Recensioni per
Inno alla notte
di Rucci
chiedo umilente venia per aver tardato tanto nel recensire,ma... |
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaw. |
Il vento batteva freddo, incollando la stoffa, vischiosa, alla sua pelle. |
Cruento, ma non patetico. Ineluttabile. Necessario. Hai già usato tu le parole giusto per definire il capitolo. C'è ben poco altro da dire, in verità, se non che hai centrato perfettamente le aspettative, e ci hai dato un capitolo bellissimo e oscuro come pochi. Ci abitui troppo bene, dannata. Grazie ç*ç |
Ho in mano un panino imbottito con tutto. Cercherò di commentare senza sporcarmi. *C* |
"Gheorghe non aveva mai abbandonato quello sguardo romantico e lontano, gli occhi che erano due monete d’argento, brillanti di luce che riflette solo se stessa. Stevan cominciò a cercare lui più degli altri, più di Iulia, che lo amava con quella tenerezza strana e grottesca. Le carezze di Iulia erano fredde, e così erano le braccia di Gheorghe, che non offrivano più conforto di una lapide; ma se il suo destino era la prigionia, allora voleva scegliere di chi essere prigioniero, e aggrapparsi alla sua giacca consunta, nel buio, alla luce fioca della candela che accendeva per illuminare minuscole pagine quasi decomposte di piccoli libri da tasca. Fu in quegli occhi di morto che vide la luce. Era la luce con cui il vampiro ammaliava le sue vittime, e lui. La luce dei morti, la chiamava." |
Ok, no parliamone. |
Io sono essenzialmente una persona pigra. |
Bravissima. Ah, bravissima. |
Bellissimo come al solito. Trovo adattissima la scelta della Stella: una stella della terra, e quindi profonda e ctonia, e prigioniera, come è prigioniero Stevan dei vampiri -come sono prigionieri loro della loro sete. Adoro il personaggio di Gheorghe e lo sai, lo terrei con me e mi farei leggere poesie tutto il giorno. *lo spuccia* Infine, bellissimo l'inciso dei Generali, che ci ricorda ogni volta, come unìeco continua, dove tutto questo andrà a finire (all'Inferno ed ehi, non è una metafora). Un bacione e complimenti! |
“Aiacos.” Lo apostrofò una voce cavernosa. “Sei in ritardo.” |
gh! |
Oddio. |
ogni volta che un tremito era sul nascere, c’era il braccio di ferro di Gheorghe a stringerlo, e i suoi occhi a dardeggiare quieti nei suoi. Allora si sentiva come un bambino cullato dalla madre, senza un solo problema al mondo che valesse la pena di affrontare. |
... sono molto oscuri, è vero. E mangiano. Mangiano tantissimo. |