Recensioni per
Legame - Le pietre blu
di Onigiri
In primis, ho trovato interessante la delucidazione sul tempo trascorso dalla protagonista e la madre in casa dello zio, sarà pure trascorsa solo una settimana, ma a me era parso molto di più, come se in effetti quella villa avesse davvero il potere di dilatare il tempo al suo interno, o meglio, in tale relativamente ristretto lasso di tempo era avvenuta una gran messe d'avvenimenti che certo le due non si erano aspettate, e non tutte piacevoli, come quella misteriosa febbre che ha reso inquieta la madre (la quale non avrebbe certo bisogno di momenti del genere, in bilico com'è tra la difficoltosa eleaborazione del lutto, le naturali difficoltà a crescere da sola una bambina così piccola ed esuberante e visioni oniriche non piacevoli). |
Altro captiolo che mi semrba un colalge abbastanza ben assemblato sulle particolarità che la giovanissima protagonista si trova a vivere, sembra proprio che anche gli elementi che sembrerebbero più banali nella sua mente vengano arricchita di una luce diversa, come ad es.la storiella che la cameriera le racconta (a proposito, non male) o la scoperta del nido delle rondini), o ancora del dialogo tra il personale domestico che le permette di fantasticare ancora di più sul mondo che la circonda (oltre che di operare la divisione tra chi sembra capirla di più e di meno). |
Ok, questo capitolo è ufficialmente il mio preferito fino a qui; soprattutto la parte finale! |
Di questo capitolo ho trovato particolamente interessante l'analisi dei sentimenti della madre della protagonista, la quale sembra dimostrarsi sempre più impotente verso il particolare comportamento della figlia, per fortuna (almeno al momento,data la natura profondamente inquietante degli abitanti della villa)ha trovato il valido appoggio della servitù e del padrone di casa in un momento in cui rischiava di perdere la trebisonda scossa dalla malattia della piccola, al confronto di quei momenti in cui ha visto la figlia quasi come un essere alieno in preda a gesti inquietanti e ad una feroce malattia, sistemarle il maglione sarà stata una bazzecola (con buona pace del fastidio provato dall'indossante). |
A leggere questo vcapitolo ho avuto un'impressione (certo non so quanto fondata) che il protagonista si trovasse alle prese con qualcosa più grande di lui, con i meccanismi di una complessa società dove potere spirituale e temporale, pur essendo formalmente divisi (dato che vengono esercitati a due figure diverse), in realtà siano molto stretti, come se in questo paese si abbia ancora gran fiducia nell'alleanza tra trono e altare, leggendo il capitolo m'è parso come se il povero Dhovir, ancora non del tutto ripreso dalla scomparsa della compagna, si trovasse invischiatoin qualcosa che sente profondamente estraneo, ma cui è costretto a sottostare a causa della ragion di stato, di questo suo disagio credo si atestimone anche la scena del viaggio introduttivo nelle varie sale del tempio, guidato da una zelante servetta preposta alle cose sacre, alla quale il protagonista sembra voler accordare un po' di fantasia non fose altro che in un ambiente così austero e ieratico la sua simpatia e ingenuità tipica della sua età dà un aspetto meno tetro. Quanto alla complessa scena del singolare rito purificatorio e al più ancora singolare compagno e interlocutore, mi sembra che costui si diverta dall'alto della sua esperieza a prendersi gioco di lui, da una parte facendolo sentire una nullità di fronte alle complesse meccaniche di una società come quella, dall'altra parte non ha problemi a mostrargli il suo scetticismo su come vanno le cose, e di come certe cose che al popolo sembrano nobili riflettano in realtà intrighi e retroscena molto meno puri (ma lui si guarda ben dal criticare tale sistema o dall'avanzare soluzioni alternative, si limita solo ad una beffarda e cinica ironia, oltre a divertirsi dello stupore altrui). |
Oddio, ti giuro che questa è la storia più bella che io abbia mai letto! La adoro, sembra quasi un film di Tim Burton se ci penso bene. |
Capitolo molto interessante, a mio modesto avviso, anche perché mostra un incontro davvero singolare, quello tr ala protagonista e la strana entità il cui nome, come giustamente detto nelle note d'autore, non evoca ricordi positivi; non ho trovato affatto male la resa del dialogo tra i due (o meglio, dei vari dialoghi, dato che la struttura narrativa del capitolo sembra incentrata da varie pause contrassegnate dalle varie scoperte che la piccola protagonista fa in quel particolare luogo (o non luogo), mi piace poi la figura di sì bizzarro anfitrione, sopratutto le sue particolarità anatomiche, che fanno sembrare il corpo dell'entità come una specie di contenitore momentaneo per qualcosa che non è umano né aspira ad esserlo, interessante (anche se un po' inquietante) il singolare dono che l'essere fa a Mila, la chiave è di per sè un oggetto dalla simbologia particolare, specie questa che sembrerebbe aprire anche porte non fisiche, bisognerebbe poi vedere cosa c'è oltre queste soglie... |
Devo dire che non ti smentisci. E' un po' folle questa storia, lo ammetto, ma ci hai messo un'inventiva e una tensione invidiabili, brava. L'idea di inserire il moloch e il modo in cui l'hai sviluppato mi sono piaciuti molto. |
Un altro meraviglioso capitolo, non c'è che dire, nel quale, finalmente, vedo un po' più d'azione. Davvero, mi è piaciuto molto: era inquietate e bellissimo al tempo stesso. Sì, quelle farfalle erano veramente spaventose! |
Sembra proprio che la vita della piccola protagonista in questa casa sia piuttosto particolare, anche in questo capitolo sono emersi particolari inquietanti (davvero interessante il riferimento alla sua vita scolastica, che pur con le sue luci ed ombre, sembrerebbe da preferire alla congerie di sensazioni non propriamente positive che l’ambiente ove di trova promana. In questo caso Mila si trova ad affrontare degli inquietanti invito al gioco”, con la sola flebile speranza che avendo queste entità una voce dolce non potrebbero essere considerati negativi (anche se potrebbe essere un fenomeno mimetico), in effetti l’aspetto con cui si manifestano sembrerebbe essere molto accattivante, specie per una mente portata alla fantasia (com’è quella dei bambini), anche se sembrano piuttosto motteggianti e l’ambiente in cui operano non sembra essere dei più sicuri (anche in questo caso mi sembra ben descritto l’atteggiamento di Mila, che continua a seguire le sue strane compagne, forse perché crede che si tratti di un sogno o del delirio della febbre) anche se eventuali minacce al momento non sembrano imminenti, dato che la grotta (o chi c’è dentro) sembra che se la sia presa solo con quei lepidotteri che evidentemente non erano ospiti graditi |
Adoro la tua storia, e ho trovato particolarmente interessante questo capitolo. Gli hai dato un andamento da filastrocca, di quelli un po' nonsense, che, insieme all'iconografia molto particolare che riesci a creare, trasportano dritti nel mondo delle fiabe un po' dark di questa bambina... Ben fatto! |
Scusami se recensisco solo ora, ma ultimamente non ho avuto molto tempo per leggere. Parlando dei tuoi enormi -e stupendi, aggiungerei- capitoli, poi! |
In primis mi felicito per l’avvenuto aggiornamento, passando all’analisi del capitolo in oggetto, si può dire che ho apprezzato non poco la scelta dell’epigrafe, m’è parsa particolarmente adatta al contesto, inoltre m’è parsa un’ottima idea quello di inserire un excursus sul passato di Daniela (mi è parsa una scena piuttosto cupa quella che mostrava i suoi parenti giocare a carte incurante della sua presenza, allo stesso modo quelle favole che la zia le raccontava sembrano effettivamente qualcosa di profondamente insincero, alla zia sembra proprio che non le importi nulla di trattenere la nipotina prima che lei prenda sonno, ma solo di poter tornare in fretta ad un’attività di gran lunga preferita). |
A mio modesto avviso ho trovato ben descritta la scena dell’incontro della protagonista con quel misterioso visitatore notturno, dalla cui figura la piccola non può che restare allo stesso tempo intimorita e affascinata, anche perché il comportamento dell’individuo non è chiaro, prima sembra ignorarla (o effettivamente non s’era accorta della sua presenza) poi sembra iniziare un gioco (del quale ovviamente Mila ignora tutto) pur restando sostanzialmente una figura inquietante. |
Wow, non pensavo che ti sarebbe piaciuta così tanto la mia recensione! |