Ciao!
Non potevo non passare di qui: tendenzialmente questo non è un genere che vado a cercarmi coscientemente e consapevolmente, ma insomma, ci sono alcuni autori che probabilmente potrebbero convincermi a leggere pure le etichette dei detersivi, e tu sei una di questi autori, quindi mi sono fiondata non appena ho visto il fandom, senza nemmeno prestare troppa attenzione agli avvertimenti e quant'altro.
E, mamma mia, quanto, quanto male ha fatto. Credo che questa sia una delle cose che dico più spesso quando ti recensisco, ma questa volta davvero ti sei superata nel farci soffrire T.T il che però è perfettamente coerente con la storia del personaggio, di cui nei film abbiamo solo qualche accenno forse un po' edulcorato. O forse non è edulcorato, ma nei film il focus non è mai completamente su di lui, non per molto tempo, qundi le sue atroci sofferenze, fisiche ma soprattutto mentali, sono sì qualcosa che conosciamo, ma che non viviamo mai fino in fondo. Fermandosi a riflettere razionalmente è poi ovvio che quello chd Bucky ha vissuto è atroce, un concentrato di dolore e tortura terribile, ma insomma, nei film ne abbiamo solo un assaggio. Tu qui invece questo dolore lo rappresenti tutto, e lo fai davvero in modo magistrale, e il lettore non ha spazio per nascondersi.
Trovo che tu abbia fatto un lavoro meraviglioso, soprattutto per il punto di vista che scegli di utilizzare. Il focus è su Bucky, e raccontare qualcosa di così complesso e articolato usando il punto di vista totalmente irrazionale, parziale e distorto di una persona la cui mente non è minimamente affidabile è una scelta complessa, e il rischio di rendere la storia difficilmente comprensibile o la narrazione artificiosa e poco aderente alla voce narrante è molto alto. Ecco, qui non succede niente di tutto questo: ci sono attimi di straniamento, il lettore deve intervenire per interpretare determinate situazioni, ma ogni cosa è perfettamente comprensibile, ha una sua evoluzione precisa, ogni dettaglio va al suo posto in un tessuto perfettamente coerente. E la voce di Bucky è straordinaria: ora, io non so come possa frammentarsi la mente di un essere umano sottoposto alle torture e ai condizionamenti, ma credo che tu ne abbia fatto un ritratto meraviglioso. È stato bellissimo vedere i suoi pensieri sfaldarsi, cadere a pezzi, ricucirsi in un disperato tentativo di dare un senso alla realtà che lo circonda e poi sfaldarsi nuovamente.
Il suo dolore e il suo tormento emergono davvero in un modo così vivido e così tangibile che mi hanno spezzato il cuore.
E come se tutto questo non fosse abbastanza, tu ci metti di mezzo Sreve, e lo fai in un modo così straziante che, davvero, io non credo di essere in grado di dire quanto alcuni passaggi mi abbiano commossa. Al di là del concetto geniale e straziante di una possibile somiglianza tra Pierce e Steve (che io fatico a vedere in realtà, ma c'è da dire che sono talmente poco fisionomista che spesso faccio fatica a riconoscere pure me stessa nelle foto – e io sono rimasta praticamente identica negli ultimi vent'anni – ma poi chissenefrega, anche davvero non ci fosse questa somiglianza è il concetto di fondo a essere geniale,, modo in cui Pierce capisce Bucky e se ne approfitta per sconvolgere ancora di più la sua mente e i suoi ricordi è geniale e terrificante), io credo di essere impazzita quando hai cominciato a tratteggiare quell'ombra, quella figura scarna che sgattaiola nella cella di Bucky. Quella figura di cui all'inizio lui non è in grado nemmeno di sentire (ricordare) la voce, ma che comunque è in grado di commuoverlo e di ricordargli che cos'è l'estate.
Pensare che qualcosa del ricordo di Steve abbia resistito così a lungo e che sia riuscito a rimanere ancorato all'umanità di Bucky mi strazia davvero il cuore. E il modo in cui questo ricordo viene usato contro di lui è ancor più straziante.
Insomma, io come sempre non credo di essere in grado di spiegare come vorrei quello che ho provato legtendoti, ma questa storia è tanto, tanto bella, e io ci tenevo a passare!
A presto! |