Siamo viandanti, in questo cammino scosceso che si chiama vita.
Ogni volta le salite ci trovano impreparati, ci viene il fiato grosso, abbiamo bisogno di capirci, di specchiarsi.
Quegli stessi specchi che in discesa ci facevano felici, mostrandoci tutta la nostra bellezza, intelligenza, saggezza, riempiendoci di sè; quegli specchi d'un tratto diventano ostili, appannati, deformanti. Non servono più. "A fatica riconosco essere la verità". Fatica. Fatica nel salire, fatica nel trovare la strada.
Sentirsi "sbagliati" "o in un posto che non è il mio".
Ed è in questi momenti, in cui lo specchio non ci basta più, che ci guardiamo intorno. Ci si accorge che il cammino è costellato di viandanti come noi.
Basta poco. "Forse occorreva solo una lieve spinta". "Tentativi fatti di parole".
Le persone che erano troppo vicine per poter essere guardate nella loro completezza, improvvisamente diventano interessanti. Le persone troppo lontane per poter essere significative, improvvisamente diventano "speciali".
Basta poco, e tutto cambia. Come per magia. "Lo specchio sembra animarsi".
I viandanti si riposano, si scambiano esperienze di viaggio senza falsità, si donano "forza e coraggio".
Basta poco e la salita si spiana. Si riempie di "gentilezza", abbracci "caldi e rassicuranti", "contagiosi sorrisi", carezze per il cuore. "Una serenità rinnovata e consapevole".
Si aprono nuovi mondi dove trova spazio "il forte bisogno di sognare".
È una poesia che riempie di ottimismo e di sentimenti buoni, cara Fenice.
Perché fa capire che basta poco per "lasciar fluire le emozioni / di cui sono fatta / e che trattengo dentro da troppo tempo".
Forse tutto dipende solo da noi, dalla nostra voglia di condividere.
È una poesia tutta da scoprire e da centellinare: scuola di profonda meditazione, antologia di timida delicatezza, florilegio di preziosa introspezione.
Una poesia completa. C'è già tutto dentro, vedi, nella recensione non sono stato capace di fare nient'altro che ripetere le tue parole.
Un caro abbraccio. |