Recensioni per
Ritorno a casa
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/03/23, ore 15:43

Molto bella questa OS, Dorabella! Mi piace L’introspezione che hai voluto dare ad Oscar, profondamente ostinata ma profondamente umana nel sentire il vortice di pensieri che il plot del Cavaliere Nero ha scatenato… in primis la sua visione di Andrè, come se l’occhio che avesse perso in realtà fosse proprio donato a lei per guardare il mondo, lui, per la prima volta. “Il tono di chi è sempre, insopportabilmente, padrone di sé, capace di guardare oltre se stesso” bellissimo! Forse perché tra tutti i conti e contesse, re e regine, ancora più di lei, il vero nobile è stato sempre André. Partendo da qui ci porti a riflettere sullo stesso rapporto che questi ultimi hanno con i loro servitori, che un po’ culminano nella conversazione della stessa Oscar che si riprende dall’iniziale durezza con Nanny… davvero bello, sentito questo racconto! Trovo che colmi egregiamente questo spazio di sensi di colpa e presa di coscienza dell’anime.
ps. vedendo la tua nuova storia nelle più recenti, sono tornata indietro per leggere il possibile “prequel” e fortunatamente sono capitata qui. haha

Recensore Veterano
07/02/22, ore 20:19

Buonasera Dorabella,
sono felice che tu non abbia scacciato in un cantuccio l’ispirazione che ti ha fatto scrivere questa tua (ennesima) bellissima storia.
L’episodio del Cavaliere Nero è doloroso, ma è vero che grazie a quella maschera André ha "rivelato sé stesso”; rivelato, solo rivelato, perché André ha avuto sempre coscienza della propria individualità e delle proprie idee, ben prima delle sue nottate alla chiesetta sconsacrata.
Oscar vede finalmente quello che non aveva mai voluto vedere. Vede André per la prima volta, perché prima “non l’aveva mai guardato veramente”. E la sua immensa, coraggiosa, umanità le fa riconoscere anche i suoi peccati di omissione.
E dato che André non si smentisce mai, ecco che ci regali una scena di una tenerezza infinita: la coperta di casimiro azzurro posata da André sulle spalle di un’Oscar infreddolita, che tanto mi ricorda l’episodio del mantello sotto la pioggia.
Mi hai emozionato. Grazie
Ps: Galla sei bravissima!

 

Recensore Veterano
06/02/22, ore 11:40

L'episodio del Cavaliere Nero ha il potere di far crollare un muro già sbeccato perchè non è vero che Oscar non ha mai voluto vedere ciò che accadeva intorno a sè (episodio dei Sugane, tanti anni prima in cui si percepisce chiaramente che soffre per ciò che vede intorno a sè ed episodio del Duca di Germaine in cui combatte in prima linea).
Credo che, anche in virtù di questi episodi, Andrè che le vive accanto da sempre, si sia concesso di chiederle di liberare Bernard.
La sua intolleranza all'ingiustizia in questo caso è rivolta a ciò che, palesemente e nel modo più prossimo, rappresenta un'ingiustizia: un ladro.
La grandezza di Andrè (che hai descritto benissimo attraverso i pensieri di lei) sta nel farle comprendere, a livello cosciente, che ci sono tanti tipi di ladri, a vari livelli. Prima di intraprendere la caccia al ladro, lei dice di volerlo catturare "per parlarci e capire perchè lo fa" ma la sua furia esplode quando quel ladro la danneggia in prima persona (perchè è così che si sente secondo me), ferendo Andrè che, inconsciamente, ha sempre considerato parte di sè, straziandola e iniziando a far emergere qualcosa di sommerso come avevi magistralmente descritto in "Ti regalerò una rosa".
I sensi di colpa amplificano le sensazioni e affossano gli animi; qui la descrivi molto dura con se stessa ma in quest'ottica è più che comprensibile, considerando il sentimento di affetto e amicizia che la lega ad Andrè.
In realtà Andrè sapeva bene quello che faceva e non l'avrebbe mai fatta agire da sola. La cosa davvero imperdonabile, come già qualcuno ha scritto, è stata quella di andare da sola nella tana del lupo, peccando di sconsideratezza.
Ma quando qualcosa di importante sembra perduto, qualcos'altro di ancora più importante può iniziare e così ci presenti una bellissima immagine di "quiete dopo la tempesta" in cui è un piacere perdersi.

Complimentissimi a Galla che nella "gradazione di grigi" è sublime!
A presto!

Recensore Veterano
06/02/22, ore 11:04

Carissima Dorabella,
eccomi finalmente a recensire questa bellissima one-shot, che ho già riletto in questi giorni.

Intanto ti dico che anche io vedo così la vicenda del Cavaliere nero (ci ho girato intorno anche io più volte): è un momento assolutamente cruciale sia nella vicenda sia nel cuore di Oscar, che si trova di fronte, per la prima volta, a un evento non riparabile, come giustamente tu sottolinei quando scrivi "Che tutto ogni mattina ricominciasse esattamente come il giorno, il mese, l’anno, il decennio prima, era in fondo così rassicurante, come un mantello caldo sotto cui rifugiarsi, come un tappeto sotto cui nascondere tutta la polvere, lo sporco, il sudiciume, tutto quello che non si doveva vedere, che non si doveva nominare, che non si doveva dire. Ma adesso tutto si era incrinato, spezzato".

E c'è quella sensazione, intollerabile per una come Oscar, di aver sbagliato lei, di essere lei, e non il Cavaliere Nero, la responsabile della cecità di André. E il senso di colpa non può essere lenito nemmeno dalla liberazione di Bernard: "Sentiva le guance in fiamme, nonostante la tramontana che le sferzava la faccia, e, sotto l’uniforme, sotto le decorazioni e i gradi militari, un senso di seccume ghiacciato che era come una morsa attorno al cuore."

L'unico, arrivati a questo punto, che può sanare la ferita nel cuore di Oscar è proprio colui che quella ferita l'ha subita.

Bravissima, Dorabella, questo scritto mi ha tanto ricordato il tuo "Ti regalerò una rosa", molto delicato e profondo.

Un abbraccio,
Sett.

p.s.: scusa la modifica ma sono andata a memoria e ho sbagliato a citare il titolo della tua precedente one-shot!
(Recensione modificata il 07/02/2022 - 08:22 am)

Recensore Master
06/02/22, ore 09:18

Molto introspettivo questo lavoro di Oscar su se stessa ma anche su André.
Finalmente apre gli occhi su di lui, nel momento in cui lui purtroppo ne chiude uno.
Si attribuisce giustamente dei sensi di colpa.
Io personalmente non le ho mai perdonato l'iniziativa di andare da sola nella tana del lupo, nel palazzo del duca d'Orleans. Ma cosa pensava di fare?!?
È in quel momento che lei espone davvero André al martirio. È ovvio che lui sarebbe andato a cercarla. E cosa avrebbe scelto lui tra lei e il suo occhio condannato?!!
Su questo non ha battuto ciglio, nessuna riflessione nemmeno nell'anime. Solo questo gesto da parte di André, con la consapevole scelta di perdere l'occhio per lei, parla di un amore incondizionato, forse folle.
E lei dice di non essersi mai resa conto dei sentimenti di André!!!
Potessi la prenderei a sberle
E poi un giorno, come sappiamo, non ci mette un minuto nel decidere di "liquidarlo" senza neppure avere il coraggio di guardarlo in faccia!
Forse è questo che amo di Lady Oscar. Sono personaggi "umani" proprio per le loro debolezze
Non sono degli eroi stereotipati "senza macchia e senza paura".
Complimenti a Galla che ci regala delle immagini sempre più belle

Recensore Master
05/02/22, ore 11:46

Ciao Dorabella. Sono sempre interessanti gli spunti di riflessione e le diverse prospettive che offri al lettore. Il disegno è davvero stupendo e arricchisce ancora di più la tua storia. Hai ben espresso il turbamento di Oscar. Mi è piaciuta la citazione riguardante le Erinni. Molto bello il finale. Sempre André a confortare Oscar, li ho immaginati in quanto descritto. Emblematico il forse ripetuto dove, come scritto, può iniziare davvero qualcosa di diverso. Leggo sempre con piacere le tue storie dove fai bene a seguire la tua fantasia. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 05/02/2022 - 11:48 am)

Recensore Master
04/02/22, ore 20:33

Ciao Dorabella e che magnifica sorpresa è mai questa OS? Mi è piaciuto molto il dilemma interiore di Oscar, il suo mettere tutto in discussione e il senso d'oppressione derivato dalle sensazione negative che non può controllare. Confesso di aver visto il momento da te scelto nella stessa maniera; Oscar ha capito tardi ciò che provava ma di certo questo sentimento è sempre stato radicato (sebbene in forme diverse). Per quanto mi riguarda credo che la reazione verso Bernard sia una delle prove più chiare e la frustrazione e la ferocia che ribolle in lei, attraverso queste tue sapienti righe, è perfetta. Ho adorato anche il momento di incertezza davanti alla possibilità di un cambiamento e la frase finale è una folata di speranza limpida e meravigliosa. Complimenti a te, questo potrebbe essere un extra dell'opera originale e penso tu sia stata di un'attenzione unica. Meraviglioso il disegno!
Alla prossima,
A.

Recensore Veterano
04/02/22, ore 19:34

Che bellissima Oneshot, Dorabella! Arrivata all'improvviso ma molto profonda, che scandaglia con precisione quel momento apparentemente poco importante in cui lei lascia andare Bernard. Ma è proprio lì, in quel momento, che apre davvero gli occhi su una realtà che vedeva, ma non guardava.
E questa comprendeva anche André: "solo quando aveva indossato il travestimento da Cavaliere Nero aveva iniziato a vederlo" . Un vero paradosso ma, in fondo, come ci dici nell'altra tua storia, il travestimento spesso aiuta a scoprire la verità.
Ci hai regalato un piccolo, grande elogio di André, praticamente perfetto! Davvero bellissimo!
A presto! F.

Recensore Veterano
04/02/22, ore 16:03

Carissima Dora,
guarda, guarda... mi aspettevo un aggiornamento della mitica "Pourquoi est-ce qu'on se déguise?" e, invece guarda un po' qui!
Questa one shot è una chicca, un vero proprio e gioliellino!!! Personalmente non avevo mai letto un missing moment che si occupasse della famosa sera in cui Oscar aveva lasciato andare Bernard, alias il Cavaliere Nero.
Oscar ha proprio ragione: André è un vero uomo (un "vir" con V maisucola, insomma), e lo ha dimostrato in più occasioni. Peraltro, adoro il fotogramma finale della puntata, dove c'è  Oscar che, dopo aver pronunciato quelle parole, si lancia la galoppo con la testa china nella criniera di Cesar, in preda al turbamento più totale in un tramonto invernale rosso fuoco (con cui Dezak incornicia sempre gli stati d'animo burrascosi dei personaggi):
"Sentiva le guance in fiamme, nonostante la tramontana che le sferzava la faccia, e, sotto l’uniforme, sotto le decorazioni e i gradi militari, un senso di seccume ghiacciato che era come una morsa attorno al cuore". Semplicemente meraviglioso!!!
Putroppo, nell'anime, non ci è dato sapere cosa accadde quella sera, ma sul punto ci illumini tu, e lo fai con una delicatezza e una pertinenza tale che pare quasi la naturale continuazione dell'episodio dell'anime. Davvero, chapeau!!!  
Oscar nasconde le lacrime fino ad aver varcato la soglia dei suoi appartamenti e lì può dare sfogo alla sua tristezza, al dispiacere e al senso di colpa. 
Quando si è ormai addormentata, dopo aver pianto al lungo, chi arriva a consolarla??? Nientepopodimeno che il nostro André, ricomparso da chissà dove. Come sempre, si preoccupa per lei, le porta la cena e le fa compagnia. Un vera pasta d'uomo, proprio quello che alla fine l'ha fatta (o, meglio, ci ha fatto) capitolare!
Quando mi hai chiesto di poter usare il disegno non immaginavo avrebbe incorniciato una storia tanto splendida! Come se con te ci fosse da stupirsi! Mi fa immensamente piacere.
Grazie di tutto e rinnovo i miei più sinceri complimenti! Ti prego, scrivi altre storie così!
Con profondo affetto, la Tua Ifigenia 

Recensore Master
04/02/22, ore 12:10

Carissima Dorabella, quanta intensità ho avvertito in questo tuo ennesimo lavoro, il cui titolo ha attratto immediatamente la mia attenzione avendo anche io scritto una delle mie prime poesie con il medesimo titolo.
Tu, in questa one shot, declinandola sui nostri amati personaggi e prendendo a prestito l’episodio del cavaliere nero, indagando su quanto succede dopo la cattura con tutti i pensieri che sono accorsi in frotte a riempire la mente di Oscar, sei decisamente andata oltre la storia, hai quasi voluto parlare, per interposta persona, ad ogni lettore che si fosse accinto a seguire questa trama. Poiché, è quanto mai evidente, sentire il senso di colpa, profondissima, che Oscar avverte, per tutto quello che le sue decisioni, i suoi gesti, la sua supponenza, in alcuni casi, hanno causato all’unica persona che mai avrebbe dovuto esserne toccata, perché, e intimamente ne sente il peso, sa essere superiore a lei. Perché André sviluppa da sempre una empatia impareggiabile, non è capace di tenere rancore, riesce a vedere il bello anche quando non c’è, è in grado di illuminare una stanza e fendere il buio, con le sue sempre giuste, accorte, misurate parole, espresse sempre con quel suo tono calmo che accarezza il cuore, arrivando a lambire l’animo che pare trovare quiete.
Oscar ha lasciato andare Bernard, d’altronde era un uomo che non stimava, e subito si era accorta di quanto André fosse stato più uomo di lui, e per lui lo lascia andare, perché in fondo sa che sia giusto così, André è riuscito a vedere il buono delle azioni del ladro, e non contemplando minimamente il male che gli aveva direttamente causato. Il suo “ritorno a casa”, quello di Oscar, è sia fisico, dopo aver liberato Bernard, ma anche metaforico: ha bisogno di ritrovare il cammino che sembra avere smarrito, poiché ha smarrito in sé alcune delle certezze che facevano salda la sua vita, e non importava che fosse sempre uguale a se stessa, che tutti i giorni, i mesi, gli anni, si succedessero senza molti cambiamenti, poiché aveva qualcuno a cui guardare e che per lei era una roccia, un porto sicuro a cui tornare e a cui chiedere consiglio e da ascoltare, perché, nonostante tutto, lei ha sempre ascoltato ciò che André, con i suoi modi pacati, tentava di dirle per farla comprendere.
André che, appena saputo che Oscar lo aveva cercato, le si è presentato, sapendo ciò che aveva fatto, per esserle vicino, di supporto, per dirle che lui c’era e ci sarebbe sempre stato, che nulla era in fondo cambiato. Delicato, come sempre, prende una coperta e la pone sulle spalle di una Oscar infreddolita e particolarmente abbattuta, e cerca di stemperare la tensione rompendo l’atmosfera buia riscaldandola al fuoco di quel loro legame che niente e nessuno avrebbero mai potuto rompere.
Un’altra bella prova, non solo di scrittura relativa alla storia di L.O., ma anche un modo per invitare anche il lettore, tramite un racconto, a riflettere oltre che sulla storia, per osservarne le varie sfaccettature, anche da declinare al nostro vivere quotidiano, perlomeno questo è il pensiero che è giunto a me in un momento mio particolare.
Grazie per la riflessione e sempre complimenti a te e alla bravissima Galla, la quale ci ha regalato una Oscar in tutto il suo splendore di ufficiale dallo sguardo intenso. Un affettuoso saluto ad entrambe!

Recensore Junior
04/02/22, ore 11:45

"Sentiva la guerra dentro e non aveva pace".

Ecco. 
Questa frase riassume davverto tutto: è lei, è Oscar, è un vulcano e i suoi pensieri e sentimenti sono il magma, pronto ad esplodere, a sconvolgere tutto.
Questo racconto ha del sublime, davvero: tutto ciò che scrivi lo è. Vesti con abiti nuovi qualcosa che è stato visto, letto, scritto, e tutto sembra nuovo, sembra appena uscito dal manga, dalla storia. Se non è magia questa!
Mi inchino, è uno dei tuoi racconti che più mi piacciono, grazie per averlo condiviso!
Barbara

Recensore Master
04/02/22, ore 10:50

Oscar ha aperto gli occhi su tutto; e come sempre ha capito che André, con la sua pacatezza, aveva ragione.

Recensore Veterano
04/02/22, ore 09:24

Ciao! Mi è piaciuta la tua storia, anche se la Oscar che ci racconti è migliore dell'originale: questa almeno qualcosa la capisce, l'altra fa venire il sospetto che tra i due, la vera cieca sia lei. Dà speranza, calore come la coperta che André le mette delicatamente sulle spalle. Scritta anche molto bene, questa fanfiction, non c'è che dire.

Recensore Master
04/02/22, ore 07:21

Oscar è troppo severa con se stessa. Lei faceva il suo dovere di ufficiale e André ha sempre agito liberamente, senza alcuna costrizione e non è vero che lei non badava ai sentimenti di lui.
Nelle società feudali, poi, la ricompensa arrivava dal superiore diretto. Oscar, quale ufficiale del Re, era ricompensata dal Re mentre André, quale servitore dei de Jarjayes, da loro doveva essere gratificato.
Io penso che Oscar, sempre senza mezze misure in tutto, sia rimasta sconvolta dal ferimento di André e, in quella disposizione d'animo, si sarebbe autoaccusata anche delle guerre puniche.
Eccessiva e senza mezze misure è stata anche la scelta di lasciare andare il cavaliere nero che era pur sempre un ladro e un sovversivo. Se fosse stato un galantuomo, non avrebbe ferito di proposito André, quando era già disarmato e avrebbe dimostrato loro gratitudine e amicizia nelle puntate successive. Un po' di fortezza gli avrebbe fatto bene.

Recensore Veterano
04/02/22, ore 01:45

Questa è stata una giornata strana, sul finire della quale mi imbatto, a sorpresa, in questo racconto. Ed ecco che il mondo sparisce, il frastuono tace e tace anche la vocetta querula che, nella mia testa, va sempre cercando quello che non funziona e quello che non si incastra e quello che mi fa storcere il naso.
Perché per quanto dolore le circostanze della vita possano infliggerci e per quanto una parte consistente di questo dolore sia, spesso, ciecamente autoinflitta, quella stessa vita che ci tormenta, può sorprenderci nei modi più impensati. Se riusciamo ad accorgercene e a dare alla bellezza, che pure le cose posseggono, una possibilità.
E cosa importa dunque se c'è buio e freddo, se abbiamo sbagliato, se siamo stati feriti e abbiamo a nostra volta ferito? Se le conseguenze dei nostri errori ci sembrano, e sono, irreversibili?
Cosa importa dal momento che la generosità e la grandezza d'animo, e il comprendersi e l'incontrarsi a metà strada non sono ( che conforto, scoprirlo!) concetti teorici, ma hanno un volto e un nome e possiamo vederli e toccarli?
Cosa importa la strada impervia e faticosa fintanto che possiamo ritrovare la strada di casa? Il fuoco acceso e un vassoio con due tazze?
Grazie di vero cuore, Dorabella, per questa meraviglia.
E grazie anche a te, Galla, per il disegno, che è uno splendore.
Octave
(Recensione modificata il 04/02/2022 - 01:50 am)
(Recensione modificata il 04/02/2022 - 09:31 am)

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