Ciao, mia carissima Star^^
Non mi è sfuggita nemmeno questa interessantissima OS, l'ho adocchiata da quando l'hai pubblicata. ♡
Non sono per nulla sorpresa di trovarti in questa sezione, i temi che tratti colpiscono profondamente la sensibilità e la percezione umana. Davanti a queste sensazioni e queste prospettive si arriva facilmente all'horror con tutto ciò che questi soldati vivono; il fatto poi che si tratti di una vicenda storica documentata, rende gli aspetti horror ancora più terrificanti.
L'incipit notturno dona fin da subito grande inquietudine e l'accostamento al freddo mi fa subito associare una tregua al caldo della prima linea del fronte simile alle fiamme dell'inferno. È una tregua che si consuma nell'apparente sicurezza dalle armi infossati nella trincea e dal freddo grazie dalla presenza dei commilitoni; ben presto, ma anche nel corso della narrazione, scopriamo che è una vana speranza, perché il freddo inzuppa la loro pelle e alcuni russi moriranno nel sonno proprio sulla spalla dei propri compagni (considerando che non credo nelle casualità all'interno dei tuoi racconti, ho trovato un ottimo parallelismo tra tedeschi e russi, in particolare sulle usanze comuni dettate dalla semplice umanità).
Li circonda una quiete pesante, quasi asfissiante, caratterizzata da un'immobilità carica di sofferenze fisiche. Il coraggio di questi uomini, diventati soldati senza la volontà di esserlo in vita loro, penso possa essere trovato nel modo in cui cercano la forza di non abbattersi: nei compatrioti che li considerano veri e proprio eroi per il modo in cui difendono la patria, anche nei loro stessi compagni che hanno condiviso e continuano a condividere le stesse terribili e inumane esperienze. Ritorna costantemente nelle tue storie in tema della fratellanza sul campo di battaglia, è quasi inevitabile dopo aver vissuto avventure al limite della morte; come ho accennato prima, i compagni diventano gli unici a cui potersi abbandonare in un faticoso torpore, contro cui abbassare le difese anche se in lontananza la guerriglia dilaga e il clima rigido minaccia di far cessare la vita senza l'uso violento delle armi.
È molto ad impatto il paragone degli uomini in trincea con le condizioni dei topi; ciò che mi ha sorpreso di più riguarda la semplicità con cui Wilhelm non esita ad avvicinare questi due mondi, svalutando fortemente la vita che trascorre al fronte.
Centrale in questa storia penso sia la progressiva opinione che questo soldato matura circa le armi chimiche. Le remore che manifesta, dalla posizione di attacco, vanno oltre qualsiasi ideologia o patria, nel momento in cui lui scorge e rimane scioccato dai terribile effetti sui volti degli uomini immobili e annientati, dove nota solo l'umanità; a tal proposito è davvero emblematica l'immagine del ragazzino che muore nel sonno. Il fatto che Wilhelm sia un soldato inesperto che giunge al fronte praticando in patria un altro lavoro accentua molto la visione drammatica della situazione: l'inferno che lui vede è sempre una sorpresa terribile per lui, fa di continuo nuove e sempre più terribili esperienze, fino a giungere al culmine scoprendo i catastrofici effetti del gas. Questo soldato può cercare il coraggio di affrontare questo scenario apocalittico solo supportato dall'adrenalina che ha in corpo.
Gli effetti di questo veleno sono terrificanti, esso provoca un annientamento di massa dilania ogni cosa sulla sua strada: animali, vegetazione, avvelena l'aria creando un vero e proprio campo minato volatile. I carnefici stessi rimangono scioccati davanti ad un simile spettacolo. Davanti ad uno sterminio totale, Wilhelm non mostra il portamento di chi rimane compiaciuto degli effetti delle armi che il suo esercito ha liberato nell'aria, anzi tutto il contrario; avanza per sopravvivenza, ma in cuor suo insorge una silente disperazione che solo la forza del dovere gli consente di ignorare, quanto basta per portare a termine la sua missione.
Si convince definitivamente della pericolosità di queste armi quando lui stesso è costretto a respingerne a mani nude i disumani effetti. Oltre alle immagini apocalittiche mi sembra di percepire anche quanto la vittoria in guerra sia vana e illusoria, da un momento all'altro tutto può cambiare, perché l'uomo non può essere in grado di controllare tutte le variabili, come in questo caso un'arma può facilmente attaccare anche il suo creatore.
Il soldato di cui ci racconti le vicissitudini ha un coraggio e una forza d'animo invidiabili, pur essendo stato catapultato da un giorno all'altro sul campo di battaglia; il suo grande istinto di sopravvivenza lo conduce verso una via di salvezza superando gravi rischi per la sua incolumità, ma anche il dispiacere per la morte atroce che hanno subìto i suoi compagni d'armi.
Termini questo racconto con un grande scetticismo da parte di chi lo ascolta, eppure se quanto è successo è giunto fino a noi significa che gli anni hanno dato una risposta a tutto ciò che all'epoca poteva risultare incomprensibile e spiegato con la semplice follia di questo sopravvissuto.
Torno a ringraziarti per le vicende che grazie a te ho la possibilità di esplorare. Ciò che è accaduto è spesso crudo ma reale e conoscere la storia non è mai superfluo. ♡♡
A prestissimo!
Un abbraccio grande
Vale (sempre tua affezionata lettrice) |