È una delicata poesia, tutta fatta di chiaroscuri: l'"ombra di passione" e la "sfumatura" di un'anima, di una persona.
È una poesia ossessionata di "arti", sotto forma di sostantivo, di rime, di assonanza ("altri").
Un pacato coronamento ai "sentimenti in isolamento".
La speranza, e l'augurio, è che arrivino altre storie ed altri sentimenti.

I tuoi versi mi lasciano sempre ammaliato, cara poetessa muta, per come riesci a legare ogni verso con quello prima senza bisogno di fare ricorso a rime.
Per quell'"arancio di nubi".
Per l'immagine del pendolo, oscillare di giorni e mortorio di ticchettio.
Aspettare: ad-spicere. Non è poco, non tutti sanno guardare.
"Io sola": non sei sola, se riesci a condividere così bene.

Leggi la risposta dell'autore

Bellissima l'immagine del ballo che culla i lettori dall'inizio alla fine della poesia. Amo ballare, amo muovermi, con il corpo e con la mente, perciò mi sento accolta e capita dal tuo componimento. E la strofa finale ci fa rendere conto che anche le altre persone si muovono, a volte lontano da noi in eterno. Ma i nostri sentimenti viaggiano, e chissà ancora per quanto tempo.
Un abbraccio, Francesca

Viene fatto sfoggio, come sempre, di una notevole padronanza dell'arte poetica. I versi si snodano liberi senza bisogno di essere legati ai precedenti da rime, ma solo da concetti che si riaffacciano, che si evolvono e ritornano, secondo schemi prefissati.
Il risultato è una malinconica cantilena d'amore, fatta di vicinanza e di lontananza. Molto suggestiva.

Mi sono perso in questa tua raccolta di poesie dalle quali sono sparite tutte le recensioni. A me piace fare riferimento a vecchie recensioni, per valutare coerenza di stile o evoluzione di pensieri.

Comunque in quest'ultimo capitolo, un incontro di anime, ci trovo delicate sensazioni sommesse: timidezza, insicurezza. Grande sensibilità.
Una compenetrazione anelata, disturbata da distrazioni e parole riuscite male.

Arrivo alla fine e rimango con una sensazione di delicatezza, scossa però da quel cuore che si agita, e da quel dubbio di un amore senza condivisione: "avido consumatore / dei miei pensieri". Bello!
Rimango immalinconito dalle ubbie che si crea la mente, incapace di godere l'attimo presente.

Un bagliore in una buia immensità, una nota fulgida che risplende nel verso centrale. Per ultime, le tenebre, che si diradano grazie a quella «nota» nella notte – o forse non si sono mai dissolte del tutto?