Recensioni per
Che cos'è un'anima?
di Mari Lace

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/08/23, ore 10:03

[Recensione Premio]

Eccomi qui a recensire la storia che mi hai suggerito - anche se, devo essere onesta, io questa storia l'avevo già letta. Solo che, avendo io tempi biblici nel fare le cose, non avevo ancora avuto modo di recensirla. Quindi direi che mi hai dato l'occasione per accelerare i tempi (io sono una lettrice molto silenziosa; o almeno mi definisco così, anche se temo sia più dovuto a un fattore dettato dalla timidezza, perché non sono più abituata a recensire le storie che mi piacciono o comunque gli autori che mi colpiscono in qualche modo...). Comunque. Tornando alla storia. Io adoro le storie della Marvel, che si tratti dei film, dei fumetti, dei cartoni animati, io amo tutto, ci sono cresciuta, ho vissuto per anni con pane e Marvel (e quei cartoni degli anni '90 iconici e al tempo stesso con alti quantitativi di trash). Quindi ovviamente - e per fortuna - sono abbastanza informata su tutto. 
Partiamo dal principio: riportare indietro Nat dopo tutto il bordello per prendere quella benedetta gemma (o sasso arancione, come lo definisce lei a un certo punto - ammetto che ho riso, doveva essere tragico ma ho riso *scusa*). Ho ancora il magone al ricordo della lotta tra Nat e Clint per il sacrificio, quando ho visto Nat cadere volevo urlare (poi al cinema mi avrebbero presa per pazza, probabilmente - anche se volevo far la pazza già prima, perché all'inizio del film un ragazzino ha fatto spoiler su Tony e non so come quel tipo sia uscito vivo dalla sala). Coff.
Il resto della storia... wow. Allora, mi piace come è stato usato Matt. Lui è l'estraneo, quello che conosce la Nat "senz'anima", che non la tratta come se le mancasse una parte importante, che prende ciò che vede e le parla nella maniera più naturale e genuina possibile. Lui si basa su ciò che percepisce, ed è quello che a Natasha serve, è come un balsamo in una situazione così particolare. Perché quando Nat è con gli altri Avengers, le pressioni sono tante. E sono anche tanti i sentimenti e le situazioni che vorrebbe e non vorrebbe capire. Ci sono tante persone che la conoscono, ma lei non riesce a riconoscersi, può basarsi su ciò che dicono di lei, ma lei chi è davvero? Tra verità e menzogna ci sono così tante sfumature, così tanto da analizzare, in mezzo a quel vuoto creato da un sacrificio...
Il dolore di Clint è palpabile in ogni riga. Ha riavuto Natasha, ma al tempo stesso no, non è la donna che ha perso, è in involucro vuoto che lo addolora - e non vorrebbe percepirla così, ma lo fa. Deve fare i conti con ciò che non avrà mai più. Credo che la sua - tra le reazioni esposte - sia quella più profonda e dolorosa (ed è normale, contando che si amavano in un modo tutto loro che non era amore romantico ma andava oltre; oltre anche l'amicizia, oserei dire - il come è esposto il loro rapporto nei film a me è sempre piaciuto, su questo non hanno sbagliato, per quanto mi concerne, e anche quando non erano d'accordo c'era comunque quel legame a tenerli uniti).
Le reazioni di Bruce e Yelena sono meno addolorate ma comunque d'impatto - Yelena soprattutto, prende la cosa quasi come un dato di fatto, e reagisce come può (lasciando Nat forse confusa, ma con altre informazioni da assimilare ed elaborare). In tutto questo, gli incontri con Matt proseguono, Nat si accompagna a un vigilante e trova pace solo così. E parlargli e confessarsi diventa facile, naturale, e mi piace davvero tanto, tanto, tanto. Il finale, che vede finalmente Matt voler approfondire di più la storia di Nat (e quello che ormai c'è tra di loro) mi è piaciuto molto. 
In linea generale, ho apprezzato tantissimo come hai affrontato la sfida del riportare Nat tra loro; e anziché sacrificare Clint o chissà chi altro, hai scelto di sacrificare ciò che rendeva Natasha se stessa, dando una grande introspezione a Nat, che deve fare i conti con ciò che era e non è più, e ciò che sente di essere. Tutte le sue interazioni sono interessanti, ogni cosa che vede e percepisce assume un significato diverso ogni volta, e davvero, ritengo che la tua scelta di scriverla così sia stata quella giusta. 
Parlando della scrittura in sé, penso - ma l'ho già detto altrove - che tu scriva molto bene. Per questa storia hai usato uno stile semplice e lineare, privo di fronzoli, concentrandoti su ciò che serviva trasmettere. Hai delineato tutto al meglio delle tue capacità, sfornando una one-shot piacevole da leggere, in più punti dolorosa - e che quasi ti fa sentire quel vuoto dentro Nat, oserei dire. E dato che mi ha fatto questo effetto, direi che il tuo come scrittrice l'hai fatto egregiamente (non dubitarne!). Davvero molto bella. Davvero.
Uh, ora direi che devo andare. Spero che questa recensione abbia senso, perché so essere molto stupida T_T e spero che serva anche a incoraggiarti a scrivere, perché lo sai fare e sono sicura che qualsiasi altra storia leggerò mi piacerà. Ecco, l'ho detto (adesso scado nel melenso D:). Uhm.
Fuggo! Un bacione,

Mokochan
 
(Recensione modificata il 14/08/2023 - 10:03 am)

Recensore Master
08/06/23, ore 19:38

Cara Mari!

Nelle ultime sere ho fatto un rewatchone di Avengers, quindi non potevo lasciarmi scappare questa storia, anche perché quando muore Natasha mi scappa invariabilmente la lacrimuccia, anche se sono passati anni. E mi era mancato tanto leggerti! La premessa è intrigante., perché pur riportando in vita Nat Bruce non riesce a riaverla così com’era. È come se quel prezzo da pagare, quell’anima per un’anima, sia stata un processo ineluttabile e incancellabile.

La morte di Nat del resto è stata diversa dalle altre, è avvenuta per un’altra ragione e quindi è logico che pur riuscendo a riportarla in vita, Bruce non sia riuscito a farla tornare “con la sua anima”. Del resto, che cosa forma la nostra anima? Chi siamo noi, cosa ci definisce? Ed ecco la risposta: i ricordi e le esperienze vissute. La cosa straniante per la protagonista è che ricorda con precisione le informazioni, le competenze, le lingue, ma non sé stessa. Non ha memoria e non si riconosce e non riesce nemmeno a riconoscersi nei racconti degli altri, tanti che fugge da quelli che erano i punti di riferimento e gli affetti della sua vita passata (Clint, Bruce, Yelena) perché non li ritrova più, non li comprende e non rappresenta (più) lei stessa quell’idea che loro hanno di Natasha.

È struggente che lei si definisca senz’anima e che si percepisca come un’estranea, condannata a incontrare persone aiutate o combattute, senza che queste gli suggeriscano nulla, ed è struggente che scelga di farsi metaforicamente vedere da Matt, che condivide con lei il ruolo di supereroe, ma proprio perché non l’ha mai incontrata prima può conoscerla davvero, può sentirla, senza quel passato ingombrante e irrecuperabile. A Hell’s Kitchen c’è un angolo dove Natasha può essere sé stessa. Un’altra cosa che mi ha colpito, tornando indietro nel ragionamento, è come Nat definisce l’evento che ha scaturito la sua morte, il sacrificio fatto per la propria famiglia d’elezione. Dare via l’anima per un sasso arancione. È la distanza di quest’analisi che rende alla perfezione il divario tra il prima e il dopo. Insomma, bella, bella, bella, e anche intrisa di speranza grazie alla presenza di Matt, disposto ad ascoltare, in grado di capire, con cui, forse, ricominciare.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
12/04/23, ore 15:33

Ciao Mari! <3
Finalmente oggi ho recuperato questa tua storia sulla nostra amata Nat! <3
Sapendo quanto ci sei affezionata (sia alla fanfcition in sè, che a questo personaggio) ammetto di aver iniziato questa lettura con alte aspettative e sono super contenta (e per nulla sorpresa U_U) che siano state ampiamente soddisfatte!
Questa storia è curata in ogni suo più piccolo dettaglio, ogni frase, ogni dialogo, ogni immagine e figura retorica da te descritta, scatena un'emozione forte, un impatto potente per chi legge la storia triste di questa ragazza fantasma, e si interroga come possa essere, sia per lei che per le persone che ama, vivere la propria vita pur sapendo che un pezzo di te manca, e tu non sai cosa sia giusto fare: provare a ricomporlo, o semplicemente andare avanti?
In questa tua stroia, lei prova a cercare un posto nel mondo dove nessuno possa riconoscerla, dove nessuno possa chiamarla eroina o assassina, dove possa essere lei e, nel ricominciare, sperare forse, di ritrovare un'anima nuova.
Le scene secondo me più potenti a livello emotivo sono quelle con Clint e Yelena. Clint che, come dice la stessa Nat, non sa che cosa sia peggio: un lutto vissuto a metà, o averla viva ma non più lei, non più la sua amica con cui ha combattuto mille battaglie. 
E poi Yelena che ritrova e perde di nuova sua sorella e che forse le volta le spalle non perché non desidera più avere un contatto con lei, ma per darle la possibilità di scrivere una storia nuova. Del resto, non puoi pretendere l'amore di qualcuno che non ricorda nemmeno il tuo nome, giusto? E per quanto questo concetto sia doloroso, e per quanto un rapporto possa sempre essere ricostruito, questo è sempre un processo che non può essere imposto all'altra persona, ma deve nascere spontaneo. Nat qui si allontana perchè vedere la delusione negli occhi dei suoi amici - vedere che cercano in lei l'altra - la ferisce, la fa sentire appunto un fantasma, e per questo l'amicizia con Matt la aiuta in qualche modo a "guarire", perchè vicino a lui non si sente più giudicata. Molto bello il loro dialogo sull'esistenza o meno delle anime, sul concetto anche di "poterla perdere" e allora che cosa resta? che cosa può essere una persona senza? Può esserci amore o amicizia se si è perso il ricordo delle persone e dei momenti che si sono condivisi? Io spero che, nonostante aver perso il suo passato, questa tua Natasha possa ricostruire nuovi legami con le persone che un tempo amava <3
Concludo dicendo che come hai scritto tu nelle note, questa è una fix-it dolceamara, perchè sì, riabbiano indietro Nat, ma a quale prezzo? Tuttavia, io ho apprazzeto tantissimo questa storia proprio per questo motivo: perchè ci ricorda che per ogni azione che facciamo ne scateniamo una uguale e contraria, molto in linea con l'idea di "giocare" con un potere superiore e non saperne gestire le conseguenze, che è presente in tutte le prime 4 fasi del MCU.
Bellissima davvero, Mari! <3
Un abbraccio forte e grazie per aver fatto partecipare questa tua storia alla mia challenge, (ne vado fiera anche io, così! U__U)
Clau

 

Recensore Master
01/03/23, ore 11:04

Complimenti per il tuo stile, sintetico, a tratti scarno, ma con pochi tratti hai delineato situazioni che ho immaginato e visto come reali, a tutto tondo. Complimenti per come tutti i personaggi siano canon, soprattutto mi riferisco a Nat e Clint, perché Matt lo conosco pochissimo. Complimenti per come hai trattato il tema della perdita della memoria, la frase in cui dici che Clint non riesce ad elaborare il lutto perché lei è davanti a lui, ma solo fisicamente, perché mentalmente non c’è, mi ha colpito in modo profondo. E complimenti per questa idea così originale, ma allo stesso tempo così fattibile. Più che riportare in vita Nat, mi hai dato la sensazione come se tu avessi clonato lei, il suo corpo c’è, il suo corpo ricorda come si combatte, ma niente di più. È stupendo e doloroso insieme e l’ho adorato. Anche se questa Nat non è più Nat, ma una persona diversa che dovrà farsi nuovi amici (bello come hai usato Matt), nuovi ricordi… comunque è incredibile come allo stesso tempo sia in tutto e per tutto Nat. Reagisce alle cose in modo pratico e clinico: non è più Nat, non è più la Nat di Clint, non ha senso restare. È una spia e quindi combatte e si muove nell’ombra. Non importa che non sa chi sia. Il suo modo di reagire è sempre questo. Quello che ho adorato di questa fanfic, oltre a ciò che ti ho già detto, è il fatto che dentro questa trama che hai creato ci ho visto un parallelismo stupendo: la Nat che lasciò la red room e dovette rifarsi da capo, ricrearsi in un paese nuovo, lavorare per scopi diversi con persone diverse. È come se questa Nat parlasse alla Nat del passato. Stupendo.
I dialoghi sono tutti molto belli, soprattutto sono tutti molto profondi, aggiungono così tanto, ci mostrano i pensieri di ognuno. Questa è la mia frase preferita: ‘Sono il fantasma di una sorella. Sono il fantasma di un’amica. Sono il fantasma di un’assassina e di un’eroina.’ Tutte le anime di Natasha sono riassunte qui dentro. E ho adorato il tributo che le hai reso, alla sua morte, al suo essere l’eroina che ha salvato metà mondo. Belli anche i riferimenti ai battiti del cuore, se da un lato ricordo che sono qualcosa di canon per Matt, sono qualcosa anche di molto canon per Natasha, perché lei è bravissima in questo, a mentire, a controllarsi, anche se qui non sta mentendo, non ha alcun bisogno di controllarsi. Ma parlare senza mai far trasparire nulla attraverso il suo corpo è qualcosa di così radicato dentro di lei. Bellissima storia, complimenti.
Ps: E per me è una fix - it, perché per quanto agrodolce, c'è abbastanza dolcezza abbastanza speranza da essere un finale degno di una fix it per me e abbastanza dolore, abbastanza angst da farmi innamorare della storia (cos'è una storia senza un po' di angst?), grazie mille!

Recensore Master
23/02/23, ore 13:48

Oh, mi è proprio piaciuta questa. L'idea di riportare indietro Natasha ma non senza conseguenze è... dolorosa, sì, ma anche intrigante. E ha assolutamente senso. Insomma, vogliamo parlare dello scambio: “La mia l’ho persa.”, “Come?”, “L’ho scambiata per un sasso arancione.”? Mi ha colpito come un pugno allo stomaco, ma l'ho trovato incrediblmente azzeccato.
Non avevo mai pensato alla possibilità di un incontro tra Matt e Natasha, ma cavolo se mi è piaciuto (anche se, okay, qui forse non possiamo parlare esattamente di Natasha?). Entrambi i punti di vista sono trattati benissimo, secondo me, ho amato tanto sia le considerazioni di Matt su questa donna misteriosa che, per quanto faccia male, il modo in cui Natasha-non-Natasha si sente al mondo.
Mi ha stretto un po' il cuore, la sua affermazione di trovarsi meglio a parlare con un vigilante che circondata dalle sue presunte persone care, ma diamine se è comprensibile. Le sue interazioni con gli altri, con Clint e con Yelena specialmente, non erano certo semplici. Ah, mi è piaciuto come la domanda se la sorella di Natasha sia un tipo che scappa venga ripresa nel paragrafo dopo, ma stavolta applicata alla stessa Natasha.
E sarà solo un piccolo passaggio ma questo: Se ne va lei, con un breve saluto a Laura. Lei sembra capirla. è un dettaglio che mi è piaciuto davvero molto. Per quanto i film non ci abbiano proprio detto moltissimo in proposito, ho un gran debole per il rapporto tra Laura e Natasha.
Per finire, che dire. Ho adorato tutto l'angst racchiuso in questa storia, ma ho anche apprezzato che il finale dia un po' di speranza, magari non per un ritorno di Natasha Romanoff, ma quanto meno per la possibilità che questa donna possa farsi conoscere da qualcuno, e possa trovare un posto nel mondo.
Complimenti, davvero!

Recensore Master
28/12/22, ore 20:06

Ciao!
Sto un po’ recuperando le cose che mi avete spammato, un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia che mi ero prefissata, ma dettagli xD
Prima di iniziare devo confessare una piccola cosina: non conosco Matt (o meglio la breve capatina in Spider Man, suppongo non basti XD) però nonostante questa piccola cosina, sono riuscita a capire piuttosto bene, senza brancolare nel buio (dai, che forse riesco a non fare una recensione sconclusionata! XD)
Ammetto che a me dispiacque molto quando morì Natasha, e ritrovarla "viva" mi ha fatto piacere ma mi ha anche intristito parecchio. Ovviamente quando si tenta di riportare indietro qualcuno non è mai come lo si è lasciato, anzi questo particolare espediente mi ha un po’ ricordato Le Guerre del Mondo Emerso (con Sennar che tenta di riportare indietro Nihal) e giustamente mi sembra anche normale che tra lo stare circondata da persone che la conoscono e che si aspettano di rivedere la loro vecchia amica, nonostante quella persona, a conti fatti, non esista più lei preferisca la compagnia di una persona che non sa niente di lei.
Cioè capisco bene che nella sua situazione abbia bisogno di qualcuno che non gli ricordi costantemente quello che ha perso, probabilmente, per sempre.
E niente, credo di aver detto tutto.
Un bacio grande, a presto (paranoie permettendo >.>)
Niny :)

Recensore Master
23/12/22, ore 23:35

Potrei aver letto una certa letterina ed essere approdata qui. 💙
Ti dico subito che se ho gli occhi lucidi è tutta colpa tua e della tua Natasha. Non so neanche da dove iniziare – né come iniziare –, perché riesco solo a pensare e ripensare al vuoto che è ormai questa sagoma con le fattezze di Nat, al suo smarrimento nel rapportarsi con persone estranee, al suo bisogno di cercare la compagnia di chi non sa – perché è rassicurante, non la costringe a essere chi non è e che tragicamente non è neanche mai stata.
Il tema della perdita di memoria e di ciò che comporta mi è molto caro, ma qui credo tu sia andata oltre, perché la tua protagonista non è semplicemente senza memoria, è proprio senza anima – l'ho immaginata perduta in una condizione che le impedisce di essere qualsiasi cosa, anche di costruirsi una nuova identità e una nuova vita, perché ormai le emozioni e la capacità di provarle le sono state strappate via.
Ho trovato più che credibile il pretesto da cui prende vita questa donna che somiglia a Nat ma che Nat non è, con Bruce che ancora una volta gioca a essere onnipotente e sfida le leggi universali – anche quelle che non capisce, come le gemme –, costringendo poi se stesso e chiunque altro a fare i conti con le conseguenze delle sue sperimentazioni.
Però... però.
Chi mi ha letteralmente distrutta è stato Clint. Il suo dolore l'ho sentito tutto, mi è parso di rivivere il momento in cui la perde (perché in fondo è come se la perdesse di nuovo, qui) ed è stato straziante. E Nat lo capisce... In qualche modo capisce la sua sofferenza, capisce di doverlo lasciare andare e costringere a fare i conti con l'assenza.
Un'anima per un'anima, e Nat perduta per sempre (vado in un angolo a piangere 🥺).
Chi invece non mi sarei mai aspettata in una storia su Nat è Matt, ma la tua intuizione mi è piaciuta proprio tanto. Mi sono parsi giusti insieme, l'unica compagnia possibile l'uno per l'altra: lei cerca chi non sa, chi non può guardarla né con compassione né con dolore né con speranza, e lui cerca chi non pone domande, chi resta in silenzio e lo affianca con discrezione.
Ho amato molto come Matt tenti di decifrare il mistero che rappresenta questa donna attraverso il suo battito cardiaco, chiedendosi di volta in volta dove sia la verità e dove la menzogna.
La conclusione mi fa sperare un pochino, ma davvero pochino!, perché temo davvero che questa Nat non sia altro che un involucro restituito a un mondo cui non potrà mai più appartenere. Però, chissà, magari con Matt riuscirà a costruirsi una vita che sia sua, a provare qualcosa, a riscoprire un'anima che non sarà mai quella di Nat, ma potrebbe essere di questa donna estranea a tutto e tutti.
Insomma, non so neanche io cosa sto dicendo, so solo che questa storia è emotiva, troppo, e io adoro Nat infinitamente e non smetterò mai di trovare ingiusto il suo epilogo.
È una storia bellissima, sono felice di averla letta!
Un grande abbraccio 💙

Recensore Master
22/11/22, ore 09:34

Buongiorno, cara, eccomi qui **

adoro Natasha, come forse ricordi, perciò mi ha fatto davvero piacere leggere questa storia dedicata a lei, e basata su un'idea veramente originale che porta a tante riflessioni interessanti, come ad esempio: è valsa la pena riportare indietro Nat a questo prezzo? 
Matt non lo conosco quasi per nulla, avevo visto il film su lui e Elettra a inizi 2000, poi la sua breve apparizione in No way home e basta, quindi l'ho considerato come un personaggio originale (tra l'altro io ho sempre sentito il termine "vigilante" nelle varie traduzioni italiane di opere tratte dai fumetti, in realtà, sai? Parlo in realtà di Smallville e Civil War)
Il rapporto fra lui e Nat mi è piaciuto moltissimo! Matt, che è cieco e può basarsi solo sugli altri sensi super sviluppati, sembra essere l'unico a non conoscere l'identità di Nat e questo paradossalmente le dà un enorme conforto. A ben pensarci è tristissimo che lei si senta più capita e a suo agio con lui che non con la sorella, o con le persone che si definiscono suoi amici.
Clint mi ha fatto una tenerezza assurda: avrebbe fatto di tutto per riportare indietro l'amica, come pure lo avrebbe fatto Bruce, ma a che prezzo? Un guscio senz'anima. Un fantasma destinato a tormentarli con le sembianze di qualcuno che è perso per sempre, impedendo a loro di andare avanti, e a lei di vivere. Non mi addentro in riflessioni sul fine vita perché non vorrei creare parallelismi troppo forzati, ma leggere questa storia un po' mi ha fatto pensare agli atteggiamenti quasi egoistici di alcune persone.
Ho apprezzato molto il finale aperto, a indicare che per Nat può esserci comunque una nuova vita, una pagina bianca da scrivere assieme a qualcuno che magari, nella vita precedente, non avrebbe mai incontrato ^^.
Grazie di cuore per la bellissima lettura, ti mando un abbraccio ♥

Bennina