Recensioni per
Due Anelli
di Kanako91

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/03/23, ore 18:47

Questo finale l’ho ADORATO!
Non mi aspettavo un punto di vista di Khamûl nell’epilogo, ed è stato grandioso! E tristissimo. Perché Khamûl è consapevole di essere al servizio di colui che ha sottratto ai suoi discendenti tutto ciò che lui aveva costruito, ed ora è anche costretto a sottomettersi all’ultimo arrivato, a cui viene conferito un grado superiore al suo… Ma soprattutto perché Khamûl crede fermamente di avere la possibilità, nel futuro, di ribellarsi a Sauron, di impossessarsi dell’Anello e di prendere il suo posto.
“Se avesse continuato a obbedire abbastanza a lungo (…) sarebbe giunto il giorno in cui Khamûl gli avrebbe sottratto l’Unico”
No, Khamûl, non è così che funziona!… o meglio, è davvero così, perché è proprio questa tua brama di potere che permette al tuo padrone di tenerti legato e sottomesso!
Altra cosa che mi è piaciuta moltissimo è come reagisce alla vista di Ciryandil, come ne rimane impressionato – dall’aspetto, da come tratta la sua spada, da come osa rivolgersi a lui. Khamûl capisce subito che c’è qualcosa di diverso in questo nuovo compagno/superiore.
E c’è davvero: Khamûl – e probabilmente anche gli altri – hanno accettato ciò che veniva dato loro, e dunque in qualche modo, inconsapevolmente, hanno “accettato” di essere schiavi. Ciryandil invece il suo anello se l’è conquistato, ha scelto da sé la sua strada e il suo titolo. “Non aspettavo altro”. Frase che dice tutto.
Il finale torna tutto di Khamûl e secondo me ci sta, perché è lui la figura tragica di questa storia (o almeno a me pare così). Ciryandil parte privilegiato per condizioni e per natura, vive sostanzialmente la vita che vuole e alla fine, in qualche modo, sceglie il suo destino. Khamûl si costruisce dal niente, cade in trappola ed è condannato non solo a essere schiavo e a essere comandato da un suo pari, ma a “vivere” per sempre preda di un’ossessione.

In conclusione, cosa posso dire che non abbia ancora detto? È stato davvero bello seguirti in questa avventura alla ricerca delle origini dei due Spettri più famigerati. Ti ringrazio per avermi trascinato in luoghi in cui mi avventuro di rado, a Númenor e nella Terra di Mezzo della Seconda Era, insieme a Ciryandil e Khamûl e a tutti i personaggi eccezionali che hanno ruotato attorno a loro; e a Sauron, la cui presenza fisica (se così si può dire) c’è stata poco, ma quella spirituale la si è sentita incombere per tutti e tredici i capitoli.
Grazie mille per aver condiviso. Non ho difficoltà a immaginare quanto tempo, impegno, fatica e passione tu abbia investito per produrre un lavoro di questo livello, quindi ti faccio, ancora una volta, i miei più sinceri complimenti.
Alla prossima,
Los

Recensore Junior

Ciao Kan!

Eccoci arrivati all’ultimo capitolo di Ciryandil, che comincia subito con un saluto di Ancalimon – “zio, ti vedo in forma” – che ci ricorda che adesso il nostro principe indossa l’anello!
Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia inserito, tramite le visite di Ancalimon, informazioni su ciò che sta accadendo a Númenor.
Innanzitutto perché siamo in un periodo in cui la storia Númenoreana è a una svolta, ed è sempre interessante vedere questo momento cruciale dal punto di vista dei diretti interessati (anche se sono solo degli accenni).
Poi perché mostra il progressivo disinteresse di Ciryandil nei confronti delle cose che finora erano state importanti per lui (se tuo fratello sta sfidando i Valar e tu dici “e allora?”, vuol dire che l’anello è già a buon punto col suo lavoro).
Infine perché contribuisce a dare il senso dello scorrere del tempo, insieme, ovviamente, all’altro elemento ancora più importante, che è l’invecchiare della sua compagna.

A proposito della donna… è durata, quindi, questa strana relazione! Anche dopo che la donna ha perso la sua giovinezza, anche dopo che ha cominciato ad aver bisogno di assistenza, anche se figli non ne sono arrivati. Sono stati loro due, soli, fino alla fine.
Mi ha colpito questo rapporto in cui sia lui che lei fanno di tutto per non capirsi (ma in realtà si capiscono); sembra quasi che nessuno dei due voglia ammettere di amare una persona che il mondo considererebbe sbagliata per lei. Nel caso di Ciryandil, una donna inferiore, una selvaggia. Nel caso della donna, un nemico, un conquistatore. Non parlare di ciò che li lega, forse, evita loro di dover fare i conti con sé stessi. O forse, il non capirsi li mette sullo stesso piano: finché tu non comprendi me e io non comprendo te, siamo uguali. (O forse sono io che parlo a ruota libera e dico cose prive di senso ;) )

Ma torniamo al tragico finale, in cui Ciryandil, ponendo fine alla vita della sua compagna malata e sofferente, taglia l’ultimo filo che lo teneva legato al mondo reale e compie il passaggio definitivo.
Ecco, se avevo dubbi sulle intenzioni della donna, questo capitolo le ha messe in fuga e la citazione (se l’ho interpretata bene) le ha polverizzate. Come Sam era devoto a Frodo – ed era per lui decisamente più di un servitore, gli era compagno nel viaggio che, per quanto ne sapevano loro, sarebbe stato l’ultimo – così è stata la donna per Ciryandil (fatte le stradovute proporzioni): non una schiava, ma una compagna nell’ultima parte del suo viaggio.
Con la sua scomparsa, scompare anche Ciryandil. Lui, il suo corpo, la sua storia e il suo nome.

Bene, Kan. Manca ancora l’epilogo ma io già comincio a tirare le somme e a ringraziarti per questa storia. È stata una lettura avvincente e interessante.
Per la parte del tenente, ho apprezzato – tra le tante altre cose – la tua capacità di creare praticamente dal nulla un contesto verosimile, in linea con quel pochissimo che sappiamo dei popoli del sud e dell’est della Terra di Mezzo, e allo stesso tempo originale. Per la parte del capitano, ho apprezzato l’interpretazione personale di una storia, quella di Númenor, che Tolkien ha narrato molto più nel dettaglio, ma che vista attraverso i tuoi occhi assume una maggiore profondità e diventa coinvolgente anche sul piano dei singoli personaggi.

Ora vado a godermi l’epilogo, che – questa volta sì – sono riuscita a non leggere prima!
A presto
Los

PS Mi accorgo ora che ho dimenticato di ringraziarti per la risposta all’ultima recensione… lo faccio subito: grazieeee ❤︎

Recensore Junior

Ciao Kan!

Sono un po’ indietro con le recensioni, ma non ho intenzione di saltare capitoli e nemmeno di farmi influenzare da ciò che accade dopo, quindi ho evitato di leggere il capitolo 12 (va beh, ho "quasi" evitato… una mini-sbirciatina l’ho data, non ho resistito) prima di scrivere questo commento.
E allora cominciamo! Ciryandil torna nella Terra di Mezzo, cambiato dalla sua esperienza ravvicinata con la morte, e la donna è lì che lo aspetta. Anzi, di più, la donna si mette a seguire lui e i suoi uomini quando si addentrano nell’entroterra alla ricerca dei lapislazzuli.
E per quanto Ciryandil non lo ammetta, è evidente che la donna esercita su di lui un certo fascino, tanto è vero che non solo accetta di essere seguito (anzi, quando non la vede, la va a cercare!), ma impedisce ai suoi uomini di scacciarla o di farle del male. Infine, quando si convince che lei vuole solo il suo bene (eufemismo dell’anno visto che gli salva la vita due volte), la prende con sé.

Per me la donna rimane sempre un mezzo enigma.
Mi domando chi fosse prima dell’arrivo dei Numenoreani, come vivesse. Me la immagino come una donna sola, esclusa dalla sua comunità per un qualche tipo di pregiudizio (mi sembra di ricordare che avesse una casa isolata), che vede in Ciryandil qualcosa di nuovo, o meglio, qualcuno che, data la sua incapacità di capire la cultura del luogo (perfino la lingua), non avrà mai lo stesso tipo di pregiudizio su di lei, e con il quale – per assurdo – lei può avere una specie di rapporto paritario.
È un ragionamento contorto, ma lo preferisco a quello che faccio quando me la immagino sola perché delusa dalla vita, piena di rancore per qualcosa che le è accaduto, con un comportamento cinico del tipo: arriva l’uomo forte ed è meglio stare dalla sua parte se voglio sopravvivere (ragionamento comprensibile, comunque).
Ho invece decisamente escluso l’ipotesi che fosse un emissario di Sauron che entra nella vita di Ciryandil per condurlo, al momento giusto, ad accettare l’anello e a passare nel modo delle ombre.

Ma lasciamo la donna per parlare dell’imboscata, che è il punto fondamentale di tutto il capitolo (o di tutta la parte su Ciryandil), perché dall’incontro con il guerriero dei Regni del Sole Ciryandil ottiene il suo anello.
Tralasciando quanto mi abbia incuriosito questo guerriero (chi è? come ha avuto l’anello? qual è la sua storia?), è impossibile non fare un paragone con Khamûl, a cui l’anello viene offerto facendo leva sul suo desiderio di creare un regno forte e duraturo (mescolato a quello più egoistico di restarne a capo il più a lungo possibile).
Con Ciryandil un approccio del genere non avrebbe mai funzionato (posto che Sauron avesse intenzione di dare a lui uno dei suoi anelli, cosa che io avevo data per scontata ma di cui a questo punto comincio a dubitare). Ciryandil le cose non le accetta in dono, se le conquista con la forza!
In ogni caso, che questo passaggio sia stato voluto, pilotato o del tutto imprevisto, il nostro futuro Nazgûl infila l’anello e la strada che lo porterà alla sottomissione (ma anche alla fama imperitura, anche se la storia lo ricorderà con un nome diverso dal suo).
Nello stesso momento Ciryandil conquista l’anello e accetta la donna come compagna. Dopo la morte dei genitori, questo è il distacco definitivo da Numenor. Non ci resta che assistere alla nascita dello spettro.

Grazie per questo nuovo capitolo, nel quale – dimenticavo di dirti – ho apprezzato molto anche la parte d’azione, la descrizione del combattimento, che è chiara e appassionante, ben ritmata, carica di tensione e con un breve dialogo denso di significato con il guerriero che portava l’anello. Davvero molto ben fatta.
Capace che abbia dimenticato altre cose, nel caso te le dirò tra pochissimo, con la recensione al 12.
Ti rinnovo i complimenti ❤︎
A presto,
Los

Recensore Junior

Ciao Kan!
Eccomi arrivata a commentare anche questo capitolo, molto introspettivo, direi quasi intimo, tutto incentrato sul rapporto di Ciryandil con la vecchiaia e la morte. Fin dalle sue prime riflessioni si capisce che sono aspetti dell’esistenza dell’uomo che Ciryandil tende a rimuovere dalla sua mente, ma quando il decadimento fisico e mentale comincia a interessare i suoi genitori, non può più evitare di affrontarli.

Immagino che sia facile evitare di pensare al fatto che un giorno la vita avrà una fine se sei un Numenoreano, dotato di una vita lunghissima, di una giovinezza quasi altrettanto lunga e di un’ottima salute. E per lo stesso motivo quando alla fine la caducità si presenta, immagino che sia ancora più difficile da accettare. Difficoltà accentuata dal fatto che i Numenoreani sapevano che ai loro “cugini” elfi questo destino veniva risparmiato.

Ho trovato molto toccante l’“auto-ritirarsi” di Nenilde, la sua scelta di “invecchiare precocemente” per non lasciare il marito da solo ad affrontare la prova più dura. Una decisione che mostra, ancora una volta, la profondità del sentimento che li ha uniti, e che ha continuato ad unirli in tutte le fasi della loro vita, fino all’ultima.

Ma torniamo a Ciryandil, perché è il suo comportamento che mi ha colpito di più in questo capitolo. Ciryandil, pur provando qualcosa che rasenta la repulsione per la vecchiaia e per la morte, non fugge. Non lascia Numenor per tornarsene nella Terra di Mezzo – anche se avrebbe sicuramente potuto trovare una scusa per farlo – ma sceglie di restare accanto a suo padre fino alla fine. Accetta di assistere al decadimento e alla morte di Ciryatan (e di ascoltare le sue ultime terrificanti parole) – cosa che non fa nemmeno Atanamir.
L’ho trovato molto coraggioso da parte sua, e così come nel capitolo precedente l’avevo sentito distante a causa delle sue azioni violente, qui invece l’ho ammirato. Il valore nelle battaglie, soprattutto quando si ha la supremazia “tecnologica”, non mi fa una grande impressione; la capacità di guardare in faccia le proprie paure, invece sì.

Comunque, alla fine, Ciryandil torna nel suo mondo sempre più consapevole che Numenor non è più casa sua. La sua avventura volge al termine e a me piacerebbe correre subito a leggere il prossimo capitolo (ah, com’è vero che fremo per la comparsa di “qualcuno”), ma temo che dovrò aspettare perché ho una fila di accolli – veri ;-) – che mi aspettano!

Grazie mille per questo nuovo capitolo e a presto ❤︎
Los

Recensore Junior

Eccomi qui, Kan, con il mio solito enorme ritardo, di cui mi scuso.
Un capitolo pieno di interrogativi, questo, ambiguo come la donna che ne è protagonista. Ma andiamo con ordine.
Per prima cosa Ciryandil, ormai sempre più a suo agio nel suo ruolo di conquistatore spietato. Con che facilità progetta e mette in pratica azioni efferate! (Risposta: con quella di chi pensa di avere tutto il diritto di farlo). Il senso di superiorità che lo anima – e che giustifica, ai suoi occhi, le sue azioni – trapela da ogni parola del capitolo. È un personaggio disturbante e allo stesso tempo molto credibile. Ti dirò, vista dall’ottica di Sauron, questo Numenoreano mi sembra un soggetto ancor più promettente di Khamûl da arruolare nelle proprie fila… così, come indole.
E poi, la donna misteriosa. Non particolarmente appariscente, ma da cui Ciryandil è fortemente attratto; apparentemente una serva, ma adorna di gioielli; che cede facilmente, ma con atteggiamento sempre fiero e sicuro di sé.
Ciryandil ne è attratto a livello fisico quanto lo è dalle pietre che indossa, che indicano la presenza, nelle vicinanze, di ricchezze da depredare, e non presta attenzione alle incongruenze che, forse, dovrebbero metterlo in guardia: la facilità con cui gli si concede, il fatto che non si mostra intimidita dalla sua presenza… Ciryandil non teme nulla, meno che mai una donna indigena. La usa finché pensa di poterci guadagnare qualcosa, poi passa alle maniere che ritiene più efficaci – e che, probabilmente, lo divertono di più: l’attacco al villaggio.
Ma alla fine anche lui è costretto a prenderla in considerazione: quando la vede sopravvissuta al fuoco e con la ferocia negli occhi, Ciryandil si domanda quello che anche i lettori si chiedono: cosa è stato lui, per lei? L’odiato ingannatore che ha distrutto il suo villaggio, o uno strumento di cui la donna si è servita per i suoi piani?
Io, personalmente, sono in alto mare con le ipotesi!
Pensa che quando Ciryandil è entrato nel tempio del Signore di Tutto e ha trovato l’uomo dalla pelle chiara, mi sono detta: ecco! è arrivato Sauron… invece, tempo un attimo, e ce lo ritroviamo a bruciare senza testa!
Si capisce che attendo con ansia la comparsa del nostro dispensatore di anelli?
A meno che… la Donna stessa…
Non so più cosa pensare, e tu sai quanto questa cosa mi piaccia! E quel che è meglio, è che tra poco avrò qualche risposta… o forse, nuove domande!
Grazie mille, Kan, per questo nuovo capitolo e a prestissimo,
Los

Recensore Junior

Eccomi, Kan!

Cyriandil ha preso il posto di suo padre nella flotta di Númenor. Un ruolo che, a quanto pare, lo soddisfa appieno, perché gli permette di fare ciò che gli piace e ciò che gli riesce bene: la battaglia, la conquista, il saccheggio. A proposito, nel tuo headcanon è lui che introduce la pratica degli attacchi notturni di cui parli nelle note? È a questo che si riferisce quando dice di voler mettere in atto “idee che aveva sviluppato durante le visite nella Terra di Mezzo con suo padre”? Se sì, chissà se suo padre è a conoscenza delle sue “migliorie”, e se le approva.
In ogni caso, Ciryatan adesso ha altro di cui occuparsi, visto che finalmente è diventato re. Certo, quando Cyriandil rientra a Númenor, Ciryatan vuole avere notizie e cerca di dare consigli, ma è chiaro che neanche volendo avrebbe potere su ciò che il figlio fa quando è lontano – tanto più che Cyriandil si guarda bene dallo scrivere lettere per informare i genitori delle sue imprese.
E a proposito di rapporti fatti al re, immagino che il Kusem di cui si parla sia il nipote di Khamûl. Mi piacciono questi riferimenti alla storia del tenente, che permettono di inquadrare il periodo in cui si svolge la vicenda attuale.

Per quanto riguarda Aldarian… diciamo che non sembra condividere gli interessi di Cyriandil – a parte uno, si capisce! Non le interessano i racconti sulla Terra di Mezzo, né i manufatti ingegnosi, né tantomeno le incantevoli conchiglie. Solo gioielli per l’amante del principe! Sono curiosa di vedere se e come si evolverà il loro rapporto.

Ma adesso mi chiedo? E i “desideri inconfessabili” quali sono?
Ne butto là due, uno meno probabile dell’altro.
Quello di Cyriandil, che anche se sembra soddisfatto del suo ruolo di conquistatore desidererebbe essere re (cosa che un giorno sarà, sebbene non di Númenor). E il desiderio di Aldarian, che continua a guardare Atanamir “con uno sguardo particolare”, come se fosse lui il principe che la interessa veramente.
Aspetta, ce ne ho un altro… il desiderio di Atanamir di essere un po’ di più come suo fratello (amato da tutti e libero di fare ciò che vuole).

Bene, e dopo queste ipotesi più o meno strampalate, ti lascio e attendo il prossimo capitolo per avere – forse – alcune risposte!
Grazie per questo nuovo capitolo e a prestissimo,
Los

Recensore Junior

Kan! Che bello, sei già tornata con Due Anelli… il tempo è volato!

E qui siamo a Númenor e al primo viaggio di Ciryandil nella Terra di Mezzo. Nella scena della partenza, le dinamiche famigliari che descrivi inquadrano bene i caratteri dei personaggi e la situazione nella quale si muovono: le notti bollenti di Ciryatan e Nenilde, che già conoscevamo, la passione per i viaggi di Ciryatan, il sovrano regnante che evidentemente disapprova la condotta del figlio (e immagino sia anche per questo che non ha ancora ceduto lo scettro)... Un clima nel complesso sereno, in cui si intuiscono le tensioni sottese.
Atanamir mi piace. Forse non dovrebbe, visto che è stato il primo a fare il gesto dell’ombrello ai Valar (o forse, proprio per questo, dovrebbe? Los, un po’ di coerenza: Fëanor sì, ma i Númenoreani no? Mmmh… ci devo riflettere). Comunque… qui mi piace per il carattere che gli dai, io adoro quel tipo di persone che quando parlano non capisci mai se credono in quello che stanno dicendo, o se lo dicono in senso ironico.
Mi piace anche il carattere di Ciryandil, che è intelligente abbastanza da avere le idee chiare sulle dinamiche della sua famiglia e sulla politica numenoreana. Ho adorato questa battuta: “Sono in grado di cogliere le lezioni anche dalla non applicazione delle regole che mi vengono imposte”. Una tra le tante che ci mostrano che Ciryandil non è solo un bel fisico.
E parlando di questo… tu l’avevi chiamato scimmione e qui la madre lo chiama balenottero… è chiaro che il ragazzo ha una stazza non indifferente! (Cosa subito confermata dalla descrizione che ne fai dopo). È comprensibile che ciò che colpisce a prima vista sia la sua prestanza fisica e atletica, e non altre qualità più nascoste, come l’intelligenza o la vena artistica.

Ho trovato molto interessante anche la seconda parte, quando Ciryatan approfitta della sosta presso le vecchie colonie per fare una breve lezione storico/politica al figlio (l’inquadramento storico, devo ammetterlo, è servito anche a me). La visione utopistica di Ciryatan è la giustificazione numenoreana alla guerra di conquista. Ci sta tutta.
La fiducia incondizionata di Ciryandil in suo padre, che sconfina nell’adorazione, mi fa una gran tenerezza (mai una volta che le cose possano finire bene).

Eccoci partiti per una nuova avventura! Ciryandil ha un background completamente diverso da quello del nostro tenente: questo futuro Spettro proviene da una stirpe di sovrani, discende dagli uomini che hanno combattuto prima Morgoth e poi Sauron, è figlio di un padre che lo ama e lo supporta.
Ciryandil non deve come Khamûl cercare da solo la sua strada, combattere per guadagnarsi un posto nel mondo, andare alla ricerca di alleati validi. Ha un ruolo assegnatogli dal padre, e dietro alle spalle tutta la potenza della flotta numenoreana.
Eppure, come Khamûl, arriverà alla stessa meta.
Non vedo l’ora di scoprire come!

Grazie mille per aver ripreso questa storia!
A prestissimo,
Los

PS
Perdonami eventuali errori, mi sono trovata all’ultimo ma non volevo arrivare dopo l’uscita del prossimo capitolo♥︎

Recensore Junior

Kan, con imperdonabile ritardo arrivo a commentare questo ultimo capitolo della parte dedicata al tenente.

Un finale davvero malinconico: Khamûl che vede invecchiare e morire la sua amata Harshani e i suoi figli è un’immagine tristissima. E sebbene anche lui si renda conto che si sta distaccando dalla vita sempre di più, ancora non si sente pronto per lasciare il regno nelle mani dell’erede che lui stesso ha preparato. Ho adorato quando la ormai vecchia e saggia Urri lo mette in riga, facendogli – tra le altre cose – notare l’errore commesso col povero Samir (non so perché, ho preso a cuore Samir).

E così Khamûl è svanito ed è diventato leggenda.
Mi chiedo se Sauron si aspettasse che il Doragmalik avrebbe dato ascolto ai consigli di Urri e ai racconti del suo schiavo Numenoreano e avrebbe lasciato il comando ai suoi nipoti così “presto”. Cioè, col fatto che il regno, dopo la sua abdicazione, si destabilizza e che i Numenoreani riprendono la colonizzazione, ho idea che il piano di Sauron fosse di tenere Khamûl vincolato a sé nel ruolo di Doragmalik ancora per un po’.
O forse mi sbaglio, e quella che è sembrata una decisione volontaria di Khamûl in realtà è stata la naturale conclusione del processo di corruzione dell’anello, che un po’ alla volta lo ha reso insensibile agli stimoli del mondo reale – come si vede dal rapporto col suo schiavo, o dal fatto che non sente più il bisogno di dormire – e lo ha avvicinato al passaggio definitivo al mondo delle ombre. In quest’ottica, la rinuncia diventa più una resa che una cessione volontaria. Ma, come spesso accade, è probabile che la verità sia un misto di entrambe le cose.

Mi è piaciuta molto questa conclusione – e mi ha fatto venire voglia di sapere cosa succederà dopo: come il Khamûl-spettro si ricongiungerà col suo padrone e quali imprese gli verranno affidate (oltre a quelle che già conosciamo), e soprattutto quanto di ciò che è stato Khamûl come uomo resterà anche nella sua forma di spettro.
E se le mie domande, come credo, non troveranno risposta nel proseguimento della storia, non escludo che verrò a disturbarti su altri canali per avere le risposte ;-)

Ho apprezzato molto questa prima parte dedicata al tenente. Capisco che, per come è stata pensata la storia, sei capitoli dedicati a Khamûl siano il numero giusto, ma sappi che se ce ne fossero stati dieci di più li avrei letti tutti volentieri. I tuoi personaggi mi hanno coinvolto e incuriosito anche quando hanno fatto solo una breve apparizione, l’ambientazione è curata e convincente, la storia piena di spunti interessanti sia guardandola da un punto di vista tolkieniano, che da uno più generale.
Di sicuro a dicembre sarò in prima fila per assistere all’arrivo dello scimmione (?!) di Angmar. Ottimo lavoro, Kan!
Grazie mille per la condivisione, e a presto!
Los

Recensore Junior

Kan! Eccomi, all’ultimo minuto, come sempre.

Allora, se volessi andare con ordine dovrei partire dall’incontro con i Kindi, e parlare di quanto abbia apprezzato la presenza dell’olifante – un piccolo dettaglio che contribuisce a farti sentire nella Terra di Mezzo e non in una giungla qualunque… non bastasse la presenza di elfi e di alberi semisenzienti, voglio dire ;) – e di come mi sia piaciuta la descrizione di questa avar minuta, insolente, indomabile, degna discendente di chi anticamente ha deciso di rinunciare all’invito dei Valar.
Ma… come si fa ad andare con ordine nel capitolo in cui si assiste al ritorno di Sauron?! E alla comparsa dell’anello!

(A proposito di Sauron, faccio un piccolo inciso… mi sono accorta di aver frainteso! Avevo dato per scontato che il precedente Doragmalik fosse stato Sauron in persona, invece era anche lui un possessore di anello… non cambia molto la dinamica dei fatti, ma rende alcune cose che ti ho detto nelle scorse recensioni prive di senso. Sorry.)

Ma torniamo a noi. In questo nuovo incontro mi è piaciuto molto come cambia l’atteggiamento di Khamûl quando Sauron gli mostra l’anello.
Prima il suo interesse è sullo straniero, verso cui ha un atteggiamento se non dubbioso almeno circospetto, ma gli basta vedere l’anello anche solo per un attimo, che subito la sua attenzione si sposta su quest’ultimo, ne è incuriosito, poi attratto, vuol saperne di più, e in poco tempo finisce per elencare i motivi per cui sarebbe un bene accettarlo.
La “visione” che Khamûl ha quando è sul punto di prenderlo (l’escalation da “avrebbe costruito una strada” fino a “avrebbe segnato la storia”), l’ho trovata molto in linea con il modo di agire dell’Unico, e mi sembra perfettamente sensato perché i nove a quel punto sono totalmente assoggettati ad esso, come se fossero delle sue estensioni.
La scena in cui Khamûl accetta l’anello e se lo infila per la prima volta era il momento che aspettavo fin dall’inizio della storia, e l’attesa è stata ampiamente ripagata! È tutto molto coinvolgente: il suo ingresso nel mondo delle ombre, il suo sperimentare il potere conferitogli dall’anello, la sua rivincita su chi l’aveva ostacolato.

E non è finita, perché poi arriva la tragedia vera: la morte di Ramaj, il figlio più amato, senza dubbio la cosa peggiore che potesse capitare a Khamûl. L’arrivo del suo corpo alla corte, dove lo attende tutta la famiglia, è straziante.
Questa è la parte che mi è piaciuta di più, perché qui si vede come l’anello alteri la percezione che Khamûl ha di ciò che lo circonda (di Samir, in questo caso), o enfatizzi all’estremo sentimenti che Khamûl prova veramente (come, immagino, il rammarico perché è morto il figlio sbagliato). O forse fa un po’ tutte e due le cose. Perché è così che lavora l’anello: accentua le pulsioni più oscure, le fa prevalere.
E così, il gesto compassionevole di Samir di evitare ai nipoti la terribile vista del padre con la gola squarciata, viene interpretato da Khamûl come insensibilità, se non peggio.
La presenza di Harshani è l’unica cosa che ancora lo contiene, che pone un freno alla sua rabbia alimentata da questa percezione distorta della realtà (è terribile immaginare cosa succederà quando anche la moglie verrà a mancare).

Infine: l’inevitabile vendetta. Il punto in cui Khamûl sperimenta le sue doti di stregone. Trovo coerente che il potere fornito dall'anello sia intrinsecamente legato alla rabbia e alla vendetta; è un potere distruttivo quello che dispensa Sauron, come ben sappiamo.

Un capitolo intenso, tragico, perfetto. Complimenti! Era dall’inizio che lo aspettavo, e non ha deluso le aspettative!
Grazie mille e prestissimo,
Los

PS
Khamûl che parla di Elfi a Sauron:
«Ci hai avuto a che fare».
«Più volte, in tempi diversi»
Per la serie: come riassumere in due frasi tre Ere della vita di Sauron ;P

Recensore Junior

Kan!

Avevo sbagliato tutto… immaginavo il problema della successione con un figlio soltanto, che magari non corrispondeva alle aspettative, oppure faceva una brutta fine… e invece di figli ne sono arrivati tanti! Anche troppi… bella rogna quando l’erede è meno adatto al governo di quello che viene dopo nella linea di successione (dal punto di vista del re, si capisce, magari invece quello più riflessivo è più adatto di quello più impulsivo).

Insomma, non sta andando esattamente come mi aspettavo (e ne sono felice, perché adoro essere sorpresa), ma il rapporto padre-figli si dimostra comunque una grande fonte di tensione.
Fa male assistere alle dinamiche tra Khamûl e Samir, il secondo schiacciato dall’imponente (e ai suoi occhi forse irraggiungibile) figura paterna, e dalle aspettative che ricadono su di lui, mentre il primo interpreta il comportamento del figlio come debolezza, o remissività, e inadeguatezza al comando. E in più, Samir ha sempre davanti agli occhi la smaccata preferenza del padre per Ramaj!
(E in più, tu rincari la dose col titolo: "frutto avariato", sigh... sei spietata ;P)

Meno male che c’è Harshani, con la sua abitudine a “dispensare consigli”, che si inserisce in queste dinamiche cercando di mostrare a Khamûl un punto di vista che lui, per il suo carattere e per il suo ruolo, non può o non riesce a vedere. Anche se purtroppo sembra che i suoi sforzi siano vani.

E infine… ci prepariamo alle battute conclusive, visto che, nonostante tutti i consigli che lo invitavano alla prudenza (e, a onor del vero, i tentativi fatti in tal senso), Khamûl non può fare a meno di andare personalmente a supervisionare i lavori per la costruzione della nuova strada nella giungla.
E, tra parentesi, anche qui… frecciatine a Samir e la reggenza ad Harshani?? Khamûl, forse tua moglie è più capace di assumere il comando, non dico di no, ma politicamente che messaggio dai? Stai scavando la fossa al tuo erede!
Comunque. Demoni nella giungla… alberi che si ribellano… mi sa che c’è una comunità di Elfi che vive in quella zona! E se già il precedente Doragmalik non ci aveva messo piede, temo che l’impresa che aspetta Khamûl sarà al limite dell’impossibile.
E a proposito di Sauron… il grande assente, quanto mi è mancato! A dire il vero non mi aspettavo di vederlo all’opera così presto, ma alla fine mi sono accorta che ci speravo!

Molto bello anche questo capitolo, Kan! Mi piace come costruisci la storia e come crei le aspettative, e come prendi strade che non prevedo. Mi tieni col fiato sospeso!
Complimenti e a prestissimo,
Los

PS Ti chiedo una sciocchezza, ma sai che mi piace leggere ad alta voce… è Sàmir o Samìr (e già che ci sono, la j di Ramaj è come quella di Jean alla francese?)

Recensore Junior

Ciao Kan!
Arrivo all’ultimissimo momento anche stavolta, quindi parto subito col commento.
Mi piace come si è evoluto il rapporto tra Khamûl e Harshani, sia sul piano ufficiale – in pratica sono finiti a governare insieme! – sia sul piano personale… ma qui sono di parte perché adoro le storie in cui si comincia con un matrimonio combinato (o di convenienza) e dopo nascono sentimenti profondi e una buona intesa sessuale.
Il fatto che Khamûl cerchi di rassicurare la moglie quando non arrivano i figli, anche se entrambi sanno che per consolidare la loro posizione e per assicurare un futuro al loro impero l’esistenza di un erede sia fondamentale, è indicativo di quanto importante sia diventata per lui Harshani, che da fedele alleata si è trasformata in un’insostituibile compagna per la vita.

Ma la cosa che mi è piaciuta di più, immagino non sia difficile da indovinare, è l’arrivo di Sauron. Dall’inizio alla fine, l’ho adorato. Dalla sensazione di disagio che prova Khamûl ancora prima di vederselo comparire davanti, alla sua descrizione – un essere diverso da ogni altro di sua conoscenza, bellissimo e antico – al dialogo che hanno, fino alla sua uscita di scena.
Mi spiego meglio: Sauron esordisce chiamando Khamûl col titolo che una volta era stato suo, utilizzando un misto di ironia e presa in giro che perdurerà per tutto il loro incontro, e che ho trovato meravigliosamente appropriato al personaggio.
Stessa cosa dopo, quando dice che Khamûl ha fatto “un lavoro migliore di chi l’ha preceduto”.
Sauron è superiore a Khamûl per mille motivi (per essenza, per conoscenza, per potere, etc, etc), è in una posizione di netta predominanza, sa di esserlo, e in qualche modo la cosa lo diverte. La sensazione è che stia già pregustando il momento inevitabile in cui avrà Khamûl completamente sottomesso.
E poi mi è piaciuto come pianta i semi del dubbio, come si prepara la strada per quando tornerà con la proposta (o sarà più un’imposizione?) di accettare l’anello che gli verrà dato.
Infine: nonostante il senso di disagio e le parole malauguranti, quando Sauron si allontana il primo istinto di Khamûl è quello di fermarlo, o di seguirlo. Mi ha molto colpito questo particolare, perché dà l’idea – che condivido, e che aveva sottolineato anche Rahamadi – che Sauron sia in grado di esercitare un particolare magnetismo su chi lo circonda.
E vogliamo parlare del suo congedo? “Non è un discorso che sei pronto a sentire, il mio. Ci rivedremo quando lo sarai”. Anche qui di nuovo Sauron parla di cose che può capire solo lui… e tu ci leggi la tragedia che incombe.

Sensazione che ti rimane dentro anche quando leggi dell’evento più bello nella vita di Khamûl e di sua moglie: l’arrivo dell’erede. Vedi la felicità più completa entrare nella vita di questa coppia, vedi come cambia la visione del mondo di Khamûl, e del futuro (al quale ora guarda con speranza), e come si modifica, di conseguenza, il suo modo di governare… e dentro ti continui a chiedere cosa andrà male, e su che leva agirà Sauron per assoggettarlo.
(La difficoltà ad avere figli e il lungo travaglio di Harshani, il fortissimo impatto emotivo che ha subito Khamûl con l’arrivo di Samir, unito all’accenno di Sauron sul fatto che i figli “deludono” i genitori, e a quello che da Khamûl “non emerge alcuna canzone” per il piccolo, mi fanno pensare che la tragedia arriverà dal fronte figli…)

Sempre più curiosa di sapere cosa succederà, ti rinnovo i miei complimenti!
Grazie e a prestissimo,
Los

Recensore Junior

Eccomi Kan! Arrivo all’ultimo momento a lasciarti le mie impressioni su questo secondo capitolo.

È passato qualche anno e Khamûl si è stabilito a Doragzûl e si è arruolato, come aveva deciso. Ora il problema è che l’esercito sta per disgregarsi, perché il governatore della città sta per chiudere i fondi necessari per mantenerlo. La soluzione ci sarebbe: le tribù devono tornare unite e per questo c’è bisogno di un nuovo Doragmalik.
Khamûl sembra essere restio a incarnare questo ruolo, nonostante sia evidente a tutti che abbia la stoffa per farlo, e quando Rahamadi glielo propone sostiene di non esserne in grado.
Ma dice anche che fino a quel momento ha voluto tenere un “profilo basso” per non mettere nei guai la sua famiglia, e quindi indirettamente che lui, di suo, il profilo basso non l’avrebbe tenuto… e per me questo significa una cosa sola: potenziale leader! Insomma, il generale ci ha visto giusto.

Rahamadi è un personaggio interessante, bravo sia con la mente che con la spada, ha una visione che coincide con quella di Khamûl, ma al contrario del ragazzo ha le idee chiare su come realizzarla… un’altra bella figura di riferimento per il nostro futuro tenente.

In questa prima parte, un punto che mi ha preso molto è stata la descrizione del Doragmalik fatta proprio da Rahamadi (“non aveva solo carisma, ma anche un fascino particolare”… non faccio fatica a crederlo!) e le varie leggende che girano su di lui. Come dicevo la volta scorsa, è affascinante vedere le diverse facce della verità.

Leggendo la parte centrale, all’inizio mi ha colto di sorpresa l’accelerazione sulla campagna militare che porta Khamûl a diventare Doragmalik, ma poi mi sono resa conto che non poteva essere diversamente… a meno di non voler scrivere una trilogia solo sull’ascesa di Khamûl! E non è questo il tema del racconto. In ogni caso, pur essendo una parte che corre via veloce, non tralascia le tappe fondamentali, mostrando una successione degli eventi credibile, e una strategia militare convincente.

Nell’ultima parte, inutile dirlo, mi è piaciuta molto Harshani con quel suo bel caratterino, e mi sono sembrate di buon auspicio le basi sulle quali lei e Khamûl fondano il loro matrimonio: comunicazione schietta e sincera, e complicità! (Buon auspicio si fa per dire… vivo in attesa del dramma che verrà).

Per concludere, il titolo del capitolo: “Il prezzo da pagare”. Il fatto che tu non l’abbia chiamato, più banalmente, “L’ascesa di Khamûl” o “Un nuovo Doragmalik”, mi è sembrato un bel modo per soffermarsi sul concetto che questa ascesa non è a costo zero, come potrebbe sembrare da una lettura superficiale: tagliamo due teste, radiamo al suolo qualche villaggio, ed è fatta!
C’è un prezzo da pagare sia sul piano personale, che è, di fatto, abbandonare la famiglia, sia su un piano più ampio, di popolazione, perché le guerre necessarie per unire di nuovo l’impero avranno sì, come fine ultimo, stabilità e prosperità, ma hanno come primo effetto la morte e la sofferenza della gente che questo impero lo abiterà.
E alla fine mi domando: quale sarà il prezzo da pagare quando Khamûl entrerà in possesso dell’anello?

La storia mi ha preso, e non vedo l’ora di vedere come prosegue! (Ci ho messo così tanto a recensire che lo vedrò prestissimo ;P )
Complimenti per questo nuovo capitolo, e alla prossima!
Los

PS
Quest’estate sono stata tra divanetti e cuscini, là dove si fuma l’hookah – ma non si beve vino, mannaggia – e l’atmosfera di inizio capitolo mi ha fatto venire una grande nostalgia…

Recensore Junior

Kan!
Sapevo che sarebbe arrivata questa storia, ma non sapevo quando, ed è stata una sorpresa graditissima. In questo periodo per me non dei migliori, sapere che ogni settimana mi aspetta qualcosa di bello mi aiuta a evadere dalla malinconia.

Comincio subito col dirti che mi piace già l’idea.
Tra tutte le speculazioni selvagge, quella relativa alla storia dei due più famosi Spettri dell’Anello mi incuriosisce parecchio! E ancor di più mi piace l’idea di vedere le cose da un punto di vista diverso da quello a cui siamo abituati. La storia raccontata da chi stava dall’altra parte, per così dire. Io adoro i cambi di prospettiva!

E qui, correggimi se sbaglio perché la mia Seconda Era è un po’ arrugginita, la prospettiva è quella di chi, dopo due/tre generazioni sotto il dominio di Sauron, vede crollare l’impero in cui è nato e cresciuto (e per cui ha combattuto) e assiste al ritorno del caos. “Colpa” dei Numenoreani e dei loro alleati Elfi (se non ricordo male, “demoni pallidi” era l’epiteto con cui in CGnE venivano chiamati i Noldor).
Una delle tante cose che mi sono piaciute è come rendi bene l’idea della precarietà in cui vivono le Genti del Sole (in un ambiente ostile, il deserto, e soggette alla rivalità tra tribù confinanti), dove pace e felicità sono beni effimeri, da prendere al volo, senza essere troppo esigenti, e dove le cose possono cambiare drasticamente nel giro di pochi anni. In questo senso, il periodo sotto il Doragmalik ha avuto i suoi lati positivi.

Ho adorato, come sempre, la splendida costruzione dei personaggi. La pragmatica, inarrestabile Hurren, il saggio e coraggioso Badem (e dico coraggioso in senso ampio, non solo perché non esita a prendere in mano una spada). Ahimé, si può soffrire per la morte di un personaggio che hai conosciuto non più di venti righe prima? Sì, evidentemente. Questo potere hai, Kan, sappilo!
E infine Khamul, prima molto giovane e consapevole dei suoi limiti quando si tratta di proteggere la madre e la zia, poi più grande e più determinato, anche grazie alla presenza nella sua vita del suo nuovo padre adottivo.
Khamul non fa in tempo ad affezionarsi a Badem che gli viene sottratto, eppure ciò che l’uomo gli ha dato in quei pochi fondamentali anni in cui gli è stato accanto rimarrà con lui per sempre – e non solo perché gli ha fatto promettere di difendere zia e cugini. In quel “fai quel che ritieni necessario” vedo annidarsi tutto il destino del futuro tenente.

Complimenti per questo inizio, interessante, coinvolgente – commovente anche – e di sicuro molto, molto promettente. Scritto con uno stile che scorre via come se fosse facile (ma non lo è, eccome se non lo è!). Siamo in partenza per territori inesplorati (in senso letterale e figurato) e di questo ti ringrazio perché mi ci voleva, e perché mi mancavano le tue storie, che ti fanno entrare nella Terra di Mezzo da porte di cui non immaginavi l’esistenza.

Grazie infinite, Kan, e al prossimo capitolo!
Los

PS I capitribù che avevano servito per primi il Doragmalik, diventati figure mitologiche, sono i primi a cui Sauron ha dato alcuni dei nove anelli?
PPS Non vedo l’ora di incontrare questo Windor!