Recensioni per
Se tutto dovesse andare storto
di Kodama_

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao, Kodama!
Comincio con una confessione: io questa storia l'ho letta tantissimo tempo fa, praticamente quando l'hai pubblicata. E ho pianto.
Poi l'ho riletta. E ho pianto di nuovo.
Adesso l'ho riletta ancora e, indovina?, ho pianto ancora.
L'ho riletta tante volte, e chiedo scusa prostrandomi se questo può apparire cringe, perché non è assolutamente mia intenzione. Però c'è semplicemente qualcosa, in questa storia, che mi tocca profondamente.
È come se mi parlasse all'anima, in un certo senso. C'è un che di etereo, nel modo in cui è scritta (ed è scritta benissimo, sia nello stile che nelle immagini che evochi), eppure di profondamente concreto, che si radica nel cuore e ci parla faccia a faccia.
Il lutto di Atsumu è qualcosa che ti si appiccica addosso: ti prende per mano e te lo fa vivere dal primo all'ultimo istante, in ogni sua sfaccettatura, in ogni pensiero grigio e goccia di pioggia. Mentre Shouyou rimane presenza costante, spettro e parto del suo dolore, ma anche fantasma benevolo che tenta di guidarlo, che lo invita a ballare, a vivere, ad andare ad allenamento, a far tesoro dei ricordi pur andando avanti – anche se nei ricordi, quando ci si inciampa, poi si cade e ci si fa male. Però sono accaduti e sono lì, a costellare la vita alle nostre spalle – sono sempre lì, lui è sempre lì, come dice Shouyou, anche quando non c'è fisicamente.
Io a questo punto sono un ammasso di lacrime, di nuovo, e posso solo dirti che ho amato questa storia intensamente, in ogni sua singola riga e passaggio. Mi capida davvero di rado di emozionarmi a tal punto, anche coi libri di carta stampata, e sono felicissima (sì, nonostante le lacrime) di aver letto e riletto e riletto questa tua storia.
Forse è una storia che avrei avuto bisogno di leggere tanto tempo fa; però, in fondo, è meglio averla letta adesso che non averla letta mai, no? Ha parlato a quella parte di me che a volte si ricorda che, tanti anni fa, è piovuto esattamente come pioveva per Atsumu, ma che poi il sole è spuntato fuori lo stesso.

Scusa per questa recensione molto sconclusionata che è più una pagina di diario; ma penso che l'abilità più grande di ogni scrittore sia proprio quella di aprire le pagine del cuore di una persona attraverso le proprie parole, permettendole di rispecchiarsi, di scoprirvi qualcosa di nuovo o di (ri)trovarvi qualcosa che già c'era. E tu l'hai fatto magnificamente.
Grazie per averla scritta ♥

-Light-

Recensore Master

Nonostante gli avvisi e tw, nonostante fosse chiaro di cosa parlasse la storia, non ero davvero pronta. Probabilmente non lo si è mai per questo genere di storie, dato che toccano corde particolari in chi legge e sono, in qualche modo, incontrollabili.
Mi stupisco sempre di come riesci a mettere per iscritto sentimenti così intensi con tutte le parole giuste, come se con il giusto passaggio di vocaboli, di verbi e di frasi, ci sia quasi di più della parola scritta. Io quando leggo cerco sempre di vedere la scena per quella che è, non solo a livello visivo, quanto più di sentimento, dove lascia qualcosa, una traccia e, in qualche modo, tu riesci sempre a lasciare una traccia, specialmente in storie di questo tipo da cui sono particolarmente attratta da sempre.
L'accettazione di un lutto e, nel caso di Atsumu, l'attraversamento della consapevolezza e di ciò che significa dover non solo riconoscere una perdita, ma anche piangerla, lasciar andare chi abbiamo perso perché non è giusto trattenerlo non solo per noi, ma anche per chi se n'è andato, è forse una delle cose più difficili da riportare nella scrittura. Ci vogliono le parole giuste e, per quanto io abbia empatizzato più con Sakusa rispetto a Atsumu o Bokuto per come ha affrontato la cosa, mi rendo conto che il percorso è stato di tutti, perché hai voluto parlare di una perdita comune.
Non ho molto altro da dire, non ho riscontrato errori e la storia è scritta molto bene, molto pregna, se capisci cosa intendo. E nulla, alla prossima!

Recensore Veterano

Ho voluto aspettare prima di scrivere questa recensione perché, come sempre - e non utilizzo l'avverbio a caso -, le tue storie mi lasciano molto su cui rilfettere ed il canonico groppo in gola che ormai accompagna la lettura. L'ho trovata davvero una bella storia, bella da leggere e da vivere, piena di momenti in cui mi sembrava ci avessi capatapultati con loro. Da Atsumu che lo rivede la prima volta, da Bokuto in macchina che abbraccia Sakusa, da Sakusa - mio cuore amato sofferente che mi ha spezzato ma già lo sai - da quella sensazione di impossibilità che albeggiava nell'appartamento e non gli permettava di andare avanti. La capacità di traspostare il lettore nel mondo in cui operano i personaggi è per me, sempre, un punto da non sottovlautare... perché riguarda la capacità di mantenere viva l'attenzione, riguarda il modo in cui si conoscono i personaggi e se ne immaginano le possiibli interazioni. Come sempre è un gran bel lavoro, ancora complimenti! <3

Recensore Veterano

Come già ti ho urlato senza molta eleganza, questa storia mi ha lasciato un bel groppo alla gola che proprio non si decideva a scendere giù. L'angst senza happy ending, la storia che inizia male e finisce ancora più male non è mai effettivamente una lettura che si fa in tutta tranquillità.
Per prima cosa la descrizione della mancanza di Atsumu è stata bellissima, e ha reso l'ultima parte ancora più realistica: da parte sua c'è una continua mano tesa verso il vuoto, un vuoto che una volta era occupato da un corpo vivo ma ora morto. Un corpo che lui rifiuta essere morto in una maniera categorica tanto che alla fine lo immagina. Sapere che in realtà era frutto della sua mente è stato davvero come uno schiaffo, perché all'inizio pensavo che si potesse trattare di realismo magico, o comunque in qualche modo della vera presenza di Shouyou con Atsumu. Però non c'è niente. E Atsumu lo sa. Perciò non lo dice a nessuno, e si chiuse in una silenzio di amore sofferto e in lutto, non capendo che il dolore va condiviso. (La scena in cui Sakusa crolla e piange nella macchina con Bokuto che lo abbraccia ma Atsumu che rimane a distanza riassume perfettamente la situazione. Atsumu non è pronto a condividere un bel niente ed è così egoisticamente chiuso in se stesso da non riuscire a consolare un amico.)
Inoltre davanti alla grande perdita c'è sempre in un primo momento la maledizione al tempo: il tempo che passa troppo in fretta, oppure che si prolunga all'infinito, ma in particolare il tempo che non si ferma, che non si cristallizza, e non si può fare altro che rivivere con un masochismo senza via di uscita i ricordi. Se ne viene inondati. Quando Atsumu dice a Shouyou - ammette a se stesso - che era innamorato di lui, si apre da solo una voragine di "e se" spaventosa.
Il non voler pulire la stanza di Shouyou è stata l'ennesima situazione realistica e dolorosa da leggere. Non può fermare il tempo ma la realtà sì. Sa che Shouyou non è veramente con lui, perciò non vuole aprire la porta della camera. Anzi, credo che le porte nella fic abbiamo un significato importante. Atsumu non vuole che la porta della camera di Shouyou non sia neanche socchiusa, perché ha paura che scappi il ricordo, l'aria che aveva respirato, un'essenza impalpabile da incatenare. Poi chiude anche la porta della sua camera: e non è più per tenere dentro ma per tenere fuori il resto, una finestra sul mondo che non vale la pena spalancare. Inoltra la porta potrebbe essere vista come il passaggio dall'Altra Parte - Shouyou deve morire e Atsumu deve vivere e per farlo quelle porte devono restare aperte. C'è un continuo chiudersi ed aprirsi che riflette la precaria situazione mentale di Atsumu.
La porta sembra aperta quando Sakusa gli chiede di pulire la stanza - quando prende le redini e cerca di fargli capire che ci sono tre persone a lutto e non solo una.
Ti ho già detto che una citazione fantastica è "Atsumu sei pieno di amore". Perché è così. Atsumu soffre così tanto perché ama così tanto. E stranamente non incolpa mai il suo cuore troppo grande, non pensa mai "se lo avessi amato di meno". Paradossalmente, averlo amato rende per Atsumu sopportabile tutto questo.
L'ultima parte mi ha ammazzato. Seriamente. È quella che proprio mi ha bloccato la gola. La rassegnazione nella morte. Il dover dire "è successo, andiamo avanti". Atsumu che all'inizio della storia vedeva Shouyou solo dietro una porta chiusa dice che può vederlo dappertutto. Con quel "è accaduto" hai riassunto, inoltre, quel senso di panico che avviene davanti alla scomparsa di una persona. La paura di dimenticarla. Di andare avanti senza di lei e di abituarsi a un nuovo equilibrio. Atsumu non voleva farlo. Voleva che Shouyou continuasse ad accadere. Ma non può e deve andare avanti.
Intensissima con uno stile come sempre particolareggiato, pieno di immagini forti, e una rappresentazione veritiera di Atsumu!
Bellissima come tutte le tue fic!!