Eccomi di nuovo qui, come da promesso, con la mia ennesima recensione alle tue meravigliose storie.
Questa one-shot originale è, nel complesso, scritta in maniera eccellente. Ma cosa mai aspettarsi da una così dolce e tenera creatura?
L'autrice, con tutta la sua prosperosa intelligenza, è riuscita a rendere perfettamente il tema chiave della storia, ovvero l'amore.
Infatti, l'amore viene in primis posto in evidenza come un qualcosa di impulsivo e privo di alcuna logica o riflessione, ma poi viene ripreso nel suo senso più sentimentalistico e metafisico.
Celebre è il passaggio che recita: "“E’ pur stata un’emozione, o no?”", a segnalare, appunto, l'avvenuto passaggio tra i due stati.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, bisogna soffermarsi sul carattere di Adrian, sviluppato in modo completo e arguto in tutte le sue sfaccettature. Esso, infatti, esterna le sue sensazioni e i suoi sentimenti in modo davvero singolarmente realistico,
cosa che sarebbe da aspettarsi da una scrittrice di alto livello quale è l'autrice della storia seguente. Tuttavia, entrambi i personaggi sono resi complessivamente in modo impeccabile.
Tecnicamente parlando, la storia è scritta con una strabiliante accuratezza grammaticale e logica, essendo priva di alcun errore (di qualsiasi tipo) e vuoto logico.
Lo stile che è stato adottato nella stesura di questa one-shot è assolutamente divino: la storia scorre più velocemente di un coltello rovente sul burro; esso è molto semplice da capire e comprendere, tuttavia, nella sua semplicità, rimane fermo e conciso dando così forma a un vero testo dalla certa maturità.
Ora passiamo alle considerazioni personali. Io ho particolarmente apprezzato ( mi ha fatto sganasciare dalle risate ), l'espressione "muso giallo", che non incontravo da molto tempo.
Inoltre ho notato la presenza di numerosissime espressioni ambigue; ne cito alcune: "carica erotica" (fin qui ci siamo, niente di anormale.. o forse no?), "un auto-abbraccio preoccupante" (WTF?),
"si godeva il contatto" ( l'apoteosi della follia), "il petto che si alzava e abbassava molto lentamente" (non ho pensato mica a male.. lol).
Oltretutto, non ho fatto a meno di notare quel "maledettamente" presente in tutte, e dico TUTTE, le storie. Non è possibile che tu continui a usare quel termine, accompagnato da "dannatamente", in ogni storia e anche nella vita quotidiana!
Ma questi due termini non sono le uniche espressioni idiomatiche utilizzate nella storia: ce ne sono molte altre, ma ne cito solo due per non tediare ulteriormente la carissima autrice che ora mi starà leggendo: "una scatolina rossa con dentro chissà cosa" (EH, CHISSA' COSA!),
"una faccia da ebete sbigottito" (Che faccia ha un ebete sbigottito? Me lo spieghi? lol). A parte questi elementi, che, di grazia, sono, ad ogni modo, caratteristici del tuo stile, la storia nel suo insieme è completa di ogni dettaglio e sfumatura.
Rispetto ad "American Dream" qui si nota una forte crescita stilistica: una maturità letteraria ben più che raggiunta, anzi, superata di gran lunga!
Appurato ciò non credo ci sia altro di cui discutere: bisogna solo rendere il GIUSTO merito alla suddetta autrice di questa storia, che non merita solo un mero elogio, quale può essere il mio, ma un'ovazione
per l'elevato livello della sua opera. E a lei mi inchino di fronte ad una simil creazione. Complimenti, continui a rendermi sempre più fiero di te, biscottina.
Il tuo,
Vito.
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