VIII
OTTAVO POSTO, CON UN TOTALE DI 36,8/44
thors, con “15 agosto 2021”
Grammatica: -0,20
“dio” – “Dio” -0,20
Stile: 8,5/10
Ho trovato la veste stilistica della storia molto semplice, dal taglio quasi giornalistico: il racconto è lineare, non è interrotto da flashback o riflessioni e narrato con focalizzazione esterna. Così come ho riscontrato anche negli altri parametri, trovo che questa mancanza di soggettività abbia impedito alla storia di rendere al meglio, ma approfondirò questo discorso in seguito. Dal punto di vista prettamente formale, non ho rilevato alcun errore, sia nella sintassi che nella suddivisione dei capoversi. Anche la punteggiatura è stata funzionale al racconto, riuscendo a porre in risalto gli elementi giusti senza appesantire affatto la struttura: è sempre un rischio quando si usano costrutti quale la congiunzione “e” preceduta da una virgola, ma trovo che sia stato dosato correttamente. Lo stesso discorso vale per il punto e virgola, che nel periodo centrale si è rivelato essere una scelta vincente. L’unica cosa a non avermi convinto fino in fondo è l’utilizzo delle virgole nell’ultima riga, che pone in risalto “il marito la rialza” come inciso senza che ce ne sia necessità, spostando l’equilibrio del periodo a sfavore della conclusione. Trovo che sostituire la prima delle due virgole con una “e” o, al limite, con i due punti, sarebbe stata una scelta più utile a rendere più fluente la prosa. Ma effettivamente non è facile riuscire a riequilibrare tutto mantenendosi all’interno del limite di parole. Infine, così come la prosa, anche il lessico è semplice, più giornalistico che “letterario”.
La storia in sé è scritta bene, ma proprio per l’accentuata basilarità dello stile non riesce ad accattivare e coinvolgere il lettore fino in fondo, ed è un vero peccato perché il tema si sarebbe prestato molto bene a una resa ugualmente realistica, ma un po’ più emotiva.
Trama, Originalità, Contestualizzazione e Sviluppo dei personaggi: 18,5/20
Dal punto di vista dell’originalità, la tua drabble si è sicuramente distinta, se non altro per la scelta d’attualità. Sono sempre stato scettico per quanto riguarda l’attribuzione al genere letterario “storico” di eventi accaduti negli ultimi anni, nonostante alcuni di essi abbiano indubbia rilevanza storica. Ma questo è solo un parere personale, estraneo alla valutazione in quanto nel bando non erano presenti riferimenti specifici.
La storia mostra un’istantanea, il ritratto della disperazione di una famiglia che tenta invano di fuggire dal Paese. Tutti ricordiamo le tragiche immagini degli assalti all’aeroporto di Kabul in quei giorni. Dal punto di vista prettamente narrativo, la prima parte della storia mi ha un po’ confuso: solo dopo svariate riletture ho capito che il “non oggi” era riferito alla non presenza del nome della famiglia sulle liste d’imbarco. Inizialmente, la vicenda di Ehsaan e quella di Sawda mi erano sembrate addirittura staccate, collocate contemporaneamente in due luoghi diversi, proprio perché avevo interpretato quel “non oggi” come riferimento all’arrivo dei talebani (ovvero: “Se fossero arrivati un giorno più tardi, saremmo riusciti a partire”). Ma credo sia un problema soltanto mio, effettivamente nel testo le informazioni ci sono tutte e sono espresse chiaramente (anche se, a causa del limite di parole, alcuni collegamenti che sarebbero stati utili sono omessi).
I due personaggi protagonisti sono creati in modo da essere l’uomo e la donna qualunque, perfettamente sovrapponibili a ogni altra persona in cerca di salvezza. Apprezzo e capisco la scelta di per sé, ma avrei preferito trovare qualche dettaglio che li rendesse maggiormente “individui”: un riferimento al perché si trovassero sulle liste nere dei talebani o simili, magari.
Per quanto riguarda invece la ricostruzione “storica”, hai svolto un lavoro perfetto: l’atmosfera respirata dal lettore è coinvolgente, in grado di impressionare riportando alla mente quei giorni e la situazione afghana attuale, così come i riferimenti a elementi reali (la mascherina – anche se mi fa strano che si sia bagnata di lacrime, considerando che secondo i dettami dei talebani va portata sotto al burqa, che Sawda sicuramente indossava visto che le accuse degli integralisti sono rivolte soltanto agli abiti delle figlie – e la suoneria incriminante del cellulare soprattutto).
In conclusione hai fatto molto bene: ho penalizzato un minimo solo la mancanza di individualità dei personaggi e sull’imprecisione relativa alla mascherina, che sono le uniche “imprecisioni” oggettivamente riscontrabili. Il resto vuol essere soltanto un consiglio dal mio personale punto di vista come lettore.
Titolo: 2,5/5
Il titolo da te scelto non mi ha convinto. La scelta di titoli di questo tipo è sempre rischiosa, e trovo che in questo caso l’azzardo sia stato un po’ eccessivo in quanto la data scelta, sebbene recentissima, non è una di quelle che creano immediatamente un collegamento nella mente del lettore (come possono essere l’8 settembre 1943, il 25 aprile 1945 o simili). Onestamente, la prima volta che ho visto questo titolo ho pensato istintivamente “Ferragosto”, niente più e niente meno. Trovo che l’aggiunta del luogo (avendo quindi ad esempio “Kabul, 15 agosto 2021” avrebbe aiutato, aumentando l’impatto della presentazione. Mi dispiace, ma non posso assegnare un punteggio sufficiente.
Gradimento personale: 3,5/5
Come ho espresso in precedenza, la storia è obiettivamente scritta bene, anche se con semplicità formale, e ottimamente strutturata narrativamente. Alcuni elementi sopra citati mi hanno confuso nel corso delle prime letture, ma il messaggio è arrivato fin da subito con tutta la sua forza. Più che altro, trovo che la drabble avrebbe potuto coinvolgermi molto di più. Leggendola mi è sembrato quasi di vedere un reportage giornalistico, una delle tante interviste fatte lo scorso agosto ai profughi: certamente d’impatto, ma da un testo che prima di tutto il resto si pone l’obiettivo di essere “narrativa” avrei preferito una maggiore introspezione, spazio ridotto permettendo. In ogni caso, ci terrei a chiarire che la drabble è di ottima qualità, l’ho solo trovata un po’ troppo impersonale in diversi suoi aspetti (resa stilistica, caratterizzazione).
Bonus – Prompt (2/2) + Sottogenere (2/2): 4/4
Prompt: Il pianto è un elemento importante all’interno della storia: non solo è citato (le lacrime che bagnano la mascherina), ma si inserisce perfettamente nella vicenda. È come se, da quel momento in poi, il pianto perdurasse fino alla fine, non abbandonando mai i protagonisti ormai privati della speranza.
Sottogenere: La storia è ambientata in un contesto di guerra civile, che influenza profondamente le vicende dei protagonisti e diventa essa stessa co protagonista grazie alla caratterizzazione precisa dell’ambiente. Per entrambi i parametri non posso far altro che assegnarti il punteggio pieno.
TOTALE: 36,8/40+4 |