Gentile Autrice,
mi sono immersa completamente in questo tuo brano, grazie proprio alla tua scrittura così fluida e, al contempo, così penetrante, in grado di far emergere tutto il senso di inquietudine del tuo protagonista.
Inquietudine che si si è sviluppata per il forte senso di protezione che Jonathan ha nei confronti della sorella Shelley, la quale, invece, vive questo suo interessamento come un peso e soprattutto come una limitazione della sua libertà personale.
Lei non riesce a comprendere che le parole di Jonathan sono rivolte semplicemente al fatto di metterla in guardia verso i pericoli che ci sono fuori dalle mura domestiche. Non si tratta di sole parole, o, come le bolla Shelley, di paranoie.
Jonathan ha evidente visto e vissuto situazioni che si sono dimostrate al limite, e vive nel timore che la sorella possa incappare in qualcosa di analogo, dato dalla sua inesperienza mista, forse, all’esuberanza della sua giovane età sbarazzina e magari anche dalla contrapposizione che esiste nei rispettivi caratteri, ognuno dei quali vorrebbe emergere e prevalere sull’altro.
E’ però una vera follia quella che Jonathan pensa di mettere in atto per dimostrare la veridicità dei suoi timori. Un azzardo che sei stata pienamente in grado di trasmettere al lettore, con quel senso di oppressione, trasformatosi poi in terrore, quando ha compreso che la via che aveva perseguito avrebbe potuto cagionargli qualcosa di irrimediabile. Ha seguito il suo istinto e l’amore smisurato per la sorella che lo hanno condotto ad un cammino senza ritorno. Quel suo vagabondare nei vicoli sempre più bui, sempre più solitari, lo ha fatto approdare in una di quelle situazioni che aveva cercato di spiegare alla sorella.
Abbiamo potuto avvertire montare la paura che il suo viaggio sarebbe stato senza ritorno, con il terrore che lo stava attanagliando, conscio che non sarebbe uscito vivo dalla situazione nella quale si era volontariamente messo: il respiro che si mozza, l’immobilità totale dietro al bidone della spazzatura mentre ascoltava i discorsi di qualche componente della gang che, evidentemente, si era accorto di una presenza estranea.
Il suo ultimo pensiero, mentre veniva colto in flagrante, è per sua sorella alla quale chiede perdono per ciò che ha messo in atto e soprattutto per lasciarla da sola ad affrontare il futuro pieno di insidie.
Un racconto dai toni noir esposto con notevole proprietà di linguaggio, volta a far pervenire lo strisciante senso di pericolo che lo permea completamente.
Ho letto che sei tornata a scrivere in questo sito dopo un lungo periodo di stasi che, probabilmente, ha inciso per una sensibilità nuova e diversamente matura rispetto a prima.
Quindi ben tornata e complimenti per questo nuovo lavoro.
Un caro saluto. |