Ciao!
Ritorno con piacere sulle tue shot, perché mi piace davvero molto la tua capacità di tratteggiare le situazioni.
In questo caso specifico, ciò che mi ha colpito di più è stato lo stile privo di fronzoli e quasi distaccato, che trovo rispecchi perfettamente le sensazioni suscitate nelle persone di fronte ai cosiddetti invisibili. Tante volte camminiamo, siamo per strada, e i nostri occhi si imbattono nei senzatetto o nelle persone in difficoltà... quanta attenzione dedichiamo loro? Giusto il tempo di un'occhiata, poi la vita ci inghiotte di nuovo ed ecco che quelle persone diventano semplicemente un puntino sulla nostra retina, che svanisce non appena sbattiamo le palpebre.
E mi piace che il senzatetto (che, noto adesso, non ha nemmeno un nome) non ci faccia in qualche modo la morale; era così anche lui, troppo impegnato con la sua vita per prestare attenzione agli altri, ma adesso che è dall'altra parte della barricata non rimprovera i "ricchi" per questo atteggiamento, lo capisce.
Mi è piaciuto molto anche quando hai detto che la vita può darti tanto ma può anche toglierti tutto nel giro di poco, proprio come è successo al protagonista. Devo dire che questo pensiero un po' mi spaventa, perché passiamo tanto tempo a costruirci un piano B come fossimo formichine, ma a volte a colpirci sono veri e propri uragani... e lì non c'è piano B che tenga.
Il finale, come sempre, mi ha spiazzata: il protagonista muore nell'indifferenza generale, ritrovato il giorno dopo, pronto forse a diventare uno dei tanti "John Doe" (non ho idea se esista un corrispettivo in italiano) dimenticato in mezzo a tanti altri. Nessuno saprà davvero che è morto, e a nessuno importerà... forse alla ex-moglie? Chissà. Probabilmente nemmeno a lei...
Ti faccio davvero tanti complimenti per questa shot, e volevo dirti anche che ogni tanto passerò sul tuo profilo per vedere se ci saranno nuove pubblicazioni ^__^ In alternativa scrivimi pure se metti qualcosa di nuovo, passerò volentieri!
A presto,
Simona |