Recensioni per
Prodigio
di Doctor Nowhere

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/02/23, ore 18:17

Ciao. Hai ben descritto quanto accade a Phileas, uno scenario sempre piú inquietante dove la magia divora la scienza. L'avrebbe mai detto Phileas? L'ho ben immaginato nella sua folle corsa che finisce nella sua trasformazione. Un nuovo terribile inizio per lui nella sua non umanità. Emblematica la figura del professore. La foresta ha mostrato la sua natura punendo chi abbia tentato di oltraggiarla. Se Phileas avesse dato retta al suo vecchio professore ... Ma quella é un'altra storia. Uno scritto che ho letto con interesse. Un saluto.
(Recensione modificata il 20/02/2023 - 06:18 pm)

Recensore Master
19/02/23, ore 10:02

Ciao. In questo capitolo si raggiunge il picco nella contrapposizione tra magia e scienza o una presunta scienza. Mi ha colpita il sangue dalla spaccatura dell'albero, ho apprezzato abbia inserito questo riferimento ma anche altri. Suggestiva la danza dei druidi. Ho provato soltanto a immaginare lo stato d'animo di Phileas dopo quanto abbia visto. Intanto non gli resta che correre e vedremo quale sará il suo destino. Un saluto.
(Recensione modificata il 19/02/2023 - 10:03 am)

Recensore Master
16/02/23, ore 11:35
Cap. 5:

Ciao. Ho letto con interesse il dialogare tra Relish e il professore dove il primo si é fatto prendere la mano da quanto visto ed espone il suo pensiero. Anche il professore argomenta le sue ragioni fino a quando i due non riescono piú a comprendersi. Ma Phileas vuole continuare la sua carriera orientata ormai verso tutto altro indirizzo, il progresso. Chissá se lasciare la strada vecchia per quella nuova sará una crescita o la sua rovina. Non mi aspetto niente di buono ma vedremo. Il professore ha detto delle parole sagge riguardo il contatto umano. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 16/02/2023 - 11:37 am)

Recensore Master

Ciao. Davvero inquietante l'esperimento e tutto ció che é intorno. Mi é dispiaciuto per come sia stato usato quell'uomo e di quanto detto. Emerge ancora di piú in questo capitolo il contrasto tra il progresso e un mondo ancestrale e misterioso. Quel vecchio é un druido? Forse qualcosa di terribile accadrá se quella foresta verrà oltraggiata. Saró curiosa di sapere di piú di questo posto. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 09/02/2023 - 05:04 pm)

Recensore Master
07/02/23, ore 18:08

Ciao. Emblematica in questo capitolo l'espressione riguardo gli anni sprecati a studiare il passato. In questo capitolo emerge ancora di piú la differenza tra Phileas e il professore. Quest'ultimo sembra quasi essere una sua voce della coscienza che cerca di condurlo di piú verso il passato ma Phileas é proiettato verso il futuro. Mi ha colpita il bosco, quella macchia bianca. Chi sará davvero quel paesano? Tutto inquietante e saró curiosa di sapere di piú. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 07/02/2023 - 06:11 pm)

Recensore Master
05/02/23, ore 14:32

Ciao. In questo capitolo emerge il personaggio del professore legato al passato e Phileas proiettato verso il futuro. Ho letto con interesse il loro dialogare. Nel finale ho percepito il battito degli zoccoli mentre Phileas chiude gli occhi. Saró curiosa di continuare a leggere riguardo il suo pensiero e quali saranno gli sviluppi. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 05/02/2023 - 02:33 pm)

Recensore Master
03/02/23, ore 09:26

Ciao. Sono lieta di leggere un altro tuo scritto. Sono rimasta colpita nel leggere l'introduzione con la Ragione Umana e quella foresta nel loro contrasto. Ho immaginato Phileas in questo primo capitolo attraverso le tue parole e saró curiosa di leggere gli sviluppi. Chissà se quel cappello ha un significato particolare, potrebbe essere il passaggio dal passato al futuro. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 03/02/2023 - 09:26 am)
(Recensione modificata il 03/02/2023 - 09:27 am)

Recensore Master
24/12/22, ore 17:27

Ciao^^
molto bella e drammatica la fine della vicenda. In una sorta di inesorabile contrappasso, tutti diventano animali. Wilkins è sicuramente la donnola che avvicina il protagonista. Phileas, invece, alla fine di una drammatica sequenza si ritrova civetta, con pensieri che man mano si fanno sempre meno umani e sempre più animali.
La civetta è il simbolo di Atena, dea della ragione, che però in quel bosco primordiale ha ben poco da fare, se non far capire a Phileas che il progresso non risolve tutto e che non può essere perseguito ciecamente, a qualsiasi prezzo.
Il professore impazzito, che corre strepitando con i suoi appunti stretti al petto, ci ricorda quanto questo atteggiamento di venerazione acritica del progresso sia assurdo e, appunto, folle.
Ti ringrazio per questa bella storia, che ho letto con molto piacere. Alla prossima!

Recensore Master
16/12/22, ore 13:05

Ciao^^
non è di certo una buona idea cercare di abbattere una foresta millenaria abitata dai druidi. Sarebbe molto bello che succedesse la stessa cosa per tutte le foreste che vengono dissennatamente distrutte.
La druidessa coglie molto bene la pulsione di fondo che anima Praiseworth: non è certo l'amore per la scienza o il desiderio di elargire benefici all'umanità, ma una banale brama di fama e ricchezze. Ho apprezzato le citazioni classiche che hai lasciato qua e là: gli alberi feriti grondano sangue come nel mito di Polidoro e i boscaioli che hanno osato levare le scuri fanno la fine di Dafne. Gli astanti si trasformano tutti in bestie, metafora della loro avidità e della loro cecità, e ora sono curioso di vedere cosa capiterà al nostro protagonista.
Un bellissimo capitolo, molto emozionante!

Recensore Master
10/12/22, ore 11:30
Cap. 5:

Ciao^^
e direi che la spaccatura era inevitabile. Phileas è troppo preso dalla "meraviglia" di quello che ha appena visto, tanto che scotomizza disinvoltamente tutti i problemi collegati alla nuova invenzione, non ultimo il fatto che la cavia ha probabilmente riportato danni permanenti dalla dimostrazione. Ma in effetti siamo in epoca vittoriana e un poveraccio in più o in meno non fa poi tutta questa differenza. Il giovane vede già tutte le possibili applicazioni della nuova invenzione, istruzione per tutti, rapida ed efficace, con scuole senza più professori. Naturalmente, in pieno entusiasmo positivista, non prende nemmeno in considerazione tutto ciò che gli fa notare il professore, ovvero principalmente che l'istruzione non è solo immagazzinare nozioni a memoria, ma anche interagire con i docenti.
I due si separano, forse per sempre. Phileas si strappa dal collo la cravatta verde, dono del professore, cosa che sancisce definitivamente il suo allontanamento.
Sempre molto bravo, complimenti. Adesso attendo il prossimo capitolo^^

Recensore Master

Ciao^^
La grande invenzione viene finalmente presentata. In maniera molto vittoriana, devo dire, un pover'uomo qualsiasi viene usato come cavia per l'esperimento: dapprima deriso da tutta la platea, successivamente sottoposto all'effetto dell'Accrescimente, con la massima indifferenza per eventuali conseguenze future di quella misteriosa invenzione. Si faceva un gran parlare di carità e religione, difatti quella che viene "inserita" nel cervello del signor Moody è la Bibbia, ma alla fin fine dei poveracci non fregava niente a nessuno.
Abbiamo di nuovo il contrato fra l'entusiasmo di Phileas e lo scetticismo corrucciato del professore. Il giovane è affascinato dalle meravigliose possibilità dello strumento, ma l'altro prevede che la grande invenzione non avrà un esito positivo, tant'è che chiede un'ultima citazione ad hoc alla "cavia".
Nel frattempo, il vecchio che già aveva apostrofato i due in albergo è sparito senza lasciare traccia, gettando di nuovo una luce piuttosto inquietante sul paese e sulla foresta...
Come sempre bravissimo, a presto!

Recensore Master
07/12/22, ore 16:21

Ciao^^
siamo sempre alla dicotomia anziano, pacato e attento alle cose del passato e giovane, noncurante e proiettato nel futuro, addirittura infastidito da certe "anticaglie".
Il villaggio, manco a dirlo, è piuttosto sinistro. O forse questa è l'impressione che fa a Phileas, in risposta al suo detestarlo cordialmente. Per il professore pare essere un luogo ameno e addirittura piacevole. La foresta è per il primo un luogo inquietante e sinistro, per il secondo un'affascinante macchia di alberi, di selvaggia bellezza.
Il paesano che compare dà l'idea di essere qualcosa di più di un semplice giardiniere: lo si intuisce dai non detti, dalle mezze frasi, da tanti piccoli fenomeni, nun ultima la brace della sigaretta che brucia le dita di Phileas, che si verificano in sua presenza.
Si parla di druidi, ed ecco che nel bosco appare fugacemente una macchia bianca. Che sia la tunica di uno di essi?
Come sempre molto ben scritto, complimenti!

Recensore Master
06/12/22, ore 10:15

Ciao^^
Il professor Chapman è l'epitome del luminare d'altri tempi, erudito nella sua materia ma anche nelle lettere classiche, ancorato al passato e ai suoi fasti. Non per niente ha scelto la carrozza al posto dell'automobile, e per giustificare la sua decisione cita il famoso passo dell'Eneide, che ammonisce a non fidarsi di quelli che sono sempre stati nemici (in questo caso il progresso e le sue "diavolerie") anche quando portano doni, ovvero apparenti vantaggi.
Phileas, invece, è già "convertito", per lui la carrozza è lenta e puzzolente, un orpello del passato che non ha più nessuna attrattiva. In più, sa che verrà presentata una nuova meravigliosa invenzione e non vede l'ora di scoprire di cosa si tratta.
Il professore, che sarà sì la voce del passato, ma in questo caso è anche quella dell'esperienza e della saggezza, ci ammonisce a non fidarci troppo di questa nuova grande meraviglia della scienza: chi avrà ragione?

Recensore Master
05/12/22, ore 17:56

Ciao, piacere di conoscerti.
È un po' che seguo questa storia e devo dire che finora mi incuriosisce parecchio.
Descrivi molto bene il clima di fermento intellettuale e tecnologico di fine '800, le meraviglie della tecnica, le invenzioni, il generale miglioramento delle condizioni di vita. Tutto ciò, nella persona di Wilkins, si contrappone decisamente al pacato Phileas, che invece non anela ad altro che a tornare ai suoi studi di antropologia e folklore.
Ma ecco, quando raggiungono la sommità, lo studioso ha un'epifania: in una descrizione che potrebbe ricordare "Metropolis", ecco la tecnica, l'industria, la scienza: strade, luci, gente operosa e intenta, un formicolio di cavi elettrici e tubi. Questo basta per distogliere definitivamente il nostro studioso dalla sua esposizione di antropologia e proiettarlo nel mondo della scienza e dell'innovazione.
Simbolicamente, perde il cappello a tuba, ingessato emblema di una certa accademicità passatista, e si ritrova immediatamente proiettato nel futuro e nelle innovazioni.
Sono proprio curioso di sapere cosa succederà, già mi balenano in mente gli esperimenti di Giovanni Aldini.
Complimenti, tutto molto ben scritto!