE:
La storia si fonda su un episodio di esperienza vissuta. Effettivamente mi sarebbe piaciuto vedere di più. Per quanto l’episodio sia stato anche gradevole da leggere, rimane una narrazione molto lineare e semplificata, con una gestione del pathos che ovviamente risente della leggerezza con cui si è deciso di mettere in atto lo scritto. Per farla breve: non ho particolari riserve, ma questa è la mera narrazione di una vicenda, piuttosto che un racconto strutturato per avere un inizio, uno svolgimento, una fine.
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