Recensioni per
I’ll take his place inside you
di WinterMoon_JJ

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/12/22, ore 18:16

Le storie stucky ambientate nel contesto della seconda guerra mondiale sono le mie preferite e credo ce ne siano troppo poche per cui ti sono grata per aver condiviso questa.
Procedendo con ordine ho molto apprezzato il linguaggio crudo e macabro con cui hai descritto le torture subite da Bucky, il suo cercare di rimanere aggrappato con le unghie ed i denti alla propria umanità e di non perdere se stesso nonostante gli aguzzini gli abbiano strappato via tutta la sua dignità (ammetto che la scena dello stupro, per quanto accennata, mi ha trafitto il cuore, ti faccio i complimenti per essere stata cruda al punto giusto).
L'incontro con Steve, il modo in cui Bucky abbia la forza di fidarsi ed aprirsi di nuovo a lui, all'uomo che ama sono una scena struggente, così come emozionante è l'immagine del corpo di Steve come balsamo per il suo uomo (personalmente spero che Steve sia riuscito, tra una base distrutta e l'altra, a fare l'amore con Bucky ancora e a convincerlo a possedere il suo corpo).
Certo Steve non è riuscito a distruggere l'Hydra, ma di certo non ha rinunciato a salvare Bucky e quel "Forse" terminale mi fa sperare che possa esserci un seguito di questa storia ambientato nei giorni nostri.
Grazie per averla condivisa.

Recensore Master
28/11/22, ore 23:47

Comincio dal primo paragrafo: canonico, chirurgico e tagliente. Complimenti, uno stile meraviglioso.
"Questo qui ci darà soddisfazioni" cribbio, quattro parole ma che frase!
Mi piace come stai descrivendo quello che accade a Bucky, quello che lui passa in quei giorni fra la prigionia e Zola e l'arrivo di Steve, da un lato ho letto così tante fanfic su questi due, su questi momenti che è sorprendente come la tua storia non abbia un sapore di già sentito, già visto e ripetuto, al contrario ha il sapore di canonico, di è andata davvero così, è tutto così schietto e realistico, quindi in due aggettivi per me è originale e familiare, sì familiare perché appunto mi sembra così canonico, così verosimile, che mi sembra come un documentario un po' più lungo del film di TFA. Poi il tuo stile asciutto, pochissime immagini eppure potenti, risaltano, Bucky che pensa a Steve in quei brevi attimi, che sa che quella non è casa, immagine stupenda, poi descrizioni dirette, senza giri di parole, senza sottintesi, ma appunto come su un tavolo operatorio: Bucky che viene, che prova vergogna, Bucky con in bocca un pezzo di gomma, Bucky con le scosse elettriche. Uno stile molto capace, molto ben riuscito, complimenti.

E ora la seconda parte, quella sul sesso. Mi sono piaciute un sacco alcune frasi che Steve dice, come lo ferma, durante il pompino, come gli dice poi che non gli farà del male. E Bucky: quel considerare il sesso come qualcosa da fare a qualcuno e non con qualcuno, due frasi e hai riassunto benissimo la violenza, sessuale ma anche tutte le altre, che ha subito nei giorni precedenti. Bucky che si mette a piangere poi l'ho trovato indicato per il suo stato d'animo in quel momento e anche una scena molto emozionante. Ma il colpo al cuore maggiore è stato quando Steve, dopo, gli dice che però le risse le facevano da vestiti. Cribbio, quante emozioni tutte insieme in un dialogo con solo due frasi.

Ok, riguardo alle ultime tre frasi credo di aver bisogno di dissezionarle una per una. Bucky che dice che Steve è l'unico 'padrone' che avesse mai scelto: l'unico a cui avesse scelto di appartenere e contemporaneamente l'immagine di lui come 'cane', come animale inferiore, come animale che prende i calci e ubbidisce, ma anche ora libero senza più un padrone. Stupenda.
Curato quando si è rotto: da un lato così bello che Bucky pensa a Steve come a colui che ha rimesso insieme i suoi pezzi e dall'altro così triste che ora si neghi questa cura, che pensi che ora non sia possibile.
Colpe da lavare via: questa fa male e basta, ma è stupenda lo stesso nel suo essere dolorosa. E poi, fortunatamente, finalmente: quel forse. Una parola, ma almeno un po' di speranza in questo finale. Grazie mille, per questi Steve e Bucky così canonici, dolorosi e belli. E per questo stile così schietto, sintetico e pregno di significati. Complimenti.