Recensioni per
Malinconia
di Menade Danzante

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/02/23, ore 14:06
Cap. 1:

Ciao Menade,
ho scelto questa storia perché non conosco i fandom delle altre che hai proposto.
Premetto che anche se è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho visto Downton Abbey, il frammento su cui hai scelto di scrivere lo ricordo abbastanza.
Confesso che non avevo una buona opinione di Thomas, forse anche perché non sono andata oltre l’inizio della terza stagione e non mi sono concentrata più di tanto sulla sua evoluzione.
Ammetto che mi è piaciuta molto la tua versione di questo personaggio perché ne hai fornito un ritratto molto umano. Thomas è formato da tanti sentimenti, brucianti e pesanti, e c’è una grande contraddizione tra quello che pensa e prova e quello che invece lascia intuire all’esterno.
In questa veste umana, lui riesce a capire che cosa prova e di che cosa tema il tenente (forse perché è un qualcosa che ha provato sulla sua pelle). Mi è piaciuto vedere come ha cercato di aiutare qualcuno senza secondi fini, solo perché voleva farlo. Certo, c’è un certo impaccio nel farlo, dovuto probabilmente al fatto che non sa esattamente come comportarsi ma non ho potuto fare a meno di apprezzare questo, perché è un lato di Thomas molto bello e commuovente. 
Penso che non sia stato facile per lui e Sybil a mostrare al tenente che si poteva continuare a vivere anche senza la vista, che non tutto era perduto. Credo che nemmeno loro si siano resi davvero conto di quanto stavano facendo, perché non è semplice decidere di aiutare qualcuno in modo così pratico. 
Credo che il tenente, a sua volta, abbia aiutato Thomas. Infatti questa versione che ho letto è molto diversa da quella della serie. Quel Thomas non mi suscitava tanta empatia, forse perché è un personaggio sul quale non mi sono soffermata a riflette anche a causa dei comportamenti fastidiosi che ho visto nella prima stagione. 
Qui ho visto un uomo diverso, maturato e mutato non solo dalla guerra ma da quello che è successo anche dopo. Il conflitto mondiale  sicuramente lo avrà messo alla prova ma credo che sia stato il post, il riflettere su tutto quello che ha visto e provato, che lo ha cambiato davvero.
Il Thomas della fine della storia è una persona che si mette in discussione, convincendosi di non aver fatto abbastanza e sentendosi in colpa per non aver saputo aiutare una persona. Ecco, mi è piaciuto davvero tanto.
Non posso fare a meno di sottolineare anche tutta l'atmosfera che hai creato, questa guerra che riecheggia negli animi dei personaggi, che li tormenta e che non li lascia mai liberi.
Davvero una bella storia.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Master
03/02/23, ore 22:29
Cap. 1:

Ciao!
Tra le storie proposte per l'iniziativa "Quattro recensioni e un dado" ho scelto di passare di qui perché, se non conosco gli altri due fandom delle storie suggerire, Downton Abbey è invece una delle mie serie TV preferite di sempre e leggere qualcosa in merito è sempre un piacere. Specialmente in storie come questa, forse, ovvero storie dove si vanno a esplorare momenti lasciati quasi sotto silenzio, quasi dimenticati nella trama generale, e che però concorrono a caratterizzare in maniera decisiva un personaggio. Thomas, poi, credo sia forse il più complesso di tutta la serie e all'altezza temporale degli eventi qui narrati è ancora lontano dalla completa redenzione anche agli occhi dello spettatore.
Questa introspezione mi è piaciuta davvero molto, perché hai reso perfettamente giustizia al suo personaggio e alla sua complessità: il desiderio di aiutare, anche in conseguenza della propria esperienza personale in guerra, anche per un uomo che è considerato egoista e vile - incredulo è infatti nel sentirsi definire un salvatore.
E dietro, insieme a Thomas e a Courtenay, c'è tutto lo spettro e il dramma della guerra, cosa si prova nel viverla, cosa si prova anche dopo nel sapere di essere sopravvissuti. Anche qui, non un tema facile da scrivere ma tu sei riuscita a rappresentarlo con il giusto tatto e, insieme, con la giusta forza.
Ho poi amato, particolarmente, la tua prosa. Le parole sono scelte con cura, e la struttura delle frasi è equilibrata e allo stesso tempo efficace. Soprattutto penso tu abbia fatto un uso ad hoc del discorso diretto libero: si sente la voce dei personaggi, senza però interrompere la narrazione che risulta, quindi, davvero molto fluida. Poi, il fatto che scegli di usare il dialogo per momenti significativi (come quel "grazie", il "grazie a te" taciuto e l'espresso "non c'è di che") rende la prosa ancora più suggestiva. In semplici, bravi frasi condensi tantissimo significato - come qui, ad esempio, quando il taciuto "non c'è di che" sottolinea quanto anche Thomas stesso si sente salvato; o anche quando Thomas coglie che lo sbuffo del tenente è di fatti una risata.
Mi hai fatto tornare alla mente un episodio della serie che avevo del tutto rimosso - e mi hai fatto venire voglia di un ennesimo rewatch, neanche a dirlo. Questa storia mi è piaciuta molto, insomma, e sono proprio contenta di avere avuto modo di recuperarla.
Complimenti e alla prossima (ho adocchiato un'altra storia interessante sul tuo profilo e spero di passarci a breve!).
(Recensione modificata il 03/02/2023 - 10:29 pm)

Recensore Master
20/01/23, ore 18:02
Cap. 1:

Come si inizia una recensione che non sai come iniziare? Divagando, immagino, ed è quello che sto facendo io.
È da quando hai pubblicato che voglio lasciarti un parere, ma ogni volta apro il racconto, lo rileggo, lo amo più di quanto non abbia già fatto in precedenza e non riesco a mettere insieme parole per scriverti un commento.
Questo racconto mi svuota, con la sua emotività priva di sconti e i suoi momenti carichi di tensione, dubbi, dolore – sei riuscita a trasportare in queste righe uno dei retroscena più intensi di questa serie, dandogli più spessore e attenzione di quanto non abbia fatto la sceneggiatura.
Thomas è un personaggio con cui ho avuto un rapporto di amore-odio che è poi evoluto in solo amore, perché è complesso: carico di scelte sbagliate e parole al veleno, ma anche di una fragilità che ha dovuto disciplinare e di una speranza in un futuro migliore, più libero, custodita gelosamente. In queste tue pagine ho ritrovato proprio il Thomas che ho imparato a conoscere e ho amato scoprirlo protagonista, seguirlo in questa lenta e dolorosa introspezione.
Il tuo racconto, però, non è solo questo – non è solo Thomas e il suo universo emotivo.
È anche il tenente Courtenay e ciò che rappresenta: i sopravvissuti di una guerra che non possono tornare a ciò che era prima, perché quello non esiste più; il malessere che non ha ferite visibili e che per questo in troppi non vedono – e se lo vedono non lo riconoscono per ciò che è, e se lo riconoscono non lo comprendono, e se anche dicono di comprenderlo lo sottovalutano perché non è del corpo, ma dell'anima, della mente, della sfera che non si vede. Ma Courtenay e il legame che instaura con Thomas e Sybil rappresenta anche l'empatia che nasce spontanea tra le pietre, il desiderio di esserci solo per esserci, senza alcun secondo fine, la prova che qualcuno riesca ad andare oltre le apparenze e intuire a livello emotivo più che razionale l'importanza di avere accanto qualcuno in grado di sperare e spronare a farlo.
Questo tuo racconto è davvero tante cose, tante emozioni, una più vivida dell'altra.
Mi sono lasciata trasportare dalla tua scrittura frase dopo frase, tormento dopo tormento, vivendo assieme a Thomas ogni singolo attimo di questa esperienza che lo ha indubbiamente messo in discussione e cambiato – è azzardato dire che questa sia stata la prima volta in cui si è sentito persona e non servo, cameriere, soldato, errore? Courtenay che non vede e non spera riesce a sentire la persona dietro la maschera, quella maschera costruita negli anni per difendersi da un mondo da cui si è sempre sentito giudicato.
Un aspetto che mi è piaciuto tantissimo, e che ha reso ancora più convincente la caratterizzazione del protagonista, è che non ti sforzi di difendere Thomas: non lo giudichi né lo giustifichi, ma lo racconti, lo racconti esattamente per ciò che è, e lo fai con una delicatezza tale che a fine lettura posso solo dire che hai compreso totalmente questo personaggio – nei suoi pregi, difetti, fragilità, dubbi – e l'hai restituito al lettore affinché lo comprendesse a sua volta.
Ho già avuto l'occasione di leggerti e non posso fare altro che ribadire quanto mi piaccia il tuo stile. Lo trovo narrativo e intimo al contempo, non riesco a spiegarmi meglio purtroppo, ma è uno stile che da un lato riesce a trasportarmi nell'emotività dei tuoi personaggi e dall'altro riesce a mostrarmi in maniera vivida ciò che accade, la trama che si snoda.
Sono sicura che questa storia meriterebbe una recensione migliore di questa, ma nessuna parola mi sembra riuscire a esprimere quanto mi abbiano coinvolta queste pagine.
Con un ritardo imbarazzante, ti ringrazio per aver preso parte alla challenge e di aver condiviso questo meraviglioso racconto, sono tanto felice di aver potuto leggere un'introspezione di tale spessore dedicata a Thomas.
Un abbraccio!

Recensore Master
30/06/22, ore 10:22
Cap. 1:

Buongiorno, cara ♥

passo a lasciare due righe a questa bellissima storia che mi aveva colpita tanto: ho bene in mente l'episodio raccontato, lo trovo uno dei più tristi della seconda stagione, per quanto il suicidio di Courtenay fosse poi stato usato come espediente narrativo per giustificare la nascita del convalescenziario a Downton. Condivido pienamente il tuo amore per Thomas: fra i personaggi maschili è in assoluto il mio preferito, nonostante tutti i suoi difetti o forse proprio per quelli. La sua esperienza in ospedale ci ha dato modo di vedere quanto sappia donarsi agli altri, se pensa che possa valerne la pena e in questo ho ritrovato alcuni miei atteggiamenti: a volte credo non esista una logica secondo la quale mi prendo a cuore una persona e non un'altra, ma quando succede per quella persona farei di tutto. Thomas ha visto nelle sue azioni una sorta di redenzione che poi gli è stata strappata via dalla freddezza e della praticità di Clarkson (comprendo le ragioni del dottore, ma mio Dio, lo avevo detestato.)
Per fortuna ha comunque ancora Sybil al suo fianco, un'altra delle poco a cui Thomas ha voluto veramente bene e che ha saputo vederlo per chi era davvero.
L'ho trovata una storia bellissima, scritta con garbo ed eleganza, nonché un grande tributo a questo affascinante e complicato personaggio.
Grazie ♥

Bennina