Ciao, Marti!
Come sempre, io ho letto la tua storia non appena l'hai pubblicata, l'ho amata moltissimo ma sono riuscita a passare solo ora.
Insomma, questa è una coppia a cui ovviamente io non avrei mai pensato, ma nel momento in cui tu l'hai nominata, prima ancora di leggere, mi ha folgorata e mi ha intrigata tantissimo (e, insomma, se ripenso a quando ci siamo conosciute che leggevo solo canon, direi che ho fatto un percorso lunghissimo e buona parte del merito è proprio delle tue storie).
Insomma, ero curiosissima di leggere questa storia, e dopo averla letta, l'ho amata moltissimo. L'ho amata, e mi ha commossa in un modo che non so nemmeno dire. L'ho trovata di una delicatezza unica, una storia capace di immortalare due solitudini con una dolcezza struggente, portando luce in due vite apparentemente piene di spigoli.
A Marge in realtà non ho mai pensato molto, ma Arabella Figg è un personaggio di cui non ho mai scritto ma a cui ho sempre pensato molto. Mi sta estremamente a cuore tutta la questione dei Magonò, di cosa possa significare crescere facendo parte di un'esistenza e poi sentirsene estromessi, discriminati, costantemente fatti sentire come manchevoli di qualcosa senza che il resto della società riconosca il valore della propria esistenza. In più, lei è comunque rimasta in contatto con Silente e con l'Ordine, ma nemmeno questo ruolo le viene mai riconosciuto. Insomma, c'è tantissimo da dire ed è qualcosa che a me incuriosisce moltissimo.
(Cuori per Kingsley che si mette una mano sulla coscienza e non cancella dalla memoria di Marge l'incontro fra le due 💜).
Ho amato, poi, la frase con cui riprendi la battuta di Vernon e la declini in chiave omofoba: del resto, la chiusura mentale e le discriminazioni dei Dursley sono emblematiche di questo tipo di mentalità.
Ho amato poi il tipo di dapporto di Marge e Campanellino (e ho adorato questo soprannome!).
Insomma, è una storia bellissima, e se mai dovessi decidere di scrivere altro su di loro io ne sarei felicissima.
Un abbraccio! |