Recensioni per
Non era la loro solita taverna
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/08/22, ore 16:04

Carissima Dorabella,
il finale che hai scelto per la tua long è semplicemente meraviglioso! Ho gustato dalla prima all'ultima parola, ammirata dall'idea così originale della stanza affittata da André, e del perfetto incastro che hai saputo creare inserendola nella scena del pestaggio alla locanda. Bellissimo l'avvicinarsi di entrambi pur senza superare quel "limite" che sarebbe fin troppo scontato quando un uomo ed una donna adulti si trovano a condividere la stessa camera per tutta la notte... Ma come hai mirabilmente sottolineato tu, il sentimento di André non è certo "lo sfizio di un'ora di sfogo a porte chiuse". I miei più vivi complimenti per la delicatezza e la profondità con cui sai descrivere il sentire di questo uomo straordinario, e la perfetta reazione di Oscar, che compie i primi passi, ma affatto malfermi, verso di lui. Ho amato molto questo tuo scritto, davvero!

Un abbraccio

Recensore Junior
02/05/22, ore 22:00

Ciao Dorabella, sebbene il rating sia giallo nel momento in cui entrano in quella stanza si sprigiona un certo erotismo. Tutto molto delicato e sensuale ma ogni gesto e sguardo è una scintilla che prima o poi accenderà un fuoco, o almeno io l'ho sentito così. I due cominciano a sentire il bisogno di avere un contatto tra loro, Oscar lo bacia e si lascia andare a gesti che solo con un amico molto intimo puoi fare, come poggiargli i piedi nudi sul grembo. Lui che l'attira a se tirando la sedia con il piede è fantastico. Quella stanza li ha trasformati, o meglio, li ha liberati dalle catene della vita di tutti i giorni. Mi piacciono molto i tuoi Oscar e André, chissà se leggeremo di altre serate in quella stanza, mi piacerebbe molto. A presto.

Recensore Junior
25/04/22, ore 10:51

Ciao mi piace molto l’idea di una storia che si ricongiunge ad un altra e poi ancora ad un altra è stimolante come fare un puzzle o partecipare ad una caccia al tesoro e sarebbe bello leggere delle loro ore in questo piccolo angolo di mondo fuori da tutte le convenzioni che li dividono.
Premetto che ho letto anche l’altra quindi i riferimenti al diario non mi sono stati nuovi, in questa storia nella prima parte ho ritrovato Oscar e Andrè dell’anime.
Il fiero soldato impavido e burrascoso ed il suo fido attendente che la protegge da tutto soprattutto da se stessa ed un pò anche da lui che non passa mai la linea di confine per paura che tutto cambi in peggio.
La parte dopo la rissa quando si avviano alla stanza è intima nonostante siano entrambi malconci e dice molto di loro, lei non chiede dove la stà portando,dal diario lo sà già si fida come sempre tutto qui.
Entrati poi e chiuso il mondo fuori si liberano di tutti i terribili orpelli che devono mostrare al mondo e sono LORO, nelle battute, nelle azioni e nell’intimità del cuore che non ha nulla a che fare con qualcosa di carnale.
La sequenza degli stivali mi ha ricordato molto la Oscar del manga, meno rigida più libera di esprimere le cose da femmina di cui lei neanche si rende conto ma che non passano mai inosservate ad Andrè.
Anche questo Andrè intraprendente mi piace,lontano da quello del manga cupo e disfattista ed anche lontano da quello dell’anime che segue il copione del questo non lo faccio perché poi……. arriva un disastro a prescindere.
Concludo dicendo che mi piacerebbe leggere un altro pezzo di puzzle ma questo è solo un mio piccolo desiderio perchè sicuramente in quella stanza i nostri TESORI avranno ancora tanto da vivere nella libertà che proprio la stanza gli offre.
Grazie
Francesca.

Recensore Master
24/04/22, ore 22:05

Cioè, io manco qualche giorno e tu mi tiri fuori questa perla?
Ciao Dora, scusa se mi paleso solo ora ma sono stati giorni più che ingarbugliati...potevo, però, mai mancare? Assolutamente no!
Innanzitutto complimenti vivissimi per questa tua OS e grazie! Non ero affatto pronta a sentirmi orfana della tua storia, spero tu proseguirai ancora.
Altra cosa, complimenti a profusione per come lasci fuoriuscire i sentimenti e la sensualità: è tutto potente e delicato al contempo e credo che l'immagine del "bere dal suo sguardo" sia evocativa e veramente da capriole allo stomaco.
Mi piace molto pensare a questo spazio solo loro e mi piace come i fili vadano a riannodarsi al precedente con grazia e precisione. Naturalmente l'immagine della sedia l'ho colta subito e non ti dico la gioia estatica che ne è seguita; che splendore davvero! Non c'è una cosa, che sia una, che qui non sia perfetta. Le tue ispirazioni colte le ho afferrate quasi tutte credo - stavo leggendo uno dei racconti di Márquez proprio l'altro giorno - e penso non ci sia occasione in cui tu non riesca a sorprendermi per l'originalità e l'eleganza con cui plasmi le tue fonti d'ispirazione.
Complimenti, infine, per la scelta del disegno...magnifico e perfetto per il momento da te scelto. Naturalmente questo racconto finisce subito tra i preferiti, ancora tanti complimenti, è sempre un piacere leggerti. Un caro e ammirato saluto,
A.

Recensore Master
24/04/22, ore 09:56

Ciao Dorabella. Mi ha colpita quanto scritto nell'introduzione che Oscar e André non siano mai in un luogo che sia solo loro. Poetico quanto scritto all'inizio riguardo le iridi. Mi é piaciuta l'idea del rifugio dove fai sognare il lettore. Ho sorriso nel leggere nel finale riguardo la parte dell'affitto. Sempre affascinanti i riferimenti letterari dove ho letto con interesse le note e come abbia scritto riguardo questo contesto con la tua fantasia. Molto bello ed espressivo il disegno. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 24/04/2022 - 09:59 am)

Recensore Veterano
23/04/22, ore 23:14

Quelle monete nella tasca di Andrè per la sua parte di affitto anche per il mese successivo, lo leggo come una dichiarazione d’amore! Oscar, che non apre mai il suo cuore, che fa capire cosa pensa attraverso poche parole o altri gesti, bè…. Qui sta dicendo ad Andrè che si, quell’angolo di Parigi resterà il loro segreto. E magari quel bacio leggero diventerà poco a poco qualcos’altro 🤩
La frase di Oscar sembra quasi aprire nuovi scenari.
Sono d’accordo con chi te l’ha già chiesto… sei sicura che questa storia sia davvero conclusa qui??! 😉

Recensore Master
23/04/22, ore 16:08

Oscar è angosciata dalla sorte di Fersen in America. Ma nella tua storia,.dopo la lettura del diario, è ancora innamorata di lui oppure sta aprendo il suo cuore ad André?
Direi la seconda dalla confidenza fisica con cui interagiscono in quella stanzetta...
Ma questo André non me la conta giusta. Prima le fa leggere un diario molto esplicito, poi si affitta un pied-à-terre...
Direi che pianifica le sue mosse meglio di un generale!!! Il padre Jarjayes avrebbe da imparare

Recensore Veterano
23/04/22, ore 09:15

La sensazione che mi ha dato questo pezzo è quella di camminare in una strada nota, che fai tutti i giorni e di cui conosci anche il nome dei sassi, poi svolti l'angolo e...meravigliosa sorpresa! Qualcuno, nottetempo, ha messo lì "una stanza calda, nel ventre di Parigi, con una scacchiera preparata sul tavolo, un letto profumato e gli occhi di André"
E sei stata tu, Dora, a farci la sorpresa di un angolo così raccolto, dove non accade nulla di sconveniente in realtà ma l'intimità è già palpabile in ogni gesto. Le radici affondano nell'altra tua storia ma questa avrebbe tutti i numeri per crescere da sola...sei sicura che sia completa? :-)
Oscar ha fatto la sua mossa e ora il pensiero è lo stesso di Settembre (ma questa telepatia ormai sorprende anche noi): l'America è sempre più lontana!
Complimenti a te e all'artista!
A presto

Recensore Veterano
22/04/22, ore 22:27

Cara Dorabella, che delizia!
Mi piace sempre di più questo André che non si strugge nascondendosi, ma rischia.
Nel loro rifugio parigino non fa mancare una scacchiera. Perchè Oscar e l'esile ed elegante bionda, vero genio degli scacchi. Ma gli scacchi sono un'arte, dove rischio, intuizione e strategia sono fondamentali. E l'abile stratega, che rischia molto, ma con giudizio, qui è Andrè.
Elektra Betty Tempest: fan art splendida!

Recensore Veterano
22/04/22, ore 16:31

E mentre Montale scendeva un milione di scale tenendo il braccio della donna che lo aveva amato, André sale un milione di scale per portare al sicuro la donna che ancora non sa di amarlo. Commovente anche solo questo lampo, nel tuo scritto, carissima Dorabella.

E parliamo dell'erotismo di queste righe:
"Spaventata?", chiese lui, sorridendo.
Per tutta risposta, lei allungò la gamba destra, e gli pose il piede in grembo. André le rivolse uno sguardo interrogativo, ché quello di lei, passato il lampo d'allarme, era tornato calmo come l'acqua di un lago alpino.
"Lo stivale", disse.
Mi piace questa tua Oscar (tu dici OOC? nemmeno troppo, a mio avviso) certamente spavalda e a tratti maliziosa, ma d'altro canto forte di tutto quello che ha letto nel diario di André, non dimentichiamolo!

E poi, a proposito di dettagli che impreziosiscono, ho adorato questo passaggio: "Lui spense una delle due candele nel doppiere. Il buio si mangiò una parte delle gambe di lei, le sue braccia, tutto il resto del suo corpo."

E quel braccio che la cinge al mattino... che dire? Ottima la risposta di Oscar: aprire una partita a scacchi da lasciare in sospeso, ecco la mossa da fine stratega!

Insomma, la soluzione del pied-à-terre parigino apre scenari decisamente interessanti, da sviluppare, direi!

Complimenti, Dorabella, non sai quanto ho amato questo momento di intimità che hai regalato a Oscar e ad André. E intanto direi che l'America è sempre più lontana ;-)

E complimenti anche a Elektra Betty Tempest, inquadratura bellissima e adoro la cascata di capelli di Oscar che incornicia la parte superiore del disegno. Brava!

Un abbraccio e mille complimenti,
Sett.

p.s.: guarda che io ho riletto ma don Lisander non l'ho trovato... (a parte genericamente nell'ambientazione dell'osteria e forse un passaggio che ho trovato manzoniano ma senza riscontro: "promessa, forse, di una felicità meno remota", poi c'è André che guarda Oscar sdraiata e il paragone mitologico, ma il parallelo con l'oste della luna piena che guarda Renzo dormire- situazione peraltro del tutto diversa - si collega al mito di Amore e Psiche...) Perdo i colpi, ti prego, svelami l'arcano!

Recensore Veterano
22/04/22, ore 14:35

Il fascino di un "missing moment" che si trasforma in "what if" è indubbio, ed il fatto che questo what if sia preparato dagli avvenimenti narrati in "Pourquoi est-ce qu'on se déguise?" non toglie assolutamente nulla alla sorpresa del lettore, che qui davvero si arrende e si lascia trasportare dalla magia. Come altro potremmo definire, infatti, "una stanza calda, nel ventre di Parigi, dove nessuno conosceva il colonnello de Jarjayes, una scacchiera preparata sul tavolo, un letto profumato, gli occhi di André", se non un luogo incantato, sottratto alle contingenze della realtà e dove, di conseguenza, tutto diventa possibile?
André è intraprendente, è vero, ma non tanto OOC da non lasciare ad Oscar la prima mossa ( anche fuor di metafora!) come è giusto che sia.
Evocare è una forma di magia. Qui perfettamente riuscita.
Complimenti a Elektra Betty Tempest per la fanart, che con grande espressività interpreta quel momento in cui, dopo uno scampato pericolo, ci si abbandona al sollievo ed alla fragilità. Un momento in cui, dunque, in certe particolari condizioni, il what if avrebbe certamente potuto prendere forma.
Grazie, Dorabella, per la delicatezza e per la magia.
A presto.
Octave

Recensore Master
22/04/22, ore 12:07

Cara Dorabella,
dopo essere rimasti prematuramente orfani della tua ultima fiction, aspettavamo con grande curiosità il seguito, che avevi ventilato possibile, per dare pieno corpo ad un “what if” che si poteva già intravvedere tra le righe del tuo precedente e apprezzato lavoro.
Il diario continua a fare da filo conduttore anche in questa one shot e assume connotazioni quanto mai accattivanti. André si è fatto decisamente più intraprendente: ha compreso che la sua Oscar si sia recata, a più riprese, durante le sue lunghe notti insonni, a consultare, o meglio, a leggere avidamente il diario che lui ha preso ad aggiornare, ormai certo che lei lo avrebbe letto e, pertanto, sarebbe stata al corrente dei suoi pensieri, di tutti quelli che lui a parole non poteva e non si sentiva di esprimere. Occorreva unicamente attendere l’occasione giusta, affinché l’idea di base di André, di ritagliare, nello spazio delle loro giornate, un momento da condividere da soli, ma in un posto che non avesse nessuna attinenza con la loro quotidianità, potesse prendere vita. Ed ecco che l’occasione si presenta: Oscar è triste e abbattuta, ha voglia di bere, lo dice chiaramente ad André. Troppi i pensieri dolorosi nella sua mente, che hanno come unico soggetto il conte di Fersen, riportato a galla da quel commilitone reduce della guerra d’oltre oceano. André non può che accontentarla, anche se sa benissimo che le pene del cuore non possono essere annegate nell’alcol che per poco tempo, poi tutto riprende come prima, e lui ne è un valido testimone. Intensa, e colorita dei toni giusti, la scena che si svolge all’interno della taverna, lo scontro verbale prima con l’oste e poi la pseudo chiacchierata con, niente meno, che Robespierre il quale svela chi sia la persona che veste quell’uniforme. E la scazzottata ha inizio, lasciandoli stanchi e tramortiti ed espulsi a ragion veduta dalla taverna. Di tornare a Palazzo André non ha alcun desiderio, mentre prende vita l’idea di condurre la sua Oscar nell’alloggio, affittato da poche settimane, proprio al fine di poter, eventualmente, trascorrere del tempo con lei da solo, fuori da ogni schema e dal rigore a cui entrambi sono costretti per le rispettive posizioni occupate.
Altrettanto intenso e, a suo modo, sensuale tutto ciò che si svolge all’interno di quella stanza, dove Oscar è stata condotta gentilmente da André, senza obiettare alcunché, forse subodorando che qualcosa sarebbe giunto a mutare il corso delle loro vite. Nulla appare forzato, nemmeno la richiesta di Oscar di essere aiutata a togliere gli stivali, compito mai domandato ad André, per non imbarazzarlo e perché suo amico, prima ancora del servitore o dell’attendente. Oscar è solo un po’ preda dei fumi dell’alcol, ma il suo sguardo indugia su André, fino a quando entrambi sono occhi negli occhi, riescono a respirare del respiro dell’altro, e poi una piena condivisione con quel bacio in punta di labbra da parte di Oscar che mette i brividi al corpo di André, corpo che sembra andare a fuoco per quel semplice tocco che apre la sua mente ad orizzonti solo immaginati. Oscar adagiata morbidamente sul letto, lo osserva e gli parla suggerendogli di andare a dormire, mentre lui si gode quell’attimo che sa di eterno, avendola lì, vicino a lui, a portata di mano, anche se solo per poterla osservare e bearsi di lei. Poi anche per lui giunge Morfeo ad accompagnarlo nel mondo dei sogni, posizionandosi sulle coperte del letto, senza sfiorarla ma sentendola vicina più che mai. I pensieri lasciati andare, sia quelli negativi che quelli positivi: ora è solo l’attimo da cogliere e domani sarà un altro giorno.
Giorno che viene annunciato dalla voce serena ma imperiosa di Oscar, che lo invita a sistemarsi, avendogli portato l’acqua per la toeletta e, mentre lo attende, fa una prima mossa sulla scacchiera che ha fatto bella mostra di sé già dall’ingresso nella stanza la sera prima. La prima pedina è stata mossa e la partita dovrà necessariamente continuare, come dimostra la decisione di Oscar di chiudere dietro di loro a chiave la porta di quell’angolo di mondo che si sono ritagliati, con la voglia di tornare quanto prima per rispondere con la seconda mossa a quella partita appena iniziata.
Veramente coinvolgente questo tuo what if, dove l’immaginazione è galoppata, prendendo spunti dalla letteratura e dalla cinematografia, come ci hai abituato, esplorando mondi diversi e adattandoli all’universo di L.O.
E’ sempre un piacere perdersi fra le tue righe che regalano momenti di svago, ma che fanno anche riflettere. Tutto è sempre curato al massimo, tanto da far sentire il lettore partecipe di quanto sta avvenendo. I personaggi vengono accarezzati e calati in altre dimensioni, proprio perché la storia canonica lascia ampi spazi di manovra alla fantasia dei vari autori che si cimentano per trovare molteplici alternative per continuare a parlare di loro e farli vivere, approfondendo talvolta episodi a cui non è stato dato il giusto spazio.
Complimenti vivissimi a te e a Elektra, illustratrice d’eccezione che è stata in grado di regalarci un momento di affiatamento fra i Nostri.
Un caro saluto ad entrambe e sempre grazie. A presto!

Recensore Master
22/04/22, ore 11:57

Dopo quella disastrosa serata alla taverna e la rissa, ci stava che i due non fossero rientrati a casa!

Recensore Master
22/04/22, ore 07:22

Certo che André taccia di stranezza Maria Antonietta per avere portato alla notorietà il color pulce, ma anche lui non scherza, dando fondo ai suoi risparmi per pagare la pigione di una stanza che non usa! :-D
Egli mette Oscar al centro delle sue emozioni, ma mi chiedo se non mostri un pizzico di presunzione quando si erge a giudice degli altri: Maria Antonietta è viziata e merita la lettera minuscola (ho sempre pensato che ne fosse molto geloso per le attenzioni che le rivolgeva Oscar), il Generale è meschino perché non comprende la profondità dei sentimenti di un servo (definisce da solo profondi i suoi stessi sentimenti), Robespierre è un abatino ipocrita (e questa gliela passo, perché sta antipatico anche a me). In effetti, sono tutti ostacoli che si frappongono tra lui e Oscar e André, quello del fumetto, si atteggiava spesso a incompreso. Quello del cartone animato, invece, più che presuntuoso e atteggiato a incompreso, era vittima delle circostanze e di una crescente corrosione emotiva, determinata dal desiderare l'impossibile e dal non volersene fare una ragione.
Mi sono sempre chiesta se André facesse bene a ricordare a Oscar che era una donna. Questa realtà, per lei, era destabilizzante e, in una situazione come quella di Oscar, di anormalità procurata e di equilibrio precario, non potendosi tornare indietro (cosa fatta capo ha), forse, la soluzione migliore sarebbe stata preservare quest'equilibrio, per quanto fittizio esso fosse e non mandarlo all'aria, con effetti imponderabili.
A presto!

Recensore Master
22/04/22, ore 00:49

Sfrutti gli spunti letterari in maniera egregia. "La casa delle belle addormentate" l'ho colta subito, per le altre farò altre letture della storia. Lo spunto della taverna della rissa quando Oscar era in pena per Fersen e tutti i pensieri di André annessi e connessi sono decisamente verosimili seppur molto originali. Bella l'idea dell'affittare una stanza a Parigi per avere un posto solo per loro e bella anche la disinvoltura nel bacio, anzi, dei baci che si scambiano senza malizia. La sottotrama legata al diario continua ad essere portante per la storia e a darle spessore. Complimenti vivissimi e complimenti anche per il disegno allegato. A presto.

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